Mercoledì


 

«Ma quanto è cresciuto! Incredibile come passi in fretta il tempo…»

Andromeda sorride a denti stretti. Sa già cosa sta per arrivare. Molly Weasley dice la stessa frase ogni mercoledì, giorno in cui impone la propria presenza per un tè settimanale di cui lei personalmente non ha mai sentito la necessità. Oggi non fa eccezione.

«È identico a Ninfadora,» gongola infatti, prendendo in braccio Teddy col piglio di chi non ha fatto altro nella vita. «È bello rivederla in lui, vero?»

Come ogni mercoledì, Andromeda annuisce. Sa che non dovrebbe prendersela. Sa che le intenzioni dietro quel commento sono buone. Sa che è solo un modo di Molly di dimostrarle solidarietà, da una madre privata del figlio a un’altra.
Saperlo, tuttavia, non spegne la rabbia che quelle parole le infiammano dentro.



Quando guarda Teddy, lei cerca sempre nel suo aspetto qualche traccia di Remus. A volte ci riesce – la fronte e le orecchie dichiarano senza mezzi termini la parentela, e c’è talvolta una intensità nel suo sguardo che ha visto solo in quello di Lupin – e allora si culla nella convinzione che crescendo diventerà uguale al padre e non somiglierà a lei, ma quell’illusione è sempre destinata a crollare: i capelli cambiano colore, o il naso muta di forma, o semplicemente sbadiglia, e allora Remus scompare e rimane solo lei. E ogni volta per Andromeda è come morire da capo.

È ricordarsi di quando ha scoperto che non avrebbe mai più rivisto gli sbadigli di Ninfadora, il suo naso, i suoi capelli. È l’urlo che ha soffocato a malapena quando ha scoperto che il destino non l’aveva punita abbastanza, togliendole Ted. È la schiacciante consapevolezza che Teddy è davvero identico a Ninfadora, e che crescerà e sorriderà e parlerà come lei e non sarà mai lei, e tutto ciò che ad Andromeda rimane di sua figlia è quel pallido riflesso.

È amare suo nipote con ogni fibra di sé e non poterlo nemmeno guardare, certe volte, da quanto male fa, e odiarsi per questo e voler urlare di smetterla di comportarsi tutti come se fosse una benedizione, quella di vedere Ninfadora ogni giorno e non poterla riabbracciare, come se fosse una degna compensazione per lo sterile dolore che si porta dentro a ogni istante che passa, come se dovesse esserne grata, come se bastasse, come se…



La signora Weasley fa una boccaccia e il bambino ride scompostamente. Andromeda si riscuote, forza un altro sorriso e torna ad ascoltare la sua visitatrice, una mano che gira il cucchiaino nel tè, l’altra nascosta sotto al tavolo che conficca le unghie nel palmo.
Come ogni mercoledì, soffoca la rabbia e va avanti.









...miss me? 👀
Salve! La flash che avete appena letto è stata scritta su prompt fornito da me medesima (tratto dall'opera che trovate qui: https://www.peachmgzn.com/anna-gurton-wachter) per la challenge "Chi l'ha Dixit?" indetta da Ciuscream sul forum di Ferisce la Penna. Se non lo conoscete passateci, è un posticino bellissimo dove l'ispirazione la fa da padrona!

"Ma Fera, non dovresti aggiornare le altre long che hai in corso invece di dedicarti a challenge?" SI', E' VERO, MA a mia discolpa ho avuto dei mesi pesantucci, nei quali ho comunque proseguito la stesura delle altre storie seppure a rilento e col poco tempo ed energie che avevo; perciò, qualora seguiste le mie due long in corso, sappiate che sono viva e che prima o poi aggiornerò.
(Se non le seguite, meglio per voi ù_ù)

Spero che questa breve flash vi sia piaciuta! Se avete commenti, critiche, insulti, barzellette, fatti strani o saluti che volete condividere con me, fate pure, altrimenti vi ringrazio comunque di aver letto. A presto!