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Autore: re__0111    21/08/2023    0 recensioni
"Gli esseri umani così come li incontriamo sono un miscuglio di bene e di male"
Ognuno di noi durante la propria vita pensa di non avere difficoltà a distinguere un animo buono da uno cattivo, e se un giorno tutte le certezze crollassero cercando di risolvere il caso più importante della propria vita?
Lei è Sophie, una ragazza intelligente e vivace, amante della vita e delle sfide, una ragazza dal passato difficile che è cresciuta con l'amore per la criminologia e che presto si ritrova tra le mani un caso che la porterà alla laurea.
Lui è Max, un ragazzo solitario e segnato terribilmente da un avvenimento catastrofico.
Un ragazzo con un destino già scritto ma con tanta voglia di cambiarlo.
Cosa accadrà a questo due ragazzi dalla vita apparentemente simile, ma invece così tanto diversa, quando si incontreranno?
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🔞 La storia contiene un linguaggio esplicito e scene hot. Sono presenti inoltre argomenti come violenza domestica, violenza e risse🔞
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
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PROLOGO

Whatever you want from me
I'm giving you everything
I'm your baby tonight
You've given me ecstasy
You are my fantasy
I'm your baby tonight
 

-5 mesi prima-

Sono le sei del pomeriggio, mi sono appena svegliata dal pisolino migliore di tutta la mia vita, durato ben 4 ore e, non sapendo cosa fare, sono combattuta se rispondere al telefono o incominciare a studiare per il mio penultimo esame prima della laurea.

Sono sempre stata così, perennemente indecisa, anche per le cose più sciocche e basilari di questo mondo, come scegliere tra una maglietta viola con le margherite o una rosa con i tulipani.

La parola "decidere" mi ha sempre messo paura, perché, da una banale scelta, può dipendere la tua intera esistenza e tutta la tua vita può cambiare.

Chissà se quella scelta ti renderà felice in futuro, oppure se rimpiangerai di non averci riflettuto abbastanza.

Sarò esagerata, pazienza, sono fatta così e non potrò cambiare.

Un altro squillo mi riporta alla realtà, decido di capire almeno chi ha interrotto il mio pisolino. Mi sporgo verso il comodino e leggo il nome della mia migliore amica, Emanuela. Decido di rispondere, tanto lo studio può aspettare.

<> mi urla attraverso lo schermo quando vedo comparire il suo viso.

Emanuela Rizzi è di origini italiane ed è la ragazza più egocentrica che abbia mai conosciuto in 21 anni di vita. Siamo amiche da quando non sapevamo nemmeno pronunciare i nostri nomi, ma siamo sempre state unite come se fossimo in un unico corpo.
Io e lei siamo uguali, due vere e proprie gocce d'acqua, e forse è anche per questo che ci siamo trovate.
Io non credo alla storia degli opposti che si attraggono, secondo me è semplicemente una cretinata inventata dai filosofi.
Sono fermamente convinta, infatti, che per essere felici con le persone di cui ci circondiamo, si debba avere qualcosa che ci leghi e che ci accomuni, così da creare un'unione speciale.

<> ribatto ridendo.

<> mi dice lei alzando sempre di più il tono della voce.

<> cerco di difendermi, anche se so di essere nel torto.

<> mi minaccia, ormai sull'orlo della disperazione totale, visto che senza gossip non riesce a durare più di 10 minuti.

Anche in questo siamo simili io ed Emanuela, non resistiamo quando si parla di gossip o di "esprimere un'opinione personale senza giudicare perché noi non siamo nessuno per farlo".

<> dico sempre più emozionata; voglio troppo vedere la sua reazione.

<> urla, uccidendo i miei poveri timpani.

<> subito dopo ammutolisco, non riesco a decifrare la sua reazione.

Lei non risponde e io inizio a preoccuparmi seriamente.

<> chiedo, non sentendola pronunciare una parola.

