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Autore: EuphemiaMorrigan    05/09/2023    1 recensioni
Gintaka | Canonverse | Post!Finale
(Quarta OS della raccolta, è preferibile leggere le precedenti prima)
《Sei coraggioso, nano》 ribadì sfacciato, 《ma ti ricordo che sei in libertà solo grazie alla generosità di Kondo-san e della Shinsengumi》.
《Quindi questa la chiami libertà?》 indicò Gintoki lì accanto con un gesto plateale.
L'uomo ampliò il sorriso, poi lo scimmiottò sadico: 《I tuoi pessimi gusti in fatto di uomini non sono un mio problema, bastardo》.
Oh, sì, lo avrebbe ucciso. Al diavolo la grazia concessa da quei porci e vada a farsi fottere l'idiota cotonato che a momenti si apriva un pacchetto di popcorn mentre li guardava abbaiarsi addosso. Shinsuke avrebbe squarciato il petto di Hijikata Toshirou e dopo strozzato con le sue stesse budella.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Okita Sogo, Takasugi Shinsuke, Toushiro Hijikata
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quando non ti piace il canon, cambialo '
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Se sei facilmente suggestionabile non andare al cinema a guardare film horror.


Takasugi, in quel preciso momento, stava dando fondo ad ogni briciola esistente della propria pazienza, notoriamente molto poca di natura. Appoggiato alla scrivania della Yorozuya, le braccia incrociate al torace, faticava a mantenersi calmo ed evitare di sgozzare prima lo scemo che gli tremava al fianco e si aggrappava all'orlo del suo kimono come un bambino smarrito, poi quella caricatura di poliziotto già alla ventesima sigaretta accesa con dita tremule.
Entrambi spostavano lo sguardo da lui alla porta d'ingresso, sobbalzando ad ogni rumore, quasi si aspettassero l'arrivo di qualcuno da un momento all'altro. Ed Hedoro era in vacanza dalla sua famiglia, quindi non poteva essere il fioraio a spaventarli così tanto.
《Gintoki,》 chiamò con voce cupa, dopo dieci minuti di balbettii incoerenti, 《per quale ragione il vice comandante della Shinsengumi è nel nostro appartamento ad appestare l'aria col suo tabacco scadente?》.
Era insolito fosse lì. Non che non si ritrovasse quei tizi spesso fra i piedi, vista la geniale idea di Kondo e Tae di mettere su un allevamento di gorilla – Shinpachi si ostinava a chiamarli bambini –, per sua sfortuna le occasioni d'incontro non mancavano di certo. Ma le visite di controllo erano diminuite, fino a scomparire del tutto, da diverso tempo.
La Shinsengumi pareva fidarsi del fatto Takasugi non avesse più brutte intenzioni, né sarebbe scappato da Kabuki-cho.
Sul rimanere potevano forse aver ragione, aveva trovato un buon supermercato con la sua marca preferita di yakult, sulle intenzioni... quella sera non lo stavano aiutando a mantenere i buoni propositi.
《I-i-i-i-i-i-i-i-》 Gintoki batté i denti, a malapena riuscì a mettere insieme quel suono stridulo.
Lo sgridò, disgustato: 《Quanto hai bevuto? Nemmeno riesci a parlare》.
《N-non ho be-be-bevuto》 faticò a rispondergli; tremò come una foglia e nascose la faccia nell'incavo del suo collo, con le braccia quasi lo stritolò.
In un gesto meccanico Shinsuke carezzò la zazzera spettinata, poi si rivolse all'altro: 《Avrò delle spiegazioni o dobbiamo rimanere così tutta la notte?》.
《Noi... a-abbiamo...》 la voce incerta di Hijikata gli fece alzare l'occhio al cielo, consapevole dell'idiozia che avrebbe detto, prima ancora di sentirla. 《A-abbiamo vi visto un... fa-fa-fa-fanta-》.
《Sì, ho capito, un fantasma》 lo interruppe, con un gesto stizzito della mano. Stupido lui che, per un attimo, aveva creduto fosse successo qualcosa di grave.
L'uomo trasalì e aspirò un'altra boccata di fumo, mentre Gintoki aveva alzato il capo e, con occhi grandi e spiritati, premette un dito sulle labbra di Shinsuke. 《Sssh, non lo dire》.
《Hai quasi trentacinque anni》 mormorò, afflitto.
《Era davvero spaventoso!》.
《Va bene, va bene, e dove avete visto questo spettro?》.
Seppur lontani notò il pomo d'Adamo del poliziotto incagliarsi in gola, intanto che si accendeva un'altra sigaretta, 《Era appena finito il mio turno di pattuglia quando ho incontrato Shiroyasha fuori dal Pachinko e-》.
《Fermo! Fuori dal Pachinko?》.
Lui annuì, bianco come un cadavere.
