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Autore: Mari Lace    14/09/2023    2 recensioni
Matt e Nat parlano prima che gli Avengers partano alla ricerca delle gemme nel passato.
“Non dovresti essere qui, Matt.”
“Neanche tu, allora.”
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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man full of fear

L’uomo pieno di paura

 

“Non dovresti essere qui, Matt.”

“Neanche tu, allora.”

Natasha è brava ad apparire rilassata, a controllare le reazioni del suo corpo. Neanche lei può mascherare del tutto l’agitazione da chi può sentire il suo cuore, però – un cuore che ha accelerato il battito dal momento in cui ha notato la sua presenza.

“Negli ultimi cinque anni non ho desiderato altro che trovare un modo per riportare tutti indietro. Per rimediare ai miei errori.”

Matt scuote la testa. Potrebbe dirle che lo schiocco di Thanos non è colpa sua, come le ha già ripetuto mille e mille volte, ma non servirebbe. “Posso aiutarti a farlo.”

“No.” Natasha è tesa, come se il suo corpo si stesse preparando a un combattimento. “So cosa puoi fare, ma le gemme dell’infinito sono oltre le tue abilità.” Il suo cuore salta un battito, un cambiamento impercettibile che gli svela la bugia.

“Nat…”

“No, Matt.” Il tono di Natasha si fa gelido. “Mi hai sempre detto che il tuo posto è a Hell’s Kitchen, ad aiutare le persone in modo più diretto di quel che fanno gli Avengers. Quando hai provato a fare qualcosa più in grande hai lasciato che un grattacielo ti crollasse addosso. Adesso vuoi metterti a combattere alieni e gemme spaziali?” Una pausa. “Puoi essere l’uomo senza paura, ma questa missione non ti riguarda. Torna a casa.

Uomo senza paura: il Bulletin l’ha definito così, una volta. Nat dovrebbe sapere che non avrebbero potuto attribuirgli un titolo più sbagliato. “Molte cose mi fanno paura,” ribatte. “Ho paura di ciò che sono, di tutta la rabbia che mi si agita dentro. Ho paura di quel che sento, del dolore e le ingiustizie che accadono ogni secondo e che non sempre posso fermare. Ho paura che un giorno non riuscirò a trattenere i miei colpi e oltrepasserò il limite. E…” Si ferma per prendere aria; non si era accorto di star tremando. Apre e chiude i pugni. “Ho paura di perdere te, come ho perso tutte le persone a cui tenevo.” Si avvicina e le prende le mani, ignorando il sussulto di Natasha al contatto. “Ho paura che, se esco da questa stanza e ti lascio andare, non proverò mai più quello che provo adesso. Ho paura che sparirai dalla mia vita e dovrò vivere con la consapevolezza di avertelo lasciato fare. Sono qui perché sono spaventato a morte, Nat, e non ho intenzione di andarmene. Non senza di te.”

L’aria sa di sale. Matt solleva una mano e trova le lacrime di Natasha. Lei non dice niente, ma stringe la stretta sulla mano rimasta tra le sue.

Qualcuno si affaccia dalla porta – Barton. “Nat? È tutto pronto.”

Natasha lascia la presa per asciugarsi le guance. “Arrivo,” dice. Matt attende, incapace di aggiungere nient’altro. Lei inspira, trattiene il fiato, espira. Riprende il controllo di sé. “Non sarò sola,” aggiunge.








NdA
Storia scritta durante la serata di scrittura del 13/09 indetta sul forum Ferisce la penna.
Se vi va, fate un salto sul forum: abbiamo molte iniziative di scrittura in corso, tra cui gli Oscar della Penna!

Il titolo gioca sul soprannome di Daredevil nei fumetti, "L'uomo senza paura" (man without fear).

Mi gira in testa da mesi (quasi un anno ormai) l'idea per una storia sul Blip in Daredevil, con Natasha e Matt che si avvicinano in quei mesi. Ho anche un'idea per non far morire Natasha su Vormir, quindi prima o poi dovrò proprio mettermi a buttarla giù. Intanto, però, scrivo flash a riguardo qua e là. Spero che la storia vi sia piaciuta! 

Alla prossima,

Mari

  
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