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Autore: Justice Gundam    22/08/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella tormentata nazione di Nirmathas, ben lontano dal fronte della decennale guerra con Molthune, la tranquilla cittadina di Phaendar viene colta di sorpresa dall'apparizione di un travolgente e spietato esercito di hobgoblin. Un ranger disilluso e i suoi pochi ma fedeli compagni dovranno fuggire dalle loto case e salvare quanti più possibile dei loro compaesani, nel disperato tentativo di sfuggire alla terribile Legione delle Zanne di Ferro e alla loro comandante suprema, la brillante e spietata Generale Azaersi, che sta cercando di conquistare la giovane nazione e creare un terribile impero di goblinoidi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Invasione delle Zanne di Ferro

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Prologo

 

Anno 4711 del Computo di Absalom.

In una regione remota del Mare Interno, sulle sponde del Lago Encarthan, sorge una piccola nazione chiamata Nirmathas, un paese di orgogliosi combattenti che meno di un secolo prima era riuscito a conquistarsi l'indipendenza dalla nazione imperialista di Molthune.

Fondato come una provincia di Taldor, Nirmathas venne assimilato dall'Impero di Cheliax quando quest'ultimo dichiarò la sua indipendenza come nazione e si staccò da Taldor. In seguito, dopo il caos conseguente alla morte di Aroden e alla guerra civile che portò all'ascesa del casato dei Thrune, Nirmathas finì sotto il controllo di Molthune, che a sua volta si era staccato dall'Impero di Cheliax.

Ma non ci volle molto tempo prima che il popolo determinato e fiero di Nirmathas si rendesse conto che non avevano fatto altro che cambiare un padrone per un altro, e che finchè non fossero riusciti a prendere in mano la loro situazione e a lottare per migliorarla, non sarebbe mai cambiato nulla. L'eccitazione per la tanto agognata libertà dal dominio di Cheliax si trasformò ben presto in delusione... ed essa lasciò ben presto spazio ad un profondo risentimento. I nirmathiani si resero conto che se non avessero fatto qualcosa e non avessero lottato per i loro diritti, sarebbero sempre vissuti sotto il giogo di qualcuno - una condizione che per loro era insopportabile.

Le prime scintille di ribellione cominciarono ben presto ad ardere.

Tutto iniziò con piccoli, irrilevanti atti di sabotaggio che non facevano molto di più che disturbare la attività degli ufficiali di Molthune - niente più che azioni indipendenti che esprimevano la frustrazione degli indipendentisti.

Ma col tempo, questi piccoli atti di ribellione si fecero sempre più frequenti, fino ad accendere il fuoco della ribellione.

Per Molthune, fu un fulmine a ciel sereno. A partire dall'anno 4648 del Computo di Absalom, la Guerra della Libertà nel nord di Molthune cominciò ad infuriare. Iniziò come una serie di inefficaci schermaglie ed attacchi disorganizzati, finchè un eroe, il guerriero mezzelfo Irgal Nirmath, leader di un gruppo di partigiani che usavano i fitti boschi del Nirmathas come campo di battaglia, non riuscì, grazie alla sua abilità strategica e alle sue accorte tattiche di guerriglia, a riportare una serie di impressionanti vittorie.

Gli occupanti del Molthune vennero ricacciati indietro, e sempre più patrioti si unirono alle fila dei seguaci di Nirmath, aumentando sempre di più la loro reputazione e la loro forza militare. Nel giro di sette anni, il Nirmathas era stato quasi del tutto liberato, e in un'ultima battaglia, i partigiani si preparavano a costringere gli occupanti oltre il confine di Molthune.

In un disperato tentativo di demoralizzare la ribellione, elementi occulti del governo di Molthune ricorsero a metodi drastici. Eserciti di mercenari goblinoidi, orchi ed altri umanoidi selvaggi vennero assunti per rafforzare le truppe molthuniane, e alla vigilia della battaglia finale, Irgal Nirmath vene assassinato da sicari assoldati da terze persone sconosciute.

Il governo di Molthune si aspettava che la perdita del loro idolo e comandante avrebbe gettato i nirmathiani nello sconforto, e avrebbe fatto volgere la battaglia decisiva a favore delle forze di occupazione.

Il governo di Molthune aveva fatto male i calcoli.

