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Autore: Moony_Holmes14    08/10/2023    0 recensioni
Rosie Watson-Holmes è figlia di Sherlock Holmes e John Watson, due persone molto speciali. Ma non sa di essere ella stessa molto speciale: è una strega. L'arrivo di una donna misteriosa dal passato oscuro cambierà le vite di tutti loro.
PROMP!AU
Mary non è morta, ma è un sicario ed è fuggita lontano.
Implied!Johnlock/Mystrade
Cross-over Harry Potter
Magic!lock WhatIf?
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Tematiche delicate
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Benvenutx su "The R. Code", una lunga ff che ho scritto per noia e per desiderio di esercizio di scrittura molti anni fa. La storia è un po' contorta per questo motivo, ma mi son divertita molto a scriverla anche se poi ad un certo punto ho finito le idee, o meglio, mi son concentrata su altro. Se non altro mi ha dato la possibilità di superare il blocco dello scrittore. La metto qui perché magari a qualcunx fa lo stesso effetto, provate ad arrivare fino alla fine e a inventare voi il vostro finale. Può essere divertente :)
Questo è tra l'altro un cross-over con Harry Potter, ragion per cui, DISCLAIMER GRANDE COSI':
QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, APPARTENGONO ALLA FAMIGLIA CONAN-DOYLE E STEVEN MOFFAT E A MARK GATISS, AUTORI DI BBC-SHERLOCK. ALCUNE IDEE APPARTENGONO ALL'UNIVERSO CREATO DA J.K. ROWLING.
Per il resto, gli altri personaggi sono miei e anche le loro personalità, ragion per cui...
ci saranno i nomi degli incantesimi, che verranno alcuni dall'AU di Harry Potter e altri saranno inventati da me. Inoltre ho inventato una serie di "tipologie di mago" sfruttando le radici del greco antico.

Frenomagus: da "frénòs", mente, ovvero quel mago il cui potere risiede nella mente.
Mellontomagus: da "mellon", futuro, ovvero quel mago che vede il futuro.
Machegeomaus: da "mache", battaglia, e "ghes", terra, ovvero il mago che combatte utilizzando le risorse della terra.
Cheiromagys: da "cheir", mano, ovvero quel mago il cui potere risiede nelle mani.
Cronomagus: da "chronos", tempo, ovvero quel mago in grado di controllare il tempo.
Logomagus: da "logos", parola, ovvero quel mago che parla tutte le lingue.

Insomma, sarà un what if? molto complesso, ma anche interessante (spero). Fatemi sapere qui sotto che ne pensate e come finireste la storia.
Buona lettura!
Moony_Holmes14

1

2024 – Ancora 221b

Ogni volta che entrava in un posto la gente la notava immediatamente.
Capelli e occhi neri, pelle chiarissima. Una cicatrice a sguarciargli l'occhio destro, enorme. Eppure bellissima.

Zoppicava spedita in mezzo alle persone che bisbigliavano attorno, con fare sospettoso, vedendola stringere forte nella destra la bacchetta magica. Con passo svelto si avvicinò ad una ragazzina relativamente alta, dai biondi capelli raccolti e gli occhi blu così spigliati da sembrare quelli di un felino. Anche quella veniva spesso osservata con cattiveria.

“Hey!” le disse “Rosemund Watson?” le chiese.

La quattordicenne si voltò e la osservò sottecchi, cercando di analizzarla come di solito suo padre analizzava le altre persone.

“Watson-Holmes, prego.” sottolineò algida “Sono io, si.” rispose poi stranita “Lei chi è? Che vuole?”

Ecco il coraggio del soldato, venne da pensare alla donna, che sorrise.

“Non avere paura, Rosie. Mi chiamo Telly Sàbbalas, sono un'amica di tuo padre.” le porse la mano, all'udire quel nome Rosie sembrò collegare qualcosa.
“Di quale?” domandò ancora incerta.
“Di entrambi.” le fece l'occhiolino Telly.

Di certo è buona, non so perché, venne da pensare a Rosie, che le strinse la mano.

