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Autore: Risa Lily Angelie    08/09/2023    0 recensioni
L'assassino sbatté le palpebre un paio di volte, mettendo a fuoco la figura della ragazza. «Ah, vedo che contrariamente alle aspettative sono davvero finito tra le braccia del Creatore, alla fine...»
Celeste accennò un sorriso e distolse lo sguardo per un secondo o due, puntandolo verso le fasciature pensando che sì, forse dovrebbe cambiargliele... o forse per nascondere un accenno di rossore che l'era comparso sulle gote chiare. In ogni caso, ben presto tornò a fronteggiare lo sguardo dell'elfo. «Spiacente di deluderti, niente braccia del Creatore. Sei all'accampamento.»
***
[Dragon Age: Origins] [Warden f!Amell x Zevran]
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Custode, Wynne, Zevran Arainai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I am your man, without reservation...
this is what I swear.



 
«Dovreste andare a riposare, cara. Abbiamo fatto quel che dovevamo ed è fuori pericolo, ha solo bisogno di riprendere le forze.»
«Sì, lo so. Resto solo un altro po'.»
«Mi auguro sia davvero così. La stanchezza non aiuta la vostra missione.»
«Vi ringrazio per la premura ma so quello che faccio, Wynne.»
La donna più anziana rivolse un'occhiata alla più giovane, poi tirò su le sopracciglia in segno di resa e, recuperato il proprio bastone, uscì dalla tenda.
Celeste sospirò. Non l'aveva detto all'altra maga – a nessuno, in realtà – ma non poteva fare a meno di sentirsi almeno un po' in colpa per l'accaduto; erano stati attaccati da dei banditi giusto poche ore addietro. Nel clamore della battaglia, Celeste era rimasta priva di una spalla che potesse coprirla durante il suo lancio degli incantesimi, e questo aveva fatto sì che il capo dei banditi la puntasse. Le era ormai col fiato sul collo, lei aveva terminato la propria scorta di mana e non riusciva più ad evocare nemmeno una fiammella, ed era stato in questo frangente che era spuntato Zevran alle spalle dell'uomo; Celeste l'aveva visto sgranare gli occhi, inginocchiarsi e poi cadere riverso a terra prima di riconoscere la figura dell'assassino, in piedi di fronte a lei con un sorrisetto trionfio. Aveva anche schiuso le labbra per dire qualcosa, ma ben presto si era trovato a fare una smorfia dolorante e seguire il cadavere a terra. «Zevran!» strillò Celeste; la freccia l'aveva colpito allo sterno e l'arciere che l'aveva scoccata era stato subito dopo messo fuori gioco abilmente da un'altra freccia, stavolta di Leliana, sancendo così la fine del combattimento. Celeste aveva così stabilito: «Non può muoversi in queste condizioni. Stanotte ci accampiamo qui.»
Nessuno ebbe granché da ridire. Anche perché l'elfo di Antiva non era l'unico rimasto ferito: Sten aveva un vistoso squarcio sul braccio ed Alistair era stato colpito alla gamba. Così, mentre Morrigan preparava la cena (cosa che nessuno aveva osato commentare onde evitare che la strega cambiasse idea e li lasciasse morire di fame) e Shale commentava qualcosa al riguardo di quanto fossero mosce le creature di carne, Wynne e Celeste si occupavano dei feriti: la Custode era piuttosto versata negli incantesimi di cura, sebbene non ai livelli dell'incantatrice anziana, così seguiva meticolosamente le indicazioni che le venivano fornite. Mano a mano, i due feriti lievi erano stati allontanati da quella che era stata adibita a “zona infermeria” ed era ormai notte fonda quando anche Wynne aveva suggerito a Celeste di scostarsi dal capezzale di Zevran. Il quale, giusto perché ne stiamo parlando, stava iniziando a riprendere conoscenza solo adesso. L'assassino sbatté le palpebre un paio di volte, mettendo a fuoco la figura della ragazza. «Ah, vedo che contrariamente alle aspettative sono davvero finito tra le braccia del Creatore, alla fine...» 
Celeste accennò un sorriso e distolse lo sguardo per un secondo o due, puntandolo verso le fasciature pensando che sì, forse dovrebbe cambiargliele... o forse per nascondere un accenno di rossore che l'era comparso sulle gote chiare. In ogni caso, ben presto tornò a fronteggiare lo sguardo dell'elfo. «Spiacente di deluderti, niente braccia del Creatore. Sei all'accampamento.»
«Oh? Quindi non sei una qualche creatura divina?»
«Temo di no. Sono solo io.»
«Se fossi in te toglierei quel “solo”, mia cara. Oltre alla tua sconvolgente bellezza, sei il Custode Grigio destinato a salvarci tutti dal Flagello, dopotutto...»
Ignorò a piè pari il commento sulla sua “sconvolgente bellezza”. Disse, invece: «Se riesci a tirarti su ti cambio le fasciature.»
«Così puoi vedere il tuo bel Zevran a torso nudo, eh? Come siamo sfacciate, stasera...»
Sorprendente l'abilità di quel ragazzo di flirtare persino in momenti come quello. Amell schiarì la voce nel modo più naturale possibile, con le gote che prendevano più colore. «Non era quello che...!» iniziò a dire, provocando in Zevran una risata che scemò presto in un «Ouch» di dolore.
«Ti fa male?»
