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Autore: tbhhczerwony    27/09/2023    0 recensioni
[Mirton&OC centric | ajnashipping ed altre | angst, frequenti incidenti fisici, il rating cambierà dopo l'11esimo capitolo!]
estratto del primo capitolo:
«Sto arrivando, zio!» annunciò, «Sarò là in dieci minuti»
Dieci minuti? Cavolo se era precisa come il padre, Mirton non riusciva ancora a crederci. Disse un semplice “okay” e la loro chiamata si concluse lì. Il suo Interpoké andò in stand-by e chiuse gli occhi, poggiando la sua testa nello schienale del divano. Proprio quando stava per addormentarsi, i suoi occhi si spalancarono non appena sentì il forte suono del campanello.

Mirton non è più un Superquattro da qualche mese, e si ritrova a passare l'estate da solo. Anche Jenna, dopo l'ennesima partenza di Blanchard per lavoro, è rimasta da sola. L'unica via d'uscita da questo ciclo di solitudine è visitare Alola, e decide di portare con sé Jenna per farsi compagnia a vicenda.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Camilla, Mirton, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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Non è di mia consuetudine postare due storie nello stesso giorno a meno che non sia talmente ispirato da conquistare il mondo o stia partecipando a challenge di qualsiasi tipo, o per altri motivi. Però di recente ho pensato a una cosa, ovvero resuscitare il mio vecchio AU di Pokémon che va avanti dal 2014 (se contiamo che l'ho pensato dal 2013 è un anno in più but still avevo cominciato a scriverlo nel 2014), ne parlo sempre ma nessuno se non pochi eletti in quell'anno su EFP ha visto, tra cui le mie vecchie storie. Questa è una di quelle, la differenza è che questa la postai su ao3 nel 2020 fino al 2021, quindi è completa, è anche quasi tutta tradotta, devo solo mettermi d'impegno a tradurre gli ultimi tre capitoli ed editare ciò che avevo già tradotto anni fa. È un sequel diretto di Pollyanna? No, teoricamente ci sarebbe dovuta essere una storia dedicata a Mirton di mezzo che poi purtroppo non ho potuto scrivere, ma vedrò quando posso di scrivere qualcosina. (Questa fanfic si svolge due anni dopo Pollyanna) Però , sono nuovamente protagonisti Mirton e Jenna! Godeteveli finché li chiamo ancora così, perché probabilmente quando arriverò all'AU vero e proprio senza prequel e senza cose userò i nomi giapponesi (oppure semplicemente lui sarà Grimsley e lei sempre Jenna, ma non escludo che potrebbero diventare Giima e Gem. Vedremo), voglio fare un esperimento che vedrà la luce non so quando. Per ora, ecco il primo capitolo della fanfic! Sono in ritardo, è estiva ma sta cominciando l'autunno, che ironia. Buona lettura! <3
 
 


Vacanza



 

Era da un po’ di tempo che Mirton stava pensando di prendersi una vacanza. Non solo perché era stanco, ma visto che sua nipote Jenna aveva iniziato le vacanze estive da scuola e Blanchard sarebbe dovuto andare nella regione di Ferrum per un anno, voleva portarla con sé da qualche altra parte che non fosse la spiaggia di Spiraria, dove giaceva la loro villa di famiglia. Non ne aveva bisogno solo perché era stanco e voleva portare la nipote in qualche bel posto, però; voleva anche distrarsi da alcuni pensieri, dato che aveva perso il suo titolo di Superquattro—ed era complicato riaverlo indietro—la sua dipendenza al gioco d’azzardo stava peggiorando molto più di quanto si aspettasse. Pensava persino di star recuperando, ma non era così.

Mirton si ricordò poi dello scorso anno, quando era andato a Pasio per partecipare alla Pokémon Masters League. Là incontrò Augusto, uno dei Kahuna di Alola, che lo aveva invitato a visitare la sua regione, e magari mangiare del sushi insieme. A quella proposta, lui rispose solamente “ci penserò, nonnetto”. Proprio in quel momento pensò che effettivamente non aveva mai visto Alola, quindi doveva assolutamente andarci.

Mentre l’ex Superquattro preparava la sua valigia, chiamò Jenna sul suo Interpoké legato al polso. Lei rispose subito alla chiamata, la prima cosa che Mirton vide era il suo allegro sorriso e, ovviamente, la sua capigliatura—se Antemia avesse potuto descriverla, avrebbe detto che con la sua chioma avrebbe potuto sferrare la mossa Ricciolata, come una volta aveva descritto i capelli di Vulcano nelle sue storie, anche se i capelli di Jenna erano molto più lunghi.

«Ehi, zio!»

«Ciao, Jenna. Devo dirti una cosa» iniziò mentre piegava una maglietta dentro la valigia, «Tuo padre c’è ancora? Così posso dirlo a entrambi»

Jenna annuì, «Sì, ma va un po’ di fretta…» si voltò dall’altra parte, «Papà! Lo zio vuole dirci qualcosa!»