《Maledetto bastardo!》 ringhiò Shinsuke, afferrando i capelli d'argento 《Se hai finito di nuovo i nostri soldi ti faccio dormire nella scatola di cartone di Madao!》 continuò ad inveirgli contro fin quando gli occhi lacrimosi e ancora terrorizzati non lo impietosirono; seccato mollò la presa e aggiunse: 《Non credere di cavartela così, ne parleremo dopo che avrai smesso di fare il bambino》.
《Ehm,》 Hijikata tossicchiò per attirare la sua attenzione 《credo fosse appena arrivato》.
《Stai provando a difenderlo?》 lo fulminò con uno sguardo glaciale.
《No, no, era solo per dire...》.
Shinsuke trattenne l'ennesima imprecazione della giornata. Quei due deficienti erano così simili che, alle volte, si domandava se non fosse il caso di costringerli a fare un test del dna per scongiurare qualsiasi strana parentela.
《Continua》 lo spronò duro. Gintoki ancora chiuso in quell'anomalo silenzio.
《Certo... sì, allora, dopo averlo visto gli ho chiesto se il criminale vivesse ancora con lui》 lanciò un'occhiata eloquente ad entrambi, 《e mi pare la risposta sia ovvia...》.
《Che grande capacità di osservazione, vi insegnano questo ai corsi per diventare cani del governo?》 rimbeccò, sagace.
《Ero solo sorpreso non gli avessi ancora mangiato la testa durante l'accoppiamento》.
《Non digerirei i suoi capelli》.
Gintoki, sentendosi chiamato in causa, disse mentre si grattava un orecchio: 《Ohi, Toshi, non sapevo fossi omofobo, era nel kit progettazione bastardi?》.
《Imbecille, non me ne frega nulla da chi te lo fai mettere nel culo!》.
《Eeh?! Fino a prova contraria sono io che glielo metto in cu-》.
《Falla finita!》 lo bloccò Shinsuke, esasperato, 《Il fantasma, parlate del maledetto fantasma! O giuro che vi ammazzo!》.
Hijikata sbuffò risentito, poi riprese il suo racconto, 《Dopo i convenevoli,》 e probabilmente si riferiva a qualche stupido bisticcio 《abbiamo discusso sull'importanza di integrare la maionese tre volte al giorno per una dieta equilibrata, allora-》.
《Non frega a nessuno della tua maionese, mangia merda!》 gracchiò Gintoki, man mano pareva essere tornato in sé, per sfortuna dei timpani di Takasugi.
《Stai zitto, cagasotto!》.
《Sei tu che cercavi la mamma!》.
Shinsuke si passò una mano sul viso, 《Smettetela di litigare come due bambine all'asilo che si sono rubate la Barbie, non vi sopporto》.
《Quel mostro ha detto che la maionese fa schifo!》.
《E ha ragione!》 sbottò, pentendosi immediatamente quando sentì Gintoki gongolare vicino a lui, nemmeno gli avesse fatto una dichiarazione d'amore in pubblico.
Hijikata non riuscì a trattenere un grido sconvolto, poi gli si avvicinò con gambe tremolanti; ora faccia a faccia col demone della Shinsengumi disprezzò il dover alzare il mento per contrastarlo, ed eventualmente sputargli addosso.
《Cosa hai detto, nanetto?》.
Shinsuke sfiorò l'elsa della spada, minaccioso, 《I tuoi pessimi gusti in fatto di cibo non sono un mio problema, bastardo》.
Hijikata massaggiò il retro del collo, la palpebra dell'occhio destro si contrasse per il nervoso, 《Sei coraggioso, nano》 ribadì sfacciato, 《ma ti ricordo che sei in libertà solo grazie alla generosità di Kondo-san e della Shinsengumi》.
《Quindi questa la chiami libertà?》 indicò Gintoki lì accanto con un gesto plateale.
L'uomo ampliò il sorriso, poi lo scimmiottò sadico: 《I tuoi pessimi gusti in fatto di uomini non sono un mio problema, bastardo》.
Oh, sì, lo avrebbe ucciso. Al diavolo la grazia concessa da quei porci e vada a farsi fottere l'idiota cotonato che a momenti si apriva un pacchetto di popcorn mentre li guardava abbaiarsi addosso. Shinsuke avrebbe squarciato il petto di Hijikata Toshirou e dopo strozzato con le sue stesse budella.
《Punto 300 yen su Toshi! Scusa, Shin, ma lui è più alto!》.
Come fosse impossessato da un demone, Takasugi si voltò in direzione dell'altro imbecille, il suo unico occhio pulsava, probabilmente iniettato di sangue, 《Ripetilo se hai il coraggio》.
Gintoki strillò e fece un salto all'indietro, 《Ah, è lui! Lo spettro assassino! Ha preso possesso del corpo di Takasugi, presto Toshi esorcizzalo tu mentre scappo!》.
《Mi hai preso per un monaco?!》 gridò di rimando Hijikata, appiattendosi contro la parete, 《È il tuo fidanzato, o qualsiasi stronzata ci sia fra voi due, ammazzalo tu!》.
《Non posso! Ha la faccia di Shinsuke!》.
