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Autore: Nenottina    11/09/2023    0 recensioni
Questa è una raccolta di one shot incentrate sulla coppia Tsukishima x Yamaguchi.
Troverete dei brevi momenti di vita quotidiana, scollegati tra loro e non in ordine cronologico.
Era semplicemente giusto. Loro due, stremati dalla partita, seduti su quel pullman insieme, l’uno accanto all’altro. La stanchezza non gli stava certo facendo realizzare completamente la situazione in cui si trovava – l’unica consapevolezza del moro era proprio quella di non essere mai stato tanto appagato come in quel momento.
Attenzione: manga spoiler.
Lista capitoli spoiler:
- Capitolo 8: Prospettive future
- Capitolo 14: Sendai Frogs
- Capitolo 16: L'ultimo anno
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ryu Tanaka, il miglior Senpai che si potesse chiedere, era pronto a porgere i propri saluti al termine di quella lunga giornata di intensi allenamenti al club di pallavolo. Sembrava tutto preparato alla perfezione: erano quasi tutti pronti ad andarsene, perciò quell’ultimo commento sarebbe stato l’apice del suo successo come compagno più grande. O almeno, così credeva lui.
« Ragazzi, avete fatto un ottimo lavoro! A do- »
« A domani, ragazzi! » con un energico scatto, il giovane Nishinoya utilizzò le spalle del più alto come appoggio per compiere un grande salto, lasciando non solo il piccolo Hinata a bocca aperta, ma anche e soprattutto il coetaneo privo di qualsivoglia frase ad effetto.
« Siete così fighi anche dopo gli allenamenti! »
« Lo stavo per dire io…! Non rubarmi le battute, Noya! » lo schiacciatore, per ripicca, si mise ad arruffare i capelli del libero, iniziando così un piccolo battibecco bellamente ignorato dal resto della squadra.
« Per oggi riprendetevi, nei prossimi giorni ci aspetta ancora molto lavoro » concluse il capitano a quel punto, allacciandosi la felpa con aria soddisfatta prima di rivolgere un sorriso sincero ai più giovani, ancora particolarmente energici nonostante gli sforzi compiuti quel giorno. Di fatto, sembrava quasi che la maggior parte di loro avrebbe potuto continuare ancora per molto.
« Io vorrei rimanere ancora per un po’, se non è un problema » con l’asciugamano ancora tra le mani, la voce di Yamaguchi sovrastò per un attimo quelle dei compagni « Metterò a posto io » precisò subito dopo, rivolgendosi a Sawamura stesso in cerca di approvazione – come se il solo fatto di sistemare la palestra una volta terminato fosse davvero la carta che gli avrebbe permesso di continuare gli allenamenti da solo. La sua espressione non lasciava trapelare nessun tipo di agitazione o nervosismo, ma fu immediatamente chiaro a tutti che il moro era intenzionato a prendersi del tempo per perfezionare la battuta flottante su cui stava ormai lavorando da settimane.
Il più grande, a quel punto, esitò solamente qualche attimo prima di assentire ed inserire le chiavi nella serratura « Lascio qui le chiavi, allora. Ricordati di portarle domani, e non fare troppo tardi »
« Yamaguchi! Fammi rimanere con te! » Hinata non perse tempo a sfoderare il proprio entusiasmo, seguito a ruota dal libero della squadra, che non voleva essere da meno.
« Anch’io! Anch’io! »
« Voi due avete già corso abbastanza per oggi… » si intromise Kageyama, schietto come sempre, con un’espressione tanto scocciata sul viso quanto il suo tono era stato tagliente.
Yamaguchi si limitò ad osservare la scena con aria perplessa, non sapendo bene se accettare la loro proposta o meno. Molto probabilmente, per i due compagni sarebbe stata solo una perdita di tempo – allo stato attuale, il suo servizio colpiva la rete od usciva dal campo la quasi totalità delle volte, perciò, con la rete in mezzo, non era un esercizio adatto per allenarsi nella ricezione, tanto meno nelle schiacciate.
« Rimango io » rimasto in silenzio fino a quel momento, Tsukishima si limitò a posare la borsa ed a slacciare la felpa di modo da rimettersi in divisa, senza neanche aspettare che qualcuno acconsentisse. Anche lui era perfettamente consapevole dei limiti del moro, ed era proprio per quello che sapeva che, in quel momento, Hinata e Nishinoya non sarebbero stati d’aiuto – al contrario, si sarebbero spazientiti, forse senza darlo a vedere, e ciò avrebbe solo spinto Yamaguchi a fare più errori del necessario.
La spontaneità del gesto colse tutti alla sprovvista, battitore compreso, spingendo di conseguenza l’intera squadra a fissare il biondo come se nessuno credesse a ciò a cui aveva appena assistito. Di contro, Tsukishima non ci mise molto ad accorgersi della reazione dei propri compagni di squadra, ai suoi occhi decisamente eccessiva « Cosa avete da guardare? »
Lo sguardo tagliente del ragazzo con gli occhiali bastò perché tutti si riprendessero dalla sorpresa iniziale e si avviassero alla porta uno dopo l’altro, appena imbarazzati.
« Eh?! Perché tu sì e noi no?! »
« Hinata ha ragione, questo non è giusto! »
Le proteste di Hinata e Nishinoya, purtroppo per loro, non diedero i frutti sperati, perché a quel punto i due ragazzi vennero sistematicamente trascinati via, rispettivamente da Kageyama ed Azumane, senza lasciare a nessuno dei due il tempo di aggiungere altro.
