- Titolo: Pasta in prima aerata
- Fandom: original
- Pairing: M/M
- Challenge: Writober
- Lista: pumpINK
- Prompt: febbre
- Pasta in prima serata
- Joe sapeva benissimo quanto fosse difficile ottenere una prenotazione al “pasta in prima serata” uno dei più rinomati ristoranti di cucina italiana di New York. Stava aspettando quella giornata da quando Dwayne lo aveva invitato e per colpa della febbre avrebbe dovuto rinunciarci.
- “Deve aver prenotato mesi fa” disse fra sé e sé sentendo la testa pesante per colpa di quella maledetta influenza che gli era dovuta venire proprio il giorno del loro appuntamento. “Lo faro andare nei casini, sicuramente pagherà qualche penale”.
- «Sono una delusione, Dwaye?»
- Aveva paura di guardarlo negli occhi in quel momento, aveva il timore della risposta che l'altro gli avrebbe potuto dare.
- «Delusione? Non è colpa tua se ti è venuta la febbre».
- «Non rischi di pagare qualche extra per la cancellazione della prenotazione?»
- Dwayne gli incomincio ad accarezzare i suoi capelli ricci, un gesto che in qualche modo lo stava alleggerendo un po' il suo senso di colpa.
- «Joe, il proprietario è il compagno di mia madre, non ho bisogno di prenotare per poter mangiare lì».
- Se ricordava bene gli aveva accennato qualche settimana addietro che la madre gestiva un ristorante assieme al compagno, ma come avrebbe potuto immaginare che fosse proprio il “pasta in prima serata”? Conosceva Dwayn da poco tempo e ancora non gli aveva presentato la sua famiglia e forse quel giorno gli avrebbe voluto far conoscere i genitori?
- Stavano già compiendo quel passo e forse il loro rapporto era più profondo di quanto avesse immaginato inizialmente.
- «Ora chiamo mia madre e le dico se può portarci qui qualcosa».
- «Non c'è bisogno».
- «Perché no?»
- Era davvero un ragazzo premuroso e Joe si sentiva felice di aver conosciuto un ragazzo del genere: era basso sì, era leggermente in carne, ma aveva dei modi di fare che nessuno in vita sua aveva mai avuto.
- Si stava innamorando delle sue premure e non gli interessava se non fosse un attore del cinema con un corpo scolpito e nemmeno che avesse quindici centimetri in meno di lui, perché con i suoi 165 cm scarsi Dwayne era il ragazzo migliore che avesse conosciuto.
- «Potrei contagiarti, sei sicuro?»
- «Voglio prendermi cura di te, Joe».
- Quando l'altro gli bacio la fronte, Joe ebbe quasi la sensazione che la febbre si stesse abbassando, ma forse era solo una sensazione dopotutto erano solo le premure dell'altro a farlo sentire più sereno.
- «Riposati ora, che fra qualche ora chiamerò il ristorante».
- «Ok»
- Sì, era davvero felice di aver incontrato Dwayne e non se lo sarebbe fatto scappare per nulla al mondo.
Note- Ci ho messo un po' per pubblicare queste