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Autore: Biblioteca    19/08/2023    0 recensioni
[Barbie]
(ATTENZIONE SPOILER PER LEGGERE QUESTA STORIA DEVI AVER VISTO IL FILM! SEQUEL IMMAGINARIO)
Barbieland è strana: gli edifici scompaiono, una Barbie mutilata e sboccata insulta tutti e la comunità dei Ken e delle Barbie sembra oppressa da sentimenti negativi generali.
Barbie Stramba conferma l'esistenza di un portale nuovo per il Mondo Reale, ma non è sicura che attraversarlo sia la scelta più adatta.
Tuttavia, Allan si dice pronto a farlo e chiede a Ken Spiaggia di accompagnarlo: lui nel mondo reale è già stato una volta dopotutto.
Ken accetta e lo fa per un motivo molto semplice: non è mai riuscito a dimenticare Barbie Stereotipo.
Ma se lei fosse morta? E se il mondo reale fosse ancora più ostile? E perchè Allan ci tiene tanto a visitare il Mondo Reale?
Come Barbie prima di lui, Ken si ritroverà a fare un viaggio che lo porterà a capire molto di se stesso.
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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(NOTA: Non ero sicura che fosse il caso di pubblicare questa fanfiction. Ma ho scritto tanto in poche ore e ho deciso di provarci, centellinando le pubblicazioni nei prossimi giorni. Ho visto il film di Barbie e ne sono rimasta molto colpita. In particolare, e non me lo aspettavo, mi è piaciuto moltissimo Allan e anche tutta la vicenda di Ken. E siccome anch'io come lui sono stata vittima di un amore non corrisposto come di un rapporto in cui non ero davvero importante per l'altra persona, volevo dedicargli questo sequel immaginario per "riscattare" il personaggio e concedere anche a lui un'occasione di trasformazione. Tenere i toni del film sarà difficile ma farò del mio meglio per provarci. Spero che questa storia possa piacervi.)

 
“Non ho alcun dubbio: quanto sta succedendo è colpa del Mondo Reale. Ma non credo che superare il portale sia la soluzione migliore.”
Eseguendo una spaccata perfetta che costrinse la sua gamba sinistra a essere poggiata contro una colonna, Barbie Stramba osservò l’edificio, pieno di Barbie e di Ken (e Allan), e notò che molti oggetti mancavano all’appello.
Ovviamente, la prima cosa saltata all’occhio erano le sedie e i banchi. Ma ora mancavano anche le piante decorative, gli scaffali e perfino le finestre.
Barbie Stramba si chiese se non fosse il caso di uscire subito dall’edificio prima che sparissero anche le porte, come era successo alla casa di Barbie Premio Nobel per la Letteratura. Si era svegliata una mattina completamente chiusa in casa e per fortuna uno dei Ken aveva conservato il grosso trapano usato nei tempi di Kendom e aveva bucato il muro per farla uscire.
Barbie Stramba osservò di nuovo la folla e valutò subito che se avesse esposto i suoi pensieri si sarebbe creata una calca per il panico. Meglio stare zitta.
“Mi dispiace. Penso che quello che possiamo fare è attendere. Direi che possiamo chiudere qui la seduta.”
Un boato di voci di protesta si accese nella folla.
Barbie Presidente e Ken Vice Presidente richiamarono l’ordine. Ken senatore chiese la parola e gli fu permessa.
“Quindi il tuo consiglio è di stare qui con le mani in mano?”
“Magari non qui, ma fuori.” Pensò Barbie Stramba sforzandosi di tenere il pensiero per sé e limitandosi ad annuire, mentre con lunghi passi si avviava verso la porta d’uscita.
“Ma Barbie Stramba, non sarebbe la prima volta che qualcuno di noi si avventura nel Mondo Reale!” intervenne Barbie Storica agitando un manuale con una mano e sistemandosi gli occhiali con l’altra.
