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Autore: Ale_LoveBS    01/10/2023    1 recensioni
Quella che immagino sia la vita di Mai, oggi, dopo l'avventura nel Futuro.
Ma concedimi un ultimo ballo
Un'ultima ora
L'ultimo sole
Per l'ultima volta

L'autunno è un periodo particolare. L'autunno è fatto di paradossi...
[...] Mai, ogni 18 ottobre, ha un appuntamento fisso: il Suo appuntamento speciale. Si prepara con attenzione, come una sposa al suo matrimonio; e poi si dirige al giardino Momose, camminando lentamente con il cuore in subbuglio nonostante il battito pesante.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dan Bashin, Mai Viole/Shinomiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dan x Mai - Song fic


Concedimi

L’autunno è un periodo particolare: le giornate si accorciano e il tempo sfugge tra le mani come l’acqua fredda dei ruscelli di montagna; il sole pallido è debole, ma riesce a scaldare fin dentro le ossa nonostante il vento gelido si insinui sotto i vestiti; le foglie cadono tristemente  dagli alberi in lutto: un lutto che, però, è solo momentaneo e che le preparano al letargo dell’inverno per la nuova rinascita.


L’autunno è fatto di paradossi…
L’autunno è il periodo dei ricordi. L'autunno è il periodo della malinconia.
È il periodo del restare sotto le coperte, nel tepore sicuro e confortevole del conosciuto. È il periodo dei morti, dei fantasmi, dei rimpianti.

Ho aspettato alla porta, non è mai arrivato

Illuso un'altra volta, ormai ci sono abituato

C'era una volta o forse non lo è stato mai

Mai è ferma, in riva al mare, seduta sul muretto al ciglio della strada che costeggia la spiaggia di Tokyo. Osserva le onde di ottobre, più tranquille e placide rispetto alle più animate sorelle estive, e si perde nei suoi pensieri. L’autunno è un periodo difficile, perché c’era il Suo compleanno, perché la mente viaggia in un passato che sa non potrà più tornare.

Mai ha trent’anni ma la sua vita si è fermata già da un po’, si sente bloccata in un mondo che non le appartiene e in una realtà che non riesce ad accettare.
Mai ricorda tutto.
Nei suoi occhi offuscati da lacrime che non cadono più si intravedono le risa e la spensieratezza di un tempo perduto; si vedono, persino, le ombre delle attese interminabili per una speranza mai assopita. Mai non vive più da tanti anni: vittima di un incubo che porta le vesti di un amore sbocciato ma andato in frantumi troppo presto.

Ma nella testa mi ripeto che

Vorrei parlare fino alle tre

Litigare per niente, essere un po' cliché

Mai sogna ad occhi aperti. Sogna quello che non è mai stato e che mai sarà.
Si blocca quando è pronta sull’uscio per dirigersi a lavoro, davanti alla porta di casa, perché si immagina di sentire la voce di Lui che la saluta:
augurandole buona giornata e ricordandole che è ci sarà la sera, per riabbracciarla non appena ritornerà.
Si immobilizza quando guarda il cielo fuori dal finestrino del treno, di quel rosso acceso dal tramonto che le ricorda i Suoi capelli e la sua passione dirompente nel fare qualsiasi cosa.
Si ferma in mezzo alla strada quando vede una coppia mano nella mano, o che si scambia una rapida occhiata, o che invece sta litigando. Tutte esperienze che hanno il sapore dolceamaro del incompiuto.

Guardarti senza avere paura

Anche se poi mi confondo

Sono strano, lo ammetto

Mai, ogni 18 ottobre, ha un appuntamento fisso: il Suo appuntamento speciale.
Ogni anno si prepara: indossa il suo miglior vestito, mette il lucidalabbra violetto, si sistema i capelli con il fermaglio a farfalla che tanto
Gli piaceva e compra un regalo. Poi, si avvia verso il giardino Momose, camminando piano e con un sorriso spezzato dalla tristezza.

Quando arriva  davanti a Lui, inginocchiata di fronte al marmo rosa, ogni volta non riesce a proferire parola e nemmeno a guardarLo negli occhi. La paura, che tutto sia reale, è troppo forte: non vuole ancora prendere coscienza dell’accaduto… “Meglio fingersi nel pensiero.”

Ma concedimi un ultimo ballo

Un'ultima ora

L'ultimo sole

Per l'ultima volta

Stesso gioco, scacco matto

Hai di nuovo vinto tu

Siamo in stallo un'altra volta

Persi dentro a questo loop

Il raggio di fuoco del sole tardivo colpisce, come ogni anno, il rubino che è incastonato sulla punta della Sua lapide. La luce fende il tempo e lo spazio, ferisce gli occhi di Mai e quando li riapre Dan è lì con lei.

In quei pochi attimi, tutto svanisce vicino a loro e sono soli, nella loro bolla intangibile.
Si sorridono, si toccano le mani con religiosa ed intima dolcezza. Si abbracciano e si stringono l’uno all’altra come fossero l’ultimo sospiro possibile prima di morire.
Non parlano, il silenzio è sovrano; come sempre basta uno sguardo o un gesto impercettibile perché Mai risponda a Dan, e viceversa.

