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Autore: Vibesbygin    30/09/2023    0 recensioni
Atsumu è il cacciatore più abile del regno di Esarough, conosce ogni segreto della foresta ed è rispettato da tutti. Ma un giorno la sua vita viene stravolta da un incontro inaspettato che lo porterà ad avvicinarsi ad un mondo totalmente diverso dal suo: il mondo magico.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Motoya Komori, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel cielo di quella serata gelida la luna splendeva nel suo momento di piena ed illuminava i sentieri dei boschi e dei vicoli dei paesini. Il freddo sembrava insopportabile per chi non lo conoscesse e ciò portava le persone a rifugiarsi in qualche taverna o qualche locale. Non c'era niente di meglio che starsene al caldo davanti al fuoco del camino, in compagnia dei propri compagni oppure della propria dolce metà, soprattutto con un boccale di birra o di idromele in mano. Quei luoghi erano frequentati soprattutto da guerrieri e da mercenari, da ladri e da assassini, da persone buone e persone cattive. Chiunque poteva entrare in quei locali e l'unica ragione che li spingeva ad andarci era proprio quello di prendersi una pausa e bere qualcosa. Le risse non mancavano, ma a chi non piacevano, e c'era sempre buona musica ad accogliere i visitatori. Persino ad un avventuriero come Atsumu Miya a volte piaceva riposarsi in una di quelle topaie.

Era appena entrato in una delle tante taverne dove si beveva e si faceva casino. Il solo mettere piede in quel rifugio aveva pervaso il ragazzo dal calore del fuoco e dall'odore di alcool e sudore. La musica del flauto e dei tamburi, suonati da dei prodigiosi bardi, era la perfetta colonna sonora di quel posto rendendolo più che accogliente. Il ragazzo si mosse subito con l'intenzione di ordinare la prima birra di tante. La sua lucente chioma bionda splendeva come sempre, facendolo sembrare un Dio dell'antica Grecia. Il suo sorriso era unico, sempre stampato sul suo volto e mostrava un ragazzo fiero e sicuro di sé. E non poteva mancare mai con sé il suo arco, riposto dietro la schiena con una scorta di frecce. In quelle zone tutti sapevano chi fosse quel ragazzo, tutti lo conoscevano per le sue doti da cacciatore ma lui era molto altro. Era un ottimo avventuriero, conosceva i segreti più ignoti della foresta e le sue frecce non mancavano mai il bersaglio. Non era né un assassino né un criminale, ma sicuramente nessuno avrebbe mai voluto averlo contro. Aveva un fisico ben scolpito, non aveva una grande stazza ma i muscoli non gli mancavano. Indossava solo una canotta bianca ed un paio di pantaloni neri con dei lunghi stivali nei quali nascondeva due pugnali. Ogni donna che lo vedeva se ne innamorava al primo istante.

Ordinò come sempre un boccale di birra, quella succulenta bevanda rinfrescante che non beveva ormai da settimane. La sua vita era in continuo movimento, non aveva una dimora o un luogo fisso, ma viaggiava in continuazione. La sua casa si poteva considerare la foresta e tutto ciò che la natura aveva da offrirgli erano i suoi averi. Ad un uomo come lui bastavano semplicemente la sua arma ed il suo carisma, non gli serviva altro. Per questo era sempre amato da tutti, era un ragazzo che ci sapeva fare con le persone e non era mai finito in nessun genere di guai. Di solito le guardie della città più vicina attaccavano il ritratto dei vari ricercati con la scritta "Wanted" per tutta la zona, ma non gli era mai capitato di ritrovarsi su quei ritratti. Si poteva dire che era un ragazzo modello e che nessuno poteva dire il contrario.

