Vector odiava quell’odore. Salpando per la conquista, alla guida del suo esercito, l’aroma di salsedine lo aveva ubriacato, facendogli perdere ogni lucidità, convincendolo a fidarsi di quel branco di idioti dei suoi generali. Ma, aveva scoperto con orrore, quello della salsedine non era il profumo della vittoria, ma quello del tradimento, della sconfitta, di Nash.

Tornato a palazzo, solo, esausto, aveva fatto il possibile per cancellare ogni ricordo del mare, annegando quell’olezzo nel sangue della sua gente. Lo avevano abbandonato, lasciandolo partire accompagnato da un esercito di demoni. Erano dei codardi e dei traditori, e non meritavano alcuna pietà. Qualcuno dei consiglieri del principe si era lamentato, e Vector li aveva puniti in maniera esemplare, appendendo i loro corpi oltre le mura. E gli altri, quelli troppo viscidi, troppo accondiscendenti… sicuramente stavano progettando un colpo di stato. Le loro urla riecheggiavano ancora nel personalissimo labirinto degli orrori del sovrano.

Il fidato boia gli si avvicinò, unico superstite alla furia omicida del suo signore. Vector sgranò gli occhi, riconoscendo quell’effluvio marino che aveva tentato di lavare via con il sangue. Aveva lasciato la spada nei suoi appartamenti, ma il guanto metallico che indossava andava benissimo, per prendere una vita.

-VECTOR!

Quella voce. Quell’odore di salsedine, che sembrava scaturire dagli abissi. Quegli occhi color del mare, ora spiritati e iniettati di sangue. Nash era lì, smagrito, provato dal lungo viaggio, assetato di vendetta. E Vector era pronto a trascinarlo con sé nella tomba.

Angolo autrice: in ZeXaL, non si fa cenno a quanto tempo sia trascorso tra la sconfitta di Vector nel Labirinto di Abyss e la successiva, questa volta nelle future rovine di Vector, ma credo che Nash non si sia gettato subito all’inseguimento del nemico, insomma, non è il tipo da abbandonare insepolti i suoi soldati (e no, non credo che tutti i corpi si siano magicamente trasformati in polvere luminosa)… e Vector aveva bisogno di un po’ di tempo, per sterminare il suo stesso regno, no?