“I
thought… We were the same.”
“In
some ways you are.”
Ritrovarsi
Morgana ha
sempre avuto
sogni incredibilmente vividi. A volte al risveglio le rimane solo una
sensazione – ansia paura gioia –,
altre è in grado di raccontare alle
amiche ogni dettaglio. È strano, le dicono loro: la maggior
parte delle persone
non ricorda ciò che sogna, e chi ricorda non porta con
sé dettagli su odori e
sapori. Morgana sorride e non dà peso alla cosa.
“Sono speciale,” risponde
soltanto, facendole ridere.
Speciale lo
è davvero,
Morgana lo comprende presto: il presente avviene già visto,
materializzando un
futuro conosciuto ma difficile da piegare, e il passato si manifesta
con abiti sfarzosi
e feste di corte, amicizie inganni magie.
I suoi sogni
sanno di
ricordi, Morgana lo accetta con una strana certezza. Ha momenti di
dubbio,
attimi in cui i balli e gli scontri con Artù sembrano
fantasie elaborate dal
cervello per distrarla da problemi ben più reali; ogni
dubbio cessa di esistere
quando inizia a frequentare l’università e stringe
la mano di uno studente
conosciuto in un’altra vita. A giudicare
dall’espressione sorpresa che si
affretta a nascondere, forse lui è speciale quanto lei.
“Pensi
mai di morire, Merlino?”
Lui
si blocca, sembra non riuscire a fare altro che fissarla.
C’è paura o colpa,
nei suoi occhi?
“Io
sì. Sei sempre tu a uccidermi.”
In una vita
passata, Morgana
si è fidata di Merlino. Lo ricorda bene: erano amici, hanno
combattuto fianco a
fianco. Lady e servitore, un’amicizia improbabile quanto
reale.
In una vita
passata, Merlino
ha avvelenato Morgana. Il dolore è chiaro nei ricordi che
popolano i suoi sogni,
un dolore dovuto al tradimento più che al veleno.
Nella vita
presente, Morgana
stringe le coperte tra i palmi mentre sogna di morire. A volte
è tra le braccia
di Merlino, altre lui la trafigge con una spada. La sua voce
c’è sempre, ed è
uguale a quella del compagno con cui studia in biblioteca.
Nella vita
presente, Morgana
non sa perché Merlino suoni tanto triste nei suoi sogni. “Sei
tu a
uccidermi!” vorrebbe gridargli, e a volte lo fa
svegliandosi. Alle
coinquiline preoccupate – e un po’ seccate
– mormora solo incubi, forzando
un sorriso di scuse. Una di loro le consiglia di provare a vedere uno
psicologo, una volta. “Parlarne potrebbe farti
bene.”
Non è
un brutto consiglio,
ma non è con uno sconosciuto che Morgana vuole parlare.
“Voglio
sapere perché.”
“Morgana…”
“Dimmi
la verità.”
Merlino esita
solo
all’inizio: man mano che prosegue il racconto le parole
sembrano venir fuori da
sé, e quando termina nel suo tono c’è
sollievo.
Morgana sa cosa
significa
avere un segreto che non si può condividere con gli altri, e
a orecchie esterne
probabilmente la storia che ha appena ascoltato suonerebbe anche
più assurda
dei suoi sogni. A lei suona reale.
Merlino ha
aggiunto, alla
fine, di aver vissuto molte vite tra la morte di Artù e
questa. Ogni volta
recupera i ricordi durante l’adolescenza, e ogni volta
attende il ritorno del
suo Re; non pensava avrebbe mai incontrato qualcun altro dal suo
passato, e
certo non lei.
Morgana non
ricorda
nessun’altra vita, solo quella e l’attuale, in cui
è una studentessa di
filosofia che vede passato e futuro nei sogni.
Forse dovrebbe
provare del risentimento
verso il mago che è stato suo destino e condanna in
un’altra vita – una vita in
cui l’odio le ha invaso il cuore e ha soppresso i suoi
affetti. Forse, ma…
È la
prima volta che Morgana
non si sente sola.
“Amici?
Pensi sia possibile?”
È una
follia? Può darsi. Le piacciono le follie.
“Se
lo vogliamo, sì.”
NdA
Ehilà,
fandom di Merlin 😊
Non avrei mai
pensato di infilarmi
qui come autrice, ma non avrei neanche pensato che mi sarebbe ri-presa
malissimo per Morgana nel 2023, e invece.
L’idea
per questa storia mi
è venuta dal prompt “Do you ever think about
dying?” (Barbie 2023) della
challenge Ferisce la penna rosa, indetta da me e
Legar sul forum Ferisce
la penna. Vi invito, se vi va, a passare sul forum a dare
un’occhiata alle
iniziative, in particolare agli Oscar
della Penna che hanno le iscrizioni
aperte in questo momento (fino a fine ottobre).
La storia spero
si spieghi
da sé; fondamentalmente ho voluto dare a Morgana un finale
migliore di quello
che le riserva la serie, con una vita in cui il destino
(coffgliautoricoff) non
la obbliga a essere cattiva. Spero possa essere
piaciuta anche a
qualcuno che non sono io, intanto grazie per aver letto! Alla prossima,
Mari