Mirton sentì poco dopo la voce del fratello maggiore da lontano che disse semplicemente un “arrivo”. Blanchard arrivò dopo pochi secondi e si sedette vicino alla figlia, sorridendo appena vide il fratello più piccolo.

«Ehi, Mimì» lo salutò, «Che succede?»

Mirton si sedette sul letto lasciando il suo bagaglio aperto, «Ho pensato di portare Jenna ad Alola con me, per quest’estate» fece una pausa, «Per te va bene?»

Blanchard esalò sorpreso un “oh” e sorrise, «Certo, può andare dovunque finché è con te, lo sai». Dopo una reazione gioiosa sentendo “Alola” ed “estate” nella stessa frase, Jenna si voltò verso il padre con un broncio.

«Papà, io non sono più una bambina ormai! Non ci sarebbe da preoccuparsi se andassi da qualche parte senza di te o lo zio»

L’uomo ridacchiò, «Lo so e mi fido di te, ma non mi perdonerei mai se tu fossi in pericolo o chissà dove, come… come quando sei andata a Roteolia con Taro ed Edwin!»

«Abbiamo solo perso un treno, non eravamo in pericolo…» Jenna fece una risatina, «Comunque, non vedo l’ora di andare ad Alola!»

Blanchard lanciò una veloce occhiata al suo orologio e si alzò repentinamente dal divano, mentre continuava a ripetersi che era in ritardo per il volo. Jenna si voltò verso il suo Interpoké e in quel momento Mirton non stava prestando attenzione alla loro chiamata; sua nipote non sapeva perché, probabilmente perché stava ancora preparando la sua valigia.

Così decise di prender nuovamente parola, «Quindi è ufficiale? Ci andiamo davvero ad Alola?»

Mirton non poté che sorridere sentendo la voce allegra di Jenna mentre chiudeva il bagaglio. Poco dopo uscì dalla sua stanza e si diresse in salotto, sedendosi sul divano, dove finalmente poté guardarla attraverso il piccolo schermo, «Sì!» rispose.

«Ma perché vuoi portare proprio me con te?» Jenna si alzò e andò in cucina, aprendo il frigo per prendere un Poffin, «Cioè, ne sono felice, però non me l’aspettavo»

«Beh, Antemia non verrebbe, è troppo occupata… e anche gli altri» sospirò, ripensandoci.

Sua nipote ridacchiò, «Non preoccuparti! Quando andiamo?»

«Oh, partiremo lunedì»

Il sorriso della ragazza si allargò. «È così vicino! Non vedo l’ora!»

«Sai, mentre ero a Pasio un amico mi ci ha invitato»

Jenna inarcò un sopracciglio, «Ma zio! Sei andato a Pasio l’anno scorso!»

Mirton si grattò la testa in un leggero imbarazzo, «Beh, gli avevo detto che ci avrei pensato» ridacchiò, «Tu pensi che abbia avuto abbastanza tempo per pensarci?»

«Certo che ne hai avuto!» lei scoppiò a ridere.

«Comunque quando tuo padre prende l’aereo, puoi venire qua»

Jenna annuì e in quel momento Blanchard andò a salutare la figlia e il fratello attraverso la videochiamata. Diede un leggero bacio sulla guancia destra di Jenna e lei ricambiò prima che lui potesse uscire di casa.

«Zio Mirton, devo dirti una cosa»

Lui aggrottò appena la fronte, notando che la ragazza si fece improvvisamente seria, «Cosa?» chiese poi.

«Sono troppo indecisa!» esclamò Jenna, mettendosi la mano destra sul suo volto, «Cosa dovrei mettere in valigia?! Quanti costumi da bagno e che colori?! Dovrei metterci anche degli abiti? Aaaah!» e scosse la testa presa dalla disperazione.

Mirton accennò una risata e agitò la sua mano libera, «Ehi, ehi, ehi, adesso calmati, signorina! Perché non metti tutte le tue cose dentro la valigia e le porti qua? Possiamo decidere insieme»

«Bella idea!» disse, lasciando l’Interpoké sul tavolino del salotto, con ancora la loro chiamata attiva. Mirton non capiva cosa stesse succedendo, non poteva vedere né lei né la casa attraverso lo schermo. «Jen?» provò a chiamarla, ma sembrava che lei non fosse proprio là. Dopo pochi minuti la ragazza tornò con addosso degli occhiali da sole e la valigia in mano, con quella libera prese l’Interpoké.

«Sto arrivando, zio!» annunciò, «Sarò là in dieci minuti»

Dieci minuti? Cavolo se era precisa come il padre, Mirton non riusciva ancora a crederci. Disse un semplice “okay” e la loro chiamata si concluse lì. Il suo Interpoké andò in stand-by e chiuse gli occhi, poggiando la sua testa nello schienale del divano. Proprio quando stava per addormentarsi, i suoi occhi si spalancarono non appena sentì il forte suono del campanello.

