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Autore: Teony    06/08/2023    1 recensioni
[Elden Ring]
La famiglia Aureus e quella Nox si riuniscono per un banchetto funebre, in onore del povero Godwyn, recentemente scomparso. Purtroppo, nessuno di loro sembra normale.
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest
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Una famiglia particolare


Godwyn è morto.
È questa la motivazione che ha portato la famiglia Aureus, direttamente coinvolta nel lutto e quella Nox a riunirsi nella stessa sala, davanti ad una larga tavola imbandita.
Ed è in questa occasione che la stranezza di ogni singolo componente si rivela con più chiarezza, spingendo Malenia a domandarsi, per un’ennesima volta, se l’essere nata in un simile contesto non sia altro che una maledizione.
Ironico come Godwyn, che di insolito aveva solo il suo morboso interesse per i rettili, ora giace sepolto ai piedi dell’albero più antico del giardino.
Se l’è chiesta, appena saputo dell’omicidio: che il suo fratellastro sia stato levato di mezzo proprio perché era uno tra i più normali? E di conseguenza: è plausibile che anche lei ed il suo fratello gemello faranno la stessa fine.
Magari uccisi durante la notte, soffocati o sgozzati senza pietà alcuna.
Ordinaria amministrazione, insomma.
È passata una settimana dal tragico evento, ma ad aver pianto il primogenito della famiglia Aureus non è stata Marika, madre del deceduto, ma i suoi due gemelli Malenia e Miquella, specialmente Miquella.
Ed il rettile domestico, affezionatissimo a Godwyn: Fortissax. La povera creatura ha fatto altro che uggiolare per due interi giorni e sputare fuoco ad intermittenza, prima di morire di depressione. A nulla sono servite le attenzioni che i due gemelli gli hanno riservato; la scomparsa dell’amico è stata la sua condanna a morte.
Dell’assassino non si è scoperto nulla. In realtà non c’è stata alcuna indagine, a detta di sua madre non è importante che si sappia altro. “Quel che è fatto è fatto” è stata la sua risposta agli agenti. “Scoprire chi ha compiuto l’omicidio non riporterà indietro mio figlio!” ha finto di disperarsi ed ovviamente nessuno ha osato controbattere.
È della Governatrice Marika Aureus di cui si sta parlando, del resto.
Il funerale è stato anche più pietoso. A compiangerlo è stato autorizzato solo un ristretto gruppo di persone, a malapena è stato coinvolto il padre biologico. Godfrey, infatti, ha dovuto appendersi al campanello e strillare suppliche, perché la sicurezza lo lasciasse finalmente entrare; ed anche a seguito di ciò, gli è stato ordinato di assistere alla sepoltura a debita distanza, confinato in un angolo all’ombra, di fianco a suo figlio Morgott.
Non è stato consentito di scambiarsi frasi di cordoglio, neanche quando Miquella ha tentato di convincere la madre a permettergli di passare loro almeno un bicchiere d’acqua.
Marika è rimasta marmorea tutto il tempo: ha osservato i becchini scavare la fossa, poggiare la bara nel sottosuolo e ricoprirla con efficienza. Così ha fatto Malenia, o almeno ci aveva provato, perché il pensiero del non poter più riabbracciare il fratellastro l’ha poi dilaniata.
Il tentare di consolare il gemello è stato persino più difficile da sopportare. Non le piace che Miquella soffra, lo trova inconcepibile.
C’è stata una presenza estranea, però, che è stata fatta entrare senza troppe proteste: una giovane, ammantata di nero. «Sono la fidanzata di Godwyn» ha detto, prima di chinarsi di fianco alla bara e sfregarla con un sorriso, come se in estasi.
Sicuramente un altro individuo peculiare, ma Malenia non ha osato giudicarla, non solo perché priva di forze: ognuno reagisce al dolore in maniera diversa, ha pensato. «Com’era quando è morto?» ha chiesto a Marika, tamponandosi gli occhi. E lei, lacrimando a sua volta: «Era bellissimo come sempre… il mio amato figlio.» si sono abbracciate con forza. «Avrei tanto voluto vederlo!» è stata l’esclamazione della giovane. «Sicuramente è bellissimo da morto, tanto quanto lo era in vita.»
«Sì, era proprio bello!»
E di nuovo, singhiozzi, velati probabilmente da ipocrisia.
Davvero un modo unico di affrontare il dolore della perdita.
Il pranzo di cordoglio è stato organizzato a cinque giorni di distanza dalla sepoltura, perché spedire gli inviti all’intera famiglia Nox non è impresa facile.
Era stata idea di Radagon quella di elargire l’invito anche alla ex moglie e, di conseguenza, ai fratellastri dei due gemelli. «È un’occasione per condividere insieme il dolore della tragedia, che ha coinvolto la nostra famiglia» è stata la sua motivazione. Marika non ha dubitato neanche per un istante che essa fosse anche una scusa per rivedere Rennala Nox, ma non le interessa. Che suo marito tenti di tradirla non le importa, perché sa che su Radagon ha un potere economico troppo grande per poterle sfuggire. La notizia è stata accolta di buon grado da Miquella, non altrettanto da Malenia, per quanto abbia rifiutato di spiegarne il motivo.
Il suo astio nei confronti della decisione è diventato il cuore della discussione tra lei ed il gemello giusto qualche ora prima, mentre lei aveva indetto un’aspra battaglia tra pettine ed i suoi inviperiti ricci rossi.
«È passato tanto tempo dall’ultima volta, sarà bello poterli rivedere.»
