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Autore: Alex Ally    08/10/2023    0 recensioni
Orthilla famosa star delle Gara a Hoenn ripensa ai momenti della sua vita che l'hanno portata dove si trova ora.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Orthilla
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
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Era quasi ora, si sistemo i capelli e il costume.
Da fuori del camerino si potevano sentire le grida del pubblico che la aclamavano ancora prima che salise sul palco.
Fece un respiro profondo poi fisso intensamente la sua immagine allo specchio... era quasi ora dello spettacolo.

Il suo primo ricordo era quando a quattro anni sua madre l'aveva portata per la prima volta dallo zio Adriano. Da quello che aveva capito sarebbero andate ad abitare con lui per un po', la mamma aveva detto qualcosa sul fatto che aveva bisogno d'aiuto, ma la piccola Orthilla non aveva capito per cosa e sopratutto perchè non poteva essere lei ad aiutare la mamma.
La casa dello zio era molto più grande delal loro e si trovava in un punto leggermente isolato di Ceneride, era cosi grande che agli occhi di Orthilla pareva un palazzo come quello delle fiabe che le leggeva la mamma. Anche lo zio Adriano sembrava un principe con il suo buffo mantello, somigliava molto alla mamma con i capelli e gli occhi turchessi.
Lo zio abraccio la mamma poi si inginocchio al livello di Orthilla per parlarle.
«Piacere di conoscerti Orthilla.» disse. «Sai che sei una bambina molto carina.»
«Grazie anche tu sei molto carino.» rispose la bambina suscitando illarita alla madre che la prese in braccio prima di entrare in casa.
Non si ricordava molto, ma si ricordava che era solito dormire nella stessa stanza di sua madre perciò non capiva perchè adesso non poteva più farlo.
La mamma le spiego che ormai era una bambina grande e che le bambine grandi dormono da sole.
Orthilla annui, ma in quel momento non si sentiva molto grande.

Lo zio Adriano era il Capopalestra di Ceneride, lo scopri molto presto visto che da quando stavano da lui la mamma non si alzava più dal letto e cosi Orthilla crebbe all'interno della palestra circondata da Pokemon d'acqua.
Le piaceva assistere alle lotte dello zio, aveva un modo tutto suo di combattere diversamente dagli avversari sembrava avere uno stile più elegante quasi come se stesse mettendo in scena uno spettacolo.

Stava raccogliendo dei fiori per la mamma, l'unica zona con dell'erba a Ceneride era il centro della città dove c'era anche quella strana costruzione sorvegliatta da un anziano.
Orthilla come tutte le bambine di sei anni era curiosa, ma lo zio Adriano le aveva detto che non poteva entrare lì cosi si teneva alla larga... o almeno ci provava.
Quando vide che l'anziano si era addormentato non era riuscita a resistere e poggiando a terra i fiori raccolti entro.
Era una grotta ed era tutto buio. Fece i primi passi in quel luogo sconosciutto quando all'improvisso senti dei rumori sopra di sé alzando la testa vide dei Golbat venirle addosso.
Spaventata la bambina si era messa ad urlare.
Nel fratempo Adriano stava comabttendo contro uno sfidante in Palestra quando però fu ifnormato che Orthilla era entrata nella Grotta dei Tempi si precipitto lì giusto in tempo per vederla assalita da dei Golbat. G
li scaccio con un Idropompa di Milotic e poi prese la nipote spaventata e piangente in braccio fino a casa.
«Orthy! È vietato entrare lì cosa ti è saltato in mente?» grido lo zio quando furono entrambi a casa.
«Mi spiace ero solamente curiosa.» rispose la bambina.
«La Grotta dei Tempi è pericolosa sopratutto per una bambina piccola come te.» continuo Adriano per poi calmarsi e aggiungere con voce dolce. «Mi prometti che non l'ho farai mai più?»
«L'ho prometto.» rispose Orthilla. «Zio... posso avere un Pokemon tutto mio?»

