Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: TheBrainStealer    23/08/2023    0 recensioni
Di storie che raccontano di piccoli aspiranti allenatori ne abbiamo viste, ma cosa accade quando qualcuno ha già seguito un percorso di vita?
la storia ruota attorno ad un ragazzo di nome Adam che, da quando zoppica per motivi noti solo a lui, ha visto spegnersi il suo sogno di essere viaggiatore, ritrovandosi così bloccato in una routine di noia, apatia e ricordi dolorosi. Tuttavia, una serie di eventi inaspettati metteranno a dura prova la volontà già ridotta male del giovane, smuovendo la deprimente quotidianità che ormai da tempo lo affligge.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<< abc >> = dialogo.
"abc" = pensiero.
* abc * = telepatia

CAPITOLO 12: BRAMA DI POTERE

Ciclamipoli, davanti alla palestra di Walter, 13 anni prima.

Adam se ne stava ad ascoltare l'uomo che gli stava davanti con gli occhi che luccicavano dall'emozione.

<< sai ragazzino, ne ho visti passare di giovani dalle mie parti, ma non credo di aver mai visto uno con la tua grinta, hai fatto davvero un gran numero là dentro >>, gli stava dicendo l'adulto che ormai era a metà tra i settanta e gli ottant'anni. Se ne stava lì con quei pochi capelli bianchi rimasti un po' scompigliati e la barba dello stesso colore che stava ancorata al mento.

<< grazie signor Walter, è gentile da parte sua >>, rispose il ragazzino un po' timidamente.

Quello che gli stava di fronte, altro non era che il capopalestra di Ciclamipoli, nonché uno dei più grandi esperti di pokémon elettro di tutta Hoenn, o forse anche oltre.

<< non ringraziarmi, è un complimento meritato! Di solito quando qualcuno mi lancia una sfida per la sua seconda medaglia arriva con almeno tre o quattro pokémon: tu sei riuscito a battermi con una squadra composta da soli due membri. In ogni caso puoi darmi del tu figliolo >>, continuò il vecchio ridendo.

Al piccoletto venne in mente il giorno in cui gli era stata consegnata la sua prima medaglia. Per lui quel momento era stato certamente tanto importante quanto indimenticabile, anche se l'allenatrice Petra era stata un poco più fiscale nei comportamenti. Il signore che in quel momento gli stava parlando invece, al contrario, era decisamente più amichevole e confidenziale.

<< sai, ormai ho settantadue anni e inizio a invecchiare, ma vedere una giovane promessa come te mi dà la voglia di continuare a fare questo splendido lavoro >>

Adam non si aspettava tutte quei complimenti da un uomo del suo calibro, ma quell'ottimismo unito all'espressione sempre allegra gli ispirava davvero fiducia: malgrado molta gente lo vedesse come un vecchio stravagante che andava in giro con un giubbottino marrone rattoppato e dei buffi pantaloni gialli, per lui era un vero esempio da seguire in quanto a bontà d'animo.

<< dì un po' ragazzo, adesso cosa farai? Adesso hai due medaglie >>

La sua seconda vittoria gli aveva fornito un discreto premio in denaro che andava ad aggiungersi a quello precedente. Tuttavia, non aveva nessuna intenzione di usarli se non per lo stretto necessario che gli consentisse di continuare il viaggio.

Dette un'altra occhiata alla medaglia che stringeva tra le mani. Per lui, quello non erano solo uno dei trofei da esporre, ma una chiave d'accesso ad uno stile di vite migliore rispetto a quello che aveva prima della sua partenza dai bassifondi di Ferruggipoli. Avrebbe usato i suoi guadagni con parsimonia, in modo tale da poter un giorno tornare a casa a pensare alla sua famiglia e dar finalmente loro la possibilità di uscire da quella brutta zona di periferia malfamata. Avrebbe fatto tutto questo per loro, soprattutto per la sorella.

<< penso che continuerò il mio viaggio per vedere sia questa che le altre città. Sai, mia sorella vuole diventare una ricercatrice. Penso che quando avrò finito tornerò a casa e le insegnerò tutto ciò che so... >>, rispose finalmente il piccoletto.

<< sei un bravo ragazzo Adam, penso che mi ricorderò di te. adesso devo proprio andare: tra poco ho un appuntamento fissato da un altro sfidante e devo preparare la mia palestra. In ogni caso è stato davvero un piacere conoscerti. Ricorda, sei ancora giovane e hai ancora tutta la vita davanti, quindi goditela e fai quello che ti fa stare bene, non c'è niente di più bello! E non credo che debba darti qualche consiglio sulla responsabilità: da quello che vedo ne hai da vendere >>, disse Walter prima di salutarlo e avviarsi all'interno della palestra.

Quello era stato davvero un incontro piacevole, ma incrociare gente nuova era una delle cose belle di partire in viaggio per la regione.

Adam salutò l'uomo di rimando per poi incamminarsi per la sua strada. A parte la zona intorno alla palestra, era la prima volta che visitava Ciclamipoli. Al contrario della sua città natale, essa pareva essere molto meno rumorosa e allo stesso tempo più ordinata, anche a causa delle sue dimensioni più piccole.

Le strade erano di un piacevole color grigio chiaro e spesso ai lati dei viali una schiera di alberi faceva compagnia ai passanti. Camminò assieme ad Evelyn per le vie e le piazzette, notando con piacere la grande quantità di verde che si integrava con la città.

Ad un certo punto, i due videro un piccolo negozietto che se ne stava acquattato in un angolo di un giardinetto recintato. Non c'erano molte persone attorno, ma alcuni individui se ne stavano proprio vicino al punto vendita. L'insegna "Bici Clelio".

Provò ad avvicinarsi alla vetrina. Per quanto non ci fosse niente di male in quello che stava facendo, le sue origini e la sua crescita in un ambiente piuttosto malfamato lo avevano abituato ad osservare senza farsi notare, cosa che non gli fece venire l'istinto di nascondersi dietro al vetro per osservare cosa ci fosse al suo interno, seguito nelle azioni dalla sua kirlia. Vide un ragazzo giovane dai capelli castani che indossava un vestito verde molto appariscente attorno al quale molte biciclette erano poste in degli appostiti scompartimenti sparsi per tutto il negozio. Per quanto piccolo, era un posto piuttosto fornito.