Lei ha piegato le labbra in un’espressione truce, ma non ha aggiunto nulla. Dei Nox non le importa, ancor meno se ripensa a tutte le spiacevoli vicissitudini fra lei ed i suoi fratellastri. Il suo malumore è stato prontamente colto da Miquella, il quale anziché cambiare nettamente argomento, si è fatto persino più incalzante.
«Non dirmi che sei ancora arrabbiata con Radahn.»
Ha visto il proprio riflesso gelare nello specchio, prima di imporporarsi d’irritazione. «Quello non c’entra. Eravamo solo bambini.» ma il ricordare l’inusuale diverbio avvenuto in passato ha fatto riaffiorare dal subconscio un piccolo segreto, che subito è riuscita a riseppellire.
Si era trasformata in una furia, solo perché il fratellastro aveva osato battere Miquella in una sciocca gara di corsa a cavallo. Lei e Radahn avevano litigato a tal punto, che erano arrivati alle mani e non erano bastati quattro domestici a separarli.
«E allora cosa ti turba?»
«A loro non importa niente della morte di Godwyn.»
Il gemello si è concesso un attimo di riflessione, eppure è tornato ad incalzarla. «Probabilmente hai ragione, ma ciò non toglie che possa essere un motivo per riavvicinarci.»
«La tua visione è sempre troppo ottimistica.»
Ha visto Miquella inarcare un sopracciglio, prima di sistemarsi la camicia di lino. «Dico solo che non è un motivo valido per restare imbronciata durante tutto il pranzo.» e poi. «Cerca di essere cordiale.»
Come qualsiasi persona normale le ha suggerito una specifica sezione del suo cervello.
Ma non ci sta riuscendo. Il viso, dapprima fissato in un’espressione di distacco, ha iniziato a scivolare in un cruccio austero ed irremovibile, man mano che la famiglia Nox e l’ex marito di Marika, con il suo relativo figlio, si sono presentati.
Specialmente quando è venuta a conoscenza della disposizione dei posti a sedere.
Marika a capotavola, naturalmente e giusto ai suoi lati, Rennala e Radagon, ai quali non è concesso di dialogare, previa autorizzazione della Governatrice. A seguire, dal lato degli Aureus lei e Miquella. A Godfrey e Morgott sono stati riservati due posti alla punta del tavolo, dopo ben tre sedie vuote.
“Questioni di sicurezza, in caso d’incendi” è la motivazione.
Dal lato opposto, invece: il secondogenito di Rennala, Radahn, di fronte a Malenia, il quale già la fissa truce e le grugnisce, appena si scambiano accidentalmente uno sguardo; Ranni, in corrispondenza di Miquella e poi Rykard e la sua coniuge.
Sì. L’inghippo che le fa scattare i neuroni è proprio qui, anche se non riesce precisamente ad inquadrarlo.
«E lo zio Godrick?» si permette di chiedere Malenia, rivolgendosi al padre. Del resto è uno dei consanguinei di Godwyn.
«Ha detto che non può esserci per questioni di salute.»
Probabilmente una delle tante scuse per non vederla. Magari ricorda ancora i piccoli atti di bullismo a suo discapito, perpetrati da lei. Una volta ha anche rischiato di perdere un braccio a causa sua: lo aveva sfidato ad una battuta di scherma, con sciabole vere.
“È solo una bambina” l’aveva giustificata la madre.
Come da prassi.
E così adesso ha ancora il terrore della giovane nipote. Forse teme che crescendo sia anche peggiorata e a lei dispiace non potergli dimostrare il contrario.
Serosh, il gatto di Godfrey è stato confinato al secondo piano: è un Maine e dato il suo carattere burrascoso, nonché la sua importante stazza, di sicuro sarebbe capace di rivoltare l’intera tavolata.
L’ex marito di Marika sta ancora lacrimando, alla punta del tavolo: impossibile comprendere se sia più per la morte del suo primogenito o per il suo affezionato animale domestico, ora recluso.
Malenia non può davvero capire il suo attaccamento alla creatura, probabilmente perché non ha mai davvero avuto un legame positivo con i cani di famiglia.
Alla loro nascita, Marika aveva deciso che i due gemelli sarebbero cresciuti di fianco ad una compagnia che avrebbe stimolato la loro sensibilità ma; evidentemente, deve aver scelto cuccioli particolarmente aggressivi, perché questi, appena Miquella si era permesso di evadere dal perimetro del giardino di casa, si erano trasformati in belve assatanate ed avevano tentato di sbranarlo a morte. Malenia, per fortuna, non perde mai occasione di sorvegliare il fratello, data anche la sua fragile costituzione ed accortasi del terribile incidente, era accorsa in suo aiuto, armata di randello.
Aveva dovuto bastonarli a lungo, prima che questi si decidessero a dileguarsi, terrorizzati.
Di loro non si è mai saputo più niente.
Che siano mutati in belve feroci, per giunta bipedi e divoratori di uomini, lo trova molto probabile.
E poi c’è Maliketh: il fedele segugio della Governatrice Marika. Fedele fino ad un certo punto. Il rapporto tra sua madre e quella bestia è più una costante lotta di ringhi e rimproveri, piuttosto che una piacevole alleanza tra uomo ed animale.
È anche ambiguo: talvolta il canide siede nel giardino, quasi incollato al muro di recinzione e punta a qualche volatile, più grosso della norma, scodinzolando entusiasta. Talvolta la madre è obbligata a lanciargli bistecche di carne dal terzo piano, per non incappare nella sua letale furia.
Comunque vada: ai due gemelli è sempre stato proibito di avvicinarglisi.