L'esercito di liberazione sembrò come galvanizzato. I nirmathiani combatterono con ancora più vigore e tenacia, decisi a seguire l'esempio del loro leader, che anche nella morte restava un simbolo del loro ardimento e del loro desiderio di libertà. Gli occupanti del Molthune, non aspettandosi una simile resistenza, cominciarono a vacillare, e infine vennero sconfitti e messi in rotta. Nonostante le terribili perdite, i partigiani avevano vinto, e Nirmathas potè ottenere la tanto agognata indipendenza.

Ma Molthune non si rassegnò mai alla perdita di Nirmathas. Nel corso dei decenni, la nazione ha continuato le rappresaglie, e la guerra è andata avanti con alterne fortune, ma senza che nessuna delle due parti riuscisse ad ottenere delle conquiste definitive. Numerose offensive militari sono state tentate da parte di Molthune, ma finora tutte si sono risolte in un nulla di fatto.      

Nel corso di tali schermaglie, una legione di mercenari hobgoblin al servizio di Molthune, conosciuta come la Legione delle Zanne di Ferro, si è distinta per le sue tattiche brillanti e spietate, e ad essa si devono numerosi successi delle forze armate molthuniane. Al momento, non si sa nulla dello status o dell'attuale ubicazione delle Zanne di Ferro, e nemmeno se la divisione sia ancora attiva. Ma questo non ha fermato le schermaglie ai confini, nè i tentativi di Molthune di riappropriarsi delle terre che considerano appartenere loro di diritto.

Nella decennale guerra tra Nirmathas e Molthune, una delle più lunghe e cruente della tormentata storia di Golarion, sta per essere scritta una pagina importante, e forse l'ultima.

 

oooooooooo

 

Nonostante la guerra tra Nirmathas e Molthune fosse sentita ovunque nel piccolo stato di ribelli e guerriglieri, c'erano ancora dei luoghi che vivevano in relativa tranquillità.

La piccola città di Phaendar è esistita per più di tre secoli, fin dalla costruzione dell'omonimo ponte sul fiume Marideth. All'inizio, Phaendar non era niente più che un punto di sosta sulla via commercile che l'Impero di Cheliax usava per trasportare merci alle sue colonie nelle regioni più a nord. Nel corso di tanti anni, la popolazione non ha mai superato i settecento abitanti, ed è cambiato molto poco anche con la guerra per l'indipendenza che continua ad impegnare Nirmathas.

Phaendar, in effetti, è una località di valore tattico e strategico trascurabile... e proprio per questo, è una meta prediletta da coloro che vogliono lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, un passato difficile o i ricordi di una vita che li ha lasciati delusi e feriti...

 

oooooooooo

 

L'arco si tese lentamente sotto le attente mani del ranger che lo teneva con il piglio sicuro di un veterano, e lo sguardo acuto dell'uomo osservò le cime degli alberi leggermente piegate dal vento, valutandone attentamente l'intensità e la direzione. Con la pazienza e la calma di un esperto arciere, il cacciatore si immobilizzò e attese, stando attento anche a controllare il proprio respiro. Consapevole che avrebbe avuto una sola possibilità, restò in silenzio e tese tutti i sensi, lo sguardo fisso sul gruppo di fagiani che razzolavano a diversi metri di distanza, pronto a cogliere il momento giusto.

Per diversi secondi, nulla si mosse...

Poi, con un frullo d'ali, un grosso fagiano si involò, staccandosi da terra per non più di un metro. Per il cacciatore, fu il segnale. Mollò la corda dell'arco, e una freccia sibilò attraverso laria e trafisse la preda, che cadde a terra morta mentre il resto dei fagiani si dava alla fuga. Un attimo dopo, dalle fronde vicino al cacciatore uscì uno splendido esemplare di lupo dal mantello grigio e bianco, che corse verso il fagiano morto e lo afferrò tra le fauci, per poi riportarlo all'arciere.

"Ottimo lavoro, Feargus." disse l'uomo con voce profonda, accarezzando il lupo sulla testa mentre quest'ultimo appoggiava delicatamente a terra la preda. "Sembra che anche per stasera ci siamo procurati la cena, eh?"

ll suo fedele compagno emise un breve uggiolato di soddisfazione, e il cacciatore si chinò sulla loro preda, in modo da controllarne lo stato e vedere se era possibile recuperare la freccia. Vedendo che quest'ultima parte sarebbe stata difficile, l'uomo alzò le spalle e prese con sè il fagiano, poi fece cenno al lupo di seguirlo. "Okay, Feargus. Direi che siamo a posto, per adesso." affermò. "Torniamo pure a Phaendar. Credo che Aubrin sarà abbastanza colpita quando le mostreremo cosa siamo riusciti a prendere."

