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Autore: Longriffiths    07/10/2023    1 recensioni
Gli angeli sono sempre rilucenti anche se il più rilucente fra loro è caduto; se le più turpi cose assumessero il volto della grazia, la grazia resterebbe sempre grazia;
-William Shakespeare, Macbeth, 1606
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Molto rispetto al loro passato ci è naturalmente sconosciuto, e ci basiamo soltanto sui loro fugaci incontri per fantasticare sul come e sul quando siano effettivamente diventati amici. Ma c'è davvero un momento preciso? E sul loro futuro, sul come e quando si sono innamorati, forse, ne sappiamo ancora meno.
Insomma come ha preso Crowley la fissa per le piante? Perché Azi è così tanto attaccato ai suoi libri?
Tutto andava ricostruito, ed è ciò che noi abbiamo fatto partendo dall'antica Grecia.
-Una storia di Giulia e Arianna.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                          Capitolo IX 

 

Finis coronat opus;
Il risultato è il coronamento dell’opera.


1600 d.C; 

Il Barocco.

 

Fu un secolo pieno, secondo il demone Crowley. 

Ricco, e colmo di innovazioni. Finalmente, per la prima volta da molto tempo, gli esseri umani sembrarono rendersi conto che la propria mente funzionava, che potevano ragionare, e quasi tutto quanto il marciume cresciuto nei secoli scorsi andava via via scemando, e mutando. 

Certo, non tutto il dramma radicato era stato estirpato, ad esempio, i trent'anni di guerra tra le fazioni di Spagna e Impero Asburgico, e le opposte Francia e Inghilterra. Furono tempi duri, ma dall'altro lato della medaglia, le nuove scoperte parvero fare rifiorire la comunità nel mondo intero.

Crowley ebbe la fortuna e l'immenso piacere di intraprendere il cambiamento culturale nella società conoscendo il fisico astronomo e matematico Galileo Galilei, che accompagnò principalmente nel suo studio d'osservazione e confutazione delle ipotesi del suo predecessore Kopernico. 

Galileo contribuì ad una piccola scintilla che accese un falò che avrebbe stravolto completamente il mondo, ovvero, la conferma della teoria eliocentrica. 

 

Con la propaganda però non pochi furono gli ostacoli e la parte oscura dell'umanità parve riprendere piede, poiché non era più l'uomo il centro dell'Universo, e gli esseri umani cominciarono a discutere e soprattutto a dubitare dell'operato di Dio su cui si basava completamente tutta la loro vita e le loro azioni.

 

Se un neonato nasceva morto o deflrme, allora avevi peccato ed eri stato punito. Se una calamità colpiva la dimora di abitazione, allora avevi peccato, e ovviamente, era una punizione divina.

Adesso invece, parve diffondersi l'idea che forse il mondo intero fosse governato da altre forze al di là del controllo di Dio e delle persone: le leggi della fisica e della genetica. Fu un importante passo avanti per la scienza, un ragguaglio che di lì in poi avrebbe portato scienziati e fisici ingegneri alla costruzione delle macchine, allo studio dei fenomeni.. e soprattutto, vide la nascita dell'epoca Barocca.

Al demone Crowley piacque quel tempo più di qualunque altra epoca vissuta finora.

L'arte e la cultura Barocca erano indice di innovazione, di ribellione quasi, di contrasto. La tradizione non era più la colonna portante. Era una sorta di perfetta imperfezione.


1700 d.C;

L'Illuminismo e le Rivoluzioni.

 

«Nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri. La libertà è un dono del cielo, e ogni individuo, della stessa specie, ha il diritto di goderne appena giunge all'età della ragione

(Denis Diderot)

 