“Senti Rosie, ho bisogno che tu mi dica una cosa... fidati di me.” iniziò Telly, gli occhi neri ben aperti.
“Perché dovrei?” sbuffò la ragazza.
“I tuoi padri si sono fidati di me molteplici volte, per questo sono ancora vivi.” sorrise Telly.
“Come faccio a sapere che non menti?” le chiese nuovamente Rosie.
“Non so, io non sto mentendo quindi puoi fare quello che vuoi. Puoi farmi delle domande, puoi... fare ciò che vuoi, piccola Watson, è tuo diritto.” sorrise la greca. Rosie la squadrò guardinga.
“Se sei davvero chi dici di essere, cosa sai di questo?” le chiese abbassando la lampo del suo giubbotto e mostrando un ciondolo strano al collo.
Telly sorrise.
“Te l'ho regalato io. Dentro c'è, a destra, una foto di una cascata e a sinistra un orologio che gira in senso antiorario, e che quindi...”
“...non funziona.” sorrise finalmente la bionda “Papà mi diceva che l'ho ricevuta a due anni e mezzo da 'una donna greca dall'intelletto aguzzo': Telly Sàbbalas. Tu.” completò.
“Si, te la regalai e feci giurare ai tuoi padri di non fartela mai levare. Mai. Non li vedo da quel giorno, li ho sentiti solo per telefono.”
“Non mi hanno mai fatto vedere una tua foto.” disse Rosie pensierosa “Ma sai... dal vivo è sempre meglio, Telly.” la donna sorrise all'uso del tu.
“Abitate ancora a Baker Street?” chiese Telly improvvisamente.
“Si, e la signora Hudson di sotto. È ancora arzilla.” rispose “Ma aspetta.” Telly fece sguardo interrogativo “Ti porto a casa se tu mi dici che cos'è veramente questa collana.”
“Semplicemente una collana Rosie, tutto qui.” rispose tranquillamente la greca.
“Non può essere una semplice collana se hai raccomandato ai miei di non farmela togliere mai.” asserì Rosie com'era giusto che fosse.
Telly la guardò e lo capì, che era una piccola Watson con il cervello di un Holmes. E allora cedette:
“Va bene, Rosie. So che hai una mente superiore, è una cosa molto lunga ma te la dirò.” Rosie sorrise “Adesso però portami a casa, per favore.” cambiò completamente il tono, come preoccupata. E questo Rosie lo capì, così la guidò verso Baker Street.

Arrivarono a casa Watson-Holmes in dieci minuti.
Grazie al più giovane dei suoi padri Rosie conosceva diverse scorciatoie sparse per Londra e la sua scuola non era poi così lontana.
Rosie salutò la Signora Hudson da lontano, portandosi dietro Telly furtivamente e velocemente al piano di sopra.
Entrambe bussarono alla porta del 221b: “Papà è a lavoro, quindi dentro dev'esserci mio padre.”

Neanche il tempo di finire la frase che aprì la porta un adulto Sherlock Holmes, dallo sguardo inquisitorio:
“Scusa, ho sette minuti e trentacinque secondi di ritardo, non accadrà più.” ribadì la ragazzina annoiata.

“Sherlock.” emise la donna greca che il detective non aveva ancora visto, attento com'era stato al ritardo della figlia.
Lui alzò lo sguardo e vide quella che per dodici anni aveva creduto in un altra nazione, l'Italia.

“Telly!” esclamò subito, colpito “Che ci fai qui? È pericolosa Londra.” fece entrare le due ragazze e Rosie buttò fuori un sospiro, oramai realmente certa di non aver introdotto in casa una criminale, bensì la Telly Sàbbalas giusta. Questa abbozzò un sorriso.
“Sono sinceramente preoccupato, Telly. Sei in grave pericolo in Inghilterra.”
Sherlock era visibilmente scosso e serio, era evidentemente preso dalla questione.
Telly non era una semplice amica, gli aveva salvato la vita più volte. A lui e al suo compagno John Watson. Per lei esigeva la massima protezione. “Nessuno lo sa, ho... manomesso le tracce della mia assenza...” fece un'espressione colpevole.
“Aristoteles Oxannas Sàbbalas, non avrai mica cancellato la memoria a qualche agente?!” esclamò Sherlock.
“Assolutamente no! Che domande sono?!” Rosie non capiva.
“Peccato, sarebbe stato interessante...” sbuffò invece lui facendo ridere tutti “Immagino che tu sia qui per una ragione precisa. John arriverà a momenti, ne parleremo insieme.” disse sorridendo a Telly “Tu invece!” si rivolse alla figlia che sussultò “Puoi spiegarmi cosa è successo con il professore di matematica? Mi hanno chiamato dalla scuola e, Rosie, stavo lavorando al caso.” la ragazzina sbuffò.
“Le statistiche dicono che è impossibile suicidarsi attraverso un omicidio, ovvero che qualcuno ti porti a morire. I suicidi hanno tutti problemi di tipo mentale barra comportamentale.” disse Rosie.
“Fandonie. Non pensare certe cose Rosie, è un'idiozia enorme.” rispose schifato Sherlock.
Esattamente quello che ho detto al prof.” controbatté la figlia lasciando Telly ridere della situazione.
“Buongiorno sapientoni!”
Arruffando prima i capelli della figlia e poi quelli del compagno, John Watson fece ingresso a casa sua:
“Sher, mi hanno chiamato dalla scuola, cos'ha combinato Rosie? Spero che-” alla vista di Telly si bloccò “Telly.” disse solo.
“Ehm, ciao John. Mi dispiace essere piombata qui così...” cercò di scusarsi lei.
“Ma che ci fai qui? Incosciente... dopo quello che è successo...” provò a dire un po' scioccato anche lui.

