27/08/2023
2 recensioniStep By Step (Vol.03)
Torre di Carta
57. Coraggio
«Certo che ce ne vuole di coraggio».
«Per che cosa?»
«Per stare con me, intendo».
Chifuyu si voltò verso Kazutora, guardandolo malissimo.
«Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere» disse, prima di addentare un altro boccone del suo panino.
Kazutora sorseggiò la sua bibita in silenzio, prima di proseguire: «Io però sono serio».
«E lo sono anch'io» replicò Chifuyu, addentando il panino con maggior vigore. «Io non ho il coraggio necessario per stare con te perché non ne ho bisogno. Sto con te perché…»
(Sto con te perché ti amo).
«… lo sai il perché».
Kazutora gli prese il volto tra le mani, poi gli passò il pollice sulle labbra, togliendo le briciole di pane.
Sorrise.
Ma era un sorriso un po' triste.
58. Codardia
Si sentiva un codardo.
E la sua codardia lo stava spingendo verso una decisione che lo spaventava terribilmente.
Non voleva rinunciare a Chifuyu ma, allo stesso tempo, il tarlo nocivo dei dubbio divorava ogni suo pensiero positivo.
Non lo meritava.
Lui, una persona così pura come Chifuyu, non la meritava affatto.
Si era macchiato di troppe colpe per avere il privilegio di stargli accanto e forse sarebbe stato meglio lasciarlo andare.
«Se ti azzardi a troncare la nostra relazione, giuro che ti tiro un calcio nelle palle».
Sgranò gli occhi, realizzando solo in quell'istante di avere ancora il volto di Chifuyu tra le mani.
Il ragazzo lo fissava con espressione seria, che non ammetteva repliche.
E questa volta il sorriso di Kazutora fu meno triste.
«Non lo farò».
59. Sigaretta
Chifuyu gli sfilò la sigaretta dalle labbra dopo pochi tiri.
«Potevi prenderne una dal pacchetto» gli fece notare Kazutora senza alcune inflessione particolare nel tono di voce.
«Ma io volevo proprio questa» puntualizzò Chifuyu, poggiando poi il capo sulla sua spalla.
Kazutora lo guardò senza dire nulla.
In realtà c'erano tantissimi pensieri che avrebbe voluto esternare, ma si stavano consumando pian piano come la sigaretta tra le labbra di Chifuyu.
«Non lasciamoci, Kazutora» sussurrò all'improvviso. «Alziamoci da questa panchina e torniamo a casa insieme».
Kazutora si staccò da lui e si alzò in piedi.
Instaurò il contatto visivo coi suoi bellissimi occhi azzurri e per qualche istante rimase muto.
Poi gli porse la mano e questa volta il suo sorriso era privo di tristezza.
«Torniamo a casa, Chifuyu».
Torre di Carta
57. Coraggio
«Certo che ce ne vuole di coraggio».
«Per che cosa?»
«Per stare con me, intendo».
Chifuyu si voltò verso Kazutora, guardandolo malissimo.
«Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere» disse, prima di addentare un altro boccone del suo panino.
Kazutora sorseggiò la sua bibita in silenzio, prima di proseguire: «Io però sono serio».
«E lo sono anch'io» replicò Chifuyu, addentando il panino con maggior vigore. «Io non ho il coraggio necessario per stare con te perché non ne ho bisogno. Sto con te perché…»
(Sto con te perché ti amo).
«… lo sai il perché».
Kazutora gli prese il volto tra le mani, poi gli passò il pollice sulle labbra, togliendo le briciole di pane.
Sorrise.
Ma era un sorriso un po' triste.
58. Codardia
Si sentiva un codardo.
E la sua codardia lo stava spingendo verso una decisione che lo spaventava terribilmente.
Non voleva rinunciare a Chifuyu ma, allo stesso tempo, il tarlo nocivo dei dubbio divorava ogni suo pensiero positivo.
Non lo meritava.
Lui, una persona così pura come Chifuyu, non la meritava affatto.
Si era macchiato di troppe colpe per avere il privilegio di stargli accanto e forse sarebbe stato meglio lasciarlo andare.
«Se ti azzardi a troncare la nostra relazione, giuro che ti tiro un calcio nelle palle».
Sgranò gli occhi, realizzando solo in quell'istante di avere ancora il volto di Chifuyu tra le mani.
Il ragazzo lo fissava con espressione seria, che non ammetteva repliche.
E questa volta il sorriso di Kazutora fu meno triste.
«Non lo farò».
59. Sigaretta
Chifuyu gli sfilò la sigaretta dalle labbra dopo pochi tiri.
«Potevi prenderne una dal pacchetto» gli fece notare Kazutora senza alcune inflessione particolare nel tono di voce.
«Ma io volevo proprio questa» puntualizzò Chifuyu, poggiando poi il capo sulla sua spalla.
Kazutora lo guardò senza dire nulla.
In realtà c'erano tantissimi pensieri che avrebbe voluto esternare, ma si stavano consumando pian piano come la sigaretta tra le labbra di Chifuyu.
«Non lasciamoci, Kazutora» sussurrò all'improvviso. «Alziamoci da questa panchina e torniamo a casa insieme».
Kazutora si staccò da lui e si alzò in piedi.
Instaurò il contatto visivo coi suoi bellissimi occhi azzurri e per qualche istante rimase muto.
Poi gli porse la mano e questa volta il suo sorriso era privo di tristezza.
«Torniamo a casa, Chifuyu».