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Autore: elenabastet    06/09/2023    2 recensioni
Una diversa versione di una certa notte di luglio, dove le cose sono andate in maniera non come sappiamo per il reggimento dei Soldati della Guardia.
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LA PARTITA A CARTE

 

Rating: what if, amore, dramma, Storia

Fandom: Lady Oscar.

Note: una certa notte di luglio raccontata se le cose fossero andate diversamente.

 

“Dai, Alain, ti va una partita a carte?”, disse Philippe Roussel, tirando fuori i due inseparabili mazzi con cui girava sempre.

“No, stasera proprio non ne ho voglia”, rispose Alain. Troppo caldo, troppi spari, troppi morti, troppo sangue.

Poi si guardò attorno e disse:

“Dov’è la nostra comandante?”

“Credo sia fuori dalla chiesa dove hanno ricomposto i nostri compagni”, rispose Pierre Hulin.

“E non è sola”, disse Jerome Mercier, beccandosi un’occhiataccia da Alain.

“Allora vado da lei, anche se non ci sono più scontri è meglio restare uniti”, disse Alain, pensandolo davvero. Qualche cecchino o qualche cane sciolto legato ai reggimenti nemici che cercava magari per vendetta i Soldati della Guardia ribelli poteva esserci sempre.

Ma mentre andava verso la chiesetta, si diede dell’imbecille, perché andava a disturbarli, nel primo momento solo per loro che avevano dopo quella giornata convulsa. D’altro canto, non voleva perdere anche loro due, soprattutto loro due, dopo i caduti di quel giorno e dopo tutto quello che era successo.

Si avvicinò piano, senza far rumore, e li vide, seduti sui gradini, vicinissimi, abbracciati, una cosa sola in quella calda serata. Sembravano appisolati, solo ad un tratto la mano di André accarezzò i capelli biondi di Oscar e lei mormorò qualcosa.

Alain sentì davvero come se stesse per disturbare un momento solo per loro, anche se non stavano facendo niente di appassionato e audace, ma non poteva lasciarli soli, per cui si avvicinò, finché André non sentì i suoi passi e lo notò.

“Ah, ciao Alain.”

“André… comandante!”, disse Alain, scattando sull’attenti.

“Riposo, Alain”, mormorò Oscar.

“Gli altri si sono radunati e stanno giocando a carte. Ci hanno portato qualcosa da mangiare, se volete, forse è meglio se stiamo insieme, sapete, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.”

“Hai ragione, adesso veniamo da voi”, disse Oscar alzandosi con decisione, mentre André non si staccava da lei.

“Poi se volete stare un po’ in pace c’è il retro di un caffè a due passi da dove siamo noi”, disse Alain, sperando che non fosse già diventato in poco tempo il luogo di incontri più o meno leciti e libertini di chi voleva scaricare la tensione della giornata, ricordandosi di vivere dopo tanto sangue e tante morti in uno dei modi più semplici e audaci.

“D’accordo”, disse André, stringendo il braccio ad Oscar e avviandosi con lei.

“Oh comandante, che bello vedervi”, disse Jerome, rendendosi conto che stava giocando a carte con i suoi compagni, non certo una cosa edificante.

“Restiamo insieme, allora”, disse Oscar sedendosi vicino a quelli che ormai considerava degli amici, quasi una famiglia, con il suo André.

“Sono diversi anni che non gioco a carte”, disse André, “ti ricordi quando eravamo ragazzi quante vole lo abbiamo fatto? Era il nostro passatempo preferito quando fuori faceva brutto e non potevamo andare a cavallo o ad allenarci con la spada e la pistola.”

“Oh sì”, disse Oscar, sorridendo, “ci divertivamo, anche se la più brava di noi era Rosalie. La moglie di Bernard Chatelet”, aggiunse.

“Anche tua nipote Loulou era bella tosta, pur essendo poco più che una bambina. Ma loro sono arrivate dopo, il bello era quando eravamo più giovani, poco più che bambini, e scoprimmo quanto erano divertenti le carte mentre fuori pioveva o nevicava”, ricordò André.

“Se volete non giochiamo a soldi”, disse Pierre e Alain annuì.

“André, come era già quel gioco che ci insegnò quel marinaio italiano che incontrammo una volta in Normandia, da ragazzi appunto? Si chiamava Macchiavelli, mi sembra.”

“Me lo ricordo, era bello, ci vanno due mazzi e poi pian piano ve lo spieghiamo, che ne dite?”

“Ma forse ho già sentito qualcosa di simile”, disse Alain, “anch’io da un italiano ad una fiera al Pont Neuf mi sembra...”

Nell’ora successiva dimenticarono la giornata di sangue e di fuoco che avevano appena vissuto, cercando di concentrarsi su un gioco appassionante. Vinse Pierre Hulin, finendo di sistemare per primo le sue carte. Poi, iniziò a scendere qualche goccia di pioggia.

“Forse è il caso che andiamo a dormire, sapete, c’è anche un magazzino di stoffe qui vicino dove si può stare tranquilli”, disse Alain serio, mentre Jerome e Pierre soffocarono una risatina non certo irriverente, ma che al loro compagno non sarebbe piaciuta.

“Va bene”, dissero all’unisono Oscar e André.

Poi Oscar prese da parte Alain e gli disse:

“Grazie di tutto. Domani combatteremo ancora insieme, ma sarà per l’ultima volta, comunque vada. Cercherò con tutti i mezzi che avrò a disposizione di fare in modo che nessuno di voi sia accusato di diserzione, a qualsiasi costo.”

“Certo, comandante. Grazie a voi, ci mancherete.”

“Anche voi, tutti voi, ma domani saremo ancora insieme”, disse Oscar guardando André. Si ritirarono poi nel magazzino delle stoffe, perché il retro del caffè era ormai occupato.

 

Alain si sedette in un angolo, mentre i suoi compagni cercavano di dormire e guardò quei due mazzi di carte, sentendo un groppo in gola. Ce l’avrebbero fatta, sarebbero sopravvissuti anche al giorno successivo e capiva il desiderio della sua comandante di ritirarsi con il suo André. Ma senza di loro sarebbe stata durissima andare avanti.

Un paio di ore dopo, arrivò la notizia che si era deciso di attaccare la Bastiglia, perché su ordine del suo comandante aveva puntato i cannoni su Parigi, pronta a distruggerla. Alain posò i due mazzi di carte con cui si era messo a fare un solitario, dicendo a se stesso:

“Ci saranno altre partite, con tutti noi.” Poi avvisò tutti, anche Oscar e André, su cosa bisognava fare quando fosse tornato il sole, a breve in quella breve notte d’estate.

E così fu, dopo che ebbero fatto la Storia quel 14 luglio.

 

  
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