Genesis si è ripreso Generale, il suo amato gatto chiamato in tale modo in onore(?) di Sephiroth ed io posso, finalmente, cercare di rimettere in sesto l'appartamento. È incredibile quanti danni può fare una bestia di piccole dimensioni. Osservo il mio vecchio giradischi trattenendomi dall'imprecare notandovi alcuni segni di graffi, ma è anche vero che non lo accendo da una vita...
Recupero dalla libreria il primo vinile che mi capita sotto mano, lo posiziono e lascio scendere la puntina che inizia a grattare la scura superficie. Non presto attenzione alle prime note mentre mi accingo a recuperare i cuscini che, con cura ed attenzione, Generale aveva deciso di buttare a terra guardandomi malamente. Sorrido pensando a quella bestiaccia, certo una peste, ma devo ammettere a me stesso che tornare a casa la sera e venir accolto dalle sue fusa non mi dispiaceva. Continuo a sistemare prima di riconoscere quella melodia, mi giro verso il giradischi e quelle note tornato con prepotenza alla mia memoria, chiudendo gli occhi mi sembra di sentire la voce del cantante venir sovrastata da quella di Genesis. Lo sento cantare a squarciagola... 
Lo vedo seduto al mio fianco in quella vecchia carretta che era la macchina di mio padre, una vecchia jeep con le rollbar arrugginite, il telo della capote ormai persa chi sa dove. Vedo il paesaggio intorno a noi, una valle desertica...
La nostra prima ed unica vacanza, il cuore leggero, ma lo stomaco in una morsa per ciò che ci aspetta alla fine di quei pochi giorni... in primis la sfuriata da parte di mio padre, la macchina non era una gentile concessione, dettaglio insignificante per l'Angeal di quel periodo e poi l'inizio dell'accademia per entrare nell'esercito della Shinra. In quel momento cercavamo solo di non pensarci di goderci quel momento di pura libertà. Vedo il mio compagno di viaggio alzare le braccia portandole al di sopra del parabrezza, i piedi sul cruscotto e gli occhi socchiusi mentre canta quella canzone con tutta la voce che ha in corpo. Mentre lo guardo penso a quella nostra scelta, arruolarci. Entrambi abbiamo i nostri motivi, i miei forse molto simili a quelli di molti altri ragazzi, ma so quanto quelli di Genesis siano ben più complicati, il suo bisogno di andarsene, di dire addio ad una vita prestabilita in gabbia e tutto ciò che gli è successo e che ha fatto...
Sorrido iniziando a battere l'indice sul volante seguendo il ritmo di quella canzone che sembra dare voce a tutti i pensieri e le emozioni di Genesis in quel momento. Le bottiglie di birra tintinnano nel bagaglio ad ogni irregolarità della strada ed il mio pensiero corre alla vecchia tenda ripiegata malamente vicino alla cassa di birra, quella tenda ci aveva visti crescere quando la piantavamo nel cortile di casa mia è giocavamo ai soldati. Sorrido a quel pensiero guardando con la coda dell'occhio Genesis che ora tiene le mani dietro la testa, le lunghe gambe lasciate nude dal costume da bagno ed i capelli arruffati dal vento.
Apro gli occhi ritrovandomi nel mio appartamento, il disco ormai gira a vuoto, la puntina sollevata. Lascio andare i cuscini che cadono malamente sul divano mentre mi dirigo al mobile del salotto iniziando a frugare nei cassetti fino a trovarla...una vecchia istantanea ingiallita dal tempo. Io e Genesis appoggiati alla macchina, il cofano aperto. Sorrido ripensando a quel momento, al rumore singhiozzante del motore. Gen al posto di guida, ero certo che avrebbe sradicato il motorino di avviamento mentre io spingevo la macchina cercando di dargli il via. Anche quegli intoppi riuscivano a non toglierci la gioia e la voglia di vivere quel momento.
Mi dirigo al giradischi e lascio la fotografia appoggiata ad esso facendo scendere nuovamente la puntina.
Una vacanza piena di risate, di canzoni...di notti a guardare le stelle, la spalla di Genesis contro la mia e la sensazione di volergli dire tante cose in quel momento, cose che da tempo risuonavano nella mia testa provocandomi le farfalle nello stomaco. Il me di adesso urlerebbe "no!", si godrebbe quel momento, ma il ragazzino confuso da quella rossa chioma arruffata, da quelle sottili labbra tirate un un sorriso beffardo, non la pensava allo stesso modo. Ricordo la faccia di Genesis, per lui era tutto un gioco  uno scherzo, il suo caro amico Angeal lo stava prendendo in giro. A volte mi chiedo se Genesis si sia mai reso conto che non fosse un gioco, non uno scherzo...i miei sentimenti all'ora, per quanto infantili, erano sinceri e quella sua risposta fece male, tanto da portarmi a passare la notte seduto in quel medesimo punto a mordermi con forza il labbro inferiore per non cedere alla debolezza...ero solo un ragazzino infatuato del suo migliore amico, un ragazzino che, solo in quel momento, si rendeva conto che una volta a casa pochi giorni lo avrebbero separato dalla partenza e l'inizio di una nuova vita. Quella notte lasciai correre qualche lacrima incapace di trattenermi completamente. 
Non ho mai odiato Genesis per ciò, mi ci volle relativamente poco per tornare a sentire quel dolce sentimento di amicizia e complicità che mi portava a seguirlo ovunque. Ora lo guardo, lo vedo come un fratello, come una delle persone più importanti della mia vita anche se mai completamente mio...o del ragazzo seduto fuori da quella tenda ratoppata, le tasche piene di sogni e la presunzione di chiamarsi Eroi...