“È capitato due volte e sappiamo cosa è successo” suo malgrado, Barbie stramba si fermò e si voltò “Barbie Skipper è finita nella scatola e non è mai più tornata. Poi c’è stato il periodo Kendom e sappiamo tutti cosa è successo.”
Nessuno si azzardò a fiatare. Tutti i Ken guardarono a terra con vergogna. Allan invece aveva iniziato a fissare nervosamente la porta. Aveva intuito anche lui il pericolo.
“Quello che sta succedendo al nostro mondo è molto grave. Indica che il Mondo Reale è diventato peggio di quello che Barbie e Ken Stereotipo avevano trovato ai tempi. Anche se noi non possiamo farci male, temo sia troppo rischioso andare.”
“Barbie Stramba ha ragione.” A parlare era stata una barbie con i capelli bruciati e un braccio mancante.
Era comparsa una mattina a Barbieland, con gli occhi sgranati e una gamba sola. Si era autodefinita “Barbie Mutilata” e ogni giorno, da allora, ogni mattina che si svegliava qualcosa nel suo corpo cambiava.
Poche erano state le volte in cui aveva avuto tutti e quattro gli arti e ancor meno quelle in cui i capelli erano interi.
Inutile dire che Barbie Stramba l’aveva subito presa sotto la sua ala.
“Non so cosa sta succedendo, ma so una cosa: per i bambini è diventato normale, se non quasi appagante giocare con le Barbie con degli arti mancanti. Barbie Campionessa Paraolimpica, non guardare per terra perché sai bene che siamo diverse!”
Barbie Campionessa Paraolimpica, che aveva un braccio protesi, arrossì.
“Non ci sono più protesi là fuori!” proseguì Barbie Mutilata alzando la voce “Né protesi né arti cazzo!”
Un’altra caratteristica di Barbi Mutilata era che sapeva tantissime parolacce e non aveva alcun freno a esprimerle.
“Chi andrà laggiù non potrà più tornare qui perché Dio solo sa cosa gli verrà insegnato dagli umani e come avrà intenzione di applicarlo qui!”
Barbie Stramba si avvicinò a Barbie Mutilata e le mise una mano sull’unica spalla visibile.
“Hai detto bene, cara. Ora però cerca di calmarti, ok? Piuttosto, è tardi, io ho detto la mia e credo sia meglio uscire.”
Allan, ormai a un passo dalla porta, non se lo fece ripetere due volte.
Barbie Stramba e Barbie Mutilata, lo seguirono.
Solo allora le altre Barbie e i Ken si resero conto che mancavano le finestre.
Barbie Presidente e Ken Vicepresidente si scambiarono un’occhiata e con voce ferma iniziarono a dare ordini.
“Uscite tutti ma con calma.”
“Infila per uno, massimo due! La porta è stretta!”
“Lasciate la porta aperta per chi è dietro di voi!”
“Passi lenti, calmi!”
Incredibilmente, anche se la paura aveva iniziato a serpeggiare, le Barbie e i Ken obbedirono e uscirono dalla sala del consiglio in ordine. Barbie Presidente e Ken Vicepresidente, li seguirono poco dopo.
Appena i due politicanti uscirono fuori, un rimbombo invase Barbieland.
Ognuno abbracciò il proprio vicino (Allan si ritrovò suo malgrado tra le braccia di Ken Bodybuilder) e a testa bassa attese che il rumore passasse.
Quando finalmente tornò il silenzio, si scoprì che a essere sparito era proprio l’edificio appena abbandonato.
“Prima la casa bianca, poi il parlamento, ora ci hanno tolto anche la sala del consiglio….” Boccheggiò Ken Vicepresidente.
Barbie Presidente cercò con gli occhi Barbie Stramba, ma fu Barbie Mutilata a parlare: “Andate pure, forza! Voglio vedere chi di voi ha il coraggio di andare!”
Nessuno trovò le parole per risponderle.
