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Autore: Yoyino    16/08/2023    1 recensioni
Ho deciso di scrivere la storia che da lungo tempo sto narrando nella mia testa. Aiko (il cui nome significa Amore) è la mia protagonista, è la figlia primogenita di Inu no Taishō e Inukimi, nonché sorella maggiore di Sesshomaru e Inuyasha. Macchina da guerra ed erede di un enorme potere, questa storia la porterà a mostrare ogni suo lato, rivelando la totalità della sua natura come quella degli altri personaggi: non si tratta solo di spietati demoni, ma di persone in carne ed ossa che condividono e imparano a vivere il loro lato più umano.
L'epoca moderna, che non è la Tokyo di Kagome, ma una realtà molto più oscura e pericolosa, mostrerà il nucleo più fragile e sentimentale anche dei demoni più sadici e crudeli, perché in questa storia l'amore non risparmia nessun personaggio.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Kikyo, Naraku, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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*Ciao! È la prima volta che scrivo seriamente qualcosa e lo pubblico, spero vivamente che vi piaccia. Dalle note sembra una storia super violenta, ma in realtà non è più cruda dell'originale (almeno nelle prime parti). Un piccolo dettaglio: ho chiamato la madre di Sesshomaru Inukimi perché avevo bisogno di darle un nome. Spero davvero che la storia vi piaccia, sono aperta a critiche se costruttive, be nice pls :)


   Tra il verde sterminato delle campagne, i boschi e i campi coltivati stanno risuonando i colpi metallici di due spade che si scontrano. Il suono proviene da un giardino che si trova ai piedi del versante occidentale della montagna. Qui, dietro ad una coltre di cespugli e ciliegi in fiore, si erge un palazzo grande e solitario inondato dallo splendore di un sole primaverile. A piedi nudi nell’erba Aiko gioca alla guerra con suo padre. È concentrata e seria, fende l’aria con colpi secchi e precisi come farebbe un soldato vero. L’allenamento quotidiano è per lei questione di vita o di morte, lo sguardo attento del padre è tutto quello di cui le importa, lo sente su di sé, la segue attentamente e coglie in silenzio ogni sua imperfezione, ogni passo falso. Ma Aiko adesso è poco più di una bambina e non sa che l’uomo che le sta insegnando a combattere è il più potente e temibile demone che il mondo abbia conosciuto fino ad ora.
 
      Inukimi le passa le lunghe dita appuntite tra i capelli argentati e li tira forte chiudendoli in una coda.
      Ahia, mi state facendo male mamma! 
Aiko non sopporta quei momenti con sua madre: vorrebbe essere libera come il vento, come una belva a caccia, non una qualche specie di bambola da agghindare.
       Fa’ silenzio. Sei una signorina, non ti permetto di andare in giro conciata così, e togliti quel vestito sudicio, non vorrai sembrare la figlia di qualche rozzo contadino umano, spero.
      Gli umani. Aiko ne aveva visti solamente in rare occasioni, tuttavia suscitavano in lei uno strano fascino che non era in grado di capire, come qualcosa di estraneo e singolare, forse incomprensibile. Tutte le persone che abbiano mai frequentato il palazzo sono demoni. Sia la servitù, sia gli ospiti delle grandi occasioni, che si recano al castello per portare omaggio al Grande Demone Cane e per parlare di clan e di guerre. Demoni di alto rango da tutte le province, figure autorevoli e spaventose che celano la loro identità mostruosa sotto sembianze più o meno umane. A volte Aiko si chiede se siano gli umani ad imitare i demoni o viceversa. Queste occorrenze sociali la costringono ad attenersi ad una serie di regole che lei non vuole rispettare, così, con il vestito da cerimonia e i capelli appena acconciati, è solita scappare nel parco a caccia di demoni da torturare per far passare il tempo più in fretta. Inukimi al contrario non sopporta che sua figlia non segua le sue regole. Tutta quella gente la considera una donna maestosa e autoritaria, e lei non permetterebbe mai ad un cucciolo di demone di rovinare la sua reputazione. Questa sera molti conoscenti del Generale sono a palazzo: collaboratori lontani, amici e nemici, perfino Kirinmaru, il cui rapporto con Taishō sembra ambiguo e conflittuale, si è presentato insieme alla sorella. La signora madre è particolarmente nervosa. Sta aspettando la figlia sulla soglia della porta a braccia conserte. La mano destra è appoggiata delicatamente sul braccio sinistro e le dita picchiettano lentamente e severamente. Ha un tono grave e freddo anche quando è furiosa. Ecco Aiko che torna correndo verso l’entrata con il vestito tutto sporco di terra e una manica mezzo strappata. Lo sguardo le si posa in basso sul suo vestito, poi lo alza verso l’ombra scura di sua madre ritagliata nella luce della casa. Cerca il suo sguardo ma non trova niente.
      Sappi che questa è l’ultima volta che torni in queste condizioni, hai capito?! Afferra Aiko per un braccio, la tira all’interno scagliandola verso il corridoio che porta alle stanze. Fai un bagno e vattene a letto dice, e si volta. 
      Dietro di lei Tōga le fa un cenno pacificatore come a dire: non c’è bisogno che fai così.
       Quella bambina è una selvaggia. Mi domando da chi abbia imparato ad essere così.
   
 
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