La donna greca, si avvicinò a lui e poggiò le mani sulle sue spalle:
“John, non c'è tempo di pensare a me.” disse “Devo parlarvi urgentemente di una cosa, riguarda Rosie.” era seria, serissima.

E John aveva capito, come Sherlock aveva capito.
Che era arrivato il momento giusto .

2

2024 - Sorcière

“Allora Rosie...” incominciò Telly, lei e i due uomini di fronte alla ragazzina “Prima di iniziare voglio dirti di fidarti completamente di noi. Staccati dalla realtà.” Rosie annuì.
“Ecco Rosie...” disse John “Telly è venuta per te.” la citata annuì.
“Cosa succede?” la ragazzina alzò un sopracciglio.
“Hai mai sentito parlare di magia?” domandò apparentemente scioccamente Sherlock.
“La magia non esiste, me lo dice sempre zio Myc.” rispose Rosie annoiata.
“Passi troppo tempo con tuo zio. Esiste, invece.” Telly sorrise e si alzò in piedi “Fa un po' freddo, vero?” chiese.
“Effettivamente si, John, dovremmo prendere della legna.”
“Non c'è bisogno, faccio io.” Rosie non capì fin dove la donna volesse arrivare, finché questa non alzò il vetro del camino e disse “Combusto!”

Dalle mani della greca saettarono fuori delle fiamme ardenti, di fuoco prorompente che scattò verso il camino, creando un fuocherello caldo all'istante.
Le mani di Telly, erano come prima.

“Dio, non mi abituerò mai a queste cose!” esclamò John divertito come un bambino.
“Allora Rosie... Lux!” e le luci si accesero improvvisamente “Sono una Cheiromagus, niente di meno che una strega che può fare tutti gli incantesimi che vuole senza la bacchetta.” spiegò, e la ragazzina attentissima e anche un po' sconvolta “Ma sono anche...” si passò una mano sui capelli, che da un nero pece, diventarono rossi come il fuoco che aveva appena acceso “...una Metamorphomagus, posso trasformarmi quando e come voglio.”
“Wow...” fu tutto quello che uscì dalle labbra della piccola Watson “Allora la magia esiste...” sgranò gli occhi.
“Esattamente Rosie.” Sherlock, in piedi con una tazza di thé in mano, le arruffò i capelli biondi.
“Ora, quello che voglio dirti è che probabilmente tu...” riprese Telly “...sei una strega.”
“CHE COSA?!” esclamarono scioccati Rosie e il più grande fra i suoi padri.
“Io un po' me l'aspettavo...” fece spallucce Holmes.
“Si Rosie, non lo so per certo, potrei sbagliarmi, ma se non è così... sospetto che tu sia una Cronomagus.”
“In grado di controllare il tempo...” collegò Sherlock, e Telly concordò.
“Quella collana, avevi ragione Rosie, non è una collana qualsiasi.”
“C'è un orologio che gira al contrario e una foto di una cascata, PERCHE' DOVREBBE ESSERE UNA COLLANA QUALSIASI?!” la ragazzina era visibilmente scossa, ma non dalla paura, i padri l'avevano capito.
“Rosie, non è una collana, è un Corritempo.” spiegò Telly “Serve a viaggiare e a spostarsi nel tempo.” John aveva la bocca spalancata e cercava con lo sguardo perso, quello sicuro di Sherlock “Prima però dobbiamo capire tante cose.”
“Prima di cosa, Telly!?” chiese Rosie presa dal discorso.

“Prima di viaggiare nel tempo.” e le fece l'occhiolino.

