Le mani di Alvaro, leggere, si posano sui tuoi occhi bendati, Esmeralda.
Le bende vengono sollevate.
− Esmeralda, apri gli occhi. − chiede lui, il tono fermo, ma gentile.
Per alcuni istanti, i tuoi occhi restano chiusi. Hai paura.
Una sola, dolorosa paura tormenta la tua mente.
E se l'operazione fosse fallita?
Non vuoi rassegnarti alla cecità, dopo avere conosciuto la speranza.
Cauta, apri gli occhi.
Una densa e bianca caligine, per alcuni istanti, circonda il tuo sguardo.
A poco a poco, in quel biancore, si delineano i tratti somatici di Alvaro e dell'infermiera.
Il tuo cuore accelera i battiti. Forse, la speranza non è perduta.
Quelle lenti intraoculari saranno per te una nuova aurora.
Poco dopo, i tuoi occhi riescono a distinguere i volti di Alvaro e dell'infermiera.
E lacrime di commozione bagnano le tue guance.
Alvaro, commosso, stringe le tue mani e i suoi occhi cerulei si fissano nei tuoi.
− Esmeralda, tu puoi vedere? − chiede, felice.
Per alcuni istanti, taci. Non riesci a parlare, per te ogni cosa è nuova.
Sei rinata a nuova vita, Esmeralda.
− Alvaro… Io… Io posso vedere… − scandisci, sempre più commossa. Quelle parole, nella loro semplicità, spazzano via i dubbi.
Ora, puoi vedere Esmeralda.
La lunga notte della cecità è finita.