Quando finalmente il boccale di birra arrivò tra le sue mani Atsumu non esitò a berne il primo sorso, che lo trovò dissetante e rinfrescante. Mentre sorseggiava la bevanda, i suoi occhi scrutarono le persone della taverna. Gente sudicia e goffa, la maggior parte di loro erano combattenti barbuti che si divertivano a raccontare le loro gesta a chiunque avessero davanti. C'erano quelli pieni di cicatrici ai quali era meglio stare alla larga oppure mercenarie che contavano i loro soldi sedute in disparte, con i piedi posti sul tavolo e una lucente armatura indosso. Nessuno di loro sicuramente faceva parte delle alte famiglie di nobili ed infondo quel genere di compagnia era in un certo senso piacevole. Nell'analizzare persona per persona di quella taverna gli occhi del biondo si posarono su una figura alquanto sospetta. Il suo sguardo incontrò la visione di un individuo incappucciato, non riusciva a vederne il volto ed il mantello ne copriva ogni parte del corpo. Non riusciva nemmeno a distinguere se fosse un uomo o una donna, ma fu certo che chiunque fosse non era abituato a stare in luoghi come quello. Era seduto ad un tavolino posto vicino al muro, non guardava in faccia nessuno e posava gli occhi sulla bevanda che aveva davanti. Non c'era nessuno accanto a quel tipo e sembrava che in tutto quel casino di gente risultasse invisibile. Se fosse stato davvero uno di quei criminali che tanto ricercavano, allora avrebbe avuto un aspetto diverso a suo parere.

Per rendere la serata più interessante Atsumu pensò che sarebbe stato curioso scoprire chi si celasse dietro a quel mantello viola. Magari era una ragazza che si era persa, che non sapeva dove fosse e che non sapeva a chi chiedere aiuto. In quel caso in suo soccorso sarebbe arrivato il più abile degli arcieri di tutto il regno, il ragazzo dalla freccia d'oro e l'avventuriero più astuto di sempre. Il ragazzo decise di alzarsi, tenendo stretta la presa del manico del boccale di birra ed andò verso quel tavolo di legno rotondo. La misteriosa persona non se ne accorse nemmeno.

<< Chiunque tu sia scommetto che non sei di queste parti. >> affermò il giovane mentre senza richieste si sedette intorno a quel tavolo.

E fu lì che quel misterioso individuo si rivelò. Alzò immediatamente lo sguardo e in quel gesto il cappuccio si scostò leggermente. Non era una donna, ma un bellissimo ragazzo. Aveva dei riccioli neri che venivano coperti gran parte dal cappuccio che indossava, sulla fronte aveva due indistinguibili nei e i suoi occhi erano neri come l'oscurità. La sua espressione era seria allo stesso tempo confusa dalla inaspettata visita e in poco tempo si fece viva una smorfia.

<< Non ho bisogno di compagnia. >> rispose seccato dall'arrivo del ragazzo biondo.

Da quella vista Atsumu ne rimase incantato e allo stesso tempo sorpreso dall'identità di quel ragazzo. Sembrava giovane tanto quanto lui, aveva un viso immacolato e non mostrava nessun segno di cicatrici o ferite, perciò di sicuro non era un criminale. La convinzione che quel luogo non fosse quello adatto a lui era del tutto confermata e il dubbio che quel ragazzo facesse parte di una famiglia reale si fece vivo. La curiosità più di tutte spinsero l'arciere a non lasciare quel tavolo.

<< Sono partito con il piede sbagliato scusa, mi chiamo Atsumu >> disse mostrando un sincero sorriso mentre porse la mano al misterioso tipo.

L'altro scrutò la mano dello sconosciuto con uno sguardo severo. Era chiaramente visibile che non si fidava di nessuno in quel posto e per lui persino una stretta di mano poteva essere letale. Ad ogni modo prima di agire il ragazzo misterioso alzò lo sguardo verso Atsumu. A primo impatto pensò che non era così pericoloso, era diverso dagli altri individui più minacciosi e crudi. Era giovane, non aveva una folta barba o il viso sfregiato, e nemmeno una grande stazza. Decise quindi di voler stringere quella mano, come un segno di pace.