 
Ken Spiaggia, ancora sotto shock per l’aver rischiato di trovarsi dentro un edificio al momento della sua sparizione, si avviò a passi lenti verso la Casa dei sogni di Barbie.
Ora che Barbie non c’era più, era diventata sua. Ma non aveva buttato via nulla.
Anche quando l’aveva trasformata in una “Casa Villa Mojo Dojo” in realtà aveva tenuto tanta roba appartenente a Barbie.
Quella avrebbe dovuto essere la loro casa, dopotutto…
“Ciao Ken.”
Ken sobbalzò.
Barbie Veterinaria aveva finito con l’avere lo studio proprio vicino alla casa dei Sogni, con tanto di campo dove un cavallo e una mucca pascolavano felicemente e una piscina con un delfino e una tartaruga marina.
Prima, quando si occupava solo di un cane e un gatto, aveva uno studio più piccolo e più isolato. Poi avevano fatto una riedizione a tema ecologista/animalista-anti-allevamenti ed ecco che aveva guadagnato un posto migliore.
“Ciao Barbie… Si sono spaventati gli animali?”
Barbie accarezzò il cavallo di plastica davanti a lei.
“No, per fortuna non più di tanto. Dopo vado a vedere come stanno Tortillia e Flipper nella piscina.”
Anche Ken accarezzò il cavallo. La prima volta che era andato nel mondo reale e li aveva visti, non aveva avuto modo di carezzarli. Chissà, si chiese, che pelo morbido avevano quelli veri.
“Brutta storia questa…”
“Già… Tu Ken eri andato nel Mondo Reale, vero?”
Ken cercò di pensare a una frase che potesse troncare al più presto l’argomento. Odiava parlare di quando Barbie c’era ancora. Gli faceva troppo male.
“Mi fido di Barbie Stramba: se dice che non è il caso, è meglio non andare.”
Barbie Veterinaria annuì e sospirò.
“Spero solo che non mi portino via le mie creature. Mi va bene se si portano via lo studio. Ma loro? A quel punto sarei davvero inutile. Cosa fa una veterinaria senza animali?”
Ken provò un gran dispiacere. Pensò a quando lui esisteva solo perché esisteva Barbie.
“Non funziona così… Tutti possono dare una mano, qui a Barbieland. Non sei stata forse tu ad assistere Barbie Medico quando tutti ci siamo sentiti male senza sapere perché?”
Un altro episodio molto strano e che ormai si ripeteva periodicamente.
“Forse hai ragione tu.”
Ken le prese le mani con gentilezza.
“Abbi fiducia. Qualunque cosa stia accadendo lì la risolveranno prima o poi. Io ho studiato il loro sistema sai? O almeno una parte di esso… E se le… come dire… Se le danno di santa ragione da secoli ormai e riescono sempre a essere… vivi…”
Più parlava più il suo discorso gli sembrava strano e innaturale. Come quando chiedeva a Barbie di stare la notte insieme a lui, senza ancora sapere perché.
“Beh… Allora spero la smettano presto di… darsele di santa ragione.” Disse Barbie Veterinaria senza anche lei essere del tutto sicura che quelle fossero parole da dire.
Ken le la sciò le mani.
“Buonanotte allora…”
“Ehi Ken!” lo fermò lei “Sai… è stata una brutta serata per le creature e pensavo… beh io ce la faccio a gestirli da sola. Ma Stardust qui, ad esempio, magari se resti e gli fai un po' di compagnia…”
Ken scosse la testa: “Scusami Barbie ma sono molto stanco. Anche volendo mi addormenterei.”
Baribe annuì.
“Capisco. Buonanotte allora.”
Ken sorrise e se ne andò via. Non gli venne in mente neanche per un attimo che Barbie Veterinaria avesse cercato una scusa per spingerlo a restare con lei. Questo perché ancora pensava a Barbie Stereotipo. Anzi, a quella che nei suoi pensieri chiamava semplicemente “La MIA Barbie”.
  
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