Dopo un periodo buio e difficile, il progresso di certo ispirò moltissimo Aziraphale, soprattutto sul versante del teatro, di cui divenne assiduo frequentatore (già lo era ad Atene), ma quei secoli video nascere nuove prospettive e discipline: le scienze della natura e della terra, ma anche l’archeologia, lo studio del mondo antico, campo che appassionò molto l’angelo e vi diede non pochi contributi, date le sue conoscenze del mondo greco antico e romano. Conobbe Denis Diderot, una delle personalità di spicco di quel secolo dei lumi, e Aziraphale contribuì alla nascita dell’Encyclopédie. Tuttavia le posizioni di Diderot su Dio gli portarono non pochi problemi, di fatto ben presto contro l’Enciclopedia si opposero il Papa, i gesuiti e i giansenisti. Tuttavia Aziraphale apprezzava lo scopo dell’instancabile Diderot: offrire un’educazione esterna alle tradizioni, non solo per nobili o alto-borghesi, ma per il popolo stesso. Le posizioni antireligiose di Diderot erano di certo in contrasto con ciò che rappresentava Aziraphale, eppure i due avevano obiettivi in comune, e l’angelo accoglieva di buon grado nuove visioni del mondo… fatto che, invece, non fu apprezzato in Paradiso.
Presto crederanno solo alla genetica e alla scienza, e non più a Dio!” esclamò Michele, adirato.
Una cosa non deve escludere per forza l’altra, Arcangelo Michele, Dio ha dato libertà agli uomini, l’amore, il libero arbitrio, l’intelligenza, è giusto che progrediscono nella conoscenza della Terra e delle creazioni del Signore, dovremmo essere grati di questi progressi, sono più consapevoli! Sappiamo bene a cosa ha portato la cecità della religione.. solo alla violenza e all’oppressione, che ho visto con i miei occhi per tanti secoli. Si può amare Dio, ma si può amare anche la Scienza, l’una è insita nell’altra, Dio è Scienza, Dio è la Terra e risiede nel cuore di ogni studioso che, di giorno in giorno, scopre nuovi angoli di luce.” rispose Aziraphale di rimando nonostante fosse un po’ timoroso di confrontarsi con un Arcangelo, le sue posizioni erano controverse e crearono non pochi dibattiti in Paradiso, ma diversi angeli sembravano dalla sua parte, e anche Dio stesso. Tuttavia il pericolo dell’ateismo spaventò i piani superiori, e certo ad Aziraphale non faceva piacere che si mettesse in dubbio l’esistenza di Dio, ma è davvero possibile costringere un uomo a credere in qualcosa che non “vede” e con cui non riesce davvero parlare? L’approccio scientifico stava cambiando tutto, l’angelo lo aveva capito, ci si stava avviando verso un’epoca nuova, ma sapeva anche che Dio non avrebbe mai smesso di amare i suoi figli, persino Diderot che lo mise in dubbio. E lui, in quanto angelo, non avrebbe mai smesso di amare l’umanità e aiutarla, persino se molti mettevano in dubbio la sua esistenza come creatura del Paradiso. 

 

Dopo aver avuto a che fare con quel “vulcano” di nome Michelangelo Merisi da Caravaggio, Aziraphale si convinse che tutti gli artisti che portavano il nome “Michelangelo” avessero per natura le rotelle fuori posto, e non di poco. Caravaggio fu un talento straordinario nell’arte, ma il suo carattere litigioso era molto conosciuto, non per niente persino il povero Aziraphale ne rimase vittima, quando un giorno Caravaggio gli lanciò un sacco pieno di verdure addosso solamente perché aveva osato dargli dei consigli sulla sua arte.

 

Se Aziraphale non fu un amante del Barocco apprezzò, più tardi, il Neoclassicismo: riprendere le forme dell’arte classica significava ritornare alle “origini”, origini che lui aveva vissuto in prima persona, assistendo allo splendore dell’arte greca ad Atene. La scoperta di Ercolano e Pompei, inoltre, diedero impulso allo studio archeologico… e rivedere Pompei fece tremare il cuore di Aziraphale, ricordando in modo molto vivido quando quella meravigliosa città venne sepolta nel 79 d.C. a causa del Vesuvio.
Città che l’angelo riuscì a vedere e visitare prima dell’eruzione, ricordando uno splendore senza pari.
In quel periodo Aziraphale disegnò quindi paesaggi antichi e rovine, che furono molto apprezzati. Ma verso la fine del secolo ecco un’altra risposta: il Romanticismo. Aziraphale amava il modo in cui gli uomini continuavano a mettersi in discussione, se prima nasceva una certa visione o modo di pensare, ecco che dopo iniziavano a porsi altre domande. La mente umana era un ingranaggio che, dopo così tanti secoli, era ancora pieno di mistero per l’angelo. Egli seguiva le onde dei movimenti e dei pensieri umani, e persino lui, creatura eterna e divina, grazie agli umani sviluppava nuovi pensieri, nuove realtà, nuovi modi di dipingere che non aveva sperimentato. Ogni giorno si inventavano nuove pietanze, si producevano nuovi vini, per non parlare della musica: Aziraphale seguì da vicino la vita del grande Wolfgang Amadeus Mozart, un umano che sembrava essere stato scelto da Dio per portare bellezza nel mondo e dotarlo di un talento divino, la musica di Mozart arrivò persino a commuovere l’angelo quando ascoltò la Messa di requiem in Re minore, rimasta incompiuta a causa della morte del musicista e completata solo successivamente. 

 

Ovviamente, nessun secolo era senza guerre, la guerra era una costante dell’umanità, con rammarico dell’angelo. Il secolo dei lumi vide importanti guerre di successione, l’umanità sarebbe sempre stata dotata di luce e ombra, per quanto Aziraphale si battesse per far trionfare la luce.. spesso era come combattere controcorrente, le guerre e le ribellioni portavano a importanti realizzazioni e progressi, e a volte sembravano quasi necessarie perché i popoli riuscissero a migliorare le loro vite. 