Il ragazzino pensò a quanto potesse essere bello poter viaggiare assieme ai suoi compagni di squadra per tutta la regione con una bicicletta, magari con un modello dotato di cestello per farci stare Evelyn al suo interno. In quel modo avrebbero potuto vagare per tutta Hoenn in maniera molto più comoda. In risposta a questi pensieri, vide il pokémon posare una mano sulla sua con un piccolo sorriso sulla bocca. Il piccolo allenatore si stupì molto a quella reazione: quello era il gesto più umano e spontaneo che l'amica gli avesse mai mostrato. Gli sorrise di rimando in modo sano e istintivo: avere un pokémon emozione era davvero una grande responsabilità e allevare un pokémon che basa il suo umore sul tuo stato d'animo era davvero una cosa per pochi, soprattutto per un ragazzino della sua età.

<< l'idea piace anche a te, vero? Tanto vale che diamo un'occhiata. Magari hanno qualcosa che ci possiamo permettere >>, gli disse poi Adam prima di entrare insieme a lei.

Entrarono all'interno, facendosi notare dal negoziante.

<< salve, io sono Clelio. Benvenuti nel mio negozio! >>, disse allegramente.

<< ehm, salve. Sono venuto qui per vedere se avevate qualche bici che potessi comprare. Sto cercando qualcosa a basso prezzo >>, rispose Adam timidamente.

"giuro che se riesco a comprarmi davvero una biciletta al mio ritorno porto sia Zoey che Evelyn a fare un giro tutti i giorni per il bosco Petalo", pensava intanto.

<< beh, credo di poter avere qualcosa che fa al caso vostro >>, fu la risposta.

Il ragazzo iniziò a guidarli tra le postazioni dove si potevano vedere vari modelli di bicilette. Tuttavia, man mano che scorrevano i prezzi, il piccoletto non riuscì a vederne neanche uno che fosse abbordabile.

<< come vedete qui siamo nella sezione economica. Magari non saranno belle e performanti come quelle più costose, ma fanno comunque il loro lavoro >>, continuava il negoziante.

<< maledizione! In teoria riuscirei anche a comprarne una, ma brucerei gran parte di quello che sono riuscito a racimolare. Per non parlare dei soldi che mi servono per le provviste e altro >>

Fu sconsolato da tale conclusione: l'idea di viaggiare su ruote assieme alla sua amica era stata stroncata sul nascere. Si promise comunque che un giorno, quando avrebbe avuto abbastanza soldi, sarebbe tornato a prendere una bella bici da usare insieme al suo pokémon e alla sorellina.

Fece finta di rifletterci un po' per poi aprir bocca.

<< beh, mi sembrano dei buoni prezzi. Va bene se ci penso? Quando avrò deciso quale modello comprare tornerò qui >>

<< nessun problema, tanto mi troverete sempre nel solito posto >>, dichiarò Clelio alzando un pollice.

I due uscirono dal negozio e si guardarono.

<< mi dispiace Evelyn, penso che dovremo rimandare >>

In risposta ci fu un lieve senso di serenità che gli pervase la mente dall'esterno. A lei non importava se non riuscivano ad avere un mezzo: bastava viaggiare insieme.

Dopo uno scambio di sorrisi, tornarono a camminare verso il centro della piccola cittadina. Per quanto non fosse il centro abitato più grosso della regione, man mano che si avvicinavano alla zona centrale il ragazzino e il suo pokémon vedevano sempre più cantieri dedicati ai lavori. La città si stava lentamente espandendo e si potevano vedere operai ovunque. La cosa che incuriosì Adam fu la concentrazione di nuove costruzioni ancora da finire attorno a un edificio che invece era già bello che completo. Sembrava avere più piani ed era veramente grande, secondo solo alla sede centrale della Devon S.P.A. a Ferruggipoli.

Si guardò attorno, poi vide un muratore che stava stuccando un muro.

<< mi scusi, cosa si trova in quel grosso edificio? >>

Quello si passò la mano sulla fronte per asciugarsi il sudore.

<< ciao ragazzino. Quello è il casinò di Ciclamipoli. Come vedi, qua stiamo costruendo una delle tante strutture che accoglieranno i turisti e stiamo concentrando tutto proprio intorno ad esso. Cosa c'è là dentro? Di tutto e di più! Non so se in altre regioni ci sia un casinò così grande >>, rispose mentre continuava a lavorare sotto il sole.

<< capisco. È un luogo solo per adulti o posso entrare anche io? >>

<< ti sembrerà strano, ma puoi entrare anche tu: il fondatore Walter ha insistito per far si che fosse accessibile ad ogni singola persona. Alcuni hanno preso bene la cosa, ma ho sentito molti lamentarsi del fatto che il casinò non sia un luogo per marmocchi >>

<< un secondo...Walter ha fondato questa città?! >>

<< eh sì, il nostro capopalestra è un tipo in gamba >>

<< grazie mille per le informazioni, buon lavoro! >>, concluse Adam prima di avviarsi verso la grande struttura.

----

Poco dopo, interno del casinò di Ciclamipoli.

Lusso, il lusso più sfrenato...

Questo fu ciò che apparve davanti ai due piccoli viaggiatori che entrarono all'interno dell'edificio. Adam, vissuto da sempre nella povertà, non era mai neanche riuscito a immaginare un posto del genere.

Le pareti erano dipinte di blu, con delle nuvole dipinte così bene che parevano degli affreschi originali di qualche antico artista. Sul soffitto scolpito erano appesi dei lampadari che si diramavano elegantemente in ogni direzione, andando a illuminare i muri e la moquette rossa che donava una sensazione rilassante al di sotto delle suole delle scarpe. Inoltre, la sala era davvero enorme, così tanto che a momento il ragazzino avrebbe giurato di non riuscire a vedere la parete in fondo.

"questo...è soltanto il pian terreno...", pensò sorpreso.

Vedeva intorno a sé un discreto numero di persone. chi a provare le slot machines, chi puntava dei soldi alla roulette, chi invece se ne stava in gruppo a giocare a carte intorno ai maestosi tavoli verdi. dato che i centri turistici attorno al casinò non erano ancora stati ultimati, gli unici che riuscivano a visitare la struttura erano gli abitanti della città o i passanti. Adam però non osò pensare alla quantità industriale di persone che avrebbe potuto trovare lì dentro a lavori finiti.

"caspita, hai visto che roba?", si chiese il piccoletto tra sé e sé.

Notò curiosamente la kirlia accanto a lui annuire senza emettere suoni. Si chinò sorpreso verso di lei.

<< Tu...mi hai letto nel pensiero? >>

Il tipo psico arrossì un po', guardando lievemente verso il basso. Pareva che fosse sorpresa almeno quanto lui.

<< cavolo ma è fantastico! Siamo veramente a un buon punto! Che ne dici se diamo un'occhiata in giro e ci godiamo lo spettacolo per festeggiare? Poi quando torniamo fuori ci cerchiamo un posticino tranquillo per riflettere a modo su questa cosa >>, disse allegramente l'allenatore.

Evelyn sorrise e approvò di gran gusto.