Rosie ricevette una bacchetta di ciliegio, con una corda di cuore di drago tesa al suo interno. Era la prova del nove: dovevano capire se la bionda ragazzina fosse una strega o no. I 14 anni erano arrivati per lei come al suo tempo erano arrivati per Telly. Questa le spiegò come fare un semplice incantesimo di levitazione:

“Prova con questa penna.” disse Sherlock mettendone una sul tavolo.
“Ok, movimento dal basso verso l'alto e di' Elevo!” spiegò Telly.
Rosie fece come le fu detto: “Elevo!”
Con lo stupore di allegria generale, la penna si sollevò e levitò per aria:
“Brava! Tienila in alto, non cambiare traiettoria!” la incitò John.
Rosie era abile anche la prima volta che fece un incantesimo. Sorrideva come non mai:
“Wow...” sospirò rimessa la penna sul tavolo “...è stato incredibile...”

“Ok.” iniziò Telly. Lei e i coniugi Watson-Holmes erano seduti a tavolino, la piccola era andata a dormire “Chi può averglieli passati?” chiese “Io no, i miei non li ho dati a lei.”
“Sicuramente io no.” disse John tenendosi la tempia con la mano.
“Può essere stata Mary.” sussurrò timidamente Sherlock dopo un po' di silenzio “Dopotutto è biologicamente sua madre.” John abbassò lo sguardo.
“No...” scosse la testa Telly “I poteri non si passano biologicamente, ma emotivamente. Per quanto è vero può averglieli passati persino Greg, o Molly.” chiarì l'ispettrice.

Ci furono 2 minuti di silenzio in cui tutti e tre pensarono. Finché:
“Sherlock?” enunciò piano John “Potresti essere stato tu?” gli chiese poggiando la mano sulla sua.
“Sarebbe possibile.” annuì Telly “Sai Sherlock, non sono mai stata convinta della tua non-magia.” disse “Per quanto ne so hai tutta l'aria di un Frenomagus, e anche piuttosto dotato.” il citato strabuzzò gli occhi.
“Non sono affatto un mago, Telly. Sia tu che Rosie avete avuto in precedenza episodi di telecinesi e spostamento di oggetti a caso.” disse Sherlock contrariato “Mentre io, in più di 40 anni non ho mai fatto volare neanche una pulce. Non sono un mago, Telly.”

La greca alzò gli occhi al cielo, ragionando. John non era, Sherlock nemmeno, la Signora Hudson non sembrava esserlo, Greg nemmeno, Molly non sembrava affatto una strega... chi rimaneva per la piccola Rosie?
“Mycroft.” emise John.
“Cos-”
“Tuo fratello Mycroft. Non ci sono altre possibilità, Harry avrà visto Rosie una volta o due.”
“Lui?! Ci vediamo ogni sei mesi se va bene, quando avrebbe potuto passarglieli?!” esclamò Sherlock.
Noi due lo vediamo ogni sei mesi, Rosie ci passa tantissimo tempo.” lo apostrofò John.
“Beh, magari non funziona così...” disse John “A te chi te li ha passati, Telly?”
“Mio nonno.” disse orgogliosa “Amphitrionex Oxannas Sàbbalas, sono la prima Sàbbalas donna a ricevere i poteri, di solito se li tramandavano da uomo a uomo.” spiegò “Ma mio padre mi dice sempre che mio nonno in me ci ha visto qualcosa di particolare e allora me li ha dati.”
“Ma ti stava vicino?” insistette Sherlcok.
“Non è un fatto di vicinanza, ma di affetto.” disse Telly “Mycroft, non lo ammetterebbe mai, ma adora Rosie. E adora voi.” sorrise.
“Zio Myc una volta ha fatto una cosa strana.” era la piccola Watson, che aveva sentito i discorsi ed era scesa al piano di sotto per unirsi alla famiglia “Mi aveva detto di stare attenta alla collana a scuola, perché sarebbe successo qualcosa quel giorno.” iniziò a spiegare, sei occhi su di lei.
“Avevi perso la collana, ricordo...” continuò Sherlock “E poi la professoressa l'aveva ritrovata...”
“Esattamente. Ma lui me l'aveva detto di stare attenta, quel giorno.” abbassò la testa.
“Zio Mycroft è un barbagianni...” esordì John consolando la figlia “...le gufa spesso certe cose. Sai Telly, ogni tanto la tira così tanto, che poi alla fine succede!” rise.
“Fin da quand'eravamo piccoli...” sbuffò Sherlock.
“Non è uno iettatore...” asserì però Telly “È un Mellontomagus.” disse sgranando gli occhi “Ovvero in grado di prevedere il futuro.”
John aveva un'espressione sconvolta: “LUI ha passato QUESTO a ROSIE?!” esclamò “COME?!”
“Non c'è alcun dubbio, è stato Mycroft. Ci arriveranno le conferme con il viaggio nel tempo che faremo.” spiegò Telly “Non è importante sapere come.”