Il demone Crowley sguazzò letteralmente nel compiacimento e la gratificazione.
Ogni classico era stato lasciato indietro, e la modernizzazione stava prendendo così tanto piede che, guardandosi indietro, gli sembrò che quasi seimila anni di vita fossero serviti soltanto per arrivare a quel momento.
L’Illuminismo fu come una sorta di liberazione per lui, nella quale poté veramente esprimersi e mescolarsi tra la gente. Le persone erano ormai paragonabili a delle spugne colme, piene di tanta repressione dovuta adottare nei secoli precedenti a causa delle costrizioni e delle regole non scritte, e soprattutto per i canoni sociali. Spugne che finalmente, distaccatesi da quella che era una forte e radicata credenza in special modo religiosa, poterono finalmente liberarsi, lasciare scorrere forte tutto ciò che in realtà era l’ingegno vero e proprio, in qualunque campo possibile.
Gli esseri umani iniziavano a scrivere libri riguardanti cose che non esistevano, che erano solo frutto delle loro fantasie. Storie completamente inventate, fatte solo per condividere qualcosa che fino a quel momento le persone non avrebbero capito, accettato, e forse quel fenomeno sarebbe perseverato, ma non abbastanza da scoraggiarli.
Iniziavano a rendersi conto che potevano inventare, parlare, e soprattutto, industrializzare il mondo, creando cose che potevano aiutarli, facilitarli.
Crowley poté parlare con interesse, ascoltare con interesse le creature di Dio, e scoprì che qualcosa stuzzicava i suoi sensi: la musica.
Le melodie erano molto differenti da quelle rinascimentali. Non era più un solo ed unico strumento ed una sola assonanza di note, iniziava ad essere ritmica, e multifattoriale, come un binario che diramava ma correva sempre nella medesima direzione. Il ritmo era più forte, più vario, e lo sfondo era quasi comico, ed il demone Crowley vide un secolo nella quale potersi divertire, sbizzarrire, senza più sottofondi di violenza. Si rese conto che quando gli esseri umani erano in prima persona coloro che amavano peccare, non si sentì sminuito, anzi. Si sentì libero, come il proprio ruolo e potere fossero, contraddittoriamente, una benedizione. Si sentiva respirare più del dovuto e del necessario, in quanto poteva osservare da pari, apprendere, e stravolgere a proprio piacimento. Era come se la propria natura demoniaca non gli pesasse più così tanto, non doveva più nascondersi né sentirsi in torto, spingere controvoglia nessuno. Come se non fosse più in torto né nella zona malvista tra bene e male, perché ormai la religione stava perdendo ogni piede.
Era ancor più interessante indurre la gente in tentazione, adesso che non doveva soltanto instaurare il seme del dubbio in loro e lasciargli assaporare l’idea di peccare, il gusto del proibito. Gli uomini e le donne non dovettero più tenersi dentro le pieghe della mente i loro desideri, ed anzi, erano più che intenzionati ad esporsi, lasciando che l’eleganza fosse sempre la base di ogni movenza e di ogni parola. Il linguaggio era diverso, il canone di bellezza, tutto era in evoluzione, e così, Crowley dovette semplicemente riadattare la società a se stesso, e non più il contrario.
Adesso molte cose potevano essere suggerite ad alta voce, potevano essere condivise, e lui poteva cambiare.
Il demone sperimentò il trasformismo per la prima volta in quei tempi. Non sentiva più il bisogno di avere una sola identità, poteva essere chiunque volesse essere, spostarsi da un ceto all’altro ed osservare finalmente la disuguaglianza come parte integrante di ogni dicotomia e la convinzione di un solo ed unico livello nella quale tutti erano uguali al loro prossimo, e giocare con il proprio talento.
Il demone Crowley era uno spirito creativo, e come tale, mille erano i modi in cui interagiva ed operava.

Frequentava i piccoli caffè, ascoltava gli uomini discutere, dibattere, e si sentì per la prima volta giusto nella sua interezza.
Accettava, a piccoli passi, il non essere più un angelo.
Non sarebbe mai stato fiero di questo, non avrebbe potuto. Lui amava essere una creatura di luce, semplicemente non lo era più, e poteva venire a patti con se stesso senza odiarsi. Ed era solo un mero frutto della propria mente, ma non gli dispiacque affatto vivere come se non avesse un enorme fardello sulle spalle.