<> Questa è la prima cosa che dice e io ho un brutto presentimento.

<> dico <>

<> dice, diventando rossa.

<> rido mentre lo dico.

<> la interrompo, perché capisco che la situazione sta diventando ridicola.

<> ribatto con un sorrisetto.

<> dice frettolosamente <>

<> dico spalancando gli occhi <>

<> mi inizia a rimproverare <>

Non la sento più, sicuramente il suo telefono si è spento. Non so come faccia a vivere  con il suo cellulare perennemente scarico.

Dopo sicuramente mi richiamerà, ma io non posso perdere tempo. Corro a vestirmi, truccarmi e acconciare i miei capelli.

Dopo 30 minuti sono pronta. Ho messo una camicetta azzurrina e un pantalone a palazzo bianco; ho lasciato i miei capelli sciolti e mi sono truccata leggermente, tanto per non sembrare uno spaventapasseri.

Corro in cucina dove trovo mio fratello incazzato nero per il mio ritardo, cerco subito di scusarmi.

<> mi affretto a dire, prime che mi rimproveri.

<> dice, facendomi subito alterare.
Già, odio quando le persone usano il mio secondo nome.
Il nome V-I-C-T-O-R-I-A , nonostante me lo abbiamo descritto sempre come uno tra i nomi più belli di sempre, non sono mai riuscita a sentirlo mio.

Decido di non ribattere e ci avviamo verso il campo sportivo di Londra.
 

Dopo venti minuti arriviamo a destinazione, mio fratello corre verso gli spogliatoi e io, con tutta tranquillità, visto che ovviamente siamo arrivati per primi, decido di mettermi nei primi posti così da avere una bella visuale durante la partita.

Un volta seduta, distendo le gambe e ci posiziono un libro di criminologia sopra, così da non annoiarmi durante il pre-partita.

Ogni volta che devo andare alle partite di Edward mi porto sempre lo stesso libro, un po' monotona, ne sono consapevole.

Avviene tutto così velocemente: sento un forte peso sopra le mie gambe e, subito dopo, un grido da femminuccia.

Abbasso di colpo lo sguardo e, appena mi accorgo di quello che è appena successo, scoppio a ridere. Non riesco a smettere fin quando una voce non mi blocca.

<> dice il ragazzo che è inciampato a causa delle mie gambe in modo così frettoloso che mi fa ridere ancora di più.

La mia risata lo contagia e scoppiamo a ridere insieme. Sono arrivata al punto da non ricordarmi più il reale motivo del divertimento.

Continuiamo a ridere, fin quando una colpo di tosse ci riporta alla realtà. Mi giro di colpo e mi ritrovo il volto di mio fratello che ci scruta entrambi con un'espressione scioccata.

<> dice mio fratello, imbarazzato dalla situazione, non ne capisco il motivo.

<> ribatte l'uomo.

<> ci presenta con la voce imbarazzata.

<> diciamo entrambi nello stesso momento.

Ci fissiamo negli occhi, i nostri sguardi si fondono e il blu dei miei occhi si fonde con l'ambra dei suoi.

Il momento viene interrotto da un fischio. La partita sta per cominciare.

<> mi saluta mio fratello, baciandomi sulla guancia.

<> gli auguro la buona fortuna. Mentre entrambi scendono sul campo, Travis si volta a guardarmi e mi fa l'occhiolino.

Dopo 45 minuti, la partita è finita e mio fratello con la sua sua squadra si porta a casa la vittoria.

Corro sul capo per andarmi a congratulare con lui, ma noto che è in piedi davanti al suo allenatore.

Ed ecco che torna la mia indecisione cronica: non so se correre e buttarmi addosso a lui per congratularmi di questa incredibile partita o andarci con molta calma, essendo accanto al suo allenatore bellissi- volevo dire, accanto a Travis.

Alla fine, Edward mi viene incontro, avrà sicuramente notato la mia indecisione, con al suo fianco Travis. Io incomincio a sentire i miei palmi sudare.