Si incamminarono quindi all'interno della sala, cercando di non farsi ubriacare dalla bellezza dei colori vivaci e ricordandosi sempre che scommettere ciò che avevano appena guadagnato non sarebbe mai stata una buona idea.

Dopo alcuni minuti che curiosavano, Adam vide un tavolo più isolato degli altri.

Attorno ad esso, vi erano riuniti dei signori che parevano esser vestiti un po' tutti uguali, con un elegante smoking e una bombetta sulla testa. uno di loro fumava il sigaro mentre guardava le carte che aveva in mano, mentre altri giochicchiavano con le fiches con le dita.

A entrambi venne l'istinto di mettersi in disparte ad osservare quel curioso spettacolo: ne aveva viste di persone giocare d'azzardo nelle bettole dei bassifondi di Ferruggipoli, ma non lo aveva mai visto fare da delle persone con tanta classe in un posto di lusso.

"dalle nostre parti, a volte farsi gli affari propri può farti evitare delle brutte situazioni"

I genitori gli avevano detto più volte quella frase, ma in quel momento la curiosità lo stava uccidendo: era come se il contesto attorno a quel tavolo nascondesse un fascino tutto suo, qualcosa che lo attirava inevitabilmente a sé.

Passarono i minuti, fino a quando uno dei tizi si girò proprio verso di lui.

Il sangue di Adam si gelò dentro le arterie, facendolo immobilizzare sul posto per qualche attimo prima di indietreggiare e fare finta di niente.

"maledizione...", pensò.

L'imbarazzo era sicuramente passato dalle sue parti, ma il timore di aver infastidito le persone sbagliate lo aveva colpito come un pugno tirato dritto contro lo stomaco.

Per quanto fosse pieno di gente, era come se in quel momento le uniche persone rimaste al mondo fossero lui e loro. Si nascose assieme ad Evelyn dietro a un angolo che vi era tra la sua sezione di sala e quella degli uomini misteriosi.

Sentì dei passi proprio provenienti da lì, che man mano si avvicinavano a lui.

"altro che Dennis! Questi mi fanno nero!", rifletté in preda al panico.

<< ehi piccoletto, che ci fai nascosto lì dietro? Ho visto che ci guardavi da qui. Perché te ne stai acquattato? Non ti faccio niente sai >>

Il nascondiglio del ragazzino non aveva funzionato neanche per un secondo. Questo guardò l'adulto davanti a sé, scrutando il suo smoking grigio molto elegante perfettamente abbinato al cappello. Parlava con uno strano accento, caratteristica evidente di chi è straniero. Per quanto fosse un po' timoroso, l'espressione amichevole del tizio lo faceva sembrare sincero.

<< chiedo scusa. Non volevo disturbare, avrei dovuto farmi gli affari miei... >>, rispose Adam sconsolato e allo stesso tempo un po' sorpreso per la reazione pacifica dell'individuo.

<< ma figurati, io e i miei amici stiamo solo facendo una partita a pokér, mica ci disturbi. Perché non vieni a farci compagnia al tavolo? Magari te e la tua kirlia volete vedere le cose più da vicino >>

<< davvero? Grazie mille! >>

<< com'è che ti chiami? >>

<< io sono Adam e lei è la mia amica Evelyn >>

Il tale gli scompigliò amorevolmente i capelli.

<< sono davvero dei bei nomi! Io sono Vinny. Dai andiamo, così ti faccio vedere un po' come funziona >>

I due si rialzarono e lo seguirono fino ad arrivare al tavolo verde. Attorno ad esso, altre quattro persone erano sedute con ancora le loro carte in mano ma, al contrario di tutti gli altri clienti, non avevano accanto un mazziere ufficiale del casinò che guidasse la partita.

Agli occhi dell'allenatore e del suo pokémon, sembravano vestiti tutti allo stesso modo di Vinny, come se fossero cloni che fanno esattamente le stesse azioni.

<< ragazzi, ho visto questo simpatico marmocchio e il suo pokémon che si godevano la partita e ho deciso di portarli qua. Lui è Adam e la sua amichetta qui si chiama Evelyn. Adam, quello che fuma il sigaro è Frank, quello che non riesce a stare un minuto senza smettere di giocare con le fiches è Jonny. Quello che ha il gruzzolo più grosso di tutti è Daniel e quello che sta sudando freddo per il tris d'assi che gli ho rifilato poco fa è Vito, vero Vito? >>

<< vai al diavolo Vinny >>

<< questo è lo spirito giusto! >>

Vinny si sedette al suo posto e fece stare i due nuovi arrivati accanto a sé.

<< mi raccomando, qualunque cosa vediate non dite niente, altrimenti è come barare, hai capito Frank?! E non far finta di non sentirmi, altrimenti ti taglio in due quel sigaro >>, dichiarò l'uomo scherzosamente.

Adam era incredulo nel vedere come i tali stessero maneggiando il loro denaro. Lui capiva bene quanto anche una sola moneta potesse salvarti la giornata con un tozzo di pane in più. Qui invece, vedeva piccole montagnette di fiches spostate al centro del tavolo solo per aprire il turno di gioco. A forza di vederlo dalle sue parti, ormai aveva lievemente capito come funzionasse il poker ma, per le cifre che stava vedendo in quel momento, le persone nelle bettole che aveva incontrato si sarebbero azzuffate ancor prima di cominciare.

Per quanto quei tizi fossero tutti uguali nel vestiario, ognuno sembrava reagire ai vari turni del gioco in modo diverso. Il ragazzino poteva vedere Frank dare una boccata al suo sigaro ogni volta che una mano andava bene, mentre lo appoggiava al posacenere ogni volta che invece perdeva dei soldi. in entrambi i casi, non smetteva mai di avere quell'espressione gelida ed antipatica sul grugno dotato di doppio mento e gli occhi spenti, di un colore molto simile al fumo del tabacco. Jonny era molto più giovane e aveva invece una faccia molto più ansiosa, che si abbinava perfettamente con le mani che maneggiavano ossessivamente i gettoni che fungevano da valuta. Era come se non si volesse distaccare dai suoi soldi per nessun motivo al mondo, in modo da non perdere neanche un centesimo.

"magari ha avuto delle belle vincite, ma uno così ansioso deve aver perso anche molte partite. Quando può spingerti oltre il limite il gioco d'azzardo?", pensò Adam mentre cercava ancora di capire come mai una persona dovrebbe mettere a repentaglio i suoi averi solo per svago.

