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Autore: elenabastet    04/09/2023    2 recensioni
Per questa fanfiction mi sono ispirata al caldo che ha fatto a Torino e non solo nelle scorse settimane e ad una fanart di Francy FANART con Oscar in una tenuta un po' particolare. Passione, tanta passione, un un mondo alternativo dopo l'episodio 32.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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MI ABBANDONO IN TE

 

Rating: what if, passione, amore, toni adulti, PWP.

Fandom: Lady Oscar.

Note: Mi sono ispirata ad una fanart di Francesca Francy ART e al caldo che abbiamo avuto in questo periodo a Torino. Abbandonarsi all’amore di André può portare solo felicità ad Oscar...

 

Faceva caldo, anzi caldissimo, e la giornata di pattugliamento tra Parigi e Versailles era stata particolarmente dura per Oscar e i Soldati della Guardia. Nessuno di loro aveva più voglia di fare niente, l’osteria e il bordello erano troppi faticosi anche solo da pensare di arrivarci.

I militari si assieparono intorno alla fontana nel cortile della caserma, ringraziando mentalmente la loro comandante di averla messa a posto, e iniziarono a rinfrescarsi lì, cercando di mantenere un minimo di decenza, anche se era difficile.

Oscar arrivò in ufficio e vide che c’era un bel catino pieno d’acqua: la tentazione di lavarsi prevalse su tutto. Si tolse la giubba e la camicia, restando nuda dalla cintola in su e iniziando a spargersi d’acqua sulle spalle, sui seni, sul ventre. Ma non bastava. Si sbottonò le brache e se le tolse, chinandosi poi per togliersi gli stivali. In quel momento, sentì dei passi discreti ma decisi che si avvicinavano: sapeva benissimo chi era.

Dopo il linciaggio a cui lei ed André erano scampati nei pressi di Saint Antoine alcuni mesi prima, il loro rapporto era cambiato, o meglio Oscar aveva capito cosa da sempre la legava a quello che non era mai stato né solo un attendente né un amico fraterno: amore, amore totale ed appassionato, come quello che lui nutriva da sempre per lei. Erano diventati amanti, anche se le sembrava riduttivo definirsi così, erano anime gemelle destinate ad incontrarsi, solo che lei ci aveva messo un po’ a capirlo.

André le faceva visita ogni sera, come diceva in tono tra il serio e il faceto, e dare sfogo alla reciproca passione era una delle loro attività, anzi l’unica, diceva lui ridendo, che non facessero da una vita insieme.

C’era una cosa che André adorava fare: liberarla dai suoi vestiti, giocando con lei, baciandola dove gli abiti cadevano, mentre il loro desiderio cresceva fino a raggiungere l’apice. Stavolta l’aveva preceduto e Oscar si sentì dispiaciuta per questo. Ma il caldo era davvero troppo forte per sopportare ancora la stoffa degli abiti.

 

André entrò nell’ufficio chiudendosi la porta alle spalle e rimase abbagliato e anche decisamente eccitato dall’immagine che intravide. La sua Oscar aveva davvero troppo caldo e si era già liberata dai vestiti, era china a togliersi gli stivali, la schiena arcuata come quella di un gatto, i seni simili a boccioli di rosa, le fossette di Venere in mostra, le natiche sode in evidenza.

“Ti sei già arrangiata da sola!”, disse André avvicinandosi. Si era sparsa un po’ d’acqua addosso, sembrava la statua di una dea del parco di Versailles, ma molto più bella.

“Oh, sì André, faceva troppo caldo, scusami...”, disse Oscar, tirandosi leggermente su.

“Non hai niente da scusarti”, disse André che per un attimo ebbe un impulso irresistibile, quello di precipitarsi su Oscar, dopo essersi abbassato le brache, e farla sua lì sul pavimento, senza indugi. Oscar gli aveva detto varie volte di non farsi problemi se sentiva bisogno di soddisfare il suo desiderio in fretta, ma André voleva che tutto fosse sempre perfetto, amava godere con e della sua donna a lungo, e non che tutto diventasse qualcosa di bestiale e rapido, come raccontavano a volte insoddisfatti i suoi compagni d’armi.

“Qui c’è dell’acqua se vuoi rinfrescarti”, disse Oscar guardando André con amore, desiderio e tenerezza.

“Grazie, Oscar”, disse lui e fece per slacciarsi la giubba.

“Ti aiuto io?”, chiese lei avvicinandosi. André deglutì, non voleva che Oscar si accorgesse subito del suo desiderio, ma la tentazione di sentirla vicino a sé era davvero troppo forte.

“Va bene”, disse lui e si abbandonò alle mani di Oscar che gli slacciarono gli alamari della giacca, sentendo la pelle di lei che toccava i suoi abiti.

“Sono un po’ ruvidi i miei abiti, vero?”, disse stringendo Oscar, in modo che i suoi seni sfiorassero la sua giubba quasi aperta.

“Sopportabili, perché ci sei tu dentro”, disse lei e poi continuò a slacciargli l’indumento, finché non lo fece cadere a terra.

Passò alla camicia, accarezzandogli la pelle attraverso la stoffa, quella non era ruvida, e quando gliela aprì si rifugiò contro il suo petto per baciarglielo: era sudato, ma sapeva di buono.

André si irrigidì e Oscar capì quanto la desiderasse e capì anche il suo imbarazzo.

Si allontanò per un attimo da lui, si chinò a slacciargli gli stivali e poi in uno slancio di audacia gli sbottonò le brache.

André la strinse convulsamente, cercò di istinto una poltrona che c’era lì vicino e cadde lì sopra con Oscar, amandola con passione, sfamando il suo desiderio, non cieco, perché anche lei contraccambiava, mormorando:

“Il mio André, tu sei per sempre il mio André.”

Scemata la passione, più forte del caldo, si ritrovarono abbracciati e sudati. Il caldo non era passato, forse era peggiorato per loro, ma Oscar non poteva fare a meno ormai di André.

“Adesso possiamo darci una rinfrescata”, disse André, e con Oscar, si avvicinò alla tinozza, dove presero l’acqua con una spugna spruzzandosela addosso a vicenda, come quando erano bambini e giocavano nel lago o nella fontana di palazzo Jarjayes.

“Durerà ancora tanto questo caldo?”, disse Oscar dopo, di nuovo sudata, cullata tra le braccia di André.

“Jerome dice che il suo callo gli fa male, e quando il callo fa male il tempo sta per cambiare”, disse André baciando la fronte ad Oscar, “e lui non sbaglia mai.”

“Sono di nuovo accaldata”, disse Oscar.

“Ce la siamo voluta, mi sa”, rispose André. Anche se faceva caldo e il contatto con qualunque altra cosa creava calore, non avrebbe mai rinunciato ad avere Oscar tra le sue braccia.

Fuori dalla finestra, nel buio della notte d’estate, le nubi avevano iniziato a coprire il cielo, e dopo poco lampi, tuoni e pioggia, tanta pioggia, annunciò che Jerome aveva ragione e il caldo era finito, portando una leggera brezza che entrò anche vicino alla branda dove Oscar e André dormivano vinti dal calore e dalla stanchezza, portando refrigerio nei loro sogni insieme.

 

 

  
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