Anche quell’idiota del suo fratellastro ha un animale per compagno: il suo cavallo. Non ricorda come si chiami e non potrebbe importargliene di meno. Radahn lo adora così tanto che Malenia è sicura se lo porterebbe in camera da letto, pur di condividere con lui ogni secondo della sua vita, ignorando feci e sporco, ovviamente.
Ma in fondo, stabilisce lei, nell’osservare il gilet macchiato di fango sul colletto: non è che gli importi di restare pulito…
«Ehi, Godfrey!» sbotta d’un tratto proprio quest’ultimo, ignorando lo sguardo indignato di Malenia.
Il singhiozzante ex marito di Marika sfiata nel fazzoletto, prima di rivolgere un sorriso intenerito a Radahn. «Sai, l’altro giorno ho cavalcato con Leonard fino ai confini di Caelid! Tutto di filato. È stato fantastico.»
L’uomo annuisce, ancora con gli occhi lucidi.
«E sto studiando tantissimo, ultimamente. Sai… per diventare ancora più forte!»
E di nuovo Godfrey assente.
Malenia rigira gli occhi. Più forte, sì certo. Ma se è così flaccido e stupido, che potrebbe persino batterlo da cieca, con tre arti mancanti ed il tumore al fegato? Ma questo commento se lo tiene per sé, perché ricorda l’invito alla moderazione di Miquella.
Infatti ora lo osserva di sguincio: quand’è che ha iniziato a parlare con Ranni in maniera così affabile…? Le sorride, caloroso e discorre con lei di cose relative a studi e conoscenze su cui Malenia è totalmente ignorante. Un angolo nel suo cervello le suggerisce qualcosa di molesto, ma è abbastanza brava ad ignorarlo.
«E come mai questo così drastico cambio di aspetto, se posso permettermi?» chiede alla sorellastra. È a dir poco irriconoscibile. A tal punto che, al suo arrivo, i due gemelli hanno faticato a credere fosse davvero lei.
Infatti, se in passato, Malenia era obbligata ad ammettere che sì, le due condividono qualche gene, adesso non può affermare altrettanto.
Persino il volto le si è completamente trasformato: ora è più simile ad bambola di porcellana, dalle parvenze tanto affascinanti, quanto intimidatorie, di una caratteristica pelle pallida, fredda, simile ad una lastra di ghiaccio ed i capelli, dapprima di un fulgido rosso, identico a quelli di Malenia, sono adesso di un blu scuro e spropositatamente lunghi.
«Oh, sai» inizia Ranni, congiungendo le mani innanzi al volto ed intrecciandone le dita. «Avevo proprio bisogno di cambiare corpo.»
Logico. Argomentazione ineccepibile.
«L’ho aiutata io» interviene Rennala. La sua voce è stata nient’altro che un timido mormorio, probabilmente perché la povera donna è ancora troppo suggestionata dalla presenza della Governatrice. «Volevo che la mia bambina fosse felice…»
«Grazie madre, ma non ho bisogno che esterni le tue effusioni a tavola.» la liquida Ranni. «E fatti sentire, quando parli» questo suona più come rimprovero, che suggerimento, specialmente perché poi punta diretta al padre.
Impossibile dire cosa stia provando.
«Trovo che tu stia benissimo.»
A Malenia fischiano le orecchie. No, peggio. I timpani rischiano di esploderle. Squadra il suo gemello, sgomenta.
Non può averlo detto davvero.
Ma lui continua a sorridere alla sorellastra ed anzi rievoca il periodo trascorso a casa Nox, quando i due hanno studiato insieme.
E come potrebbe lei mai dimenticare quel periodo: uno dei più tristi della sua vita. Non che sia successo nulla di ché, è costretta ad ammettere. Semplicemente c’era stato qualcosa, nell’assenza di Miquella, a disturbarla in maniera viscerale. Si era rinchiusa nella sua camera ed aveva minacciato di lasciarsi morire di stenti, nel caso non avesse visto il suo gemello tornare a casa in tempi brevi. Neanche Godwyn era stato in grado di quietarla.
Era stata un’interminabile settimana di reclusione, malumore e silenzi.
Perché una verità la scottava: i due fratellastri hanno interessi in comune.
«La mia ssorellina ssa il fatto ssuo, devo ammetterlo» interviene d’un tratto Rykard, richiamando l’attenzione dei due gemelli. Anche lui è cambiato. Certo, non allo stesso livello di Ranni: ma il suo volto si è fatto come più affilato, quasi rettilesco. Un drastico intervento di chirurgia estetica, è stato loro riferito; tanto che è arrivato a tagliarsi la lingua a metà ed ha la strana abitudine di prolungare la consonante s, finché i più temerari non lo pregano in ginocchio di smetterla.
Lady Tanith, la sua dolce e gentile consorte, trova il cambiamento non solo peculiare, ma quasi eccitante, il ché la categorizza, senza mezzi termini, nell’interminabile lista delle stranezze.    
Il primogenito di Rennala e Radagon è sempre stato un grand’uomo d’affari, caparbio, determinato, anche intelligente – a differenza di quell’imbecille di Radahn – e le sue doti gli hanno consentito di arricchirsi in breve tempo, nonché coltivare la sua più grande passione: crescere serpenti. Gestisce infatti, il più grande allevamento di ofidi mai visto prima. Tutt’ora ne indossa uno al collo, a mo’ di sciarpa: un boa constrictor, di cui ha vantato la peculiarità sin dal suo arrivo.