Mentre si alzava dal divano pensava, per la milionesima volta, “Devo cambiare questo dannato campanello”, ma come sempre Mirton stesso realizzava che era troppo tardi per chiamare qualcuno per cambiarlo. Aprì la porta e si ritrovò la ragazza abbracciarlo forte, «Ciao, zietto!»

Giurò su Arceus, gli abbracci di Jenna erano così stretti ed improvvisi che pensava sempre che prima o poi ci avrebbe rimesso la pelle. Con tutto ciò ridacchiò e ricambiò l’abbraccio, come sempre. Quando il loro abbraccio si sciolse, Jenna prese la sua valigia tra le mani e la portò in camera dello zio, mettendola sul letto vicino a quella di lui, e la aprì. La valigia di Jenna era piena di vestiti carini, vari ricambi e ovviamente dei costumi da bagno.

«Hai portato qualche giacca, vero?» chiese Mirton, mentre dava un’occhiata all’interno del bagaglio. Si girò verso di lei, e vide la ragazza scuotere la testa.

«Ma non fa un caldo da morire là?» domandò.

«Sì, ma sai, c’è anche un monte chiamato Monte Lanakila e c’è freddo lassù» fece una pausa, «E in caso volessimo visitarlo, dovremmo prendere delle giacche con noi, ma credo che potremmo anche comprare dei vestiti nuovi…» ci pensò su, «Sì, potremmo farlo» e annuì, «Devo anche inviare un regalo ad un’amica appena arriviamo ad Alola, però»

«Regalo?»

«Il mese prossimo sarà il compleanno di una mia amica, posso comprarle qualche vestito o qualche souvenir da là»

Jenna sorrise, «Sarebbe carino!»

Dopo aver controllato la sua valigia, Mirton la chiuse, «Penso che sia tutto a posto, comunque»

«Zio, per quanto ci resteremo ad Alola? Da come ne parli sembra un lungo viaggio…» disse lei con un’espressione pensierosa.

«Lo è, in realtà» rispose lui, «Ho pensato a… circa un mese? O la metà»

«Wow…» gli occhi di Jenna si illuminarono, «Ma che cosa facciamo domani?»

Mirton sussultò, realizzando qualcosa, «Ah, già, mi ero quasi dimenticato che domani è domenica. Devo ordinare i biglietti oggi,» mormorò, «Domani invece dobbiamo fare delle prove»

«Prove?» domandò Jenna, «Di che parli?»

«Dobbiamo testare la mia porta.» lo sguardo di Mirton si incupì, «Anche se non sembra, questo appartamento è un po’ vecchio, anche se l’ex padrone di casa mi ha detto che era nuovo quando me l’ha venduto» sospirò, «Non vuole aiutarmi a riparare la porta, quindi dovrò controllare che succede in caso di emergenza, ho anche installato un allarme»

«Oh, va bene allora!» la ragazza scrollò le spalle, «Andrà tutto bene, non devi preoccuparti»

«Troppo ottimista da parte tua, ma sono lieto che tu stia provando a rassicurare il tuo vecchio zio» Mirton sorrise, accennando una risatina.

«Hai ventiquattro anni» puntualizzò lei.

«Che c’entra? Sono comunque più vecchio di te, signorina»

Il giovane prese poi il suo computer portatile e andò in soggiorno, sedendosi sul divano. In quello stesso momento, Jenna lasciò Lilligant uscire dalla sua Cura Ball. Lily si guardò intorno e riconobbe la casa di Mirton.

«Resteremo qui per un po’, finche non andremo ad Alola!» esclamò lei, Lily fece dei felici versi in risposta prendendo le mani della sua Allenatrice. Dopo pochi secondi, la Liepard di Mirton si avvicinò a loro sbadigliando.

«Ehi, Liepard!» la salutò Jenna, accarezzandole la testa; anche Lily la salutò. Jenna iniziò ad accarezzarle la testa, e Liepard fece delle dolci fusa strusciando il suo muso contro la mano della ragazza come se stesse chiedendo di più. «Oh, sei così adorabile! Non per niente lo zio ti coccola sempre!» esclamò con gli occhi lucidi.

«Jenna!» la chiamò Mirton dal soggiorno.

«Dimmi, zio?» gli rispose, andando da lui. Il ragazzo si voltò verso di lei, togliendosi gli occhiali.

«Ho ordinato i biglietti. Ho anche ricevuto l’e-mail, dobbiamo mostrare i nostri Interpoké con i biglietti digitali alla reception»

«Perfetto! Ho una domanda, zio»

«Quale sarebbe?»

Dopo qualche secondo di silenzio, lei riprese parola.

«Quando si pranza?»

 

   
 
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