Sono in bilico,
in questo mondo fisico
e, soprattutto, metafisico
che ingabbia mente e corpo,
astraendomi dalla realtà.

Con tutto me stesso
provo a cadere,
ma resto in bilico
sul filo del rasoio
eppure non mi taglio
anche se casco dal ridere,
figlio,
vittima degli eventi pantomimici di questa vita.

Sono in bilico,
come il basilico dalle mani del pizzaiolo
prima di atterrare sulla margherita,
come il pomodorino sulla mia bruschetta,
attratto da forze reali che proiettano
nelle mie paure irrazionali.

Rido e impazzisco.
Una vita a mezzo servizio.
Finito a mangiare nei piatti in plastica
dopo aver distrutto il servizio buono.

Senza corda salto una corda immaginaria,
m’attacco alla canna del gas
mentre corro dietro fantomatici treni in corsa
che dovrebbero portare dove?

Sono in bilico,
metto alla prova il mio equilibrio instabile,
fatto di paradossi e,
fatto, supero questi dossi,
dove inciampo e mi sbuccio l’anima.

Ed io,
animale senza pretese,
inciampo e rido,
perché nel sorriso trovo il motivo,
la scelta,
il punto in assenza di vertigini.


Tra un sorriso e l’altro
mi mordo la lingua.
torno alla realtà,
sanguino di un sangue rosso
furia degli dei
e blasfemia di intenti.

Ma ancora sorrido tra i denti,
mentre sono in bilico.