Il cacciatore si rimise in spalla l'arco, e lui e il suo compagno ripresero la strada verso il loro villaggio, incamminandosi tra gli alberi e i folti arbusti delle grandi foreste del Nirmathas. Ormai era parecchio tempo che frequentavano quelle zone, e la foresta attorno a Phaendar non aveva più segreti per loro...

"E' già passato tanto tempo da quando me ne sono andato da Riddleport..." pensò tra sè l'uomo, sfregandosi il mento coperto da una barba appena accennata, che si accompagnava bene con i suoi baffi altrettanto ben rasati e una chioma di capelli biondi scuri tagliati corti. Pur avendo da poco superato i quarant'anni, Damon Vancaskerkin si teneva ancora in forma, a parte qualche fastidio dovuto all'artrite di cui cominciava a soffrire - una conseguenza abbastanza comune di una vita passata tra i rigori delle terre selvagge. Era un uomo alto e robusto dall'espressione seria ed attenta, e pur non essendo quello che si sarebbe definito un adone, era comunque dotato un certo fascino. I suoi vestiti erano di colore neutro, pratici e adatti alla vita nei boschi, con un mantello con cappuccio per proteggersi dalle intemperie, ma non faceva nessun tentativo di nascondere l'arco composito, dall'aspetto un po' grezzo ma perfettamente funzionale, che portava alla spalla.

"Già, saranno passati sette anni, ormai... anche quegli scavezzacollo dei miei nipoti se ne sono andati da quel posto schifoso e hanno trovato fortuna altrove..." disse tra sè. "Sono contento per loro. Per quanto mi riguarda, beh... finalmente ho trovato un posto dove il nome della nostra famiglia non viene pronunciato con disprezzo. Anche se soltanto perchè non è conosciuto."

Damon fece un sorriso amaro - le sue esperienze a Riddleport gli avevano insegnato che dire "famiglia" era come dire "rottura di scatole" con una sola parola invece che tre, e questo era uno dei motivi per cui non si era mai sposato. Ma se non altro, i suoi nipoti da parte di suo fratello maggiore Saul erano una gradita eccezione a quella regola... e adesso che sapeva che anche loro si erano rifatti una vita altrove, si sentiva molto più tranquillo.

E Phaendar era il luogo adatto per passare il resto della sua vita, dopo tutto il sangue che aveva visto e le cose che si era trovato a fare. La guerra tende a sradicare completamente le illusioni e la fiducia in qualunque ideale per il quale venga fatta, e questa "guerra per la libertà del Nirmathas", per quanto legittima, non era un'eccezione. Per Damon, era stato soltanto un mezzo per guadagnarsi da vivere come mercenario, mettendo la sua abilità con l'arco al servizio dei partigiani e dei ranger di Chernasardo - i guerriglieri d'elite di Nirmarthas.

Ma ora, lui era soltanto Damon, cacciatore, guida e boscaiolo della piccola città di Phaendar. E per quanto lo riguardava, lo sarebbe rimasto per il resto della sua vita.

 

oooooooooo

 

Quella notte, nella piazza centrale di Phaendar...

L'intera cittadina era immersa nel silenzio e nell'immobilità, illuminata soltanto da una pallida luna piena e da innumerevoli stelle. Di tanto in tanto, qualche lieve suono o qualche movimento, da parte di qualche animale o di qualcuno che, ancora a quell'ora tarda, vagava per le strade della piccola città. A parte questo, però, Phaendar era immersa in una quiete che sembrava quasi fuori luogo, in un paese così turbolento e martoriato dalla guerra.

Un lieve suono di passi accompagnò l'arrivo di una figura vestita di abiti da contadino, con una camicia consunta, un paio di pantaloni di tela grezza e un paio di sandali. Camminando lentamente, in apparenza curvo sotto il peso degli anni e della fatica nei campi, l'uomo passò attraverso la piazza principale di Phaendar e si diresse verso un gruppetto di modeste case. Si mise una mano nella tasca destra con espressione indifferente... e dalla tasca cadde qualcosa che finì per terra con un tintinnio cristallino, appena percettibile.

Poi, l'uomo ingobbito raggiunse il gruppo di case più vicino e scomparve dietro un uscio, e Phaendar tornò nella quiete della notte...

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

  
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