«È un essemplare unico» ha sibilato a Malenia: impossibile intuire se stesse cercando di intimorirla in qualche maniera, visto lo sguardo quasi inviperito che le ha rivolto. «Non ne essistono di questo colore grigio e ssenza macchie. Ha una rara mutassione genetica.» e ancora: «È lungo due metri e trentassette centimetri, ma è ancora in fasse di cresscita.»
I sserpenti ssono la ssua famiglia: ha dichiarato a braccia allargate, di fronte alla gloriosa villa degli Aureus. Chissà quale meccanismo, nel suo cervello, gli ha imposto di atteggiarsi in quella singolare maniera.
Ora si concede un sorso di vino, sollevando le sopracciglia, come se divertito da qualcosa. Che sia ricco è chiaro. Basta che l’attenzione capiti per caso alle sue dita: costellate di anelli dall’indubbio pregio, intarsiati da una varietà imbarazzante di pietre preziose.
E sui ricci rossi porta un diadema di finissima fattura, dalle fattezze esotiche. Nel guardarlo, più che crederlo un semplice Nox, si ha l’impressione di avere di fronte il sovrano di qualche regno sperduto, straripante di serpi. Scolla l’indice dalla coppa e lo punta verso Miquella. «E tu ssei molto furbo ragasso.» impossibile intuire cosa voglia dire con ciò.
Malenia sente il volto accendersi di rabbia.
Ranni lincia il fratello con lo sguardo, come a volerlo ammonire di fare silenzio, ma l’attenzione di Rykard punta alla cameriera di casa Aureus, appena fatto il suo ingresso.
Hyetta si avvicina alla tavola imbandita ed inizia a porgere le pietanze innanzi ai convitati. È cieca, beh, quasi, eppure svolge il proprio ruolo magistralmente. È obbligata a velarsi gli occhi con una benda medica, impregnata di specifici aromi, che le consente di preservare quel poco di vista che le rimane.
Anche lei, tuttavia, è parte integrante del repertorio delle stranezze. Non perde occasione di sottolineare la propria astensione da qualsiasi forma erotica, che sia vergine, casta, umile e senza macchia. Lo rimarca a tal punto, che si è spinti a dubitare sia vero. Le mancano due dita, il pollice ed il mignolo: non ha mai voluto spiegare in quale circostanza li abbia persi.
La giovane, nel passare di fianco a Rykard è obbligata a sussultare e ribadire il sermone della verginità, perché il primogenito dei Nox, senza il minimo riguardo, le chiede se sia libera questa sera, perché gli piacerebbe portarla a fare un giro, per mostrarle i sserpenti.
Forse Rykard non ha cattive intenzioni, ma Hyetta rifiuta categorica e si allontana indignata.
Di tutto ciò, Tanith non si cruccia, anzi. È assolutamente a suo agio.
Sulla tavola, tuttavia, piomba il silenzio per un attimo, perché la Governatrice Marika in persona si rivolge alla coppia sposata, in particolare alla moglie. «E… che mi dite di bambini? Voglio dire, ormai siete più che sistemati. Potreste permettervene anche più di uno.»
Malenia avverte come una vampata di gelo pervaderle le membra. Non ha mai capito perché sua madre sia sempre stata così ossessionata dall’allargare la progenie, sa solo che il farlo non ha certo giovato alla sua salute.
Probabilmente sin da quando ha partorito Godwyn.
Marika soffre di una sindrome che nessuno psichiatra è ancora riuscito a curare e che non ha fatto che degenerare, a seguito di altri parti.
Soffre di Post Partum perenne: con la strana ossessione del generare un figlio perfetto. Ma mentre Godwyn, il più sano tra loro, è stato odiato in quanto figlio dell’ex marito, gli altri sono stati per lei una caterva di fallimenti.
Quattro gemelli storpi, i primi due da Godfrey, e poi loro due, da Radagon.
Quando ci pensa, Malenia prova pena per lei e si sente in colpa per la malattia che le affligge la pelle. Se solo non fosse malata, se solo Miquella non fosse malato, magari Marika non sarebbe così tagliente, con gli occhi impregnati di perenne freddezza ed una sorta di insofferenza per il mondo intero.
«Oh, siamo in pieno procedimento per un’adozione» le risponde lady Tanith, pacata. «Io la considero già mia figlia… la mia bellissima Rya.»
Rykard si concede un altro sorso di vino. È chiaro che sia restio a toccare l’argomento.
«E come mai avete optato per l’adozione, se posso chiedere?» avanza Marika, tagliente.
«Mia cara…» è il tenue intervento di Radagon, ma lei sventola la mano, come se infastidita da un insetto. 
L’imbarazzo che aleggia nella tavolata è raggelante, eppure Lady Tanith ha la forza di romperlo e rispondere. «Perché lei è figlia di mio marito e di una cortigiana.»
Silenzio.
Pesante silenzio: in cui Rykard non sa dove guardare, Marika è impressionata, eppure divertita, Tanith è serena e tutti gli altri si schiariscono la voce a tratti.
Un pesante silenzio, che viene interrotto da un mormorio molesto, che solo ora Malenia constata si stia protraendo sin da quando gli invitati hanno preso posto a tavola.
Morgott ha il capo basso, mani congiunte e mormora fra le labbra una preghiera infinita, lasciando scivolare tra le dita le perline del rosario. Chiede l’espiazione di colpe da lui mai compiute, la supplica di un perdono e della vita dopo la morte. Il poveretto non si è neanche accorto di essere guardato da lei, immerso com’è nella sua pratica quotidiana.
