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Autore: soffio di nebbia    30/08/2023    1 recensioni
"Andrà tutto bene."
La voce di Shun risuonava nella mente di Ikki in un debole sussurro che lui solo poteva udire.
Una muta risposta mai pronunciata si ripeteva lapidaria.
"No, niente andrà bene. Niente potrà più andare bene."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Goodbye, my friend, it's hard to die
When all the birds are singing in the sky
Now that spring is in the air
Pretty girls are everywhere
Think of me and I'll be there
 
(Season in the sun – Terry Jacks)
 
 
*****
 
 
Andrà tutto bene.
La voce di Shun risuonava nella mente di Ikki in un debole sussurro che lui solo poteva udire.
Una muta risposta mai pronunciata si ripeteva lapidaria.
No, niente andrà bene. Niente potrà più andare bene.
Solo in mezzo agli alberi del parco si lasciò cadere in ginocchio.
Negli ultimi giorni aveva cominciato a recarsi in quel luogo con regolarità angosciante, rinchiudendosi in una masochistica quotidianità che da sempre aveva rifuggito.
Il delicato profumo dei fiori di ciliegio appena sbocciati veniva trasportato dalla brezza notturna in una danza dolce e violenta di giravolte e inseguimenti. Era lo spirito di due amanti che si rincorrevano al chiaro di luna sotto lo scrosciare della pioggia di inizio primavera, volteggiando fra i tronchi degli alberi, fischiando tra le fronde i loro reciproci richiami, agitando le chiome verde smeraldo che presto avrebbero accolto il nido di uccellini appena nati. Fredde gocce pungenti penetravano la fitta barriera di foglie in una pioggia giocosa e portatrice di nuova vita, abbattendosi al suolo e liberando l'antico odore della terra.
Per un istante nella mente di Ikki esplose un flash debole e beffardo che risvegliò in lui il vago e irrazionale presentimento che Shun potesse giungere al suo fianco da un momento all'altro. Una presenza discreta e luminosa che avrebbe sorriso umilmente prima di stringersi a lui, come tante altre volte era successo in quello stesso luogo che sin da quando erano bambini era stato testimone silenzioso del loro legame fraterno più intimo. Per un momento, sollevando lo sguardo, ebbe perfino l'impressione di poter guardare la natura che lo circondava con i suoi stessi occhi, come se Shun si trovasse realmente accanto a lui, rendendolo partecipe dell'incanto che quello spettacolo di eterna rinascita sapeva risvegliare nel suo cuore.
Ma fu solo l'illusione di un attimo prima che la desolazione dell'animo prendesse nuovamente il sopravvento, ridendo della sua angoscia e incatenandolo alla crudeltà del presente.
Non lo accetto! Non doveva accadere!
Un urlo dannato gridò nel suo cuore una disperazione senza fine, ma dalla sua bocca non uscì un solo suono.
Un lento logoramento lo stava devastando, svuotandolo interiormente fin quasi a privarlo della facoltà di pensare.
La Fenice non sarebbe mai più risorta.
Maledizione! Perchè?
La familiare morsa che da qualche giorno gli attanagliava le viscere non accennava ad allentarsi. I brividi continuavano a percorrere incessantemente il suo corpo, causati da un freddo ben più gelido di quello della pioggia che scorreva in tanti rivoli lungo la sua pelle.
Shun!
Rimaneva in ginocchio, immobile e silenzioso nei pressi di un albero ben preciso, ormai distante nella sua mente come il passato di cui quella ruvida corteccia scavata recava testimonianza. Un passato in cui i suoi pugni di bambino si abbattevano ripetutamente su quello stesso tronco, mentre Shun se ne stava in disparte, fissandolo ad occhi sgranati e pieni di spavento... giorni lontani in cui cercava di renderlo forte attraverso gesti meccanici e violenti, giorni in cui non capiva ancora quale forza si celasse nel suo fratellino. Allora nessuno lo capiva... alcuni non l'avevano capito nemmeno più tardi.
«Shun!»
I pugni di Ikki fremettero affondando nella terra, strappando ciuffi d’erba bagnata. Tante gelide lame taglienti affondarono in lui e cominciarono a lacerare la sua anima ora con foga, ora con languido sadismo, e Ikki si abbandonò del tutto a quella tortura, lasciando che i suoi brandelli sanguinanti urlassero tutto il loro dolore sotto forma di lacrime, senza inibizione alcuna.


Note: Hello! Sapete qual è il senso di ripubblicare proprio oggi una fanfic che da più di dieci anni attende solamente di veder scritto l'ultimo capitolo? Nessuno. Ma è un periodo un pochetto nostalgico in cui sono in vena di "chiusure", quindi potrei rispuntare fuori di tanto in tanto con qualche scritto un po' cringe che avevo abbandonato nel pc, magari questa volta con un finale degno di questo nome... o almeno ci provo. 
  
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