<> dico.

<> ribatte lui.

<> dico con un tono di voce esageratamente alto.

<> mio fratello viene interrotto da Travis.

<> dice ridendo e le mie guance vanno a fuoco.

Dopo un'ora siamo tutti davanti al The Balckfriar.

Mi imbatto subito nella figura dell'allenatore, che, non appena mi nota, si avvicina.

<> dice lui.

<> ribatto con un sorriso divertito.

<> mi domanda.

<> dico orgogliosa dei miei risultati <>

<> si affretta a dire lui <>

<> dice lui, cambiando argomento <> aggiunge con un sorrisetto malizioso.

<> decido di stare al suo gioco.

<> dice lui tendendomi la sua mano.

La guardo con attenzione, mi sembra di notare qualche graffietto e cicatrice, ma non faccio domande.

Sembrerà strano, ma per la prima volta non penso alle conseguenze. Faccio un gesto affrettato e prendo la sua mano. Mi lascio guidare verso un'altra stanza.

Mi perdo ad osservare l'aria a noi circostante. Noto le parenti di un blu scuro, tendente al nero; un ampio divano e un tavolo con dei liquori. La prima cosa che mi salta all'occhio, però, è che siamo soli.

Questa informazione mi eccita, ma allo stesso tempo mi intimorisce. Sono sicura che Travis non sia una cattiva persona e quindi decido di fidarmi.

Travis si gira verso di me, mi prende il viso tra le mani e mi sussurra dolcemente <> inizia a dire <>

Non ho il tempo di ribattere che lui mi prende in braccio, facendo allacciare le mie gambe al suo busto, e iniziando a baciare.

La sua lingua picchiettò sul mio labbro inferiore, chiedendomi l'accesso e io, come spinta da un incantesimo, schiusi le labbra. Ero consapevole che, una volta finito, non mi sarei pentita di un solo instante.

Le mani passarono sulla mia maglietta e me la tolsero in un solo gesto, mi buttò sul divano e mi ritrovai sotto di lui.

Gemetti e lui emise un suono gutturale quando arrivai all'elastico dei suo pantaloncini e, in un minuto, glieli sfilai, lasciandolo completamente nudo.

Prese dalla tasca dei pantaloni un preservativo e se lo infilò subito. Un attimo dopo era nuovamente sopra di me e la sua punta si posizionò subito in prossimità della mia entrata.

Le spinte diventarono ritmiche e profonde, mentre io stavo, pian piano, arrivando all'apice.

Emisi un lungo gemito quando venni. Lui venne con me, pronunciando il mio nome.

Quando finimmo, mi soffermai a guardarlo, notai che dietro l'orecchio aveva una voglia con una forma strana, non riuscii ad riconoscerla.

<> dico senza pensarci due volte.

<> dice frettolosamente e poi si ammutolisce.

Capisco che non ne vuole parlare, così rimango in silenzio, accoccolata al suo petto, fin quando non si addormenta.

Io rimango sveglia, incredula del fatto che non sono mai stata così nella mia vita e questo mi fa paura; per una notte mi sono sentita finalmente leggera e in pace con me stessa, senza più quei soliti pensieri che si annidavano nel mio cervello, non permettendomi di godermi la vita e la mia giovinezza.

Non sono mai stata così avventata, pensavo che se lo fossi stata avrei rovinato le cose, ma adesso ringrazio di non aver pensato un minuto in più, anche perché se lo avessi fatto magari ora non sarei qui, accanto a quest'uomo che in un solo giorno mi ha fatto perdere la testa.

Ebbene si, un solo giorno, una cosa che non credevo possibile, ero convinta che l'amore a prima vista non esistesse, che ognuno si innamorasse con il tempo, scoprendo nell'altro sempre cose nuove, e invece forse non è sempre così. Questo è il bello dell'amore.

   
 
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