Si girò poi verso Daniel. Lui sembrava un po' più vecchio degli altri, sulla buona strada per i settanta. Aveva un'espressione molto tranquilla e osservava la montagna di fiches che aveva davanti in modo amorevole e distaccato allo stesso tempo. pareva uno molto bravo a giocare a poker, oltre che qualcuno che di soldi ne aveva veramente da buttare. Pareva avesse un bel gruzzoletto per ogni capello bianco in testa e per ogni ruga sulla faccia. Infine, c'era Vito. Quello sudava freddo per la grossa perdita di denaro causata da una mano molto azzardata. Il modo in cui stringeva saldamente le carte in mano faceva notare i nervi a fior di pelle che si stava portando appresso. Infine, c'era Vinny, il buffo signore che, inaspettatamente, si era dimostrato davvero gentile e questo per Adam era davvero inaspettato. Infatti, più guardava quell'inquietante cerchia di persone dallo strano accento e più si convinceva che non potevano essere delle persone pulite dal punto di vista legale. Eppure, l'uomo che lo aveva accompagnato al tavolo era stato particolarmente simpatico se non, addirittura, quasi paterno.

<< ehi ragazzo... >>

Le parole di Frank sfondarono di netto quel lieve sottofondo che si era creato durante la partita.

<< ehm...sì? >>

Quello teneva il sigaro tra le dita giochicchiandoci un po': pareva che per lui fosse un gesto naturale come respirare. Quell'affare stava emettendo così tanto fumo da far puzzare l'intero ambiente.

<< quella è la tua kirlia, giusto? >>

<< sì, è esatto... >>

<< ci sei molto affezionato suppongo >>

<< beh sì. Io ed Evelyn ci vogliamo molto bene >>

<< sai...le kirlia valgono una fortuna dalle mie parti... >>, continuò inamovibile il signore.

<< in che senso? >>

<< nel senso che se vuoi parlarne un po'... >>

Adam sentiva un profondo disagio. Non sapeva esattamente cosa volesse il giocatore d'azzardo, ma per esperienza già sapeva che non era nulla di buono.

Vinny irruppe nel discorso.

<< Frank! So dove vuoi arrivare. È solo un ragazzino per la miseria, lascialo in pace! >>

<< fatti gli affari tuoi, non sto parlando con te, ma con lui >>

<< non mi importa. Lascia stare Adam: il suo pokémon non è in vendita >>

Il fumatore si rimise pazientemente il sigaro in bocca senza scomporsi neanche un po'.

Subito dopo, un fruscio attirò l'attenzione di tutti i presenti verso la postazione di Daniel.

<< perché non iniziamo a parlare di affari seri? >>, disse quest'ultimo mentre tirava fuori una pokéball dalla sua giacca ancora ancorata alla sedia.

"una pokéball? Ma che vuole fare? ", si chiese il giovane mentre teneva istintivamente Evelyn attaccata a sé.

Mise la sfera sul tavolo, usandola come una vera e propria moneta di scambio.

<< io apro e questa è la posta in gioco per giocare >>, dichiarò subito dopo.

<< che cosa contiene? Non vorrai mica rifilarci una pokéball vuota >>, chiese scettico Vito.

Ci fu una sorta di attesa nella parte della sala a luci soffuse che comprendeva il loro tavolo.

<< contiene un feebas. Sapete tutti quanto può valere. Questa è una femmina ed è un buon esemplare. Quando si evolvono il loro valore è inestimabile, soprattutto per certe categorie di persone che conosciamo >>, sogghignò il proprietario del dispositivo.

<< dove lo hai preso? Di certo non si trova una feebas dietro l'angolo >>, domandò Vinny.

<< ehi, ehi, quante domande...non starete prendendo tempo per riflettere. Non avrete paura... >>, sorrise Daniel di nuovo.

"stanno scommettendo un pokémon? Chissà da dove viene. E che fine farà quando la partita sarà finita? Non capisco come possa essere finito sopra a un tavolo da pokér"

Le domande scorrevano nella mente di Adam come se fossero sopra un nastro trasportatore industriale. Poteva perfino sentire un certo dispiacere da parte della sua kirlia.

<< fanculo, io questa mano me la vengo a giocare >>, disse Frank dal nulla.

<< mmm...me la gioco anch'io >>, lo seguì Vito.

<< non voglio perdere i miei soldi per questa fregatura... >>, si sentì dire prima che Jonny mettesse istintivamente le mani sopra le sue fiches.

<< e tu Vinny? Cosa farai? >>

<< ti dirò Danny...questa non me la voglio perdere. Voglio togliermi la soddisfazione di far sparire quel sorrisetto dalla faccia >>, rispose questo.

<< sta a vedere Adam, adesso mi prendo quel feebas >>, disse subito dopo a voce bassa cercando uno sguardo d'intesa col piccoletto.

Il giovane non era molto a favore della cosa. Per lui era come "smerciare vita" ai tavoli da gioco, scommettendola come se fosse un soprammobile o un mucchio di monete sporche di malaffari: una vera e propria offesa nei confronti dell'etica di un allenatore.

"se Walter fosse qui morirebbe di crepacuore. Oppure scatenerebbe la sua squadra contro di loro...", pensava mentre faceva finta di nulla.

<< e va bene. se venite a giocarvi questo turno, allora dovrete mettere una cifra con lo stesso valore della mia feebas >>, disse Daniel agli altri.

<< e come raggiungo quella somma? Io ho quasi perso tutto per colpa di quello stramaledetto tris che mi ha rifilato Vinny >>, replicò Vito. << fammi un po' vedere...questo dovrebbe andar bene. Vedi di fartelo bastare >>, continuò sfilandosi dal polso un orologio ornato.

Il ragazzino, anche solo a prima vista, capì che quell'affare valeva così tanto che, se il proprietario lo avesse indossato nella zona sbagliata di Ferruggipoli, sicuramente sarebbe arrivato un gruppetto di poveracci a strapparglielo via insieme all'intero braccio.

Frank prese una boccata dal sigaro per poi spingere un grosso mucchio di gettoni colorati verso il centro del tavolo.

<< a occhio e croce dovrebbe andar bene... >>, furono le sue uniche parole.

<< dai Vinny, tocca a te >>, incitò Daniel.

<< d'accordo Danny, ho capito >>, sbuffò lui. << vediamo cosa posso fare... >>

Guardò per un attimo le carte che aveva in mano.

Per quanto avesse vinto una buona parte dei soldi di Jonny, quella somma non bastava a coprire la quota necessaria a partecipare. Si frugò nella tasca posteriore dei pantaloni, alzandosi lievemente dalla sedia.

<< ma porc...e va bene, e sia >>, concluse prima di lanciare una chiave al centro del tavolo.

<< questa è la chiave della mia auto... >>

Una montagna di fiches, una pokéball, un orologio da polso e le chiavi di un'auto erano appoggiate su un tavolo verde. Là sopra giaceva un piatto dal valore così alto che molta gente avrebbe ucciso senza problemi pur di averla.

