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Autore: Tynuccia    29/09/2023    1 recensioni
[Gundam SEED] Shiho socchiuse gli occhi ed inspirò a fondo, contando fino a dieci. "Mi aiuteresti di più se stessi zitta", sibilò.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spinte


Fllay Alster entrò nella mensa su gambe incerte, stringendo il vassoio tra le mani mentre gli occhi grigi schizzavano da una parte all'altra della sala. 

Solitamente consumava i suoi pasti nella stanza di La Klueze, sollevata di non dover interagire con nessuno di quei maledetti Coordinator, ma quel giorno il biondo Comandante l'aveva cacciata per partecipare a chissà quale conferenza video con i pezzi grossi dei PLANT, costringendola a mischiarsi all'equipaggio regolare della nave.

Aveva atteso che l'ora di punta passasse, conscia che la mensa sarebbe stata presa d'assalto come ogni giorno, e quando finalmente il brusio si era tranquillizzato si era azzardata ad uscire dal suo nascondiglio per buttare qualcosa nello stomaco senza occhi indiscreti addosso - non che solitamente succedesse altrimenti; bastava mettere il naso nei corridoi perché gli altri esprimessero il loro disappunto per la sua presenza sulla Vesalius.

Ora, impalata sull'entrata, si sentiva come se non avesse mai lasciato le superiori, con la differenza che all'epoca i suoi compagni sgomitavano per avere il privilegio di pranzare con lei. Di bell'aspetto e schifosamente ricca, Fllay era stata estremamente popolare, e quella dannata guerra le aveva strappato persino quelle piccolezze che, però, la facevano stare tanto bene. Ritrovarsi nella condizione dei perdenti che era solita evitare come la peste proprio non le andava giù, e quando vide chi era l'unica persona presente in mensa, un sorrisetto furbo le curvò le labbra.

Prese un grosso respiro e raggiunse il tavolo, adottando un'espressione esageratamente amichevole che non utilizzava da svariato tempo. "Posso sedermi?". Vide come la ragazza, Sho-qualcosa, alzò gli occhi viola dal rapporto che stava leggendo per posarli su di lei, confusa. "Giuro che non mordo", aggiunse, forzando una risatina stucchevole. 

L'altra tentennò qualche secondo, ma si risolse a stringersi nelle spalle. "Fai come ti pare", mormorò, tornando a prestare attenzione ai fogli che stringeva tra le mani. 

Fllay quasi squittì e si accomodò di fronte a lei. 
 
Era uno dei rari membri femminili dell'equipaggio, e indossava addirittura la divisa rossa degli assi di ZAFT. Non era di molte parole, da quello che aveva carpito, ma la Natural si disse che per quanto andava bene essere la protetta del Comandante, non sarebbe stato da stupidi tenersi un piano B, e quella ragazza dai lunghi capelli castani sicuramente sarebbe stata facile da manipolare. Se al liceo tutte le andavano dietro, come se la sua parola fosse legge, non poteva di certo fallire con una sfigata del genere. "Quindi...", cominciò, con un tono da mite uccellino. Vide l'altra limitarsi a prendere un sorso di tè dalla sua tazza. "Quando pensi di fare la tua mossa?".

La Coordinator aggrottò la fronte e tornò a prestarle attenzione. "Di cosa stai parlando?", domandò, stranita da quei modi di fare così melliflui di quella poco di buono che solitamente stava in silenzio a tremare all'ombra di La Klueze. Non le piaceva, e poco importava che fosse una sua coetanea. Se fosse dipeso da lei, l'avrebbe appesa fuori dall'oblò della propria stanza. 

Fllay si portò una mano alla bocca con calma studiata, nascondendo il proprio ghigno. "Oh suvvia, Sho! Lo sai benissimo!".

"Shiho", la corresse lei, a denti stretti ed irritata. 

La Natural sventolò la mano in aria con arroganza. "Fa lo stesso, ma visto che non sei molto collaborativa mi tocca metterti davanti ai fatti compiuti". Si prese un attimo per godersi come l'altra esibì una certa curiosità. "Tu e quell'altro soldato. Siete cotti l'uno dell'altra, è palese".

Benché oltraggiata, Shiho mantenne i nervi saldi e si concesse un altro sorso di tè. "Allora devi essere cieca, non c'è niente tra me e il Capitano Joule".

Fllay sghignazzò, piluccando il suo rancio. "Singolare come tu abbia pensato immediatamente a quel damerino dai capelli stupidi", cinguettò, tutta contenta. "Di tutto l'equipaggio, poi".

La Coordinator strinse febbrilmente il manico della tazza ed imprecò appena, chiedendosi cosa avesse fatto di male per finire nel mirino di quell'odiosa ragazza. "Si può sapere cosa diavolo vuoi da me?", ringhiò, sperando di incuterle timore, ma la rossa sembrava divertirsi un mondo, dimenticandosi perfino dell'atavica paura che provava per la loro razza. 

"Aiutarti, mi sembra chiaro!", esclamò innocentemente Fllay, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Così che tu sia in debito con me, aggiunse mentalmente, ma il suo bersaglio sembrava più testardo di quanto avesse creduto. Ne aveva viste a bizzeffe di secchione del genere, così reticenti ad aprirsi con lei, salvo capitolare come delle cretine una volta assaggiato il frutto della popolarità. Tutti avevano un prezzo, e lei era certa che per quel soldato così serio fosse il suo antipatico superiore. 

Shiho socchiuse gli occhi ed inspirò a fondo, contando fino a dieci. "Mi aiuteresti di più se stessi zitta", sibilò. "Stiamo combattendo una guerra, non siamo all'asilo". Si alzò, recuperando il rapporto abbandonato sul tavolo. "E ti ripeto: non farti strane idee".

