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Autore: fantagiorgia    02/10/2023    0 recensioni
Prima settimana della sfida di scrittura di ottobre di @arina_writes (la trovate su ig)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era una notte come un’altra, in quel lurido locale all’angolo. Henry pensava fosse fatto apposta per renderlo lo schifoso alcolista che era diventato, con un bicchiere in mano mentre trangugiava il trentesimo bicchiere della giornata. Il barista lo guardava cupo, ma il bevitore faceva finta di non capire che in realtà il turno del pover’uomo dall’altra parte del bancone era finito da più di un’ora. “Senti amico, io il bicchiere non te lo posso più riempire. Vattene a casa.” disse il padrone del locale, che proveniva da una saletta vicina; probabilmente aveva finito di contare i soldi della serata e stava aspettando che l’ultimo cliente si alzasse e se ne andasse a rompere le palle da un’altra parte. “Dai amico, un ultimo bicchiere… “ disse Henry cercando di fare la sua migliore voce da sobrio, fallendo miseramente, ma ottenne solo degli sguardi cupi che non poté più ignorare quindi con tutte le sue forse si alzò da quella sedia a cui si era incollato più di tre ore prima. Uscendo dal locale guardò l’orologio e vide che segnava le due del mattino. Ad un tratto una figura con il corpo umano e la testa di un pesce gli passò davanti, ridendo sguaiatamente e dicendo “È troppo tardi per salvarti, è troppo tardi!” Questa frase venne seguita da una delle più inquietanti risate che Henry ebbe mai sentito, ma una pulsione strana decise di far muovere il suo corpo verso l’uomo pesce ma sparì al primo angolo e al suo posto vide un uomo con un paio di corna che stava chiudendo un locale. L’uomo non sapeva dell’esistenza di quel locale, nonostante vivesse in quel quartiere da anni. L’altra persona si girò verso la strada e prese un pacchetto di sigarette, ne mise una alla bocca e questa si accese come per magia poi l’essere girò la sua orribile testa, che pareva essere rossa con un paio di corna e qualche capelli tra le corna che spuntavano dalla testa, fissando con intensità Henry a cui vennero i brividi. “Finiscila di guardarmi, non ti posso aiutare. Le vostre stronzate gestitevele da soli, quando avete il culo per terra venite sempre a chiedere aiuto a me. Trovati un modo per uscirne, io non ne voglio sapere niente.” disse il mostro “Ma chi vuole l’aiuto di un mostro come te? Non so manco che cazzo sei, come fai a sapere che voglio il tuo aiuto eh?!” Disse Henry e per tutta risposta il suo interlocutore si avvicinò scrutandolo più intensamente con i suoi occhietti gialli “Io sono il fottutissimo Satana, prima porta rispetto perché alla prossima ti prendo a calci nel culo fino a quando non ti svegli all’inferno. Seconda cosa, so che vuoi il mio aiuto perché tutta la feccia come voi lo vuole, venite da me a chiedermi una mano e poi dite che è stato Dio a salvarvi perché vi ha aiutato a risollevarvi. PUTTANATE! Sono io che devo portarvi di peso a casa dopo che voi mi vomitate sulle scarpe o peggio sulla maglia, poi però il vecchio si becca tutte le lodi.” Disse sbraitando il diavolo. Henry era incredulo, non pensava che sarebbe venuto veramente il giorno in cui avrebbe toccato il fondo e una sorta di malessere gli prese il petto di tutta risposta si sentì dire: “Perfetto ora ti sentirai male, quindi ora tocca a me tirarti sù e portarti a casa. Domani mattina ti sentirai rinato e ringrazierai Dio.” Nel frattempo l’uomo perse i sensi, ma il diavolo che in fondo aveva più sensi di colpa di un santo, decise di riportare anche questo ubriaco a casa lasciandolo con la consapevolezza che non si sarebbe ricordato di quell’incontro.

Qualche mese dopo mese dopo Henry teneva in mano la sua moneta dei tre mesi di sobrietà, ringraziando Dio di averlo salvato dalla dannazione del suo alcolismo.

   
 
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