Non è cambiato di un minimo: un volto allungato, con le labbra prominenti, piegate in un cruccio serioso e le sopracciglia distese in due basse linee rette, al di sotto di una fronte sporgente. Per quanto non si siano mai davvero frequentati, Malenia è sicura di non averlo mai visto sorridere. Piuttosto, alle volte sembra prossimo al pianto, anche se capace di trattenersi.
Tutto ciò è probabile conseguenza della sua deformità fisica: gobbo, con escrescenze lungo tutto il corpo, persino in pieno viso ed un innaturale corno, che spicca diritto dal lato destro del cranio.
Il povero Morgott non può vantare di rispettare i canoni di bellezza imposti da Marika all’intera famiglia ed è forse anche per questo, che chiede perdono e si strugge nella propria inadeguatezza.
Il sentimento che lega Malenia al fratellastro è compassione, con probabilità, ricambiato da lui con un senso di insofferenza.
È triste, ma è così. Morgott non può guardare i due gemelli, senza piegare le labbra in un cruccio ben più convinto, per poi sollevare gli occhi al cielo e calare di nuovo la testa sul rosario e non per avviare il classico sermone, piuttosto per triturare tra i denti una lista di colpe di cui, a parer suo, si sono macchiati. Poi sibila: traditori.
Traditori.
Maledetti traditori.
Probabilmente Morgott li trova in qualche modo colpevoli della decisione di cacciare di casa sia lui che Godfrey. Inutili sono stati i tentativi di dimostrargli la loro innocenza; ormai i due gemelli vivono con la consapevolezza di aver ferito il fratellastro, senza averlo mai fatto davvero.
E ancora: indisciplinati, non rispettano mamma, non pregano abbastanza, sono arroganti, prepotenti, indecorosi. Sono tutti questi i loro crimini. Ed ogni colpa che Morgott infligge ad uno, lo ripercuote inevitabilmente anche sull’altro, come se lei e Miquella siano davvero un corpo unico.
Da che Malenia sappia, Godfrey è stato cacciato dalla villa per questioni di soldi.
Così come, per questioni di soldi, Radagon ha dovuto divorziare da Rannala.
Soldi ed eredità.
Perché nel momento in cui l’ex marito ha preteso che almeno Morgott fosse riconosciuto come legittimo figlio di Marika, lei non ha voluto saperne e l’ha sbattuto fuori senza rimorsi. Non c’era stato un confronto, non un tentativo di compromesso.
E nessun notaio si era permesso di poggiare penna sulla faccenda.
Morgott avrebbe ogni diritto di odiare la loro madre in comune, ed invece ama lei e disprezza i gemelli.
La mamma è sempre la mamma, del resto.
Ed infatti: Marika accenna a lui di sfuggita. «Uh, Coso? Per favore, smettila di borbottare.»
Lui la guarda, subito poggia il rosario sulle cosce ed ubbidisce.
Malenia deve riconoscerglielo: in fin dei conti ha ragione. Lei e Miquella non sono così devoti alla propria madre, probabilmente anche perché sanno di essere quantomeno sopportati da lei.
Godfrey s’irrigidisce e stringe i pugni. Vorrebbe probabilmente inveire contro la sua ex moglie, ma si limita a trattenersi. Forse è anche il lutto appena subito a renderlo più passivo di quanto vorrebbe.
Che coincidenza, riflette la giovane Aureus: Godwyn era l’unico figlio di Godfrey ad avere diritto ai beni della famiglia. Ed ora è morto.
Assassinato.
Davvero curioso.
Ma non ha tempo di riflettere sulla questione, perché la stessa Governatrice Marika lascia tintinnare il cucchiaino sul bicchiere di cristallo, richiamando l’attenzione di tutti i presenti, così si alza in piedi, poggiandosi sul tavolo a palmi aperti. Dalla sua stessa posa traspare il dominio completo, non solo sulla branca della famiglia a lei più diretta, ma anche sulla stessa Rennala ed i relativi figli.
L’ex moglie di Radagon, infatti, sembra così in soggezione, che curva più la schiena su se stessa ed abbassa gli occhi. Il legame tra i due ex coniugi, che probabilmente entrambi avvertono ancora, è spezzato di netto dall’ingombrante presenza e possessività di Marika Aureus.
Persino Ranni, che da sempre ha dimostrato maggiore autonomia dalla Governatrice, ora china di poco il capo ed intreccia le dita delle quattro mani.
La capostipite della famiglia inizia il proprio discorso di cordoglio ed assume un tono solenne. «Siamo qui riuniti per festeggiare la morte di mio figlio.»
Il silenzio che ne segue è raggelante.
Malenia sbarra gli occhi in segreto e rizza la schiena.
Radagon si schiarisce la gola, come unico cenno a sua moglie di rivedere la propria espressione.
Lei, per fortuna dei presenti, lo coglie. «Ehm, volevo dire, piangere la morte di mio figlio Godwyn.»
I convitati sembrano rilassarsi di poco.
Così fa Miquella, per quanto segua a premersi le unghie sui palmi delle mani. Malenia lo fissa inquieta: è palese che stia cercando in tutti i modi di non abbandonarsi ancora a nuove lacrime di dolore. Gli poggia segretamente una mano sulle sue, con delicatezza.
Si guardano. Lui le sorride appena, prima di menare gli occhi di nuovo in basso, in un punto imprecisato.
«Era davvero un bravo ragazzo» riprende Marika. «Ricordo ancora i suoi sorrisi, le sue risate, le sue battutine un po’ idiote, il suo simpatico ed adorabile animaletto…»
I dubbi che la Governatrice ci abbia davvero mai parlato, col suo primogenito, iniziano a sorgere, ma nessuno, per ovvie ragioni, si degna di esprimerli. Forse sarebbe stato meglio lasciare il discorso di congedo dal morto a qualcun altro, magari a Miquella, ma Malenia dubita che alla Governatrice interessi nascondere il proprio astio, dietro a qualsivoglia apparenza.