Ad otto anni Orthilla conobbe per la prima volta il migliore amico di zio Adriano, un tale Rocco Petri che la bambina prese subito in simpatia tanto da chiamarlo “zio”.
Era il giorno in cui Orthilla avrebbe ottenuto il suo primo Pokemon e per quanto Adriano volesse che anche la nipote fosse un'allenatrice di Pokemon d'acqua come lui aveva deciso di portarla fuori da Ceneride in modo che potesse scegliere il suo primo Pokemon con maggiore varietà. Assieme a loro c'era anche Rocco.
In realtà doveva esserci la mamma, Orthilla aveva aspettato ad andare in modo che la madre potesse accompagnare lei e lo zio, ma all'ultimo era stata di nuovo male. Orthilla era rimasta delusa, ma quando lo zio le aveva descritto i Pokemon che poteva trovare al di fuori di Ceneride si era rianimata prometendo alla mamma che sarebba stata la prima a cui avrebbe prsentato il suo Pokemon.
Fu una delle giornate più divertenti che la bambina aveva mai vissuto, aveva visto cosi tanti Pokemon però non n'è aveva scelto nessuno come suo fedele compagno.
«Sei esigente proprio come tuo zio.» aveva detto Rocco.
«Io voglio essere come lo zio.» rispose Orthilla sorridendo. «Lui è il migliore.»
«Come le si può dare torto.» disse Adriano accarezando i capelli della nipote.
Orthilla sorisse mentre Rocco sbuffava, ma si vedeva un piccolo sorisso divertito sul suo volto.
I tre stavano per tornare a Ceneride senza nulla di fatto quando Orthilla senti qualcosa in un cespuglio andando a controllare trovo un piccolo Pokemon ferito, era azzurro e le ricordava una nuvola. Orthilla lo prese in braccio e subito corso dello zio dicendogli che quel piccolino aveva bisogno di aiuto.
Lo portarono al Centro Pokemon più vicino e quando si ripresse il Swablu, Rocco aveva detto che si chiamava cosi, volo verso Orthilla strofinando il musetto contro il viso della bambina.
«Sembra che non sarà un'allenatrice di Pokemon d'acqua come te.» disse Rocco.
«Bè ci speravo fino all'ultimo.» rispose Adriano mentre vedeva la nipote giocare con il suo nuovo amico e primo Pokemon.

Lo zio Adriano era arrabbiatto.
Orthilla era nascosta con Swablu stretto in grembo mentre ascoltava lo zio gridare e strillare.
Tutto era cominciato per una domanda di Orthilla: “Dov'è il mio papà?”
Aveva fatto vedere agli altri bambini il suo Pokemon e loro le avevano domandato con chi fosse andata a catturarlo. Lei aveva risposto sorridente e pimpante che era andata con i suoi “zii”, ma poi le era stato chiesto perchè non l'avessero accompagnata i suoi e in quel momento Orthilla si accorse che non aveva mai avuto un papà e visto che la mamma stava di nuovo male e bisognava farla dormire aveva chiesto a suo zio.
Adriano si era incupitto e aveva detto alla nipote di non fare mai più una domanda del genere poi l'aveva cacciatta dalla cucina dove in quel momento c'era anche zio Rocco.
Ma Orthilla non se n'era andata era rimasta ad ascoltare.
«Prima o poi dovrà sapere.» stava dicendo Rocco.
«No!» grido Adriano. «Ha già fatto del male a mia sorella non n'è farà anche a mia nipote!»
«Adriano...» disse Rocco cercando di calmare l'amico.
«Quando ha saputo che la malattia era peggiorata non ci ha pensato due volte ad andarsene!» continuo lo zio. «Ad Orthilla non serve un padre e sopratutto non le serve un padre come quell'uomo.»
Mordendosi il labbro spaventata da tanta rabbia proveniente da suo zio Orthilla si ripromisse di non fare mai più una domanda del genere.

Non era giusto. Era il suo compleanno e sua madre aveva promesso di passare la giornata con lei e invece era di nuovo a letto malatta.
Ora Orthilla si considerava abbastanza grande da capire, sua madre era malata ed era di salute piuttosto cagionevole per questo stava cosi spesso a letto ed era suo zio ad occuparsi di lei.
Però riteneva comunque che non fosse giusto il fatto che nemmeno oggi sua madre potesse alzarsi.
«Ehi, Orthy.» disse Adriano mentre si sedeva vicino alla nipote nel portico di casa. «Ti va di andare in un posto speciale per il tuo compleanno?»
Orthilla nonostante fosse ancora imbrociatta annui e cosi i due andarono a Porto Selcepoli.
Non avendo mai visto una gara prima la bambina non riusciva quasi a stare ferma dell'emozione e tale sentimento divene solo più forte quando invece che sedersi in platea suo zio la porto nei camerini.
Adriano si esibi sul palco con il suo Milotic in una esibizione che lascio il pubblico a bocca aperta e in quel momento Orthilla capì cosa voleva fare nella sua vita.