Rosie sembrava non capire quando Telly le parlò del Protocollo. A 14 anni i maghi e le streghe devono appianare il loro passato in base al proprio tipo di magia: la donna greca, per esempio, aveva dovuto imparare tutti gli incantesimi con la bacchetta prima di poter utilizzare le mani. Rosie avrebbe invece dovuto riavvolgere il tempo, arrivando alle sue origini:
“Il nostro incontro, Sherlock.” sussurrò John voltandosi verso il compagno “Lì sono le sue origini reali.” Rosie scrutava la scena rapita.
“Esatto!” rispose Telly “Riuscite in qualche modo a rintracciare che giorno fosse? Magari dai tuoi messaggi con Mycroft, o dal blog...”
“Proviamo con i messaggi...”
John fece per alzarsi, ma Sherlock lo bloccò per un braccio:
“Lo ricordo a memoria.” gli disse “28 gennaio 2005.” abbozzò un sorriso.
“Tu... ricordi la data esatta del giorno...” cercò di dire John.
“Di uno dei miei giorni più belli, esatto. Ti ricordo che hai un piano intero del mio Palazzo Mentale.” sorrise con lui.
“Telly? Ma quindi io dovrò tornare al giorno in cui loro due si sono conosciuti e sorbirmi le loro vite da sola!?” chiese improvvisamente Rosie torva.
“Assolutamente no, da sola!” rise la strega “Io ti accompagnerò, evitando logicamente di imbattermi nella me del passato. Tu non correrai alcun rischio, vivrai solo i momenti in cui non c'eri.” a Rosie brillarono gli occhi.
I coniugi Watson-Holmes sapevano quanto quell'operazione delicata fosse fondamentale per la loro figlioletta, ancora acerba e alle prime armi con la magia. E si fidavano ciecamente di Telly, che era considerata (nell'ambiente spionistico) la miglior strega d'Europa. Mycroft, nel caso possedesse quei poteri di cui si sospettava al 221b di Baker Street, sapeva già dell'idea della Sàbbalas di iniziare la pseudo-nipote al mondo magico.
Prima del viaggio Rosie avrebbe fatto una settimana piena di sola magia, durante la quale avrebbe imparato a governare i propri poteri e ad essere una piccola strega. Il gioco stava per cominciare.


 

3

2024 – Protezione e segreti

Stupeficium!” esclamò la greca.

Telly!” sorrise Watson.
“Sono piuttosto brava con gli Schiantesimi.” sorrise Telly di rimando “
Petrificus Totalus!” e il topo cavia si pietrificò di colpo.
Il gioco era cominciato.
Dopo qualche ora, con Rosie in bagno, Telly chiamò i coniugi Watson-Holmes nel seminterrato. Ad assistere, anche la Signora Hudson, Lestrade e Molly Hooper. L'ispettore si avvicinò alla greca abbracciandola con affetto e chiedendole cosa ci facesse lì:
“Che succede?” domandò John vedendoli.
“Devo farvi vedere una cosa, a tutti. Per la sicurezza di Rosie.” disse Telly.
I cinque la fissavano in attesa di risposta, quando lei mosse le mani, eseguendo una sequenza precisa per un preciso incantesimo: “Expecto Patronum!” d'un tratto.
Tutto il seminterrato trattenne il fiato alla vista di un turbinio di fumo fatato, blu, che pian piano prese la forma di un corvo, che si andò a posare sulla spalla di Telly:
“Che diavolo è quello?” esclamò Greg divertito. L'espressione di Molly come quella di una bimba.
“Questo è il mio Patronus, ragazzi. L'unica connessione fra il presente in cui siamo adesso e il passato in cui io e Rosie andremo.” iniziò la greca seria “Ne manderò uno tutte le sere alle otto in punto, alla vostra finestra. Se qualche sera non lo faccio, oppure non lo mando a tutti, fatevi due conti perché significherà che è successo qualcosa.” deglutì. E con lei tutti.
“Non sei sicura.” asserì Sherlock nel silenzio. John gli mandò un'occhiata interrogativa “Sei pienamente certa che Rosie sia al sicuro, lei ha il Corritempo, può tornare quando vuole.” disse “Ma tu, tu non potresti. Primo, perché hai conosciuto John prima di me e qualsiasi cosa potrebbe ricollegarsi a te durante il viaggio. Secondo, perché l'unica cosa che ti lega a noi è proprio il Patronus, ergo sarebbe solo un segno prima della fine.”
Telly annuì sollennemente: “So quello che faccio e so anche che Rosie tornerà qui sana e salva, post Reichenbach, con i suoi poteri allineati e tutti voi che esultate. Io invece, John, per me è più difficile...” si voltò su di lui “Spero che tu non mi abbia mai nominata con Sherlock...” ammiccò Telly per alleggerire l'aria. John le si avvicinò:
“Prometti.” le disse “Prometti che starai attenta, che non lascerai Rosie da sola, che tornerai viva e vegeta con il tuo cockney improvvisato. Giuralo.” gli si inumidirono gli occhi “Non di nuovo Telly.” le disse soffocato. La ragazza fece un sorriso benevolo.
“Per te, per Rosie, Sherlock. Per voi...” sorrise agli altri “...e per Nathan, John.” per la prima volta la greca pianse, lievemente, persino Sherlock ne fu sconvolto.

