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Autore: Edoardo DV 2000    04/10/2023    0 recensioni
Una notizia tragica per James turba il suo cuore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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SADNESS
 
Quella lezione di Trasfigurazione era proprio noiosa. Di solito sto sempre attento, mi piace molto come materia, ma oggi proprio no. Mi giro a guardare fuori dalla finestra. Il cielo è molto scuro e cupo, mi sa che tra poco inizierà a piovere. Questa giornata non poteva iniziare peggio: sveglia in ritardo, non trovavo i vestiti, lezione noiosa e in più questo tempo che renderà difficili gli allenamenti oggi pomeriggio.
Mi rigiro e guardo verso il mio vicino di banco, Sirius. Anche a lui Trasfigurazione piace molto ed è concentratissimo sul suo foglio, prendendo un sacco di appunti con la sua scrittura un po’ confusa. Qualche goccia di sudore imperla il suo volto di solito così inespressivo e minaccia di macchiare il foglio.
Davanti a me anche Lily è concentrata un sacco sulla lezione, tanto da continuare ad alzare la mano per intervenire o per fare qualche domanda. Sorrido senza pensarci. Grazie a Remus abbiamo sotterrato l’ascia di guerra e ci siamo avvicinati. Mi piace sempre di più. E non soltanto quando è vestita e truccata tutta in tiro per una festa clandestina (forse perché costretta da Alice), ma soprattutto quando è semplicemente lei, come ora: bacchetta nei capelli per fermare lo chignon, maniche arrotolate, camicia leggermente arruffata, braccia macchiate dall’inchiostro e viso teso e concentrato. Quando è se stessa mi fa impazzire.
Sbuffo leggermente sperando che quell’ora finisca presto.
“Allora ragazzi, chi mi sa dire quali sono i passaggi per diventare animaghi?”. La domanda della McGranitt mi toglie da questo strato di trance e faccio per alzare la mano. Sono diventato animago al terzo anno, come faccio a non saperlo.
La McGranitt fa per darmi la parola, quando sentiamo un bussare sostenuto alla porta. La professoressa assume una faccia molto irritata (non le piace quando le vengono interrotte le lezioni per nessun motivo), ma, alzando un po’ la voce, fa in modo che la persona colpevole di questa interruzione apre la porta. Pensando che sia Gazza che si lamenta di qualche scherzo subito, non ci faccio molto caso, ma quando sento gli altri trattenere il respiro, mi giro a vedere chi è entrato.
Sulla porta stava ritto il preside. Strano, non si fa mai vedere in giro durante gli orari di lezione.
“Perdonami per avere interrotto la tua lezione Minerva, so quanto lo odi. Ma avrei bisogno parecchio urgentemente del signor Potter”.
Sento gli occhi di tutti puntarsi su di me. Che mi abbia letto nel pensiero ed è venuto a liberarmi da questo strazio? Nah, non è possibile.
Mi alzo con tutta tranquillità e seguo il preside.
Non parla per tutto il viaggio se non per dire la parola d’ordine al gargoyle che fa la guardia al suo ufficio.
Appena entrati mi fa cenno di accomodarmi sulla grande sedia davanti alla sua scrivania.
“Come mai voleva vedermi preside?” chiedo rompendo quel silenzio che iniziava a darmi sui nervi.
Lui non risponde subito, mi guarda dall’alto dei suoi occhiali a mezzaluna. Nonostante io sia un po’ intimorito, cerco di sostenere lo sguardo davvero curioso di quello che mi avrebbe potuto dire. Data l’esitazione non penso sia una cosa bella.
“James, mio caro ragazzo. Non so davvero da dove cominciare. Purtroppo non sono portatore di buone notizie. E fidati quando ti dico che non vorrei essere su questa scrivania ora.
Stanotte Godric’s Hollows è stata bersaglio di un attacco da parte dei Mangiamorte. Un attacco molto violento, cercavano di liberare il villaggio che è stato per così tanto tempo per soli maghi dai Mezzosangue, nati Babbani e Babbani. L’Ordine della Fenice (sì, so che i tuoi genitori hanno informato te e Sirius di questa organizzazione) è intervenuto prontamente per difendere la popolazione.