«Anche se, ad essere sincera, era parecchio irritante.»
Ecco, appunto.
«Voglio dire, ha sempre avuto idee tutte sue, raramente mi ha dato ascolto, a suo modo era arrogante, a volte parlava troppo, altre troppo poco. Ed era davvero troppo fissato con quella sua stupida iguana…»
«Era un drago barbuto dalla testa striata, madre…» si permette di intervenire Miquella, anche se a filo di voce.
«Come se faccia differenza.» poi gli occhi della Governatrice si piantano addosso al figlio più giovane. «E comunque, mio caro Miquella, quante volte ti ho gentilmente chiesto di non interrompermi? La tua recente indisposizione nei miei confronti, sta iniziando ad impensierirmi.»
Malenia sente la rabbia accendersi, perché l’istinto di difendere il fratello, a prescindere, emerge prepotente. È il gemello a trattenerla, la intima di quietarsi con un rapido cenno del capo. Così lei prende fiato.
«A conti fatti, è quasi un peccato siano ancora vivi tutti gli altri.»
Freddo: è questo che dilaga sulla maestosa tavola imbandita, mentre tutti i commensali pretendono quiete, persino indifferenza e la giovane Aureus pensa, ancora una volta, che forse non le resta poi tanto da vivere.
Marika, in fondo, è da comprendere. Anzi, persino da giustificare.
Perché niente in questa famiglia è normale: risponderebbe Malenia.
“Perché è malata, soffre di instabilità psichica, è una paziente con gravi sintomi di depressione, la Governatrice lavora troppo ed il suo animo è così predisposto ad aiutare il paese, che rigetta il suo stress all’interno della famiglia” risponde, invece, il suo psicologo. Marika è una persona caritatevole, umile, dolce, disponibile, è solo tanto malata. Quindi, bisogna avere pazienza.
Ed è forse per questo che Radagon si limita ancora una volta a smussare l’asprezza della sua encomiabile moglie. «Mia cara, ti sei ricordata di prendere le pillole, questa mattina?»
Marika sbarra gli occhi, poi si siede. Schiarisce la gola, nel chiudere gli occhi e torna austera ed intoccabile come sempre.
Ed ora il marito della Governatrice sembra avere un minimo di raggio d’azione, perché si rivolge direttamente al padre del deceduto, senza essere strangolato dalla moglie. «Signor Godfrey, prego. Se vuole aggiungere qualche parola su suo figlio, è libero di esprimersi.»
Radagon.
Padre di cinque figli, tra cui i due gemelli Aureus.
Lui, agli occhi di Malenia, forse è il più strano di tutti. Non è mai riuscita a capirlo. Ha rinunciato alla donna che tutt’ora ama follemente, per questioni finanziarie: ha voluto che i figli di Rennala potessero accedere ai beni della famiglia. Il suo desiderio era forte a tal punto, dall’essersi venduto alla Governatrice.
Perché questo è, in realtà, il rapporto tra i suoi genitori: una dinamica di possesso, di lei nei confronti di lui, così maniacale, che Radagon sembra non avere quasi libertà di scelta, anche per la più misera delle sciocchezze.
Marika ha sempre avuto per Radagon una malsana attrazione, da cui lui è sempre riuscito a sfuggire, sino a che non è stato obbligato a piegarsi a lei.
Offriti a me. Diventa mio ed i tuoi figli avranno parte dell’eredità.
Malenia mena una rapida occhiata ai propri genitori e storce le labbra appena. Lei non sarebbe mai come loro, riflette. Non sarebbe mai come Marika.
Marika è una deviata.
Lei no.
Il pensiero la rasserena, anche se non ne comprende la ragione. Squadra il gemello di sottecchi, una sensazione insolita la sfiora, ma sceglie di ignorarla.
Godfrey, in ogni caso, si alza in piedi e ringrazia Radagon a mezza voce. «Ho avuto la fortuna di vederlo crescere e maturare. Su alcune idee avevamo divergenze, ma gli volevo davvero bene. Per me è stato una benedizione dal cielo: intelligente, consapevole, capace. Era più che un figlio, era parte di me.»
«Oh, ma taci. Sei così melenso dal farmi salire il rigurgito, ancor prima che inizi a mangiare.»
E qui Godfrey non ne può davvero più. Batte le mani sul tavolo, prima di puntare l’indice inquisitorio verso la moglie. «A te non è mai importato niente di lui! T’importava solo che rientrasse esteticamente nei tuoi gusti da pazzoide!»
«Come osi! Dovresti ringraziare se ho scelto di accogliere in famiglia qualcosa che avesse i tuoi schifosi geni nel corpo!»
«Te ne frega così poco, che non mi sorprenderei se ad ucciderlo sei stata proprio tu, lurida stronza!»
C’è un singulto generale. Marika diviene paonazza, prima di scattare di nuovo in piedi, stavolta ignorando il debole invito di Radagon a mantenere la calma.
«Fuori da questa casa! Stai insudiciando la mia sacra tavola!»
«E pensare che ho tentato persino di assecondare i tuoi giochetti. Ma per te non è mai stato abbastanza. Oh no. Affatto. Non ti è bastato che ho letteralmente accettato di disconoscere uno dei miei figli e che fossi vicino a fare altrettanto con Morgott. Beh, maledetta demone, non ho intenzione di sottostare ancora alle tue pretese!»
