Empathy
Torre di Carta
Prompt: 33. Un attacco di panico, una stanza vuota in cui crollare
Jin lo avverte, sente che sta per arrivare.
Era da tempo che non capitava e lui credeva ingenuamente di essere ormai guarito, di avercela fatta, ma non è così.
L'attacco di panico lo coglie completamente impreparato, indifeso ed esposto.
Si annida nel cuore e lo appesantisce con la sua bile informe, lo stringe forte in una morsa spietata e all'improvviso Jin non riesce più a respirare.
Si rintana in camera da letto e inciampa sul tappeto.
Non avverte alcun tipo di dolore esterno poiché è all'interno che si sta scatenando il caos più assoluto.
E tutto un tratto i lampi di luce legati al trauma che ha vissuto da bambino non gli lasciano più scampo.
38. Una verità sussurrata in un momento di debolezza
Sa che non dovrebbe farlo, perché coinvolgerla in questo delirio sarebbe deleterio anche per lei, ma ha un disperato bisogno di averla accanto.
Compone il numero con mani tremanti e ogni cifra che si materializza sul display del telefono lo porta a odiarsi sempre di più.
Lei è l'unica che può capirlo perché è una vittima come lui.
E Jin non può sopportarlo, perché capirsi fino in fondo deve significare per forza aver affrontato lo stesso incubo ed esserne sopravvissuti.
«Miyu…» sussurra piano quando lei risponde.
Vorrebbe mettere giù e liberarla da quel fardello, ma non ci riesce.
«Ho bisogno di te… ho paura».
E attende di rivederla con l'emotività ridotta a brandelli.
Prompt: 40: Chiedere un abbraccio, ottenerlo – perdersi contro il suo petto
Quando Miyu arriva, il mondo torna a tingersi dei colori dell'arcobaleno.
L'attacco di panico è passato, ma si porta appresso tutti gli strascichi che Jin non avrebbe più voluto sopportare sulla sua pelle.
Si sente prosciugato di ogni energia e non ha il coraggio di guardare Miyu negli occhi.
«Mi dispiace, non volevo disturbarti…» mormora piano, la testa tra le mani.
Miyu si siede accanto a lui e nel suo sguardo Jin riesce a scorgere solo una cosa: empatia.
«Non ti devi scusare» sorride. «Non sei solo».
Lui ricambia il sorriso e poi arrossisce.
«Puoi abbracciarmi?» domanda, con il cuore in gola.
Miyu lo attira a sé e Jin poggia il capo contro il suo petto, chiudendo gli occhi.
Anche se si perde, lei sa sempre come ritrovarlo.
Torre di Carta
Prompt: 33. Un attacco di panico, una stanza vuota in cui crollare
Jin lo avverte, sente che sta per arrivare.
Era da tempo che non capitava e lui credeva ingenuamente di essere ormai guarito, di avercela fatta, ma non è così.
L'attacco di panico lo coglie completamente impreparato, indifeso ed esposto.
Si annida nel cuore e lo appesantisce con la sua bile informe, lo stringe forte in una morsa spietata e all'improvviso Jin non riesce più a respirare.
Si rintana in camera da letto e inciampa sul tappeto.
Non avverte alcun tipo di dolore esterno poiché è all'interno che si sta scatenando il caos più assoluto.
E tutto un tratto i lampi di luce legati al trauma che ha vissuto da bambino non gli lasciano più scampo.
38. Una verità sussurrata in un momento di debolezza
Sa che non dovrebbe farlo, perché coinvolgerla in questo delirio sarebbe deleterio anche per lei, ma ha un disperato bisogno di averla accanto.
Compone il numero con mani tremanti e ogni cifra che si materializza sul display del telefono lo porta a odiarsi sempre di più.
Lei è l'unica che può capirlo perché è una vittima come lui.
E Jin non può sopportarlo, perché capirsi fino in fondo deve significare per forza aver affrontato lo stesso incubo ed esserne sopravvissuti.
«Miyu…» sussurra piano quando lei risponde.
Vorrebbe mettere giù e liberarla da quel fardello, ma non ci riesce.
«Ho bisogno di te… ho paura».
E attende di rivederla con l'emotività ridotta a brandelli.
Prompt: 40: Chiedere un abbraccio, ottenerlo – perdersi contro il suo petto
Quando Miyu arriva, il mondo torna a tingersi dei colori dell'arcobaleno.
L'attacco di panico è passato, ma si porta appresso tutti gli strascichi che Jin non avrebbe più voluto sopportare sulla sua pelle.
Si sente prosciugato di ogni energia e non ha il coraggio di guardare Miyu negli occhi.
«Mi dispiace, non volevo disturbarti…» mormora piano, la testa tra le mani.
Miyu si siede accanto a lui e nel suo sguardo Jin riesce a scorgere solo una cosa: empatia.
«Non ti devi scusare» sorride. «Non sei solo».
Lui ricambia il sorriso e poi arrossisce.
«Puoi abbracciarmi?» domanda, con il cuore in gola.
Miyu lo attira a sé e Jin poggia il capo contro il suo petto, chiudendo gli occhi.
Anche se si perde, lei sa sempre come ritrovarlo.