Fleurs
au théâtre
Parigi,
ore
Erano
circa le otto e mezza di una afosa mattina di fine maggio , quando un
ragazzo
che faceva jogging, con una tuta grigia mi venne addosso facendomi
rovesciare a
terra i tulipani che mi erano appena arrivati direttamente
dall’Olanda.
“Stia
più attenta” mi disse sbuffando e togliendosi le
cuffiette dalle orecchie.
“Io
sto lavorando signore, non come lei che va in giro a correre ascoltando
musica!” il tipo mi fulminò con lo sguardo e
proseguì con la corsa, mentre io
mi preparavo ad una lunghissima giornata di lavoro.
Entrai
nel negozio ed iniziai a sistemare le piante di glicine che mi erano
state
ordinate circa due settimane prima e nel frattempo arrivò
anche la mia collega
e allo stesso tempo migliore amica .
“Ciao”
mi disse sbadigliano sonoramente
“Francesca
sei in ritardo, sono ormai le 9!”
“Scusa,
ma sai ieri era domenica e ho fatto tardi”
“Vedi
che non si ripeti più” ribadii,
“OK
capo…” mi rispose sorridendomi e mettendosi
sull’attenti
Parigi,
ore 9.00 p.m., Théâtre 29 maggio
“Qualcuno
mi sta ascoltando qui dentro???” urlò David, il
nostro manager
“David
ti sentiamo non siamo sordi!” lo rimproverò mio
fratello
“Volete
iniziare con queste prove o no??”
“Manca
una cosa qui..” si arrestò di colpo“ I
fiori..i fiori…dove cavolo è finito il
fiorista??” urlava David senza ritegno
“Signor
Jost si calmi , purtroppo i fiori che avevamo ordinato dal Giappone non
sono
arrivati…” disse una donna non troppo giovane,
cioè la nostra assistente
“E
come cavolo facciamo adesso? Avanti Corinne andiamo fuori e cerchiamo
un
fiorista che sia aperto anche a quest’ora..”
proseguì lui e se ne andò
trascinandosi dietro anche quella povera donna.
“Dovrebbero
farla santa!” dissi io incrociando la braccia al petto
Parigi,
ore 9.15 p.m., “La maison des roses” 29 maggio
“Franci
dove porti quel gatto?? Lo sai che non possiamo tenere animali nel
negozio”
“Si
Emma lo so , ma la sua padrona me lo ha affidato perché
è andata via…… e lo sai
benissimo anche tu che in appartamento non lo posso tenere “
sbuffai e la
lascia andare nel retro del negozio, dove penso, avrebbe sistemato il
sua
animaletto a quattro zampe; stavo per sistemarmi dietro al bancone a
ordinare
qualche conto che non tornava quando sentii bussare alla porta in
vetro.
“Signori
siamo chiusi” dissi alzandomi e dirigendomi verso
l’entrata
“Ci
servono dei fiori, sono per il teatro”
“Emma
apri, non è il momento di rifiutare dei clienti”
si intromise la mia amica che
aveva assistito alla conversazione
“OK
OK vi faccio entrare “ dissi rivolgendomi ai clienti
“Grazie
e buonasera, compriamo tutto “ disse l’uomo
“Ci
servono dei fiori per il teatro, domani sera c’è
lo spettacolo e deve essere
tutto pronto” iniziò pacatamente la donna che
accompagnava l’uomo, a parer mio
“ pazzo” .
“
Va bene domani mattina alle 9.00?” chiesi
“Perfetto
a domani” si intromise l’uomo
“Em
scusate…quanti fiori vi servono circa??” chiese
Francesca, per fortuna che
c’era lei
“Una
dozzina circa, c’è qualche problema??”
“No
nessuno” dissi
sorridendole e salutando
“Emma
siamo salve non dobbiamo più chiudere!” disse
sorridendomi la mia salvatrice e
abbracciandomi