«Vattene. Subito. Riprenditi il coso e quel tuo maledetto gatto e sparite dalla mia vista»
Il tagliente ordine è come una folgore che piomba di getto sulla tavola ma, dopo un attimo di stasi, il padre del defunto raddrizza la schiena, traendo un profondo respiro.
Ad uggiolare sommesso è lo stupido Radahn, che con gli occhi già lucidi implora al suo idolo vivente di non lasciarlo.
Tutta l’esagerata ammirazione deriva dal fatto che il signor Godfrey non sia altro che il più rinomato campione di boxe della nazione, sotto il nome di Hoarah Loux ed il fratellastro di Malenia ha promesso più e più volte di diventare un così abile combattente dal poterlo rivaleggiare, sogno che lei si è sempre promessa di infrangere, sfidandolo in ricorrenti prove di forza o coraggio e cercando il più delle volte di sfruttare la sua dabbenaggine per vincerlo con costanza. Non è che lo odia… si limita a mal sopportarlo, specialmente perché l’idiota ha ormai capito che per infastidirla gli basta citare Miquella.
La giovane Aureus lo squadra inasprita, nell’osservarlo frignare. E pensare che condivide dei geni con questo flaccido e sgraziato individuo…
Non ha preso niente da suo padre.
Radagon è un bellissimo uomo; glielo dicono tutti e lei condivide il giudizio. È snello, ben proporzionato, con un volto perfetto, amabile e delicato, per quanto sia restio a condividere le proprie emozioni.
Di fatto, somiglia in maniera impressionante a Marika, anche se solo in pochi sanno il perché.
Stessa cosa può dire di Rennala: anche lei una donna splendida, dai lineamenti gentili, amabili, e caratterizzata da una dolcezza disarmante.
I tre Nox sono stati fortunati ad averla come madre.
Ricorda ancora di quando Ranni ha raccontato ai due gemelli del forte legame d’affetto fra lei e sua madre e di quanto, in fondo, le piaccia proteggerla da qualunque cosa tenti di intaccare la sua serenità.
“Da quando papà è andato via, mia madre è calata in depressione, quindi sono io ad assicurarmi che non le capiti nulla.”
In conclusione: Malenia ha sempre avuto il sospetto che il montone sia stato adottato e si sia tinto i capelli di rosso, così dal fingersi un Nox purosangue.
Godfrey invita suo figlio Morgott con dolcezza ad alzarsi e seguirlo e lui ubbidisce senza proteste, ma solo al termine del suo rosario infinito. Serosh viene liberato ed il trio si dilegua, sotto lo sguardo inviperito della governatrice ed amareggiato di Radahn.
Finalmente Marika autorizza i convitati a consumare il proprio pasto e sembra ristabilirsi una quiete apparente e con essa un mormorio, a cui si aggiunge un insolito rumore, a cui nessuno sembra badare. In tutto ciò, Malenia continua a sostenere che lei e Miquella sono sicuramente i più normali fra i convitati: ogni loro gesto, ogni loro parola, ogni loro sguardo è pregno di messaggi sottintesi, cospirazioni, deviazioni, illogicità, forse è anche per questo che la giovane Aureus ha fastidio nel vedere il gemello interagire così amabilmente con la sorellastra.
Cos’avrebbe detto Godwyn in questo momento…?
«È una sensazione o sei gelosa?» è stata una voce nei suoi ricordi a suggerirglielo.
Corruga la fronte, si sente indispettita. Gelosa? E perché mai dovrebbe esserlo? Lei non è fuori di testa come sua madre. Perché sì, c’è un altro chiaro motivo per cui la relazione tra Marika e Radagon è ancora più tossica di quanto a primo acchito possa sembrare: i due coniugi sono gemelli, anche se in pochissimi ne sono al corrente. O meglio, sono nati in un singolo corpo, scissi dopo un terrificante ed improponibile intervento chirurgico.
Quello di cui i genitori di Malenia e Miquella si sono macchiati è un livello anche più profondo di incesto, che sembra coinvolgere un’unica essenza. È un crimine che la giovane Aureus trova aberrante, ma che sa bene di dover mantenere segreto, per il bene suo e del suo amato fratello.
La discussione che aleggia fra i convitati non può che vertere in maniera ricorrente sul povero Godwyn ed è in quel momento che Malenia scruta spontanea sui volti di ognuno di loro, in ordine, ad eccezione di quello del suo amato fratello.
Si chiede se proprio ora, mentre sorseggia quieta la propria zuppa, a pochi metri da lei l’assassino di Godwyn stia facendo lo stesso, si domanda anche cosa il suo fratellastro possa pensare, nel caso ciò sia vero.
Cosa potrebbe provare, nel sapere che la sua famiglia banchetta in suo onore, in compagnia di chi gli ha strappato la vita?
Ogni chiacchiericcio, tuttavia, viene bruscamente interrotto, perché Miquella scatta in piedi e si avvicina al vetro, che dà subito sul giardino. «Sta portando via Godwyn!» esclama, allarmato.
La tavolata viene assalita dal brusco movimento dei commensali, che subito scattano in piedi e si avvicinano alla finestra, prima di tutti, Malenia.
Ed ora risulta chiara la provenienza di quel rumore.
Lo sconcerto è tale che per quasi un minuto, sia gli Aureus, che i Nox restano paralizzati sul posto. Sotto ai loro occhi si palesa lo scenario più improbabile e sacrilego: la stramba ragazza, che ha tanto insistito per partecipare al funerale, autoproclamatasi “fidanzata di Godwyn”, ha appena scavato una fossa ai piedi dell’antico albero, aperto la bara ed ora carica sulle spalle la salma del primogenito della Governatrice.
