Let us Go

Dearka emette un fischio prolungato, appoggiandosi con gli avambracci alla ringhiera. “Hai capito che svolta sexy, Lacus”. I suoi occhi viola si fissano sulla cantante beniamina dei PLANT, intenta ad esibirsi sulle note della sua hit più celebre, rivisitata in toni ben più pop ed orecchiabili, secondo il modesto parere del biondo. 

Si volta verso Yzak e Shiho, presenti per garantire la sicurezza del comeback di Lacus. I nobili compiti dell’esercito dopo la guerra…. 

L’albino tiene le braccia conserte, sul volto la solita espressione scocciata, ma Dearka nota, con un certo divertimento, che tamburella impercettibilmente le dita sulla piega del gomito. 

Shiho, d’altro canto, è appoggiata al muro e gli pare assorta in tutt’altri pensieri. 

“Sai maggiore?”, inizia Dearka, sogghignando con malizia. “Il nostro comandante ha iniziato la sua rivalità con Athrun nel momento in cui gli è stata promessa in sposa Lacus. Da piccolo aveva una cotta stratosferica per lei”.

Avendo altri membri dell’equipaggio attorno a loro, la ragazza si limita a sollevare un sopracciglio e ad indirizzargli un’occhiata torva. “Capitano, forse dovrebbe concentrarsi un po’ di più sulle eventuali minacce piuttosto che su pettegolezzi inutili”. 

Dearka scrolla le spalle ed emette un fischio. “Qualcuno ha il ciclo?”, domanda, a voce più bassa. “Oppure sei un po’ gelosa della nostra adorata cantante?”.

Estremamente scocciato da quello scambio irritante, oltre che conscio del sogghignare divertito dei suoi altri sottoposti, Yzak schiude le labbra per riportare l’ordine, ma nessuna parola gli esce dalla gola quando vede Shiho staccarsi dal muro e sferrare un poderoso pugno in faccia a Dearka, per poi agitare la mano in aria. 

Ora. Che a volte Dearka sia inopportuno oltre ogni limite è un dato di fatto, così come il fatto che Shiho non sia esattamente una principessa delicata, ma di sicuro Yzak non si sarebbe aspettato una reazione del genere dalla sua ragazza. L’aria nello spazio dedicato a ZAFT sembra essersi congelata, il cantare di Lacus quasi un sottofondo fuori luogo, mentre Shiho rimane ansante di fronte a Dearka, che si massaggia la mascella sfoderando un’espressione cinica e basita al contempo. 

“FUORI. TUTTI”, abbaia Yzak, notando come gli altri soldati saltino volentieri sull’attenti prima di dileguarsi dal box. 

“Yzak, la tua ragazza ha ereditato i tuoi metodi poco ortodossi”, sospira Dearka. “Se mi esce un livido su questo faccino da migliaia di dollari, sappi che mi devi un correttore”.

Shiho emette un grugnito infastidito e muove un passo verso il biondo.

“Shiho”.

Il tono che usa Yzak è basso, ma minaccioso, e soprattutto sufficiente a farla desistere dal prendere nuovamente a pugni il loro collega. 

L’albino sospira e si stacca dal muro. “Si può sapere cosa cazzo ti prende?”.

Lei solleva il mento e scuote il capo con fare testardo. “Ho i miei buoni motivi”. 

“Delle tue ragioni misteriose non me ne fotte niente. Hai colpito un superiore di fronte a svariate reclute”. Yzak si para di fronte a lei, scrutandola con piglio severo, oltre che preoccupato. Deve ammettere che negli ultimi due giorni ha notato qualche stranezza nei modi di lei, ma non ci ha dato troppo peso; ora, con una situazione del genere da gestire, si ritrova a pentirsene. Avrebbe decisamente preferito sprecare un paio di minuti in più nell’intimità di una cena, in confronto alla gatta da pelare che già gli dà un accenno di furioso mal di testa. 

Ben lontana dalla Shiho ragionevole che conosce, lei sbuffa. “E allora fammi un richiamo”.

Nuovamente ripete il suo nome, a questo giro con un filo di tenerezza in più, ma a parlare è Dearka, che esala un sospiro stanco. “Si tratta di Miriallia, non è vero?”. 