<< Kiyoomi. >> si presentò semplicemente.

A quel contatto Atsumu percepì il freddo gelido di quella mano rispetto alla sua e pensò che non sembrava per niente naturale.

Per quanto avesse accettato di presentarsi, era evidente che il misterioso ragazzo non avesse per niente voglia di avere qualcuno lì accanto a lui. I suoi atteggiamenti, il suo modo di vestire e le circostanze lo rendevano sempre più sospetto. Infondo ad Atsumu piaceva il mistero.

<< Allora che ci fai in questo posto Kiyoomi? Non sembra proprio il luogo adatto a te. >>

Il moro alzò leggermente un sopracciglio. Era certo che quel ragazzo non lo conoscesse affatto, e se fosse stato il contrario sarebbe risultato un problema.

<< Quale sarebbe il luogo adatto a me? >>

La fantasia di Atsumu era vasta e sin dal primo momento che lo aveva visto pensava che Kiyoomi fosse un principe o qualcosa del genere. Non lo conosceva, ma dal primo momento che l'aveva visto era spinto dalla curiosità di conoscerlo.

<< Sembri qualcuno proveniente da un castello reale o da una corte. >> rispose l'arciere convinto della sua affermazione.

A quella diceria il ragazzo moro si lasciò scappare una leggera risata. Delicato e fine come un fiore, quel ragazzo agli occhi di Atsumu sembrava venire da un mondo diverso.

<< Mi dispiace ma non è così. >> disse col leggero sorriso sul volto.

Inspiegabilmente quei due ragazzi totalmente diversi l'uno dall'altro si ritrovarono a farsi compagnia a vicenda per l'intera nottata. Atsumu tra i vari boccali di birra scolati cercava di indovinare da dove provenisse quel ragazzo, cominciò dal parlare di re e castelli fino ad inventarsi cose totalmente inesistenti, anche l'alcool faceva la sua parte. Dall'altro lato Kiyoomi non aveva intenzione di rivelare le sue vere origini, ma nel sentire quelle assurdità non faceva altro che lasciarsi scappare leggere risate e fugaci sorrisi. Parlarono principalmente solo di quello, ma sembrò bastargli per farli divertire. Alla fine l'alcool aiutò il moro a lasciarsi andare un po' e le risate aumentarono di più, ma ciò non gli fece perdere lucentezza. In seguito a tutte quelle sciocche affermazioni, decise di voler scoprire lui qualcosa dell'altro.

<< Tu invece da dove vieni? >> domandò sorseggiando con le guance leggermente arrossate dalla birra.

<< Dalla natura! La foresta è la mia casa, non ho bisogno di nient'altro. >> rispose sorridendo il giovane arciere brillo.

Incuriosito Kiyoomi non aveva fatto altro che fissare l'arco del giovane accanto a lui. Era splendente per quanto fosse lucidato, il legno risultava chiarissimo, come se fosse bianco, ed era lungo tanto quanto un bambino di 11 anni. Doveva essere costosissimo, non aveva mai visto un arco talmente raffinato e perfetto come quello. Aveva già intuito che il ragazzo fosse un cacciatore, aveva l'aria di qualcuno che viveva solo per lanciare frecce e bere ogni tanto nelle taverne. Eppure dal suo aspetto sembrava davvero un Dio greco.

Oltre a quello Atsumu non disse nient'altro, sosteneva solo di vivere libero dalla vita sociale e di godersi ogni piacere offertogli da madre natura. Il suo stile di vita sembrava un vero e proprio sogno ad occhi aperti per qualsiasi avventuriero.

La serata sembrò interrompersi verso la mezzanotte. Il giovane incappucciato notando le numerose persone che lasciavano la taverna, decise che era il momento di andarsene. Augurò buona fortuna all'inaspettato amico che si era appena fatto ed uscì da quel locale. Non avendo ancora scoperto nulla sulla sua vita, la curiosità di Atsumu rimase invariata.