Molteplici furono ancora gli incontri con l’angelo. Le innumerevoli rivoluzioni che avevano visto il mondo erano state condivise e talvolta veicolate nelle loro possibilità. Inferno e Paradiso sembravano averli dimenticati, e malgrado così non fosse loro sembravano non badarci più.
Avevano smesso di tenerli così tanto alle strette, quando entrambi davano loro ciò che desideravano.
Nel tempo si erano calati nei panni di due perfetti ingannatori.
Anziché nascondersi, nella simbologia più assoluta del termine si mascheravano a loro. Le innumerevoli bugie raccontate erano condivise come a fin di bene dall’angelo, e come necessarie dal demone, e nella loro forte distanza funzionavano alla perfezione assieme. Si erano resi conto, a modo proprio, che nessuno dei due desiderava essere controllato. Avevano vissuto troppo tempo lontani da quelle costrizioni, dai loro simili, dal loro punto di partenza, e nonostante quasi seimila anni non fossero nulla se paragonati ai milioni trascorsi In Cielo e nella Gola più profonda, sentivano come se mai posto fosse stato più adatto a loro. Nonostante sapessero che prima o poi avrebbero dovuto salutarlo e salutarsi in vista dell’Apocalisse, l’idea non era bastata ad esimersi dall’affezionarsi. Alla terra e.. a loro stessi.
Vivevano il mondo come una casa e non come un luogo ospitale, Aziraphale poteva scoprire e adorare le creazioni umane, e Crowley poteva seguire i creatori senza che mancasse mai il loro dovere. I loro accordi s’intensificarono via via maggiormente, il piacere era a turno anteposto al dovere, fino a che la situazione per quanto bella potesse essere, dal fondo sulla quale era stata costruita celava sempre una piccola falla, che erano i dannati sentimenti.
Non erano i vizi capitali la loro croce.
Erano i loro cuori.

E nessuno di loro li affrontava. 

 

Aziraphale, dopo diversi procedimenti burocratici, riuscì finalmente ad aprire la libreria, una nuova sede dove trasportare tutti i libri di Ortigia raccolti nel corso dei secoli, scelse uno stile in legno scuro per i mobili, dal gusto antico e classico: “A.Z. Fell And Co. - Antiquarian and Unusual Books”
Vi era un piano superiore con una sua stanza privata munita di letto, armadio, baule, tavolino e specchio. Si procurò una serie di libri moderni da destinare alla vendita, non avrebbe mai venduto i suoi libri, per lui erano di vitale importanza, i tesori di una vita trascorsa sulla terra.

 

 

Quando tutto fu quasi ultimato, Aziraphale non stava più nella pelle, doveva assolutamente mostrarla a Crowley. Gli scrisse subito un messaggio.

“Crowley!
Ho aperto la mia libreria, vieni a trovarmi, così te la mostro, ho trasferito tutti i tesori da Ortigia, questa sarà la nuova sede.
Ti aspetto!

- Stella Egiziana”

 

Il demone Crowley non fu tanto sorpreso. Aziraphale gli aveva espresso molto tempo addietro la volontà di aprire una libreria, e dal canto suo, aveva scelto il periodo migliore. Finalmente gli esseri umani si stavano alfabetizzando, e non era un male aprire la mente

Così, curioso dell'invito, Crowley si recò a Londra, in un piccolo quartiere popolare, laddove l'angelo gli aveva indicato. Riusciva a percepire l'entusiasmo tra quelle righe. 

 

La libreria vista da fuori era elegante e graziosa alla vista. Non proprio nel suo stile, innamorato com'era dell'arte e delle linee e i colori gotici, ma lo rispecchiava perfettamente. 

Si avvicinò alla porta, bussando con energia.

 

Non sapeva perché, ma Aziraphale si sentiva nervoso, agitato.. quella mattina passò almeno un paio d’ore per scegliere cosa mettersi, alla fine decise per un lungo cappotto celeste, una camicia di lino e, per la prima volta, indossò un fiocco tartan azzurro e bianco, i pantaloni erano beige e degli stivali alti in cuoio ricamato completavano l’outfit dell’angelo. Si pettinò accuratamente e, grazie alle nuove invenzioni, iniziò ad usare anche i profumi, utilizzò una colonia dal profumo delicato, ma dolce.
Sentì bussare ed entusiasta come un bambino durante le vacanze scolastiche, andò ad aprire la porta, e sorrise al demone, con il sorriso più radioso che un angelo potesse fare.
«Crowley! Ne è passato di tempo, entra! Ti mostro tutto!» l’angelo prese il demone per un polso e lo trascinò letteralmente nella libreria, iniziando a spiegare come fosse articolata, come aveva comprato l’edificio e il tipo di arredamento utilizzato.

 

Il demone aveva sempre adorato la moda e lo stile, e da qualche anno aveva quasi completamente abbandonato qualsiasi colore che non fosse il nero, e gli abiti esageratamente aderenti addosso, non molto conformi ai canoni correnti la quale eleganza dettava la morbidezza dei capi con linee delicate. 

