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Autore: Vallentyne    17/08/2023    7 recensioni
«Voleva vedermi?»
La signorina Matsumoto solleva lo sguardo dal pc.
«Sì. Entra.»
Lo osserva chiudere la porta dietro di sé e poi avvicinarsi, gli fa un cenno con la mano a indicargli una delle due sedie davanti alla scrivania. Lui prende posto, i gomiti sulle ginocchia e un’espressione interrogativa sul giovane volto.
«Ti starai domandando perché ti abbia convocato, immagino…»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaori Matsumoto/Daisy (manager Toho), Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima della conferenza stampa

 

Kojiro è davanti a quella porta, bussa per annunciarsi e poi la apre senza stare ad aspettare un invito ad entrare.

«Voleva vedermi?»

La signorina Matsumoto solleva lo sguardo dal pc.

«Sì. Entra.»

Lo osserva chiudere la porta dietro di sé e poi avvicinarsi, gli fa un cenno con la mano a indicargli una delle due sedie davanti alla scrivania. Lui prende posto, i gomiti sulle ginocchia e un’espressione interrogativa sul volto.

«Ti starai domandando perché ti abbia convocato, immagino…»

Kojiro annuisce.

«Volevo incontrarti prima della conferenza stampa di questo pomeriggio.»

Lo scruta con attenzione.

«Sei agitato?»

Lo vede incrociare le braccia al petto, l’espressione seria.

«Un po’. Non mi sento molto a mio agio in queste occasioni.»

Lei gli sorride indulgente.

«Già. Ce lo ricordiamo tutti il tuo exploit alla vigilia del ritiro per la preparazione del World Youth…»

Lui scuote la testa e solleva una mano come a fermarla, non ama ricordare quell’episodio in cui si è mostrato davanti alla stampa nazionale come una testa calda presuntuosa.

«Lo so, lo so... Ma allora ero un ragazzino. Ne ho fatta di strada da quel giorno.»

«È vero…»

 

La Matsumoto si alza in piedi e fa qualche passo verso la finestra, dandogli le spalle. Indossa uno dei suoi soliti tailleur, questo però sembra particolarmente fasciante perché evidenzia in modo quasi esuberante le sue curve.

E Kojiro le vede e non può fare a meno di domandarsi che tipo di intimo potrebbe indossare. Cosa si mettono le donne di trentanove anni? Ha solo una vaga idea di quello che indossano le sue coetanee.

Ma Kaori Matsumoto non ha niente da spartire con le sue coetanee, quelle che era abituato a incontrare per i corridoi della scuola, quelle svenevoli e irritanti ragazzine che si radunavano in gruppetti e ridacchiavano imbarazzate al suo passaggio. Quelle che gli facevano recapitare chili di cioccolata corredati da biglietti con i cuoricini per il giorno di San Valentino, che si assiepavano fuori dal campetto durante gli allenamenti e che lo inseguivano alle feste.

E che lui ha sempre ignorato, infastidito.

È affascinante, Kaori Matsumoto, con i suoi rossetti lucidi e i tacchi alti. Era affascinante quando l’ha incontrata per la prima volta otto anni fa, all’esterno dello stadio che ospitava il torneo nazionale delle scuole elementari, una delle poche donne che ricoprono posizioni di rilievo all’interno del mondo del calcio, e lo è anche adesso. Anzi, adesso è soprattutto sexy. O quantomeno, lui la vede così.

«Ne hai fatta di strada e ce ne siamo accorti tutti. Anche la serie A.»

Kojiro sbatte le palpebre e cerca disperatamente di tornare a concentrarsi su quanto stavano dicendo, deglutisce e cambia posizione sulla sedia, lei si volta improvvisamente e torna a fissarlo.

«Devo farti i miei complimenti, Kojiro. Sono fiera di te, e di quello che hai fatto fino a questo punto.»

«È grazie a lei se sono arrivato fin qui. È stata lei a darmi una possibilità e a credere in me.»

«Non devi ringraziarmi. Il merito è tuo.» replica melliflua.

Le è grato invece, altroché. È davvero solo grazie a lei se ha avuto accesso a una scuola prestigiosa come la Toho con la borsa di studio a copertura di tutte le spese. Se non fosse stato per l’intervento della talent scout, Kojiro se lo sarebbe sognato quel tipo di istruzione e soprattutto non avrebbe mai potuto giocare a calcio a certi livelli. Non sarebbe mai stato notato da Munemasa Katagiri e non avrebbe mai avuto l’opportunità di giocare nella Nazionale giovanile, e si sarebbe quasi sicuramente accontentato di allenarsi nei ritagli di tempo tra un lavoro e l’altro mentre cercava di arrabattarsi dando il suo contributo al mantenimento della famiglia.