Shiho si volta e lo guarda, le labbra schiuse e un’espressione dura. “Non posso credere che tu possa essere stato così stronzo”. Fa una pausa, i pugni tremanti ai lati del corpo. 

Il biondo si gratta la testa, assumendo cipiglio paziente. “Cosa ti ha detto?”.

“Intendi prima di fare precipitosamente i bagagli ed andarsene dai PLANT?”. Shiho emette una risata amara. “Dovevi per forza cacciare quel tuo dannato uccello in un’altra donna? Quella poveraccia ne ha già passate così tante, soprattutto a livello sentimentale. Quest’altra batosta non le serviva proprio!”.

Yzak impreca a bassa voce. “Tutto ‘sto casino per quella storia? Pensavo glielo avessi detto, Elthman”.

Dearka si passa una mano sulla faccia. Donne, tante gioie per altrettanti pregi. “Ho mentito”.

Shiho fissa entrambi i ragazzi a bocca spalancata. “Come, scusa? Dirmi che cosa, esattamente?”.

Dearka fa spallucce e, da quando è stato colpito, per la prima volta ritrova il suo fare bonario, per quanto ci sia qualcosa di estremamente malinconico nella sua espressione. “Ma sì, è stato meglio così. Adesso ci starà male, ma a lungo andare sono certo che se ne farà una ragione. Miri mi piaceva, tanto anche… non mi sarei mai sognato di tradirla”.

“Ma…. Ma allora devi dirglielo”, balbetta Shiho, attonita da quella conversazione così surreale. Uno sguardo a Yzak e alla calma quasi annoiata sul suo volto le conferma che era al corrente di tutto. “Se glielo spieghi sono sicura che—“.

“Shiho, fidati. Non è proprio il caso”, la interrompe Dearka, offrendo un sorriso tirato. “Forse si era convinta di fare la scelta giusta, seguendomi su Aprilius dopo la guerra, ma non credo che fosse quello che volesse veramente. Ha tanti sogni, e ambizioni, e si è incaponita nel percorrere la strada del chiodo scaccia chiodo. Se le avessi fatto questo discorso, sono sicuro che mi avrebbe dato del pazzo paranoico. Ho preferito metterci un po’ di pepe alla Elthman e darle un valido pretesto per andarsene”. Abbassa lo sguardo e si strofina una mano sulla nuca, sbuffando una risata amara. “Ora mi odierà, forse per sempre, ma almeno potrà realizzare qualcosa di concreto”.

Fra i tre si instaura un silenzio pesante, ed il primo a romperlo è, stranamente, Yzak, che cala una mano sulla spalla di Shiho e gliela stringe con cautela. “Sei una brava amica, maggiore, ma credo che ora la Natural non sia l’unica ad averne bisogno”.

Shiho annuisce lentamente, qualche lacrima che le pizzica negli occhi. Quando Miriallia l’ha salutata, la rabbia che ha provato nei confronti di Dearka l’ha accecata, un toro che vede rosso, e nei giorni a seguire ha covato così tanto risentimento per lui che ora si sente una cretina patentata nell’aver agito prima di sentire entrambe le campane. Di sicuro la fama di donnaiolo di Dearka ha agevolato l’intera situazione, e lei mai, mai si sarebbe immaginata un risvolto così profondo, per quanto macchinoso. 

Raggiunge Dearka e, con circospezione, gli offre un mezzo abbraccio. “Perdonami, sono stata una vera deficiente”.

Lui emette un verso di diniego. “Avrei dovuto farti partecipe, ma temevo che non avresti compreso…”, fa una pausa, pregna, come a voler dimostrare che aveva avuto ragione. “E comunque un consiglio: se mai dovessi stancarti dell’esercito, hai un futuro come pugile”.

Shiho ride, e Yzak si convince che, con l’offerta più che generosa di straordinari retribuiti, potrà mettere a tacere gli inconsapevoli spettatori di quel siparietto poco felice. 

Sono una persona drammatica, fatemi causa. 
L’idea di questa scena mi frulla in testa da anni, e non scherzo. Come sempre la mia gratitudine va a Shainareth che, con la sua ultima shot e gli scleri quotidiani, mi ha dato la giusta spinta per scriverla, finalmente. 
Spero comunque che l’ispirazione mi colga per tornare a scrivere di Yzak e Shiho come protagonisti assoluti, nonostante Dearka mi esca decisamente meglio.