"se i miei genitori riunissero tutti gli stipendi che hanno guadagnato negli ultimi anni, non riuscirebbero comunque ad ammucchiare così tanti soldi", rifletté il giovane.

Tra uno sguardo e un altro, tutti scartarono alcune carte dalla mano per ripescarne altre. L'unico che aveva saltato questo processo era proprio Vinny, che si era schiarito la gola per dichiararsi "servito".

Dopo tali passaggi, tutti quanti alzarono almeno una volta la posta in gioco, mettendo sul tavolo altre fiches o dei propri oggetti di valore, finendo per raddoppiare la quota già immensa che c'era all'inizio del turno.

Per quanto Daniel potesse sembrare un uomo tutto di un pezzo, perfino lui pareva sorpreso (e anche un poco preoccupato): nemmeno lui si sarebbe aspettato un finale come questo. Adesso non si trattava più del pokémon che c'era in palio: quello ormai era solo una scusa per gonfiare la scommessa, una delle tante monete di scambio utilizzabili tra di loro.

Una bella cameriera arrivò dal gruppo, portando via i bicchieri vuoti per sostituirli con degli alcolici freschi. Escludendo Adam, fino a quel momento quella era l'unica persona che si era avvicinata al loro tavolo. Per Adam questa era un'altra prova che metteva in chiaro la poca affidabilità della cerchia di persona in cui stava in mezzo. Rimase comunque accanto a Vinny: a quel punto, voleva sapere come sarebbe andata a finire.

<< grazie Coraline >>. L'avevano ringraziata all'unisono senza neanche girarsi, come se la bellezza e l'innocenza della donna vestita così bene fosse irrilevante: erano così concentrati sulla situazione e sugli sguardi altrui che parevano immobili.

<< beh, credo che a questo punto non ci rimanga altro che mostrare i punti >>, disse Frank col suo solito tono indifferente dopo che il silenzio aveva riempito quella stanza per almeno due minuti.

<< ammetto che non mi aspettavo un piatto del genere, sono davvero tanti soldi >>, aggiunse Daniel.

<< ehi Danny, hai paura? >>, lo schernì Vinny.

<< assolutamente no. Ho aperto io, quindi devo mostrare la mia mano per primo >>

Daniel fece calare la sua mano in tavola, mostrando una scala. Un punto niente male.

Il fumatore tolse il sigaro dalla bocca e lo posò scocciato sul posacenere.

<< vaffanculo Daniel >>, borbottò seccato calando un punto più basso.

<< pare che qualcuno abbia perso questa mano >>, ridacchio quello che ancora era il proprietario della pokéball.

<< adesso tocca a me farvi vedere il punto >>, sorrise Vinny. << guardate e piangete >>, disse solennemente prima di lanciare le proprie carte sul tavolo. Quello che era apparso agli occhi del giocatore erano un tris di jack e una coppia di otto: un full coi fiocchi.

<< cazzo! >>, esclamò Daniel lanciando le carte con rabbia: aveva appena perso la sua sfera e la quantità di soldi che aveva scommesso.

Sul tavolo verde c'era il delirio. A momenti pareva che i giocatori si lanciassero delle piccole accuse, come uno scambio di una carta dalla mano con una della pila degli scarti oppure una sbirciatina di troppo a quello che avevano gli altri, ma perfino Adam sapeva che con un piatto così grande nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di farsi beccare durante un gesto del genere, il che significava solo che il turno di gioco era stato giocato regolarmente.

<< fermi tutti e nessuno si azzardi a poggiare anche solo una mano su quella montagna di soldi! >>, esclamò Vito.

Con calma, fece calare le sue cinque carte sul tavolo, una per volta. Man mano che quelle scorrevano davanti agli altri, parevano solo figure senza alcuna correlazione tra loro. Quando però mostrò l'ultima, si resero tutti conto che erano tutte dello stesso seme. Vito aveva con sé la mano vincente: un colore composto da cinque carte tutte di fiori, un punto che in quella variante di poker batteva anche il micidiale full di Vinny.

Il sorriso di quest'ultimo si spense.

<< porca puttana! Ci ero arrivato così vicino! E adesso ho perso tutto >>, disse poi sbattendo i pugni sul tavolo, spaventando anche Adam ed Evelyn, i quali sobbalzarono un poco sul posto.

Il vincitore si alzò fieramente dalla sedia, spingendo verso di sé il gigantesco bottino che aveva appena ottenuto. I ruoli si erano ribaltati: da essere uno dei concorrenti più al verde, ora era decisamente quello nella situazione migliore.

Il ragazzetto si chiese quanti danni avesse fatto da solo quest'ultimo giro di poker alla maggior parte dei concorrenti. Non aveva mai visto una somma del genere in tutta la sua vita e anche se ogni singolo giocatore aveva perso solo una fetta del piatto, il premio in questione era così alto che anche perdere dalle proprie tasche una piccola frazione di questo poteva equivalere ad un vero e proprio disastro economico per la maggior parte della gente.

La cosa che però gli faceva provare più dispiacere era la faccia terribile che aveva Vinny. Era sicuro di vincere fin dall'inizio. Di certo non lo biasimava: quante persone avrebbero avuto paura di perdere con un full servito? Ma del resto sapeva anche che a poker nulla può essere considerato certo.

"cosa farà ora che ha perso tutti questi soldi e la usa auto? Ha una moglie e dei figli che lo aspettano a casa? se sì, lo uccideranno dopo aver scoperto che ha combinato qui", pensò mentre una parte di stima nei suoi confronti se ne andava per sempre.

<< devo ammetterlo Vito, mi hai fregato. E non penso di esser stato fottuto solo io... >>, disse Daniel sospirando.

<< sono cose che capitano. Vedo che il tuo sorrisetto da riccone se n'è andato. Vinny, non sei contento? >>

<< chiudi quella boccaccia Vito... >>

Poco dopo, Adam iniziò a sentirsi osservato, come se qualcosa di strano fosse in quella sala stesse per accadere qualcosa di strano.

Si girò verso il suo pokémon in modo istintivo, notando lo sguardo preoccupato.

<< Evelyn, tutto a posto? >>, bisbigliò senza farsi sentire dagli altri, i quali erano troppo occupati a discutere su ciò che era appena accaduto.

In risposta, la kirlia storse il labbro e l'allenatore sentì aggiungere alla sua mente altro senso di inquietudine, immesso dall'esterno dai poteri di Evelyn.

"qualcosa la preoccupa..."

Guardò subito dopo nella direzione in cui l'aveva vista guardare qualche attimo prima. Un gruppo di uomini vestiti di nero stava avanzando verso il tavolo da gioco.