"Figuriamoci", disse la Natural, seguendola. "Non è mica sotto gli occhi di tutti come arrossisci in sua presenza, o come lui cambi totalmente espressione quando parla con te". Per un attimo vide la rabbia dell'altra vacillare. "Ammetti che ti piace e vedete di concludere in camera da letto, almeno vi rilassate un pochino".

Ai limiti della sopportazione umana, la Coordinator strinse i pugni per evitare di prenderla a sberle, soprattutto perché, volente o nolente, quella sciocca era l'animaletto di compagnia del Comandante e non avrebbe sopportato una ramanzina da parte sua. "Credi quello che vuoi, non ho tempo per stare ad ascoltarti", le disse, fissandola irritata. Era vero che le piaceva Yzak, ma di sicuro non sarebbe andata a confessarlo a quella lì. I suoi modi condiscendenti stavano iniziando a farle saltare i nervi e decise di allontanarsi dalla mensa.

Per suo sommo dispiacere, la Natural la tallonò. 

"Voglio dire non è mica la fine del mondo se si rifiuta!". Fllay si parò di fronte a lei, le braccia sul seno. "Sarebbe un asino, con quei quei capelli orribili dubito che abbia la fila di pretendenti".

Shiho schiuse le labbra per rispondere (e non sapeva neanche lei il perché), ma la sua salvezza si concretizzò nella forma del suo albino preferito, che stava marciando verso di loro con un cipiglio spaventoso. E a ragion veduta, avrebbe dovuto portargli il rapporto almeno da dieci minuti. In quel momento, però, non provò altro che sollievo e, con il rigore che la contraddistingueva, tese la mano vicino alla fronte, facendo scontrare i tacchi degli stivali tra di loro. "Capitano Joule".

Come si era aspettata la Coordinator, a quelle parole Fllay Alster cambiò completamente atteggiamento, e da ape regina arrogante tornò ad essere la pecorella morigerata che si stropicciava le mani nervosamente durante i briefing. Oltre che razzista, sembra pure sessista visto che di lei non sembrava aver avuto alcuna paura.
Con l'agilità di un robot poco oliato, si voltò per far correre lo sguardo al soldato in rosso, che però non la degnò neppure di un'occhiata mentre si avvicinava. 

"Hahnenfuss", cominciò a dire lui, visibilmente scocciato. "Sai da quanto tempo sto aspettando?".

Shiho annuì solerte. "Sono desolata, signore, ma ho avuto un contrattempo".

A Fllay non sfuggì il rapido movimento degli occhi dell'altra, come ad indicare lei come il motivo del suo ritardo e, stizzita, le diede una poderosa spinta in direzione dell'albino con entrambe le mani prima di incamminarsi alla volta degli alloggi del Comandante La Klueze, ridacchiando fra sé. 

Dal canto suo, sorpresa, Shiho perse l'equilibrio e rovinò contro l'unico ostacolo che le avrebbe evitato la collisione con il pavimento. Per l'ennesima volta, da quando si era decisa a concedersi una buona tazza di tè mentre rivedeva il rapporto,  si ritrovò a imprecare, il naso premuto contro l'uniforme di Yzak, che vedendola inciampare, aveva istintivamente fatto scattare le braccia in avanti, attirandola contro di sé.
 
"Quella maledetta puttana", ringhiò lui. "Si può sapere cosa cazzo le prende?".

La ragazza decise di evitare di fargli sapere che secondo la Natural c'era del tenero tra di loro, o l'avrebbe malmenata di sicuro. Si risolse quindi ad inspirare a fondo, conscia che era un'occasione più unica che rara trovarsi così vicina all'oggetto dei suoi desideri più reconditi. Strinse appena la stoffa scarlatta delle maniche del ragazzo, arrossendo per la pericolosa posizione della mano sinistra di lui, poggiata appena sotto il seno. Alzando lo sguardo notò che, troppo irritato per quell'incontro, Yzak non sembrava essersi minimamente accorto che la stava praticamente abbracciando. 
Si prese giusto un paio di secondi per cercare di capire se, per quanto pedanti e non richieste, le parole di Fllay fossero state veritiere, studiando l'espressione del suo superiore. Con quella cicatrice spaventosa e i cerchi neri sotto gli occhi, Yzak Joule non sembrava troppo diverso dal suo solito, ma quando lei lo chiamò, costringendolo a guardarla, pensò di intravedere l'ombra di un minuscolo sorriso.

"Stai bene, Hahnenfuss?", indagò ignaro il ragazzo.

"Credo... credo che può anche lasciarmi andare, ora", disse Shiho, seppure a malincuore. 

Yzak sbatté un paio di volte le ciglia, processando la sua richiesta. Quando si rese conto che la stava ancora stringendo a sé nonostante fosse passato già del tempo, l'albino ritirò le mani come se lei fosse stata rovente e le sue guance fecero pendant con la divisa. Trovando inammissibile la figura da idiota balbettante che stava facendo di fronte alla sua compagna di lunghe chiacchierate, il Capitano Joule scelse l'unica cosa che l'avrebbe fatto tornare in carreggiata e lanciò una bestemmia a pieni polmoni. Notò che lei, più divertita che terrorizzata, soppresse una risata prima di accucciarsi per recuperare il rapporto, finito a terra dopo la spinta di Fllay. 

"Buona lettura", gli augurò Shiho, tendendogli il fascicolo prima di eseguire un nuovo, rigido saluto militare e lasciarlo solo. Si allontanò rapidamente, fin troppo agitata, e una parte di sé dovette soffocare un'ondata di gratitudine nei confronti della Natural che, con la sua stupidità, le aveva comunque fatto un gran bel regalo.
  
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