***

La freccia appena scoccata prese in pieno il povero fagiano che stava poco prima volando sul cielo azzurro. Nella foresta di enormi alberi il cacciatore aveva trovato già il suo pasto per il pranzo, avrebbe raccolto qualche spezia aromatica e qualche minuto dopo acceso un falò per il suo spuntino. Nel pomeriggio sarebbe andato a caccia di polli e conigli per poi in serata portarli nella locanda più vicina e venderli.

Nella calma della foresta, tra il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie sugli alberi, un vociare di gente arrivò all'attenzione del cacciatore. Mentre poneva il corpo dell'esile pennuto nella sua sacca non poté fare a meno di soffermarsi su quelle voci. Decise di arrampicarsi su uno di quegli alberi e di aspettare lì, seduto su un ramo a gambe incrociate, l'arrivo di quelle persone. Le voci si facevano sempre più vicine e dal sentiero cominciò a vedere un gruppo di guardie del regno. Erano riconoscibili da miglia per via delle uniformi rosse e dorate che indossavano, elmi argentati e lance d'acciaio. Ma fu riconoscibile a prima vista anche il suo misterioso amico. Questa volta il cappuccio era abbassato e si potevano vedere i suoi riccioli mori. La luce del sole illuminava il suo volto che questa volta si poteva ammirare in tutta la sua bellezza. La prima cosa che però colpì lo sguardo del biondo furono le manette ai polsi. Poteva mai un giovane così bello e fine essere un criminale ricercato?

<< Muoviti se non vuoi essere giustiziato all'istante, sporco essere! >> rimproverò una delle guardie che tirò il braccio del moro.

Il volto del giovane sembrava stanco e allo stesso tempo infastidito da ciò che stava accadendo, come se non fosse la prima volta.

Nel vedere quella scena Atsumu era più che confuso. Non poteva credere che un uomo del genere potesse risultare una tale minaccia. Forse era solo un ladro che non avendo soldi per comprare da mangiare rubava il cibo nei mercati, ma allora che ci faceva alla taverna quella sera? E soprattutto perché è stato arrestato nella foresta? La città distava qualche chilometro da lì e se fosse stato davvero beccato nell'atto di rubare, lo avrebbero portato nelle prigioni all'istante. Se fosse stato un assassino e fosse stato trovato nel cuore della foresta, probabilmente avrebbero portato con loro anche il cadavere da far riconoscere ad una eventuale famiglia. Anche questa volta la curiosità di scoprire qualcosa in più su quel ragazzo lo divorava, non poteva farselo scappare ancora.

<< La cittadina più vicina si trova dall'altra parte. Dove lo state portando? >>

Quelle parole fecero alzare lo sguardo delle guardie lì presenti verso quel ramo dell'albero enorme. Sembrarono stupiti nel vedere qualcuno essere arrivato lì su, ma non fecero domande al riguardo. Kiyoomi invece lo guardava molto stupito per ciò, ma allo stesso tempo sembrava non essere felice di averlo incontrato.

<< Non sono affari tuoi, ordini imperiali. >> rispose il così detto capo gruppo.

Le guardie ripresero a camminare ignorando la presenza del giovane sull'albero. Atsumu ad ogni modo non voleva lasciarli andare. Scese da quell'albero atterrando con un salto sul suolo, posizionandosi proprio davanti a quel gruppo di persone.

<< È un mio amico, posso sapere almeno che ha fatto? >>

<< Levati di mezzo se non vuoi essere arrestato anche te! >> urlò infastidita una delle guardie.

In quel momento Kiyoomi cominciò a pensare che la situazione sarebbe degenerata a breve e non voleva che ciò accadesse. Decise di agire ed emise un sospiro di stanchezza al sol pensiero.

<< Non costringetemi a farlo. >>

A quelle parole le guardie sembrarono impaurite e si allontanarono di due passi dal prigioniero, puntandogli però le lance contro.

