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Autore: Fiore di Giada    16/08/2023    0 recensioni
[[I figli di nessuno]]
Bruno è morto da poco tempo.
E Guido, suo padre, sente il peso del dolore.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A passo lento, Guido entrò nella cappella dell’ospedale.
Al centro dell’ambiente, si stagliava una bara lignea, inghirlandata di rose e gigli.
All’interno, riposava il corpo di Bruno, le mani incrociate sul petto.
L’uomo, per alcuni istanti, rimase immobile, lo sguardo vitreo. Il Fato, crudele, aveva strappato Bruno all’amore suo e di Luisa.
Un breve ruggito risuonò sulle sue labbra e la sua fronte si corrugò. No, Bruno non era morto a causa del destino.
Sua moglie Elena, con il suo colpevole silenzio, aveva reso vano il pentimento di sua madre.
Strinse il pugno. Come aveva potuto condividere l’intimità con una simile, immonda creatura?
La sua mano, leggera, si posò ora sulla fronte, ora sulle guance di Bruno. Quelle carezze, pur vibranti d’affetto, erano offensive.
Che senso aveva la premura verso un corpo privo di vita?
− Bruno, figlio mio… Ci siamo conosciuti poco, ma ti ho voluto bene. Per me, sei importante come Anna. – mormorò.
Lei ha mostrato più gentilezza di molti adulti…, si disse l’uomo, sempre più amareggiato. Pur non conoscendo il suo legame con Bruno, si era mostrata grata e gentile con lui.
Gli aveva augurato pronta guarigione, senza alcuna enfasi.
Ma il suo desiderio non era stato esaudito e, presto, solo una tomba avrebbe tramandato la memoria di quel bambino straordinario.
Le sue gambe, ad un tratto, cedettero, come colpite da un martello, e l’uomo si abbandonò sulla bara del bambino. Perché continuava a recitare una simile, patetica messinscena?
Nessuno, in quel momento, lo avrebbe visto.
 Non aveva senso una simile, stupida ostentazione di forza.
Una simile tragedia aveva dilaniato il suo cuore e la ferita, implacabile, continuava a sanguinare.
Quanto può soffrire un uomo, senza impazzire?, si domandò. Poco tempo era trascorso dalla morte di suo figlio, eppure, in quei momenti d’agonia, il tempo sembrava essersi dilatato.
Il peso di lunghi anni d’angoscia, inesorabile, era caduto sulle sue spalle.
A fatica, l’uomo si alzò in piedi e, per alcuni istanti, rimase immobile, il petto scosso da ansiti. Ne era sicuro, sarebbe rimasto a lungo in quella posizione, se non avesse costretto il suo corpo a muoversi.
Le sue labbra si posarono sulla gelida fronte di lui in un bacio leggero.
− Bruno, mi hai rubato il cuore. Figlio mio, se può consolarti, tienilo… Ti chiedo solo di averne cura, ovunque tu sia. – sussurrò, mentre le sue lacrime bagnavano il volto del bambino.
 

 
 
 
 
 
 
   
 
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