Sapeva che Aziraphale era.. stravagante, almeno per i suoi gusti in fatto di moda, ma vederlo in quel modo lo fece quasi arrossire. 

Le loro vite per un motivo o per un altro sarebbero sempre state destinate a separarsi, quantomeno per un po'. Rivederlo dopo l'industrializzazione e l'avvento della tessitura, ora che anche lui poteva sperimentare tessuti e colori, fu come una ventata d'aria fresca.. almeno fino a quando non posò gli occhi su quel ridicolo foulard, o quel che era.

Accennò appena una protesta poco carina, quando si vide trascinato in quel luogo da un Aziraphale divenuto uragano di gridolini esaltati e denti perfettamente bianchi. Non lo vedeva così felice da molto tempo. Forse non lo aveva mai visto. I suoi zigomi tirati e gli occhi semi nascosti dalle pieghe della pelle lo rendevano così adorabile

Ne era inguaribilmente innamorato, ed ogni volta che lo pensava un foro gli corrodeva il cuore 

La libreria era ben fatta. Era accogliente e ricca alla vista, elegante, e piena zeppa di tomi antichissimi. 

«Quindi hai intenzione di darti alla vendita, angelo?»

 

Il flusso di parole ininterrotte fu fermato dalla domanda dell’angelo, domanda che lo fece tentennare un po’, prima di rispondere. «Beh.. ho preso dei libri specifici destinati alla vendita, ma la maggior parte non li venderò, sono i tesori di una vita. Ecco guarda, qua ho messo i nostri scacchi, questo sarà come un salottino.» disse mostrando una piccola area con un divano, una poltrona con scrivania, la scacchiera e degli armadietti. «Ma non è finita! C’è anche un piano superiore, vieni!» Aziraphale trascinò nuovamente Crowley, il piano superiore aveva un piccolo corridoio con un orologio a pendolo e alcuni dipinti fatti dall’angelo, paesaggi antichi e soggetti angelici.
Infine gli mostrò la propria stanza: molto luminosa grazie ad un’ampia finestra, comprendeva un piccolo angolo di bellezza con un tavolino munito di un grande specchio la cui cornice era decorata di due ali angeliche, sopra vi teneva profumi, pettini e alcune polveri.. speciali, per così dire. Un grande armadio di fattura francese in legno scuro e oro, infine un letto matrimoniale, le cui lenzuola erano bianche, decorate da motivi floreali argentati, qualche camicia era sparsa sul letto, e nell’angolo vi era un manichino su cui era sistemato un vestito azzurro e bianco, destinato alla sua forma femminile.
«La mia stanza! Mi sono preso un letto matrimoniale questa volta, mi muovo molto durante la notte.» spiegò l’angelo entusiasta, amava quella stanza, non si era mai sentito così a casa come in quel momento.. ma non si rese conto che si sentiva davvero a casa, solamente perché ora c’era anche Crowley con lui.

 

«Quindi il tuo negozio è il tuo ripostiglio allestito da esposizione.» Lo punzecchiò beffardo, prima di seguirlo al piano superiore.

Crowley fu colpito dalla naturalezza con cui Aziraphale gli permise di muoversi in quella casa, e soprattutto nelle proprie stanze. Lo aveva inviato, e non si era preoccupato di non lasciare indumenti o oggetti fuori posto. Come se non si preoccupasse di dover fare colpo, o di doversi mostrare al solito, rigido e composto come si contraddistingueva da quando ne aveva memoria su quella terra. Come se si fidasse in una maniera, in uno strano e puro modo, intimamente di lui. Era così spontaneo e così fluido nel movimento nello spazio, nel modo in cui lo occupava e ci si esponeva, che coinvolse inevitabilmente anche il demone nell' esplorazione dell' ambiente. Era come entrare nella mente dell' angelo, come se quella casa fosse la rappresentazione della sua natura cognitiva, di tutto ciò che aveva assorbito e interiorizzato nel corso dei millenni. Era come passeggiare nei suoi pensieri, nel suo carattere. Ogni cosa Era perfettamente conforme ai suoi standard, alla sua essenza. Una casa pulita, luminosa, l'arredo si sposava perfettamente con tutto il resto e le decorazioni erano tanto fini quanto notevoli. Era il riflesso perfetto di tutto ciò che lo aveva realizzato la persona che era a quel tempo. 

Aziraphale ai suoi occhi adesso era come una rassicurazione. Si sentì dentro di lui, e mai pensiero nella mente corrotta del demone fu in realtà più puro.

Si sentiva protetto, e sereno.

«Fa tutto così.. corredo, non so se mi spiego.»

Crowley entrò nella camera per potersi guardare meglio intorno, con il suo caratteristico cammino. Schiuse le labbra ed i canini aguzzi erano visibili dalla piccola fessura creata, mentre aspirava l'odore nell'aria.