Questo fece rabbrividire il ragazzo: altre persone inaffidabili in arrivo.

Non sapeva se avvisare Vinny del loro arrivo, anche perché non era certo se quelli sarebbero venuti proprio da loro, anche se la loro direzione non mentiva.

Quando però si voltò verso l'uomo che stava accanto a lui, i suoi dubbi se ne andarono di corsa, anche perché questo si era fermato a guardare il gruppo sospetto senza farsi intravedere ancor prima che lui lo notasse.

Dopo alcuni secondi interminabili, la combriccola arrivò finalmente a destinazione con ancora gli occhiali da sole addosso, standosene seduti davanti agli uomini già seduti senza proferire una parola.

Poco dopo, Frank emise una nuvola di fumo verso di loro.

<< ci conosciamo? non capisco che avete da guardare >>, chiese seccato dando un colpetto al sigaro per rimuovere la cenere in eccesso.

Qualche attimo dopo, uno dei tali si fece avanti rispetto agli altri, togliendosi le lenti scure dagli occhi e rivelando il volto.

Pareva essere sulla cinquantina, con alcuni capelli bianchi sul ciuffo davanti che contrastavano con gli altri rimasti neri, il tutto su una capigliatura tirata all'indietro con del gel che passava intorno alle stempiature.

Quello sospirò, rivelandosi piuttosto tranquillo, al contrario di Vito, Vinny, Johnny e Frank, i quali stavano iniziando a mostrare dei lievi sintomi di agitazione. Per quanto rimanessero comunque composti, Daniel invece era quello che pareva non volesse incontrare quei misteriosi individui per nessuna ragione al mondo.

<< mi dispiace interrompere la vostra partita a carte, ma vedete...il signor Aniello ha detto che uno di voi ha a che fare con della merce scomparsa. Sapete com'è fatto...sta iniziando a preoccuparsi >>, disse con una voce che aveva lo stesso strano accento dei giocatori di carte.

Adam non poteva saperlo, ma il signor Aniello era uno dei più grandi contrabbandieri di pokémon dell'intera regione, se non il più grande. Era specializzato nel trovare creature esotiche per poi smerciarle in altre parti del mondo oppure nella stessa Hoenn. Allo stesso tempo, era un boss mafioso estremamente famoso tra i suoi "colleghi", nonché capo di una delle famiglie criminali più pericolose e senza scrupoli in circolazione. Tutt'ora, la polizia non era mai riuscita ad incastrarlo, sia per la sua abilità che per la rete di poliziotti corrotti sparsa per i vari distretti del territorio.

Vinny si schiarì la gola.

<< sentite, qui non abbiamo niente che appartenga al vostro capo, quindi non vi dispiace se adesso vorremmo goderci la vostra partita a poker in santa pace >>

L'altro si avvicinò alla sedia e gli dette una pacca sulla spalla.

<< ah Vinny, Vinny. Sei sempre stato un tipo molto collaborativo, ma lo sai che a me e a questi ragazzi non piace quando ci dite una cazzata. A proposito, chi è questo bambino? >>

Il giovane allenatore in questione si bloccò sul posto.

<< lui non è con noi. Passava di qui ed è restato a guardare la partita. Lo sapete come funziona: i ragazzini sono curiosi >>

<< bene, stavolta confido nella tua sincerità. In ogni caso siamo qui per riprenderci la merce che avete rubato. Aniello avrebbe giurato di aver fatto affari con Daniel l'ultima volta che ha avuto a che fare con voi >>

Tutti i presenti si girarono verso Danny, il quale se ne stette lì senza dire una parola.

<< state dicendo che Danny ha preso qualcosa al signor Aniello? È una follia! >>, esclamò Vito.

L'uomo misterioso andò sulla sedia di quello che era stato additato come colpevole, si tolse il cappello e lo posò davanti a lui.

<< il nostro capo doveva vendere un feebas ad un cliente di Sinnoh e adesso non riesce a trovarlo per colpa vostra. Noi siamo sempre stati gentili con voi, e voi ci ripagate così? Avete mancato di rispetto a noi e al signor Aniello e non possiamo accettare un affronto del genere alla nostra famiglia. Ora, vorrei ripetervelo un'ultima volta: ridateci il feebas. Non peggiorate le cose, qualcuno ci ha già fatto una soffiata, quindi vediamo di non prenderci per il culo >>, continuò prima di mettersi una mano nella tasca interna della sua giacca.

Frank sbottò.

<< cazzo Danny, ma cosa ti è saltato in mente? >>

<< non sapevo che appartenesse a loro! >>, replicò Daniel.

<< ci hai fatto finire in un mucchio di merda! >>. Subito dopo, spense il sigaro nel posacenere e guardò in direzione di Vito.

<< avanti Vito, dagli la sfera... >>

Questo sfilò il dispositivo dal mucchio di fiches in cui ormai era sommerso per poi metterla al centro del tavolo, accontentando la richiesta dello strano signore che, in poco tempo, aveva messo a repentaglio la serata (e non solo) di tutto il gruppo di giocatori d'azzardo con l'ausilio di poche ed efficaci parole.

<< ecco qua. Vi assicuriamo che noi altri non sapevamo di questa storia... >>, disse subito dopo.

Per quanto la tensione fosse così densa da poter essere afferrata a mani nude, quella parte della sala era così isolata che nessun altro cliente in tutto il casinò avrebbe potuto notare quella bolla che si era creata intorno a tutti quei criminali.

<< ne sono sicuro... >>

<< ehi, c'è un bambino qui. Non facciamo scherzi... >>, cercò di far notare Vinny mentre alzava lievemente le mani in cenno di resa.

<< io di bambini ne vedo cinque, tutti a cazzeggiare attorno ad un tavolo verde >>, rispose l'uomo che si stava riprendendo il cappello.

<< ehi, sentite ragazzi, qua abbiamo un tizio spiritoso... >>, rispose vito mentre guardava i suoi compari.

<< ...Vaffanculo! >>, finì poi contro il tizio.

Quest'ultimo sospirò.

<< il signor Aniello vi manda i suoi saluti >>, dichiarò poi subito prima che lui e gli scagnozzi alle sue spalle tirassero fuori delle pistole da sotto gli abiti.

<< andate a fare in culo, figli di puttana! >>, urlò Frank prima di afferrare tra le mani la sua rivoltella.

Vinny spinse via Adam ed Evelyn per allontanarli da lì. Poi, assieme a Jonny, Daniel e Vito, si unì all'amico nella sparatoria.

In alcuni istanti, quello che era il pian terreno di un edificio dedicato allo svago si trasformò in una vera e propria zona di guerra.

