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Autore: gabryweasley    13/08/2023    2 recensioni
Le parole che Akito ha ascoltato per tutta la vita sono fatte di spine.
Ad ogni suo passo, per anni, ha sempre avvertito il morso di un senso di colpa primordiale. Mostro gli ha trapassato la pancia, demonio si è insinuata nel cuore, delinquente si è conficcata nella testa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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{Questa storia partecipa alla challenge Scrivimi indetta da Rosmary sul forum Ferisce la penna}

 

 

 

Le parole che non dici

 

 

Le parole che Akito ha ascoltato per tutta la vita sono fatte di spine. 

Ad ogni suo passo, per anni, ha sempre avvertito il morso di un senso di colpa primordiale. Mostro gli ha trapassato la pancia, demonio si è insinuata nel cuore, delinquente si è conficcata nella testa.   

È così che ha imparato a comprendere le persone, ascoltando le parole che usavano contro di lui e il tono con cui venivano pronunciate. E poi ha imparato ad ascoltare anche i silenzi e nei silenzi ha imparato a osservare i gesti e in quelli di suo padre a un certo punto non ha più visto mani tese né sguardi premurosi ma solo l'espressione di chi ha perso tutto. Nelle conversazioni impossibili con Natsumi ha percepito solo la rabbia di chi è rimasto solo.

Akito si è sentito smarrito, fra gli insulti di sua sorella e l'assenza di suo padre, così tanto che a volte ancora fatica a ritrovarsi.  

Adesso, gli sembra di vivere un'altra vita vedendo suo padre che va a comprare il sushi in un negozio lontano da casa solo perché è quello che si avvicina di più al sapore che Akito ama.

E sua sorella che urla ancora ma non lo offende più. 

È la vita dopo Sana, pensa. Solo che lui è a un oceano di distanza da casa, lei è lontana in modo insopportabile e tutto è ancora più fastidioso perché non ha deciso niente di tutto quello.  

Non avrebbe mai scelto di sentire Sana solo per telefono a orari improbabili, per pochi minuti al giorno e incastrati in giornate indaffarate, eppure è quello che si ritrova a vivere e per quanto tempo ancora non lo sa.

Sa solo che quella mattina, quando vede arrivare un fax dal Giappone, la voglia di sentirla si fa spazio in mezzo a tutto e comporre il numero di casa Kurata durante la colazione è la cosa più naturale da fare.

Via i mostri, le preoccupazioni e i pensieri.

«HAYAMA»

La vita dopo Sana non conosce insulti né cattiverie. Tutta l’aridità si è trasformata in un disordine fatto di generosità e tolleranza concentrato in lei.

«Perché tanta felicità? Prova a trasmettermela» dice, gli occhi ancora sulle parole scritte nel foglio uscito dal fax: SONO FELICE.

«È stata una giornata rivelatrice, non credo che riuscirò a dormire! Lì è mattina?»

«Si, qui è mattina. Mi sono appena svegliato»

«Quanto è strano questo mondo, non ti sembra?»

«Abbastanza. Allora?»

«Voglio riprendere a lavorare. Un lavoro dietro l’altro!»

Akito adesso la sente, quella felicità impressa sul foglio arrivato via fax. Ha il suono dell'entusiasmo ritrovato, delle parole che Sana blatera a raffica e di tutti i movimenti che provoca all'altro capo del telefono. Tasti premuti a caso su una piccola tastiera e la cornetta del telefono che cade e viene recuperata più volte.

«Hai già pensato cosa fare?»

«No! Si! Domani Rei contatterà qualcuno, io vorrei un programma comico con delle sfide per far ridere le persone. Mi sceglieresti per far ridere?»

«Se servisse una babbea sceglierei di sicuro te»

«Sei sempre indisponente! Se qualche americano dovesse darti una lezione te la saresti meritata di sicuro»

Un martello di gomma che picchia sul muro.

«Se la prenderebbero con un disabile» mentre lo dice, Akito solleva il braccio davanti a sé e prova a stringere le dita della mano destra ma ancora non ci riesce. Vorrebbe riuscire a tenere in mano il telefono per tutto il tempo necessario a parlare con Sana e invece regge sempre la cornetta incastrata fra spalla e mento mentre la mano sinistra resta impegnata ancora con latte e biscotti. «Mi ritroverei a chiamare il tuo sportello telefonico per cercare consolazione»

«Farò bloccare le chiamate internazionali»

«Verrò personalmente a chiedere conforto»

«Già. Hayama…»

La voce di Sana esita, all’altro capo del telefono. Akito riesce a immaginarla mentre si calma e prova a cercare un motivo per tornare subito su un piano più leggero o addirittura chiudere quella chiamata. Sa di aver toccato un punto debole, non lo ha fatto di proposito. Quella lontananza è un nervo scoperto per entrambi, uno stato indotto che nessuno dei due, potendo, avrebbe scelto.

«Kurata, ero solo curioso. Devo andare a scuola, adesso. E poi ho la fisioterapia.»

«Certo, ci sono novità?

«Ci vuole tempo»

«Andrà bene, ne sono certa. Deve andare bene. È il mio desiderio più grande, ricordi?»

Akito ricorda tutto. La fiducia cieca in lui, le lacrime, le preghiere sulla tomba di sua madre e l’enorme paura di quella separazione implosa in modo inaspettato.

«Si»

«Allora vado a dormire, buonanotte Hayama. Oppure no, buongiorno! Perché tu stai per andare a scuola. Potresti aver ragione, a volte sono proprio una babbea»

«Kurata»
«Si?»

Akito ha imparato a comprendere le persone dalle parole e dai silenzi e quelli di Sana sono pieni di un’innocenza fuori dal comune e di un altruismo che lui non riusciva nemmeno a immaginare e per qualche strano motivo lui fa parte del suo disordine.

«Io sceglierò sempre te»

«Hayama... Io ce la metterò tutta.»

«Lo so»

«Anche tu»

«Anche io»

«Allora ciao, a presto»

Sente la linea cadere prima ancora di riuscire a lasciare la tazza per prendere il telefono in mano ma nelle fughe di Sana non si sente mai smarrito.

Lei chiude la chiamata oppure pronuncia un va tutto bene bugiardo, succede quando sente troppo e Akito sa che, per assurdo, le parole che Sana non dice continuano a cancellare quelle che lo hanno definito tutta la vita.

 

Che Los Angeles è vicina, Sana non è mai riuscita a dirglielo. 

 

 

 

***

 

 

Ciao a tutti!

A volte ritornano, eccomi qui.

Avvertivo una forte mancanza di Akito e molta voglia di scrivere qualcosa che lo vedesse protagonista, mi serviva solo il giusto pretesto per mettere in fila qualche parolina ed ecco arrivare una challenge e un prompt perfetto.

Ho sviluppato il pacchetto I (da Rosmary)

Prompt: Io sceglierò sempre te. da The Vampire Diaries

Coppie: James-Sirius (BROTP) o Sana/Akito

Sulla fic in sé non ho molto da dire, è un missing moment piccolo piccolo collocato quasi alla fine del manga. Le prime due battute di Akito al telefono con Sana sono prese pari pari dalla tavola originale così come il contenuto del fax inviato da Sana.

Grazie per essere arrivati fino a qui!

Mano sul cuore,

gabry

 

   
 
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