I secondi passano, dondolano a destra e sinistra come a simulare un lento ballo. Poi il raggio di sole si perde dietro una nuvola, il calore svanisce e l’illusione finisce, come ogni volta.
Ma non importa, ci sarà il prossimo anno. Lei tornerà sempre da Lui, e potrà rivivere quei pochi, unici, istanti di felicità.

Mi ci ritrovo in quei testi che ti ho dedicato

Nel locale vuoto di una volta

E convincermi è l'ultima volta

Mai è seduta al bancone di un pub, sempre lo stesso vecchio e scorbutico pub di ogni anno, poco distante dal Giardino. Le sensazioni provate poco prima sono indelebili marchi sulla sua pelle e nella sua memoria, le riempiono i sensi anestetizzandola dalla realtà.

Mentre sorseggia il solito sake all’uva, scrive sul suo diario con quel brio entusiasta che la pervade solo in quei millesimi di vitalità e racconta con minuzia tutto ciò che ha provato e che prova ancora. Ogni dettaglio viene fissato: dal profumo di pepe quando è vicino, simile all'odore del curry che amava mangiare; ai tratti maturi del suo volto, la mascella ancora più squadrata e qualche ruga di espressione che si è aggiunta vicino agli occhi. Lui cresce con lei e, nonostante qualche piccolo cambiamento, Loro rimangono sempre gli stessi e la loro chimica è intramontabile.

E ti ritrovo nei discorsi a metà

Nei tragitti senza meta

Ferma l'auto, scendo qua

Mai è in macchina, catatonica sul posto passeggero, mentre Hideto guida per le strade poco affollate di Shinagawa-ku. È tradizione, ormai, che dopo il bar faccia un giro (senza meta) per i quartieri di Tokyo, nel vano tentativo di far smettere i pensieri, di ricacciare indietro i ricordi. Questa volta, però, per Mai è più difficile ascoltare i discorsi che fanno Hideto e Kenzō, sente le loro voci ma non riesce a prestare loro attenzione; però, percepisce dai loro silenzi quella morbosa apprensione di “amici in pena per lei”. Nonostante siano  ormai abituati ad andarla a recuperare in quel squallido posto ogni anno alla stessa ora, il disagio e la preoccupazione non sono mai diminuiti e continuano a stare in tensione come la prima volta: quando si erano impanicati nel non trovarla a casa e avevano pensato volesse fare un gesto disperato.

Un’ombra la scuote dal torpore apatico, tanto che chiede di scendere immediatamente dalla macchina. Corre verso un vicolo, con il respiro in affanno e per metà trattenuto. La pioggia, che ha iniziato a bagnare le strade, le inzuppa i vestiti e si mischia con le lacrime.
Arriva in fondo alla via. Non era nulla, solo l’ennesimo scherzo di un sogno…
È tutto troppo confuso, è tutto inutile. Quei pochi secondi non le bastano più, vorrebbe fosse reale e vorrebbe tornare indietro per modificare il passato: per tornare alla sua vera vita e alla parte migliore di lei.

Il silenzio, con cui anche il cielo piange, le rimbomba dentro: come se stesse urlando con tutta la sua voce.

Vorrei vedessi il meglio di me

Ascoltare i silenzi, non far caso ai perché

Guardarti senza avere paura

Anche se poi mi confondo

Sono strano, lo ammetto

••••

Ma concedimi un ultimo ballo

Un'ultima ora

L'ultimo sole

Per l'ultima volta

Stesso gioco, scacco matto

Hai di nuovo vinto tu

Siamo in stallo un'altra volta

Persi dentro a questo loop

••••

Ma alla fine cosa resta?

Ma alla fine cosa sei?

Ti ho aspettato senza sosta, ma alla fine dove sei?

Non le resta che il ricordo.
Non le resta che la speranza.
Non le resta che qualche cimelio, conservato con cupidigia e fedeltà.
Non le resta che la sciocca illusione di rivivere qualche momento.

Mai si sente vuota e inconsistente: il fantasma di sé stessa.
Mai non esiste più, non si guarda nemmeno più allo specchio.
Mai si rivede solo in quelle poche foto che sfoglia saltuariamente, dentro all'album dedicato a Dan e a Gran Roro che conserva gelosamente nel comodino vicino al suo letto.

Ma alla fine cosa resta?

Se tu non mi guardi mai

Io ti aspetto alla porta

••••

Per concederti un ultimo ballo

Un'ultima ora

Con l'ultimo sole

Per l'ultima volta

Stesso gioco, scacco matto

Hai di nuovo vinto tu

Siamo in stallo un'altra volta

Persi dentro a questo loop

Non le resta più nulla.

Solo quel fatuo gioco di mefista illusione.
È oramai persa in quel loop, unico filo di seta che la tiene ancorata ancora la vita.


Ciao a tutti amici!
Sono tornata dopo tanto tempo su EFP e spero di cuore che questa piccola storiella, nata da un momento di ispirazione casuale, vi faccia emozionare così come tutto il mondo di Battle Spirit mi ha sempre emozionata soprattutto durante l’infanzia. <3

Se volete scrivermi, per raccontarmi la vostra impressione, sarò super felice di leggere e rispondere. Qualsiasi nota o consiglio sono ben accetti <3

Un abbraccio a te che sei arrivato fino a qui,
E
Grazie<3

   
 
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