Il tavolo verde venne rovesciato, facendo volare in aria una quantità indescrivibile di fisches, drink vuoti e gli altri oggetti scommessi a poker precedentemente, riempendo il pavimento di ricchezze di ogni genere.

La superficie di legno che poco prima era il terreno di gioco era utilizzata da Frank e Daniel come riparo dalle pallottole degli aggressori, mentre Vito, Jonny e Vinny si erano messi dietro a dei divanetti rossi che spruzzavano imbottitura a giro come se fossero dei corpi umani feriti.

Nel frattempo, in tutto il casinò c'era il caos e la gente urlava mentre nella zona più calda volavano proiettili e offese a non finire.

Quella era decisamente la sparatoria più grande e terrificante alla quale Adam aveva mai assistito. Nemmeno la sicurezza del posto avrebbe potuto fare qualcosa a riguardo, se non chiamare le forze dell'ordine.

Per quanto Vinny avesse spintonato via sia lui che il suo pokémon, erano entrambi ancora a pochi metri dal tavolo rischiando di venire colpiti tanto quanto i mafiosi. I due ci avevano messo qualche attimo a realizzare cosa stesse succedendo, anche perché il tutto era cominciato così velocemente che se ne erano resi conto a malapena.

Vide il gruppo degli aggressori che aveva il vantaggio numerico: per gli altri sarebbe finita male.

"porca putt...tutto questo casino per un feebas? In ogni caso devo portare via Evelyn da qui! Devo proteggerla a tutti i costi. E poi...presto questo posto sarà pieno di sbirri e non voglio certo essere qui quando accadrà"

L'unico motivo per il quale aveva avuto il tempo per pensare a tutte quelle cose era il fatto che non riuscisse a trovare la forza di spostarsi di lì, anche perché fischiavano colpi di pistola ovunque.

Improvvisamente, sentì uno schioppo secco proprio accanto a sé. Quando si girò, notò con orrore che lo schienale della sedia che si era rovesciata di fianco a lui aveva un buco proprio al centro.

A quel punto, aveva così tanta adrenalina in corpo che trovò la forza di prendere l'amica in braccio e darsela a gambe

La voce di Vinny sfondò il frastuono delle armi da fuoco.

<< Adam, attento! >>, urlò quello prima di sparare dei colpi per coprire la fuga del ragazzino.

Nel processo, il giovane allenatore vide uno degli uomini di Aniello gridare per poi cadere a terra, notando anche il buco nella sua pancia, dal quale schizzava così tanto sangue che in pochissimo tempo il vestito elegante dello sfortunato si tinse in gran parte di rosso.

Un altro grido stridente si aggiunse a quella sinfonia mortale.

<< cazzo! Quei bastardi hanno preso Jonny! >>, sbraitò Frank.

Adam e il tipo psico avevano percorso solo pochi metri, ma finalmente potevano dichiararsi fuori dalla linea di tiro dei criminali. Stavano per andarsene via in maniera definitiva, quando videro entrambi una cosa che attirò molto la loro attenzione.

La pokéball del feebas era proprio davanti a loro, sotto a una sedia ancora intatta fuori dalla vista di tutti quegli uomini che erano ancora troppo occupati ad ammazzarsi a vicenda per potersi preoccupare dell'oggetto in questione. La sfera era rotolata lontana da loro quando Frank aveva rovesciato il tavolo da gioco per crearsi un riparo in fretta e furia.

"mamma e papà mi hanno sempre insegnato a non rubare...", pensò inizialmente Adam. Tuttavia, un dubbio lo assalì: cosa sarebbe successo a quel pokémon se lo avesse lasciato lì? Sarebbe tornato nelle mani di questo "signor Aniello"? oppure sarebbe finito uno scompartimento nel reparto di polizia di Hoenn per poi essere analizzato come una prova qualsiasi? In entrambi i casi, il destino di quella sventurata creatura non sarebbe stato poco spregevole.

"...ma mi hanno anche insegnato a fare la cosa giusta"

E, mentre finiva quel pensiero, finalmente afferrò il congegno per poi nasconderlo frettolosamente nello zaino. Ancora non poteva credere che nessuno degli uomini armati avesse fatto caso alla scomparsa della loro preziosa "merce". Del resto, però, quando si è in mezzo a una sparatoria non ci si può certo distrarre.

Scappò via da quel posto infernale, usando il suo sguardo per cercare Vinny un'ultima volta. Lo poteva vedere ancora dietro al suo riparo, cercando di piazzare qualche colpo ben assestato per salvarsi la vita.

Senza voltarsi più indietro, uscì finalmente dal casinò.

---

Percorso 117, a est di Ciclamipoli, un'ora dopo...

Il ragazzo aveva corso fuori dall'edificio per allontanarsi il più possibile da esso. Subito dopo, aveva camminato senza troppa furia in modo da non farsi notare troppo dalla folla e da eventuali poliziotti che stessero arrivando nel luogo dove vi era la sparatoria (o forse, dove essa era ormai finita, irrimediabilmente con dei cadaveri da portare via in un sacco di plastica nero).

Era nel percorso che collegava Ciclamipoli a Mentania. Era un posto davvero tranquillo e sia l'allenatore che il suo pokémon non avrebbero potuto chiedere di meglio per calmarsi un po'.

Si avvicinarono a uno dei due laghetti situati poco al di fuori dei lati del vialetto principale.

<< per fortuna che almeno Horus era nella sua sfera... >>, disse Adam tra sé e sé.

Strinse poi la kirlia in un abbraccio: pareva che anche lei fosse molto stressata dall'accaduto e le creature della sua specie risentono molto di queste cose, sia a causa di quello che provano loro, sia per quello che sentono gli altri.

Tirò fuori la pokéball del secondo membro della squadra e lo fece uscire.

Questo si guardò attorno con sguardo curioso e poi se ne stette immobile a mezzo metro da terra ad osservare Adam.

<< ciao horus, ti sei perso un po' di cosette, ma credo proprio che per te sia meglio >>

Ormai era diventato un metang, molto più grosso e potente della sua forma evolutiva. Inoltre, la sua nuova forma possedeva degli arti, cosa non da poco rispetto a prima.

Subito dopo, frugò ancora nel suo zainetto e prese una busta di plastica.

<< ho preso queste per pranzare. Sono riuscito a comprarci qualcosa di buono per oggi. In teoria doveva essere il premio per la vittoria alla palestra di Walter o quello di consolazione per la sconfitta, ma credo proprio che ce lo gusteremo per festeggiare la nostra sopravvivenza al casinò... >>, disse alla squadra storcendo un po' la bocca.

Quella stessa mattina, prima di passare dal capopalestra per lanciargli la sfida, era infatti passato dal macellaio della città a comprare un po' cibarie, in modo da festeggiare quello che doveva essere un giorno speciale.