La signorina Matsumoto continua.

«È grazie ai tuoi sforzi e al duro lavoro a cui ti sei sempre sottoposto, con dedizione e spirito di sacrificio, che oggi siamo arrivati a questo punto. Devi esserne fiero.»

«Lo sono.»

Restano in silenzio a guardarsi, lui abbassa lo sguardo per primo.

È intimidito, torna a muoversi a disagio sulla sedia.

«E io sono davvero felice di essere la tua agente.»

Gli si avvicina lentamente, un passo dopo l’altro, i tacchi che battono sul pavimento di linoleum. Lui trattiene il fiato, fissa la mano di lei mentre quella la posa sulla sua spalla e la strizza. Ha le unghie curate e laccate di rosa.

«Ne sono felice anch’io…» gracchia «Guardi dove mi ha portato in così poco tempo…»

«Già.»

Lei sorride compiaciuta, rilascia la presa e si siede sulla scrivania accavallando le gambe e sporgendosi verso di lui.

«Gli sponsor sono entusiasti. Sono arrivate delle nuove offerte, le esaminerò in questi giorni.»

Anche Kojiro è entusiasta degli sponsor. Per quanto non ami stare sui set pubblicitari e passare le ore al trucco e davanti alle telecamere ha guadagnato un bel gruzzolo che gli permette ormai di guardare al futuro con serenità, per sé ma soprattutto per la madre e i fratelli.

«E dopo il tuo esordio in prima squadra con la maglia della Juventus, la tua popolarità non potrà che crescere ancora…»

Kojiro si passa la lingua sul labbro inferiore, e intanto pensa alle ripercussioni economiche che lo aspettano. Gli gira quasi la testa.

Si metterà in gioco in un mondo nuovo e pressoché sconosciuto, e non vede l’ora di misurarsi contro una delle difese più impenetrabili del mondo, quella del Campionato italiano. E per lui che vuole affermarsi come l’attaccante più forte in assoluto non c’è sfida più grande.

Torna a fissare la Matsumoto in viso, lei gli fa l’occhiolino.

O almeno, così gli sembra.

Sente il cuore accelerare i battiti, la sedia è sempre più scomoda.

Nessuno dei due parla per attimi che sembrano durare un’eternità, lui comincia a muovere la gamba ritmicamente, irrequieto.

Lei si alza in piedi, è di fronte a lui.

«Ti conosco da quando avevi dodici anni, Kojiro… Ormai sei diventato un uomo...»

Gli sorride, a lui sembra di scorgere un luccichio malizioso.

«Ti ho guardato da lontano affrontare sconfitte e avversità, e raggiungere vette altissime guadagnandoti la vittoria con il sudore. Ti ho sempre guardato da lontano.»

Kojiro adesso è immobile, gli occhi spalancati.

Il suo cervello sta elaborando mille informazioni fuorvianti, si chiede cosa dovrebbe fare in quella situazione, questa situazione ambigua che si sta creando, e che gli fa sentire pulsare il cavallo dei pantaloni.

La salivazione è azzerata, non può fare a meno di ricordare le mille occasioni in cui si è trastullato sotto la doccia pensando di farsela. E l’idea, non più così remota, che potrebbe farsela sul serio, in quel momento, lo sta paralizzando.

Respira rumorosamente, le nocche sono diventate bianche mentre le mani stringono i braccioli della sedia, non riesce più a distogliere lo sguardo dai rigonfiamenti che si intuiscono sotto la giacca di lei.

Le labbra di Kaori Matsumoto si incurvano in un sorriso ambiguo, quei pensieri sconci continuano a rimbombargli nel cervello come un tamburo, vorrebbe toccarla e spogliarla, pensa che potrebbe possederla lì, nel suo ufficio. Adesso.

 

Ma improvvisamente lei batte le mani e si allontana, torna alla sua poltrona, c’è la scrivania in mezzo a loro a separarli.

Lo guarda divertita e nel suo sguardo lui legge in modo inequivocabile i suoi pensieri.

«Sei stato una mia scommessa, e ho vinto.»

Kojiro sbatte le palpebre, torna nel mondo reale.

Sono la sua gallina dalle uova d’oro, e nient’altro.

È come una bolla che scoppia, lo lascia stupito e deluso, ma può riprendere a respirare normalmente.

«Siamo due vincenti, e l’ho capito subito.»

Le sorride per la prima volta quel pomeriggio.

«Già. Siamo due vincenti.»

 

 

 

 

 

NdA: liberamente ispirata alla conferenza stampa per l’acquisizione di Kojiro Hyuga da parte della Juventus così come è raccontata nel capitolo 2 del Road to 2002

E buon compleanno, Kojiro!

   
 
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