<< Che diavolo hai in mente stregone?! >>

Quella parola risultò assurda per Atsumu, che non poté fare a meno di osservare la scena.

<< Karasu, attaccate. >>

Improvvisamente uno stormo di corvi si precipitò proprio nel punto esatto dove si trovavano. Cominciarono a volare intorno alle guardie, a picchiettare sui loro elmi e sulle loro armature. In quel trambusto di gracchi e di urla, Atsumu fu l'unico insieme a Kiyoomi a non essere attaccato. In poco tempo le guardie, che non riuscivano a contrastare gli uccelli, corsero via da quel luogo abbandonando le lance a terra e il prigioniero. Non appena quel rumore assordante finì, sul sentiero non rimasero altro che Atsumu e Kiyoomi. L'arciere era sconvolto da ciò che era successo e non poteva fare a meno di guardare nel punto in cui aveva visto andare via le guardie. Non aveva parole per descrivere ciò che aveva appena visto.

<< Grazie per l'intento, ma non ho bisogno di aiuto. >> disse il moro davanti a lui.

In quel momento arrivò uno dei tanti corvi di prima ed andò a posarsi sulla spalla del moro. Tra il becco teneva un mazzo di chiavi dorate che permisero al ragazzo di liberarsi dalle manette ai polsi.

Senza aggiungere nient'altro il ragazzo si voltò e riprese a camminare per suo conto. Per quanto l'arciere non credeva ai suoi occhi, non aveva intenzione di far andare via ancora una volta quel ragazzo. La parola "stregone" risuonava nella testa come per analizzarne il significato, ma tutto ciò a cui pensava era solo la scena appena vista.

<< Aspetta! >> urlò il biondo rincorrendo l'altro << Dove stai andando?! >>

<< A te che importa? Non hai visto cosa so fare? Lasciami o ti farò del male. >> rispose infastidito il presunto mago.

<< In realtà non hai fatto niente. Sono stati quegli uccelli ad attaccare le guardie, sono sicuro che se avessi voluto avresti potuto anche ucciderli, ma non l'hai fatto. >>

Quelle parole frenarono Kiyoomi sul posto. Sembrò meravigliato dal punto di vista del giovane ragazzo accanto a lui, fu la prima volta che non si sentì urlare mostro dopo aver utilizzato i suoi poteri. E nemmeno lo stava giudicando per la cattiva azione, sembrava che lo stesse ringraziando di non aver ucciso quelle persone. Si voltò verso l'arciere, nei suoi occhi non vide paura o orrore, semplicemente curiosità.

<< Sembra che non hai idea di dove andare. >> pensò ad alta voce Atsumu << Sei mai stato in questa foresta? >>

L'altro ci mise un po' nel rispondere, riflettendo bene sulle proprie parole.

<< No. >> rispose a malincuore.

<< Bene. >> sorrise soddisfatto il biondo, un sorriso che con la luce del giorno sembrava splendere come un diamante. << Allora posso farti da guida. >>

Quell'idea non piaceva affatto al moro. Avrebbe voluto stare meno possibile a contatto con gli umani, non voleva provocare guai, ma allo stesso tempo era stanco di scappare. La foresta infondo sembrava un luogo sicuro dove nascondersi ed in compagnia di qualcuno sarebbe potuto sembrare meno sospetto. In più i pochi soldi che gli erano rimasti stavano per finire e senza quelli non sarebbe stato in grado di ricavarsi da mangiare.

A malincuore il ragazzo moro annuì con un leggero cenno di approvazione e ciò portò la gioia dell'altro ragazzo che lo avvinghiò con un braccio.

<< PERFETTO! >> urlò sorridente << Da domani comincerò ad insegnarti tutto ciò che devi sapere di questi luoghi della natura! >>

Senza obiettare il moro si lasciò scappare un leggero sorriso, come se cercasse di nascondere la felicità che quello sconosciuto gli trasmetteva.  

   
 
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