Speciale era rimasto, ma per ben altri motivi...

Data la sua situazione economica, non si era potuto permettere di comprare le carni più pregiate del mondo, ma comunque il negoziante gli aveva concesso alcune piccole parti che avrebbe dovuto scartare e il cibo precotto avanzato dal giorno prima. Per quanto ne sapeva, Adam era comunque convinto che gli era andata comunque piuttosto bene.

Dette la carne cruda a Horus. Si ricordò di aver visto del cibo per i tipo acciaio al pokémarket di Ciclamipoli, ma gli tornò in mente anche il prezzo piuttosto salato per una singola scatoletta.

"i metang sono comunque una specie carnivora, non credo proprio gli farà male"

Un po' meno sicuro era sull'alimentazione di Evelyn la quale, al contrario del suo amico metallico, non aveva mai mangiato in vita sua del cibo per pokémon (e ormai non aveva nessuna intenzione di farlo) a causa della povertà di Adam che, dal primo periodo passato con lei in casa, le aveva sempre offerto tutto ciò che poteva, ovvero parte del cibo proveniente dalla sua tavola.

<< ehi Evelyn per noi ho preso delle polpettine di carne, spero ti piacciano >>

Mentre la creatura metallica mangiava di gran gusto il suo pasto e la kirlia teneva graziosamente in mano la polpettina di carne, Adam cenava con loro, pensando a quello che era successo. Si guardò anche attorno per vedere se ci fosse qualcuno nei dintorni e poi, mentre con una mano teneva la forchettina di viaggio che si era portato da casa, con l'altra stringeva la pokéball del feebas che aveva rubato ai mafiosi.

"come starà Vinny? Non so perché, ma malgrado tutto non mi stava antipatico. Forse non avrò mai neanche la possibilità di ringraziarlo per avermi aiutato a scappare. È stato l'unico gentile con me. Certo che quella gente era davvero strana: si è addirittura sparata addosso per questa. Ne avevo viste di cose a Ferruggipoli, ma non credevo che la gente si spingesse così tanto oltre per dei soldi scommessi e per una sfera soffiata da sotto il naso. Il sole adesso sta per tramontare. Quanto tempo saremo stati là dentro? Pare proprio che in certi posti si perda proprio la testa. Penso proprio che rimarrò sulla strada che ho sempre percorso...lontano dal gioco d'azzardo e dalle scommesse sporche..."

Una volta finito di mangiare, il ragazzino prese l'unica enciclopedia che si era portato dietro durante il viaggio. Era un po' meno dettagliata rispetto ad altre che possedeva, ma sicuramente quella che copriva più argomenti.

Andò sulla pagina dedicata proprio a feebas. A vederlo, non era certo un pokémon molto carino: quella pelle marrone con sopra qualche chiazza scura qua e là e la e lo sguardo perso, con tanto di pinne bli molto poco azzeccate, gli donavano un aspetto davvero poco elegante. Tuttavia, nel libretto c'era anche scritto che erano estremamente difficili da trovare e la loro forma evoluta fosse quanto bella (e ancora più rara) quanto potente, seppur il loro processo di evoluzione richiedesse una dose massiccia di tempo e parsimonia.

<< a quanto pare ti si può trovare solo in un fiume specifico della nostra regione... >>, disse rivolgendosi al dispositivo.

Premette il pulsante al centro e fece uscire nell'acqua del laghetto il pesce.

Questo stette fermo per qualche secondo per poi iniziare a nuotare in cerchio. Anche se quello sguardo era in teoria tipico della sua razza, pareva comunque molto confuso.

Adam guardò il resto del suo team.

<< non è più nel suo abitat e non sappiamo nemmeno per quanto è rimasta dentro questa pokéball. Questa poveretta deve essere parecchio confusa. Cosa accadrà se la lasciamo qui? Se la gente vedrà un pokémon del genere in un posto così accessibile punteranno tutti il loro amo da pesca contro questa poveretta. Alla fine, morirà di crepacuore povera sventurata! >>

Prese qualche pezzettino di carne che era rimasto nella sua vaschetta di plastica e lo buttò in acqua. Qualche secondo dopo, la pinna dorsale azzurra sbucò sopra la superficie, facendo notare il pesce che mangiava avidamente. Nel frattempo, Horus fluttuava sopra lo specchio d'acqua mentre osservava curioso la nuova arrivata.

<< mmm...non credo che si siano occupati molto di lei durante i suoi viaggi tra una mano di un criminale e l'altra. Però non sembra messa male. credo che siamo riusciti a salvarla prima che subisse danni permanenti da denutrizione, che fortuna... >>

Aveva appoggiato la sfera accanto a lui e stava riflettendo sul da farsi.

Portarla nel suo abitat originale non sembrava neanche una scelta molto saggia, anche perché era molto più a nord di dove si trovava adesso e non poteva permettersi un viaggio del genere in poco tempo.

Cederla alla polizia sarebbe stato ancora peggio, anche perché prima di rimetterla in libertà sarebbe stata letteralmente archiviata assieme a tutte le altre cianfrusaglie come prova.

Alla fine, vide Evelyn salire sulle sue ginocchia con un piccolo sorriso. Gli stava porgendo il dispositivo con un'idea chiara in testa.

<< vuoi che la teniamo? >>, chiese Adam curioso.

"se facciamo questa cosa, dovremo allontanarci il prima possibile da Ciclamipoli: dopo quello che è successo, sia i criminali che la polizia vorranno mettere le mani su questa feebas..."

<< hai ragione, non può finire così, la porteremo via da tutto questo. Magari, viaggiando con noi potrà avere un riscatto tutto suo >>

Preparò le sue cose e fece rientrare Horus nella sfera.

Guardò infine un'ultima volta la feebas prima di premere il pulsante centrale della pokéball. Improvvisamente, le venne in mente la persona più innocente che aveva visto al casinò.

<< come si chiamava quella cameriera? Sembrava l'unica brava persona in quel posto...ah giusto, Coraline! Ecco come si chiamava. È un bellissimo nome...penso proprio che ti chiamerò così! >>, disse prima di allontanarsi definitivamente da Ciclamipoli.

Continua...

Note del BrainStealer: capisco che è passato davvero molto tempo dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa, ma tra complicazioni, esami da dare e una temporanea mancanza di ispirazione per questo capitolo (almeno all'inizio) alla fine ho dovuto ritardare il tutto.

Tuttavia, devo ammettere che, dopo aver superato le prime difficoltà, scrivere questa parte di storia è stato davvero bello, anche perché tratta dei temi che trovo piuttosto importanti. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi sia venuta la voglia di lasciare un commento. Detto questo, vi saluto.

TheBrainStealer. 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: TheBrainStealer