Soltanto che…. Nello scontro…. James mi dispiace davvero tanto… Tuo padre e tua madre sono morti…”
Silenzio.
Non riesco neanche a respirare.
Buio totale.
Ci metto un minuto abbondante per realizzare le parole di Silente.
Tutto perduto. Coloro che sono stati i miei esempi non ci sono più. Sono morti. Tutto perduto. Colui che mi ha insegnato tutto sul Quidditch, sulle donne, su quale sia il bene e il male, colui che ha accolto il mio migliore amico come se fosse suo figlio, colui che mi ha sempre difeso e mi ha insegnato a combattere le mie battaglie in nome dell’amore. Colei che mi ha insegnato l’autoironia, che mi ha insegnato cosa vuol dire la parola amore, che mi consolava quando avevo gli incubi o quando papà stava più tempo fuori casa per lavoro, che mi ha fatto capire quanto davvero l’importante fosse Lily per me, colei che si è sempre battuta per me anche quando tutti non capivano. Loro che mi hanno sempre supportato nelle scelte, che hanno fatto di tutto per starmi accanto, sempre, che non mi hanno mai giudicato. Loro che mi hanno fatto capire cosa vuol dire lavorare per gli altri e per le persone che amiamo, che mi hanno mostrato quale fosse il bene da raggiungere e che cosa sia la felicità.
Tutto perso, andato in fumo nel tempo di un incantesimo. Due parole soltanto sono bastate a mettere la parola fine alla vita dei miei genitori.
Non riesco a dire niente, non so cosa dire. Lascio spazio solo alla lacrime, che iniziano a scendere inesorabili lungo il viso. Non provo neanche a fermarle.
Sento Silente che si alza e sento il suo abbraccio che mi avvolge. Neanche lui non sa che cosa dire. Lo sento che è sconvolto quanto me, voleva molto bene ai miei genitori, erano come figli per lui.
Dopo un tempo non ben definito, poteva essere passato un minuto quanto 2 ore, mi riprendo a faccio la domanda che molto probabilmente si aspetta anche lui.
“Chi li ha uccisi?”.
“James, devi promettermi che qualsiasi nome io ti dirò, non gli darai la caccia, non lo cercherai e non lo affronterai. Non sei ancora pronto, non posso perdere anche te. Me lo prometti?”
Anche se mi costa molto annuisco. Non sono sicuro di riuscire a promettere una cosa così grande, la voglia di vendetta in questo momento è troppo grande.
“Lord Voldemort”.
Sentire il suo nome mi fa gelare il sangue nelle vene. Lui.
“Posso assicurarti che i tuoi genitori non sono morti scappando, anzi sono morti combattendo fino all’ultimo. Ma lui era troppo più forte. Hanno dato battaglia con fierezza e orgoglio. Sono certo che la voglia di proteggere te ha fatto sì che combattessero ancora e ancora. Per questo ti ho detto di non cercarlo. È troppo forte e sarebbe uno spreco inutile di forze anche solo pensare di poterlo fare. Mi dispiace davvero James. So quanto tenevi a loro e tu sai quanto io ci tenevo e ci tengo a loro. Sono il motivo per cui non smetto di organizzare le forze per affrontarlo. Adesso va, riposati. Se hai bisogno di qualcosa la mia porta è sempre aperta. Ti farò sapere quando saranno i funerali.”.
Saluto con poca voce il vecchio preside.
Come uno zombie vago nel corridoio, alla ricerca del ritratto della Signora Grassa. Sono un fantasma. Non mi accorgo nemmeno di avere detto la parola d’ordine.
Appena entrato in Sala Comune sento gli sguardi di tutti puntati addosso. Non mi interessa, tiro dritto verso la mia stanza. Sento una sedia muoversi e qualcuno che si muove nella mia direzione. Sicuramente è Sirius.
Mi siedo sul letto con le mani sul viso. Capendo la situazione, Sirius va a chiamare Remus e Peter e sento che urla a tutti di non salire le scale e di entrare nella nostra stanza a chiedere qualcosa. Sento una voce femminile, che riconosco essere quella di Lily che prova a dirgli qualcosa ma Felpato alza ancora di più la voce, tassativo e perentorio.