Non era affatto cambiato. Era pregno dell'angelo, ora più che mai lo sentiva forte, e si lasciò intossicare segretamente, imprimendoselo. 

«C'è qualcosa.. che manca.» il demone Crowley si guardò intorno.

«Piante. Dovresti metterci una pianta.»

 

Aziraphale si mise a piegare una camicia che aveva dimenticato sul letto, mentre cercò di fare ordine sul suo tavolino di bellezza. Ascoltò il consiglio di Crowley e annuì. «Hai ragione! Portami qualche pianta, quella che preferisci, dopotutto questo posto non sarà solo mio, potrai venire qui quando vorrai. E qui le tue piante saranno curate, come vedi è luminoso, possono crescere bene, magari.. una Stella egiziana.» l’angelo sorrise, e per lui tutto gli sembrava naturale, certo che quel posto era “suo”, ma nella sua mente era il “loro” posto, anche se ancora non lo realizzava a pieno. L’angelo andò poi ad aprire il proprio armadio, cercando di fare ordine nel marasma di abiti che aveva comprato e collezionato.
«Forse.. mi servirà un altro armadio.. e questo quando l’ho preso?» vide un abito dorato ricamato con foglie dorate, che proprio non riusciva a ricordare e allora, dato che Crowley era girato di spalle, assunse l’aspetto femminile, indossandolo automaticamente, i capelli raccolti in un’alta crocchia, fermati da un fermaglio dorato.
«Crowley! Che ne pensi? Dovrei tenerlo?» gli chiese, dubbiosa.

 

 

«Mh?» Il demone si voltò.. e fu allora che intese il significato di sogno ad occhi aperti.

Era come una delle statue della Vergine che la Chiesa Cattolica si divertiva tanto a vestire durante le processioni, ma molto, molto più divina. Era assai più elevata di un'apparizione Mariana, era come qualcosa di tanto splendente e irraggiungibile, da accendere qualunque fantasia e nel suo caso, il desiderio più viscerale. Non poté fermare l'espressione di sorpresa, eppure riuscì a frenare il cadere rovinosamente della mandibola, anche se avrebbe voluto cadere in ginocchio e adorare quella splendida creatura dinanzi a sé. 

Batté gli occhi da sotto gli occhiali scuri un paio di volte, e fu come destarsi da una paralisi cerebrale. Riacquistare la facoltà di parola fu complicato, per la prima volta si sentì avvolto nella fiamma della sfrenata bramosia che s'impadronì di lui, e strinse i pugni dietro la schiena affondandosi le unghie nere nei palmi per non mordersi l'interno delle labbra, e dare segni visibili dello squilibrio emotivo e fisico che sentiva lo stesse consumando vivo. Tremava, per la contrazione muscolare che si stava applicando da solo.

«Ah, ehm. Si. Si è.. forse, per un ballo è appropriato.» 

 

L’angelo fu contenta della risposta del demone, sì, aveva ragione, amava ballare e quell’abito poteva risultare utile. «Hai ragione di nuovo Crowley, è raro che io ti dia ragione più di due volte in una sola giornata.» disse volteggiando su sé stessa, quando sentì suonare il campanello, qualcuno era entrato.. ma la libreria era ancora in allestimento. «Oh, aspetta qui, vado a vedere.» Aziraphale tirò su leggermente il vestito per uscire e andare a vedere chi fosse.
Era Sir Antoine Bennett, un uomo che si occupava di studi storici con cui aveva fatto amicizia ad un caffè giorni fa, quando era nella sua forma femminile.
«Antoine! Entrate!» l’uomo aveva circa una quarantina d’anni, dei capelli castani folti e mossi, e una barba riccia. «Come sempre siete una visione, Lady Zira.» gli disse, inchinandosi per baciarle la mano, Aziraphale arrossì.
«Che ne pensate della libreria? La gestiremo io e mio.. fratello, a turni.» Antoine si guardò in giro, piacevolmente sorpreso.
«Incantevole, davvero, avete avuto gusto con l’arredamento, sarà un nuovo punto nevralgico di Londra, molti studiosi verranno attratti qui, ero giusto passato incuriosito dall’esterno.» “Lady Zira” annuì entusiasta.  
«Devo finire ancora diverse cose, ma.. vi invierò una lettera quando saremo pronti, vi aspetteremo!» Sir Antoine annuì e, con un inchino, uscì dalla libreria.

Crowley alzò le sopracciglia a quella sottospecie di lode, e suo malgrado sollevò, anche se impercettibilmente, un angolo delle labbra. Quando la donna eterea abbandonò la stanza come se stesse fluttuando, fu come liberarsi di un enorme peso. Il demone Crowley non la seguì. Quando fu solo, poté però abbandonarsi a sedere sul letto, con i gomiti appoggiati alle cosce in un abbattimento totalizzante, la testa tra le mani.

