Tecna era diventata fin troppo premurosa quando Musa si rivelò finalmente di essere incinta. Erano andate a vivere da sole, ed era complicato abituarsi alle prime spese, soprattutto per quanto riguardava i vestiti. 

Mentre Tecna doveva ancora stabilirsi, Musa era occupata con i suoi spettacoli di opera lirica, perciò la scienziata passava più tempo a casa, facendo varie ricerche sui lavori di casa. Sul suo pianeta non era necessario dato che era tutto automatico. Alcuni vestiti di Musa avevano degli strappi, man mano che il pancione cresceva.

Tecna decise di imparare a cucire. Musa, tra tenerezza e preoccupazione, si prendeva cura di quelle ferite sulle mani. Ma andava bene così.

 


 

 

Da quando l’aveva ritrovata non voleva più lasciarla. Erano finalmente tornate ad Alfea, che sembrava quasi un sogno dopo tutti gli eventi accaduti uno dopo l’altro. Si erano già abbracciate tante volte, ma Musa volle tenere Tecna nuovamente stretta a sé per non farla andare più via. Sapeva che non sarebbe successo di nuovo, che finalmente potevano vivere in pace, ma l’angoscia la tormentava. Non voleva perderla.

Erano solo gli abbracci di Tecna a rassicurarla che non sarebbe accaduto più nulla e che sarebbero rimaste lì. Andava tutto bene. Erano contente, tutto era tornato alla normalità.