Lui scrollò le spalle, decidendo fosse il momento adatto per tirarsi su. Ci riuscì con l'intervento di Celeste che, mentre iniziava a togliergli le fasciature usate, finalmente decise di dire: «Scusami.»
«Oh? E per quale motivo pensi di dovermi delle scuse?»
«Perché ti ho distratto.» spiegò lei, con lentezza e la fronte aggrottata, gli occhi sulla ferita che andava a scoprire. «Non ti saresti preso così facilmente quella freccia se non fossi stato impegnato a salvarmi.»
Zevran allungò una mano per interrompere i movimenti di Celeste, gesto che portò la maga a tirar su lo sguardo su di lui. «Ricordi cosa ti ho detto quando ci siamo conosciuti?»
Oh... cielo. Ne ha dette così tante, mentre cercava di interrogarlo, quella volta! Il che non era stato un vero e proprio problema, in realtà: non capita tutti i giorni di poter scambiare quattro chiacchiere con un assassino inviato appositamente per farti fuori, o no? «Ricordo che la vera impresa fosse riuscire a farti stare zitto.»
«Quello è molto facile, mia cara Custode, vuoi che ti faccia vedere come?» Giusto il tempo di vedere le gote della giovane arrossarsi una nuova volta, dopodiché lui  continuò: «Ti ho giurato fedeltà. Sono il tuo uomo. Se hai bisogno di aiuto, io sono lì.»
Già... già. Se lo ricordava, Celeste. Solo che non l'aveva presa come un'affermazione letterale.
Rammentò lo scetticismo di Alistair verso la sua decisione di accogliere l'elfo nel loro gruppo, la diffidenza generale... e, non lo negava a se stessa, anche la sua. Tuttavia non si poteva ignorare che Zevran avesse tolto ogni dubbio possibile sulla sua persona, specialmente in quel momento. Almeno per lei, certo. «Quindi... sei il mio uomo.»
«In battaglia, certo. A letto? Quello dipende da te.»
Le guance della povera Celeste, a questo punto, imploravano pietà. Zevran le teneva ancora la mano e lei la percepì tanto bruciante da sentire la necessità di scostarla di colpo. Il gesto non sfuggì a quest'ultimo, quindi domandò: «Ti metto a disagio?»
«Sì. No. Cioè...» La maga sospirò, un poco frustrata. «Voglio dire, fai così con tutti? Guardi tutti in questo modo?»
«Non tutti, ovviamente. Ma te? Non vedo perché non dovrei; scommetto che sei abituata alle occhiate dagli uomini... e anche dalle altre donne.» Una breve pausa, il tempo che Zevran assumesse un'espressione più seria: «Preferisci che smetta? Puoi dirmelo. Non voglio metterti in alcun modo a disagio.»
Una gran bella domanda. C'era una parte di lei, più razionale, che premeva affinché rispondesse di sì; non era mai stata molto pratica nel flirt, o almeno di quel tipo così sfacciato!, e c'era qualcosa in Zevran che le faceva formicolare la pelle in un modo quasi insopportabile. Il che era pericoloso; non sempre seguire gli impulsi è la cosa migliore. Una regola d'oro, specialmente per una maga in un Circolo. Tuttavia... tuttavia c'era anche un'altra parte di lei, no? E sarà che era buio, sarà che l'elfo si era letteralmente preso una freccia per lei (e le aveva anche salvato la vita), sarà che aveva la consapevolezza che in effetti non era più una maga rinchiusa in un Circolo, fatto sta che fu quella a vincere: «No.» Decise di riprendere a sistemare la fasciatura pulita sulla ferita dell'elfo. Aveva la necessità di far qualcosa mentre, a voce più bassa, aggiunse: «Non è... disagio.» ammise. Già, già. Quel formicolio e tutto il resto non lo classificherebbe esattamente in quel modo. Il che rendeva quella conversazione terribilmente imbarazzante, per lei.
«Ah, no? Buono a sapersi. Dovrò impegnarmi di più.»
«Sì, mmh... è che non sono... molto pratica in queste cose.»
«L'ho notato.
» ribatté lui, privo di qualsivoglia ironia nel tono. «Ma non preoccuparti, mia cara, a quello c'è rimedio.» ... però con un po' di malizia, sì.
«Immagino.»
«Potresti fare più che immaginare, lo sai.»
Ecco qua. Ora non poteva più lamentarsi: se l'era cercata. Era ufficiale. Ciò non le impedì di arrossire vistosamente (di nuovo) e di allontanare ancora le mani da lui, ora che aveva terminato con la fasciatura. Dunque, risoluta, s'alzò in piedi ed affermò: «Io credo che andrò a dormire.»
«Da sola?»
«Non mi sembra tu sia nelle condizioni ottimali di suggerire il contrario.»
Zevran sbuffò una risata che si tramutò presto in una smorfia dolorante. «Un punto per te.»
«E poi la stanchezza non ci sarebbe di aiuto nella missione.» Ah, ora faceva tesoro delle parole di Wynne?
«Quindi in caso contrario progettavi di stancarmi, eh?»
Celeste era, ormai, divenuta più rossa dei propri stessi capelli (che erano d'un ramato piuttosto scuro). «Devi tornare in forze, quindi mangia la zuppa. Sarà diventata un po' fredda, ma l'ha cucinata Morrigan. Sono piuttosto sicura sia ancora come minimo commestibile.»
«Oh, che fortuna. Il pensiero di dover ingurgitare ancora brodaglia preparata dal buon Alistair non era troppo invitante.»
Ah, povero Alistair! Nonostante Celeste lo pensasse, era vero anche che fosse del tutto incapace a cucinare. Così scosse la testa, con un sorrisetto sulle labbra. «Buonanotte, Zevran.»
«Buonanotte, mia dolce Custode.»