« Buon allenamento! » concluse Tanaka con un largo sorriso, sollevando il pollice prima di chiudere la porta della palestra ormai semi vuota.
A quel punto, erano rimasti solo Yamaguchi e Tsukishima, il quale, come promesso, si rivolse finalmente all’amico prima di avviarsi verso la metà campo opposta « Prendi i palloni »
Tutto si era svolto talmente in fretta che, per qualche attimo, al più piccolo sembrò di essere rimasto in balia di quella strana veloce della coppia formata da Hinata e Kageyama.
« Sì! » la voce gli uscì istintivamente, ed il corpo stesso si mosse da solo in direzione del carrello contenente i palloni da pallavolo dopo aver abbandonato l’asciugamano sopra la propria borsa. Fu solo in un secondo momento che il moro realizzò completamente la situazione, cosa che lo spinse a fermarsi a metà strada per rivolgersi a Tsukishima con un largo sorriso « Grazie dell’aiuto, Tsukki! »
Di contro, l’interlocutore si limitò ad un gesto vago della mano mentre camminava, ancora voltato di spalle, per far capire al compagno che non era necessario perdere tempo con i ringraziamenti – per quanto, in fondo, gli avessero fatto piacere.
 
Qualche minuto più tardi, Yamaguchi aveva il carrello con i palloni sistemato poco lontano, ed una palla tra le mani, mentre il biondo si era posizionato al centro della metà campo opposta.
Improvvisamente, il nervosismo del più piccolo si fece decisamente più marcato. Sapeva che l’amico non si stava concentrando particolarmente sulla ricezione, perciò non poté proprio non sentirsi in colpa per avergli concesso di rimanere nonostante i limiti del suo speciale servizio. La battuta flottante avrebbe anche potuto non raggiungerlo mai, quella sera.
« Si vede la tensione da qui » commentò infatti il più grande dopo qualche attimo, suggerendo dunque all’altro, non troppo sottilmente, di calmarsi prima di battere.
Se Tsukishima avesse dovuto fare un’ipotesi, avrebbe immaginato che l’amico d’infanzia fosse nervoso perché avrebbe preferito non coinvolgerlo – ma era stato lui stesso ad offrirsi, proprio perché Yamaguchi doveva abituarsi anche ad avere degli avversari davanti su cui direzionare la palla. Insomma, avrebbe fatto bene a stemperare la tensione in qualche modo.
Dopo un attimo di esitazione, Yamaguchi strinse le labbra e chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo e concentrandosi per eseguire la battuta al meglio.
D’altronde, era solo un allenamento – pensarla in quel modo, per qualche motivo, ridimensionò l’intera situazione. Non doveva fare altro che colpire come aveva sempre fatto.
Riaperti gli occhi, lanciò in alto la palla e spiccò un salto, ma il colpo terminò esattamente sul nastro. Dall’altro lato del campo, Tsukishima per un attimo parve pronto a scattare, ma rinunciò nel momento in cui si rese conto che in ogni caso la palla non sarebbe arrivata dalla sua parte.
« Mi dispiace! » Yamaguchi si affrettò a portare una mano ben tesa davanti al viso in segno di scuse, per poi afferrare rapidamente un nuovo pallone, il cui lancio, tuttavia, ebbe il medesimo risultato, dato che colpì nuovamente il nastro della rete.
La terza ebbe una conclusione differente, ma altrettanto demoralizzante, poiché finì per superare la linea della fine del campo e portò Tsukishima a correre senza che fosse necessario.
Alla quinta battuta sbagliata, il moro finì dunque per buttare fuori un sospiro demoralizzato, prima di alzare la voce e rivolgersi all’amico dall’altra parte della rete « Forse è meglio che io prosegua da solo, Tsukki »
Nonostante la proposta, il più grande si limitò a tornare in posizione con la medesima serietà tenuta fino a quel momento « Fai silenzio e concentrati, non ce ne andremo finché non avrai battuto almeno dieci servizi buoni »
Nonostante l’apparente durezza di quelle parole, il commento non era stato fatto casualmente, e la stessa espressione del biondo non aveva nulla a che fare con il rimprovero. Tsukishima sapeva che l’amico poteva farcela, per quanto al momento necessitasse delle giuste condizioni. Doveva solamente guadagnare una maggiore fiducia in se stesso – il problema era che il ragazzo con gli occhiali non era minimamente in grado di supportarlo nel modo giusto come invece sapevano fare alcuni dei loro compagni di squadra e degli adulti che li circondavano.
Colto, ancora una volta, alla sprovvista, Yamaguchi si ritrovò a prendere automaticamente un nuovo pallone « Non è esattamente come mi aspettavo, ma… » giunto in posizione, strinse appena le labbra e puntò lo sguardo sulla palla per qualche secondo, dopo di che prese un respiro profondo e puntò il dito contro Tsukishima con decisione, come se fosse un effettivo avversario « … Farò dieci battute flottanti perfette! »
Non avrebbe sprecato l’occasione che il più grande gli stava dando per fare pratica.
Sul viso del biondo, a quel punto, si disegnò immediatamente un sogghigno soddisfatto « Fatti sotto, Yamaguchi! »
   
 
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