《E mettigli un sacchetto in testa!》.
Shinsuke spostò lo sguardo da l'uno all'altro un paio di volte, mancava poco Hijikata si mettesse a grattare il muro con le unghie per fuggire, nel frattempo Gintoki aveva afferrato una lampada e puntata verso di lui.
《Voi due...》 mormorò cupo 《fuori da casa mia》.
La faccia di Gintoki fece capolino da dietro la lampadina accesa, 《In realtà questa è casa mi-》.
《Ho detto fuori!》.
Improvvisamente la porta d'ingresso scricchiolò, facendo ammutolire i tre uomini. Takasugi stava per domandare chi fosse l'ennesimo disturbatore della serata, ma venne preceduto da un isterico Hijikata che, estraendo la propria spada dal fodero, balbettò: 《I-il fanta-fantasma... c-ci ha seguiti》.
《Oddio...》 mugolò Takasugi, non ce la faceva più.
Gintoki guaì, gli strinse il braccio e lo guardò in lacrime, 《Ho dubitato della mia dolce metà, perdonami》.
《Ma vaffanculo!》.
《Non voglio morire con questo rimpianto!》.
《Non voglio morire assieme a voi due!》 esclamò il poliziotto.
I passi lenti di qualcuno si fecero strada lungo il corridoio buio e il rumore dell'interruttore della luce che s'accendeva fece quasi trasalire persino Takasugi, che poi bestemmiò a bassa voce. Alla fine lo avevano contagiato.
《Ginchaaan!》 la voce di Kagura ruppe il silenzio, 《In strada si sentono le vostre urla, hai fatto di nuovo arrabbiare okaachan?》 domandò innocente, intanto sgranocchiava un'alga kombu e trasportava fra le braccia un intero bollitore di riso, rubato quasi di sicuro alla vecchia Otose.
Shinsuke strattonò la piattola ancora appiccicata al suo fianco e andò a sedersi sulla poltrona, talmente snervato da faticare a reggersi in piedi.
Non ricevendo risposta, Kagura gli si avvicinò. 《Come mai c'è Toshi? È venuto ad arrestarti?》.
《No, è venuto a giocare con Gintoki》 disse, posò la mano sotto al mento e tornò ad osservare gli idioti, ancora catatonici, mentre cercavano di riattivare il cervello e capire cos'era appena successo. Cosa complessa, dato che non ne possedevano metà in due.
《I bambini quando giocano sono molto rumorosi, aru》 commentò lei.
Anche troppo, si ritrovò a pensare, divertito.
La paralisi che li aveva colpiti finì poco dopo, e Gintoki provò a gettarglisi addosso, 《Shinsuke, siamo vivi!》.
Lo bloccò, sollevando una gamba per schiacciargli la faccia, 《Non c'è mai stato nessun fantasma, cretino》.
《Ma al cinema... noi...》 parlò incoerente, Hijikata.
《Al cinema?》.
Kagura, seduta sul divano a gambe incrociate e una grossa ciotola colma di riso e uovo fra le mani, spiegò a bocca piena: 《È uscito il terzo capitolo del killer di Kabuki-cho! Quel film sui fantasmi zombi che mangiano il cervello delle persone》.
《Un film?》 ripeté Shinsuke, non sembrava in grado di dire altro.
《Era una prova di coraggio...》 pigolò Gintoki, forse aveva avuto la decenza di vergognarsi.
Hijikata voltò il viso, un ombra di rossore sulle guance, 《Io sono rimasto al cinema più di lui però!》.
《Solo perché ti sei incastrato nella poltrona!》.
《Mi hai strattonato mentre scappavi, pezzo di merda!》.
Shinsuke scoppiò a ridere isterico, li vide sbiancare di nuovo terrorizzati, da lui questa volta; si calmò solo dopo qualche minuto e affermò con un sorriso: 《Vi ammazzerò entrambi, statene certi》.
《Yo, ragazzi! Sono qui per una segnalazione di violenza domestica》 giunse una voce conosciuta dall'ingresso. Shinsuke si rese conto che era proprio il momento di cambiare serratura quando, Okita Sougo, le mani in tasca e un'andatura rilassata, li raggiunse nel piccolo salone dalla Yorozuya.
《Hijikata, ma allora eri qui》 disse, facendo qualche passo verso di lui.
《Sougo...》 mormorò il vice comandante, ci mancava poco si mettesse a piangere dal sollievo.
《Ti ho cercato ovunque, invece stavi giocando con il tuo amichetto》 sollevò le spalle, poi aggiunse: 《volevo chiederti se mi accompagnavi al cinema, sai quelle cose che fanno le coppiette, è uscito un film che mi interessa》.
《C-come al cinema?》 domandò con un groppo in gola.
Okita inclinò il collo, non c'era nulla di rassicurante nella sua espressione innocente, 《Non mi dirai mica di no, vero Toshirou?》.
Takasugi accese il kiseru, nettamente più rilassato. Ne avrebbe dovuto uccidere solo uno di idiota.

   
 
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