La domanda sorge spontanea, di fianco all’incredulità: perché?
Marika, tuttavia, il tempo di pochi istanti ed ammonisce i convitati a non curarsene e riprendere posto.  
«M-ma… mia cara… Sta derubando il cadavere di tuo figlio» sottolinea Radagon, debolmente, ma la Governatrice si è già seduta. Sorseggia il tè, sotto lo sguardo sempre più sconvolto dei presenti ed è solo ora, che socchiude gli occhi, inarca un sopracciglio e si indispettisce, con ancora la tazza poggiata alle labbra. «Che c’è? È solo un cadavere. Che importanza può mai avere? Ora, per cortesia, riprendete posto. Tutta quest’agitazione non fa bene alla salute, soprattutto alla mia.»
Ma Miquella si volta all’istante, diretto all’ingresso, disubbidendo all’ordine urlato di sua madre di sedersi e a ruota Malenia tenta di seguirlo, senza neanche curarsi di quale punizione possa attenderli più tardi, ma a frenarla è Radahn, che le fa schizzare i nervi a mille, all’istante.
«Guardati come gli corri dietro. Lui fa una cosa e tu lo imiti subito, lui dice una cosa e tu lo assecondi. Non sei cambiata per niente, sorellastra. Sei rimasta il cagnolino di Miquella.»
Sente il volto divampare d’imbarazzo, nonché di accecante rabbia. «Che hai detto, bavoso cavallo?»
Radahn le dedica un plateale dito medio, prima che lei lo assalga e lo afferri brutalmente dal gilet, senza osare toccare quella disgustosa macchia di fango.
Nota subito come lui le osservi le braccia scoperte, su cui la sua malattia è più visibile, il ché la irrita persino di più, poi la osserva con strafottenza. «Non dirmi che fai la lecchina perché ti piace tuo fratello.»
Sente il viso infiammarsi di getto ed è obbligata a strabuzzare gli occhi.
«Bambini, non litigate…» mormora debolmente Rennala. Non viene ascoltata. 
Marika non esprime pareri.
«Bambini, per favore, non è il momento di discutere» rimarca Radagon.
Lady Tanith accarezza la barba di suo marito.
Malenia mira al viso del fratellastro, con tutta l’intenzione di spaccargli lo zigomo. Lui le blocca il pugno.
«Ma insomma, volete smetterla di fare i rincoglioniti!?» sbotta Ranni di punto in bianco e quell’esortazione basta perché i due si fermino e la giovane Aureus torni consapevole. Molla la presa sul fratellastro e si volta allarmata alla sua destra.
Miquella!
È uscito.
È lì fuori da solo! È troppo pericoloso. Potrebbe accadergli di tutto, in giardino! Come ad esempio… non importa!
Si volta e scappa via dalla sala da pranzo.
La Governatrice non osa neanche richiamarla, perché di lei gliene importa meno che di Miquella.
Malenia si precipita all’esterno, discende le scale dell’ingresso. Non lo vede nell’immediato, il ché la pone in uno stato ansiogeno. Lo richiama, corre in direzione del giardino, verso l’antico albero. «Miquella!»
Lo trova. Quasi di fianco al confine del cancello d’ingresso. Lo raggiunge celere e lui non perde tempo a darle la triste notizia. «l’ha portato via» le rivela, lugubre. «Non sono riuscito a fermarla in tempo…»
Malenia gli poggia gentile la mano sulla spalla. «Sappiamo chi è, almeno… credo. Quindi non dovrebbe essere difficile ritrovarla.»
Lui annuisce debolmente.
La gemella lo osserva, si perde nei lineamenti delicati del suo viso, mentre i capelli gli si scompigliano al vento. Il petto le batte euforico senza alcun preciso motivo. Ingoia. Però nota come Miquella stia ancora fissando un punto specifico, aldilà della cancellata. È serioso ed interrogativo.
Malenia mena gli occhi nella medesima direzione. «Che stai guardando?» gli chiede. Nel mentre, nota di sguincio un leggero movimento, nel viale di fronte alla loro dimora. Una sagoma nera ha appena svoltato l’angolo.
«Ho avuto la sensazione che mi stesse osservando…» pronuncia fioco il gemello, senza smettere di guardare in avanti.
«Che intendi?» Malenia si fa subito allarmata, ma Miquella sembra come risvegliarsi da uno stato di trance e passa a guardarla, le sorride smagliante, come sempre.
È l’unico raggio di sole, in questa famiglia disastrata.
«Nulla, non preoccuparti.» compie una leggera piroetta fra l’erba. «torniamo dentro. Bisogna che si avvisino subito le forze dell’ordine e si denunci il furto.»
Miquella la precede di nuovo, nel tornare in casa, offrendole le spalle.
Ed è in quel momento che Malenia realizza qualcosa.
«È una sensazione o sei gelosa?» le aveva detto Godwyn.
«Non dirmi che fai la lecchina perché ti piace tuo fratello.»
Ingoia.
Neanche lei è poi tanto normale, confessa a se stessa.
E desidera che anche suo fratello sia strano, tanto quanto lo è lei.
 
N.A: non credo di avere scusanti per definire questa... cosa che ho scritto. Diciamo che è un piccolo svago di cinque minuti (che però ha richiesto mesi... per concluderla, causa periodo non facile). Spero che abbia intrattenuto o strappato una risata a qualcuno. Nel caso non l'abbia fatto, non credo siate giunti sino alla fine XD con questo, vi saluto ed alla prossima storia! 


 
   
 
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