Appena sento una mano che tocca la mia spalla alzo il viso e li vedo tutti e tre che mi guardano con un viso preoccupato ma rassicurante. Sono a casa, in mezzo alla famiglia di amici che amo. E lì non ce la faccio. Scoppio in lacrime, come se non piangessi da anni. Loro capiscono la situazione e mi lasciano sfogare senza dire una parola. Mi lasciano tutto il tempo, quasi senza fiatare.
So di essere amato da loro, so che posso tirare fuori tutto quello che ho dentro ed essere semplicemente me stesso, James.
E dico tutto quello che è successo e mi sfogo. Parlo per tanto, tanto tempo, circa due ore, tirando fuori anche tutti quei particolari che mi mancheranno della vita in casa. Loro ascoltano e basta. Vedo anche Sirius inizia a piangere, anche lui ha perso la famiglia.
Anche quando ho finito di lacrimare e parlare fanno fatica a dire qualcosa.
L’unico che alla fine parla è Remus.
“Hai noi”.
 
Una settimana dopo
 
“… Che riposino in pace”.
Il prete finisce le sue preghiere sulla tomba di mamma e papà al cimitero. Non ne ho ascoltata mezza. Sentivo tante parole e basta. Intorno a me c’è praticamente tutto il mio anno di Grifondoro, a partire dai miei migliori amici. C’erano anche quasi tutti i professori, colleghi, amici dei miei genitori e anche qualche curioso che si era avvicinato a capire come mai c’era tutta quella gente.
“E’ ora Ramoso”. Le parole strozzate di Sirius giungono alle mie orecchie e mi accordo che il prete e tutti i presenti stanno aspettando che io faccia qualcosa, che sia una parola o un gesto.
Mi avvicino con passi lenti a quella tomba ormai nel buco in terra.
So già quello che devo dire, non è che l’ho pensato, ma mi sembra l’unica cosa da dire e quindi alzo bene la voce in modo tale che tutti sentano.
“Vi ho amati dal primo istante che ho respirato. Ho continuato ad amarvi mentre crescevo e sicuramente vi amo ora e anche in futuro. Siete stati i genitori migliori che io potessi desiderare. Vi vendicherò, fosse l’ultima cosa che faccio nella mia vita. Voldemort morirà e io contribuirò alla causa. Ve lo prometto.”.
Sento dietro di me che tanti trattengono il respiro. Pronunciare quel nome era ormai diventato un tabù ma non me ne importa nulla. Si è preso la parte migliore di me. Io prenderò la sua vita.
Detto questo mi chino, prendo una manciata di terra e la butto sul legno.
Sento Sirius che si muove e me lo ritrovo accanto e mi dà una pacca sulla spalla.
“Anch’io vi vendicherò. Voldemort ha preso la mia famiglia di sangue e quella che ho considerato la mia vera famiglia, voi. Lotterò, anche in vostro nome”. Anche lui prende una manciata di terra e la butta.
Così fanno anche Remus e un titubante Peter.
Poi i becchini finiscono il lavoro, gettando spalate di terriccio, facendo piano piano scomparire l’ultimo ricordo terreno di mamma e papà.
Sento ancora gli occhi di tutti puntati sulla mia testa, forse paurosi addirittura di muoversi.
Una mano sottile si appoggia sulla mia testa. Mi volto e vedo il professor Silente.
“Voglio combattere professore. Per me, per un futuro migliore, per le persone che amo”.
“Lo so James, e so che, nonostante il dolore, sei pronto. Arriverà il nostro momento, non so dirti quando o come, ma arriverà. E fidati, non saranno morti invano”.
Mi giro e inizio a piano piano a camminare.
La gente si apre, facendo un varco per permettermi di poter passare e andare via.
Solo una persona si mette in mezzo nel mio cammino. Capelli rossi, grandi occhi verdi pieni di lacrime.
Si avvicina a me e mi abbraccia. Sento il suo profumo inondarmi il naso e come un balsamo sulle ferite allevia un po’ del dolore che ho dentro.
“Stammi vicina”.
“Sempre”.
   
 
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