Diventava ogni giorno che trascorreva in sua presenza più complicato stargli accanto. Davanti, dovunque. Lo spirito di Aziraphale ingombrava qualunque luogo, e incombeva su di lui schiacciandolo in una pressa invalidante. Adesso che non c’era, poté respirare, a piccole esalazioni ristabilire ordine nel mare in tempesta che affogava il suo cuore abbandonato.
Era ormai tutto così difficile.
Aveva iniziato anche a desiderarlo. E non come una sola volta nel corso del tempo gli era accaduto, non era una questione egoisticamente fisica. Lo desiderava nella sua totalità. Il tormento che vorticava dentro di lui era una febbre inguaribile, e non esisteva una cura e se c’era, non avrebbe potuto adoperarla senza ferirlo, senza ferire anche se stesso. Era condannato a guardarlo senza potergli stare vicino come avrebbe davvero voluto. Lo desiderava nella carne come nello spirito, in ogni forma e in qualunque momento.
Non reggeva più le estranee e pungenti sensazioni che da ormai cinque secoli lo stritolavano, come un suo personale e fastidievole Contrappasso. Da rettile costrittore qual era, era forzato a sentire costantemente la stretta attorno alla gola che era la sua vicinanza, condannato ad asfissiare dallo stesso sentimento che non avrebbe potuto coronare mai.
A nulla erano valsi gli incontri fugaci e insoddisfacenti con gli esseri umani, che presentavano i suoi tratti tipici. La morbidezza delle curve, i riccioli flavi, la distesa infinita negli occhi. Niente lo appagava, niente leniva la voglia di lui. Il bisogno di non separarsi. E la costante finzione e la costrizione a ignorarsi e celare quei momenti in cui avrebbe voluto esprimersi, lo sopprimeva lentamente. Le simboliche catene ai polsi che gli impedivano di toccarlo, la natura traviata e immorale che lo tenevano lontano da lui, l’orgoglio e la dignità che gli imponevano di non parlare.

Un demone avvelenato da ciò che non avrebbe dovuto provare mai.

Quando la donna risalì le scale, si ricompose velocemente aggiustando le pieghe del letto. Il demone Crowley fischiettò passeggiando con indifferenza, frugando nelle polveri speciali dell’angelo. 

Quando lo vide frugare tra le sue polveri arrossì e andò di corsa a raggiungerlo. Non sapeva perché quelle cose lo mettessero in imbarazzo, forse perché aveva provato ad usarle anche nella sua forma maschile..? Ovviamente non lo avrebbe mai detto a nessuno. «Non si fruga tra le cose private di una donna o, meglio, di un angelo, Crowley..!» borbottò Aziraphale allontanandolo dalla sua zona bellezza, mettendogli le proprie mani sulle sue spalle e spingendolo leggermente. Uno dei motivi, tra l’altro, è che proprio in quei cassetti conservava ogni tipo di biancheria intima e ci mancava solo che Crowley aprisse il cassetto sbagliato. «Ti ho detto che puoi venire quando vuoi ma questa zona, quei cassetti, sono privati, d’accordo? O ti devo fare un memorandum? Sarà meglio andare di sotto a brindare.» e l’angelo si allontanò, andando di sotto e sospirando per lo spavento preso. Ovviamente si dimenticò di controllare se il demone la stesse seguendo.

 

Crowley osservò con un sopracciglio alzato la ramanzina dell'angelo. 

«Posto non solo tuo, cassetti tuoi, ho capito.» affermò con una vocina piatta e un'espressione tranquilla.. 

E ovviamente, quando Aziraphale lasciò la stanza, il demone piegò due dita della mano destra, afferrò dal dorso il pomello del cassetto in esame, e trascinò in avanti il legno. 

Una moltitudine di colori e ricami su stoffe perfettamente ordinate e ripiegate occupavano gli spazi. 

Pezzi unici e omogenei per la biancheria maschile, e pizzo e merletti per i pezzi femminili. Tra di essi, un drappo morbido dalle coppe triangolari.

Il demone tirò all'insù il labbro inferiore corrugando le sopracciglia in una espressione soddisfatta, e richiuse il cassetto annuendo.

«Molto carino.»

