Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it.
» Prompt: Asso
» Lista: pumpSea
Note dell’autore: Per la prima volta
in anni ho deciso di lasciarmi condurre da una lista di prompt per tutto il
mese di ottobre e spero di riuscirci, casualmente Fanwriter.it ha creato una
lista adatta a me: Sea, dedicata al mare, alle navi e ai pirati ed io fan dei
captain swan potevo mica esimermi a scrivere? Proverò a scrivere e pubblicare
una volta al giorno, ammetto che il primo prompt mi ha messo subito in crisi,
per fortuna sono riuscita a tirare fuori qualcosa di carino (almeno spero).
Si svolge
nella 3x09, nel viaggio tra Neverland e Storybrooke.
Buona
lettura e recensite, mi raccomando.
Beta: sweetnight87
Disclaimer: OUAT e tutti i
suoi personaggi non sono di mia proprietà (altrimenti sarebbe stato un prodotto
HBO), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un
divertimento.
A quiet moment
KillerQueen86
La Jolly Rogers era come se
stesse scivolando sull’acqua, invece era circondata da nuvole che tagliava
attraversandole. L’aria era frizzantina. Lei, Emma Swan a bordo della nave che volava
tra le stelle, in nessuno dei suoi sogni più fantasiosi di piccola orfana
avrebbe potuto immaginare una cosa simile.
Fece un respiro profondo sentendo i muscoli rilassarsi
per la prima volta dopo giorni. Erano riusciti nella loro impresa,avevano vinto
la battaglia e salvato Henry da Peter Pan, ora stavano finalmente tornando
tutti a casa, riuniti come una famiglia.
Si guardò attorno: sua madre e suo padre insieme a Trilli
si stavano occupando dei bimbi sperduti seduti sul ponte di quella nave,
eccitati all’idea di arrivare in un mondo nuovo.
Neal, era insieme a suo padre e i due sembravano parlare
serenamente, non aveva mai visto Gold con un espressione così rilassata,quasi
serena tanto da non sembrare nemmeno il
terribile Signore Oscuro.
Regina era scesa nella cabina del capitano a controllare
Henry. I suoi occhi poi si fermarono sul ponte principale, lì tenendo ben salda
la presa sul timone c’era il Capitano: Uncino.
Nessuno dava attenzione a lei, quindi per la prima volta
da quando questo folle viaggio era iniziato, ha del tempo per osservarlo
davvero: il suo viso non lasciava trasparire nessuna emozione, si era un po’
allontanato da lei, l’ultima interazione tra loro risale a quando lei ha spinto
per sapere qualcosa di suo fratello.
Si era pentita immediatamente di aver chiesto, anche se
era bravo quanto lei a nascondere i suoi sentimenti, aveva visto quanto dolore
aveva provato soltanto nel sentire nominare suo fratello. Era una sofferenza
che lei stessa conosceva, non perché avesse mai avuto un fratello,semplicemente
sapeva come si sentiva a perdere qualcuno d’importante, lo aveva provato fin
troppe volte sulla sua pelle ed era facilmente riconoscibile leggere nel volto
di Uncino quella sofferenza mal celata nonostante gli sforzi.
Uncino era stato una vera sorpresa, dal momento in cui
era tornato indietro con la sua nave offrendole aiuto. Sull’isola era stato
prezioso, senza di lui non sarebbero durati così tanto, era stato il loro asso
nella manica, ma non sarebbe di certo corsa a dirglielo, rischiava di
ingigantire il suo ego già piuttosto spropositato.
“Tutto bene, Swan?” la sua voce la riportò alla realtà e
si rese conto che la stava fissando, lo sguardo indecifrabile che non
abbandonava i suoi occhi, era incredibile la sua capacità di coglierla alla
sprovvista nella maggior parte delle volte.
“Sì, sto solo godendomi questa tranquillità” disse
avvicinandosi a lui, lo vide osservarla per poi riportare lo sguardo davanti a
lui.
“Hai idea di quanto tempo ci vorrà?” chiese mettendosi
accanto a lui al timone.
“Ancora un paio di ore, puoi approfittarne per cercare di
dormire un po’, Swan”le propose senza però guardarla, era strano, lo sentiva
distante e non capiva il perché, non capiva neanche perché le importasse così
tanto.
“Dovresti riposare anche tu” suggerì lei.
“Il capitano di una nave raramente lascia il timone,
riposerò una volta arrivati” disse continuando a guardare davanti a sé.
“Il tuo ragazzo?” chiese poi.
“E’ troppo eccitato di trovarsi su questa nave per
dormire” rispose lei sorridendo ricordando il luccichio di eccitazione negli
occhi del suo ragazzino.
“Un ragazzo che ama l’avventura” commentò Uncino con un
sorriso divertito.
“L’ama fin troppo per i miei gusti” rispose divertita
all’idea di Uncino che teneva testa alla curiosità di Henry. Scosse la sua
testa, doveva essere stanca, non capiva da dove arrivava quell’immagine, difficilmente Uncino si sarebbe dovuto
occupare di Henry.
“Anche suo padre e sua nonna avevano la stessa sete di
avventure” disse quasi sottovoce, la cosa la sorprese e vide che lo sguardo di
Uncino si era posato su Neal, non sapeva molto della loro storia, ma sapeva che
il pirata e Neal erano uniti da un forte legame. Una parte di lei era davvero
curiosa, voleva saperne di più, voleva fermarsi e chiedergli di Milah, di Neal,
del suo passato, ma la parte più razionale ne aveva quasi paura.
“Emma” sentì sua madre chiamarla, si voltò per guardare
verso la donna.
“Avrei bisogno di un aiuto, ti dispiace?” chiese da
lontano tenendo un pentolino, Emma si voltò verso Uncino che però continuava a
guardare davanti a sé, decise di lasciarlo ai suoi pensieri, fece qualche passo
e si fermò.
“Sicuramente i miei organizzeranno qualcosa per
festeggiare la riuscita della missione” disse un po’ impacciata, lui alzò lo
sguardo su di lei curioso.
“Dovresti esserci anche tu, hai contribuito a salvare
Henry” disse con un piccolo sorriso. Uncino sbatté le palpebre per la sorpresa,
Emma si voltò e raggiunse sua madre prima che lui potesse avere la possibilità
di dire qualcosa, non era ancora pronta ad affrontare quello che era successo
tra loro e si sentiva confusa dal suo comportamento, ma ci avrebbe pensato dopo,
una volta che Henry fosse stato sotto le
coperte al sicuro nel suo letto.
Fine