 
***






non troppo tempo fa ho rispolverato origins e da lì mi sono follemente innamorata (di nuovo). di celeste, della storia, della romance con zevran che non avevo mai provato (essendo io sempre stata una bimba di quel tontolone [affectionate] di alistair). questa partita mi è rimasta così nel cuore che lei è diventata la mia custode canon e nulla, volevo esorcizzare la cosa scrivendo due righe su di lei... quindi ho ritirato fuori dal cilindro questo profilo VECCHISSIMO... ed eccoci qua :'' l'idea nello specifico di questa one-shot è nata perché zevran è l'unico companion che ha nelle tattiche predefinite l'azione di attaccare chiunque stia attaccando il custode, un po' come se fosse la sua guardia del corpo. mi è parsa una cosa così carina (e che ho anche notato varie volte nel gioco, infatti!, specialmente da una maga che per forza di cose è spesso più lontana dalla guerriglia a differenza delle altre classi) che volevo scriverci qualcosa al riguardo. e nulla, spero di non aver cannato il carattere di zevran (sono sempre terrorizzata all'idea di muovere personaggi canon...) gli altri appaiono a malapena quindi sono relativamente tranquilla (?) vabbè. la storia è tutta qui! ah, per le persone di cultura... sì, il titolo della one-shot è in willow di taylor swift ;) la trovo abbastanza calzante, non ho resistito!

ps: sì, ho colto l'occasione per inserire anche il dialogo che puoi avere con zevran circa l'essere guardatx da lui. non ho riportato fedelmente le linee di dialogo per... personalizzare un po'... ed ho fatto un mini mashup tra le risposte che puoi dare da donna e da uomo perché quelle di quest'ultimo erano più in character per celeste. baci!
   
 
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