Dopo un anno di allenamenti con lo zio Orthilla era pronta per il suo grande debutto nel mondo delle Gare Pokemon.
Sentiva il suo cuore battere per l'emozione ed era certa che stava per vomitare per il nervoso. Alty, che di recenti si era evoluto in un bellissimo Altaria da cui il nuovo sopranome, strofino la testa contro Orthilla cercandi di incoraggiarla.
La ragazza accarezzo le ali del suo Pokemon come un mood per ringraziarlo del sostegno però ancora non si sentiva tranquilla. Sopratutto perchè un altro ragazzino di nome Vito continuava a dirle che non bastava essere imparentata con un Super Coordinatore come Adriano per poter vincere e che la sua Machop era molto meglio del su Alty.
Cercando di fare respiri profondi per calmarsi Orthilla si presento sul palco con le gambe che le tremavano.
Senti addosso tutti gli occhi del pubblico e per un secondo la paura ebbe il sopravento bloccandola e facendole scordare tutto ciò che aveva preparato per quella gara.
Era certa che avrebbe avuto un attacco di panico a momenti poi però la vide: lì in prima fila che le stava sorriendo c'era sua madre.
Orthilla sorisse e metendosi le mani sul cuore riusci a calmarsi.
«Alty... vai con Dragopulsar!» grido Orthilla e subito Alty lancio l'attacco per poi continuare come lui e Orthilla aveva provato a casa per ore e ore.
Alla fine la ragazzina fu la vincitrice della gara di livello normale, ma ciò che la rese più felice non fu la vittoria bensi il fato che sua madre fosse lì e che le stesse sorridendo come non faceva da tempo.

La vita ha origine alla Grotta dei Tempi e trova la sua fine sul Monte Pira... almeno cosi diceva un detto di Ceneride.
Orthilla dopo la prima gara era riuscita a farsi un nome nel mondo delle Gare Live vincendo i vari livelli fino ad arrivare alle competizioni di livello Master. Aveva dei fan fedeli e tutti la consideravano un idolo, sembrava vivere la vita perfetta.
Sua madre lascio questo mondo poco dopo il dodicessimo compleanno di Orthilla.
Il giorno del funerale Orthilla non sapeva come sentirsi, in realtà non sentiva niente solo un grande vuoto dentro di sé l'unica cosa che riusciva a fare era leggere l'incisione sulla lapide: “Qui giace Elle amorevole madre e sorella maggiore.”
Mentre leggeva Orthilla si rese conto che non sapeva che fosse sua madre la sorella maggiore, a causa della malattia era sempre a letto e cosi magra che sembrava più piccola rispetto allo zio Adriano.

Dopo aver perso la madre Orthilla smise di gareggiare limitandosi a prendersi cura di Alty e dei Pokemon della palestra. Ad Adriano si spezzava il cuore nel vedere la nipote cosi priva della sua solita gioia di vivvere, perdere Elle era stato un duro colpo anche per lui, ma non poteva permettere che Orthilla buttasse via la sua vita in cosi giovane età.
Doveva fare qualcosa per riaccendere in lei quella gioia che tanto la caratterizzava.
La porto a vedere le Gare Live e anche qualche incontro di Pokemon, ma niente sembrava smuoverla.
Almeno finchè un giorno Orthilla non si ritrovo a casa da sola, come al solito non faceva niente di particolare per passare il tempo poi però senti qualcuno piangere in cortile.
Era un bambino che si era fatto male, Orthilla usci e vedendo che anche dopo essere stato curato continuava a pinagere fece ciò che sapeva fare meglio... mise su uno spetaccolo con Alty. Molto presto molti altri bambini vennero ad assistere e Orthilla vedendo come il bambini aveva ritrovato il sorisso e del come tutti gli altri stessero sorridendo e ridendo si ricordo che era quello ciò che voleva fare.
Far sorridere tutti con le sue esibizioni. Quella sera scoppio in un pianto disperato, gridando quanto le mancasse sua madre, ma dopo aver finalmente sfoggato un dolore che aveva chiuse dentro di sé per mesi alla fine Orthilla era pronta a tornare nel circuitto delle gare.
Perchè lei voleva rendere tutti felici, fargli sorridere proprio come la sua mamma il giorno del suo debutto.


Era quasi ora dello spettacolo.
Orthilla, ormai quatrodicenne, mise a punto gli ultimi preparativi e alla fine usci sul palco era la prima volta che lei e Vera partecipavano alla stessa gara di livelo Master e Orthilla voleva dare il emglio di sé infondo era stata lei a introdurre Vera al mondo delle gare perciò le doveva una competizione degna di questo nome.
Come al solito prima di esibirsi si porto le mani al cuore e penso: “Mamma per favore sorridi per me ovunque ti trovi e portami fortuna.”
«Alty... Megaevoluzione!» grido Orthilla sorridendo ai suoi fan.
Lo spettacolo era iniziato.
  
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