 

Aziraphale versò due bicchieri di vino rosso all’interno del salotto, quando vide Crowley apparire poco dopo.
«Brindiamo a questa nuova sede!» e così brindarono, l’angelo non si poteva sentire più felice, era da tanto che non si sentiva così. Si sedette poi sulla poltrona, versandosi un secondo bicchiere, avendo finito il primo in davvero poco tempo.
«Che cosa hai fatto ultimamente, Crowley? Io mi sono iscritta ad un club di ‘discreti gentiluomini’ e ho ballato la gavotte! Mi mancava danzare.» gli disse sorseggiando il vino e sciogliendosi i capelli, non era abituata ad avere quella chioma, doveva ammetterlo.
«Spero proprio che tu ci sia andato da gentiluomo.» le disse il demone togliendosi gli occhiali. «Certo che ero un gentiluomo, ovviamente.. e anche molto carino.» disse l’angelo con una risata divertita, parole che uscirono grazie all’effetto del vino nelle gambe e nelle braccia, tutto iniziava a farsi più leggero, e Aziraphale era decisamente brilla, la lucidità stava via via traballando sempre di più. Era a dir poco liberatorio, e nel tempo aveva apprezzato il potersi rivelare così davanti all’angelo. Quantomeno, quando non aveva di che preoccuparsi.
«Io ho viaggiato, principalmente. Le industrie iniziano a svilupparsi e sinceramente, sono curioso.» In pochissimo tempo i due finirono l’intera bottiglia, e poi la seconda. E tutto via via diventava sempre più leggero.
«Quindi hai deciso di stabilirti qui definitivamente, angelo? Londra sarà la tua casa?»
«Sì, questo posto sarà la mia casa.. ehi Crowley.» l’angelo si alzò, il vestito dorato era un po’ stropicciato, e sbandò leggermente quando si ritrovò in piedi, si avvicinò al demone sedendosi in modo scomposto sul divano in pelle accanto a lui, guardandolo negli occhi. «Non nascondere più i tuoi occhi quando sei con me, non è necessario, i rettili sono.. carini.» e l’angelo gli sorrise dolcemente, il viso femmineo era un po’ arrossato a causa del vino, e gli occhi semichiusi.
Aziraphale sentiva che stava crollando, il sonno stava prendendo il sopravvento tuttavia gli sembrava male finire lì la conversazione. L’angelo si lasciò cadere, si sdraiò e adagiò la testa sulla gamba del demone, chiudendo gli occhi.
«Raccontami dei.. tuoi viaggi..» la voce dell’angelo era quasi un sussurro, una voce melodiosa un po’ alterata dall’alcol e assonnata, la chioma argentata si stendeva sulle ginocchia del demone come una coperta di raggi lunari che illuminavano l’oscuro cielo notturno.

 

Il demone Crowley raccolse la bottiglia di vino, e ne studiò con attenzione l'etichetta.

Volume normale, nessun ingrediente insolito. Composto dal colore perfetto, perfino il sapore era piacevole, per niente strano, per niente fastidioso.

Era tutto nei parametri.

 

La sua mimica facciale esprimeva stupore, incredulità. 

Allora iniziò a contare al rovescio da cento saltando di volta in volta le cifre in ordine decrescente dal dieci in poi, e non incappò in errori. Quando si rese conto che non era lui a recepire male a causa dell' alcol, tornò a posare lo sguardo sull'angelo.

"Saranno gli ormoni.." volle dire, ma non volle neanche sembrare maschilista, visti gli eventi storici attuali.

«Ho girato l'America, che non sono riuscito a vedere nei secoli scorsi. Ma a dirti la verità, mi aspettavo assai meglio. Ho visitato la Germania ed ho incontrato un'infinità di talenti musicali.. tutti ottimi candidati per la mia fazione, ovviamente..» e così il demone cominciò a parlare. Cosa che di rado accadeva. 

Quantomeno con le persone. Parlava da solo, sì. Parlava alle proprie piante. 

Ma non raccontava alla gente. 

 

La voce di Crowley riempì la stanza fino a che le palpebre dell'angelo non caddero pesantemente senza riaprirsi per intere ore. Avrebbe potuto fare in modo che tutta la fonte del suo abbattimento abbandonasse le sue vene e finisse fuori dal circolo sanguigno, nuovamente nella bottiglia, eppure scelse la strada egoistica ancora una volta. Un'ultima volta, si disse come la precedente, in cui avrebbe dovuto destare Aziraphale da un qualche cosa che in normali situazioni non avrebbe mai fatto, ma non lo fece.

Neppure ne approfittò. Si limitò semplicemente ad osservarla dormire, fino a che non abbandonò quella libreria con la sensazione delle cosce accaldate per il contatto e il profumo dei capelli dell'angelo intriso negli abiti. 

Non dopo averla coperta dal freddo di aprile.


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Salve a tutti!
Signori.. questo capitolo è quello che noi chiamiamo la quiete prima della tempesta... 
Abbiamo fatto qualcosa di grosso per il prossimo, quindi speriamo che questo cuscinetto di dolcezza vi sia piaciuto in qualche modo xD
Grazie per il sostegno ed il supporto, non sapete quanto lo apprezziamo. Siete fantastic*

A presto!
   
 
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