Chi è Nathan? si chiedeva.

John scoppiò, l'abbracciò forte e le disse sottovoce: “Si, anche per lui.”
Telly sorrise. Il Patronus si dissolse nell'aria.
Di fronte a quei malinconici ricordi, tutto il seminterrato taceva.

“Non cercare di darmela a bere fingendo di aver dedotto tutto, Sherlock. Non hai capito un accidente della storia di Telly, quindi vai con le domande...” disse John all'improvviso colpendo (e affondando) il compagno, che si voltò dalla sua parte di letto per guardarlo male.
“Ho capito un po' di cose, invece, non mi è chiaro solo un particolare.” rispose acido.
“Ovvero?”
“Chi è Nathan?” domandò con quella sua aria da investigatore. John sospirò.
“Quando sono arrivato in Afghanistan, mi era giunta voce di un plotone alleato, organizzato poco lontano da noi, che non aveva il medico. Mi è suonato troppo strano, dopotutto eravamo in Afghanistan, c'erano mine antiuomo ovunque, eppure non avevano medico ed erano sempre sani e in forma.” Sherlock si sistemò a pancia in giù, puntellando il cuscino col gomito e osservò attentamente John “Ci andai ovviamente, ero troppo curioso.” sorrise il biondo “C'era una donna, abbastanza attraente...”
“Telly.” lo interruppe Sherlock calcando il nome della strega.
“Esattamente. Era un blocco di ghiaccio, te lo assicuro, i suoi soldati mi guardavano male.”

Chi è il vostro comandante?” chiese John.
Sono io, Capitano.” rispose la donna.
Watson sgranò gli occhi: “Ho sentito che non avete un medico, come procede da queste parti?”

Siamo in guerra, procede come procede in guerra, Capitano.” asserì apatica “Per quanto riguarda il medico, non ne abbiamo uno. Mi occupo io dei casi clinici.”
Ma non è un medico...” alzò un sopracciglio John.
No, non lo sono. Sono un traduttore biblico.” sorrise la Sabbàlas senza troppi complimenti.

Ero disorientato, pensavo che mi stesse prendendo per il culo.” sgranò gli occhi John “Ed era vero invece, che era un traduttore biblico!”
“Che c'è di strano?” domandò Sherlock.
“Non so se lo sai, ma poche donne fanno questo di mestiere, di solito lo fanno i preti, o che so... uomini però.” spiegò il biondo “E poi non è normale trovarsi un traduttore biblico a capo di un plotone di artiglieri, sai com'è.” Sherlock sbuffò,
Dio, a volte parla come Lestrade, pensò.
“Arriva a Nathan, chi è? O meglio, chi
era?” John deglutì alla domanda.
“C'era un argentino, un corrispondente dal fronte. Si occupava di venire ogni giorno per prelevare notizie e scattare qualche foto da mandare ai giornali. Aveva qualche anno in più di Telly, ma era più piccolo di me.” Sherlock parve concentrato “Era arrivato un giorno con quell'aria spavalda, su una jeep...” sorrise John ricordando “E ricordo perfettamente di come sparì il suo sorriso sardonico di fronte a Telly.” gli occhi gli si fecero lucidi.

Capitano, quella è una donna?”
Certo che è una donna! Non te ne accorgi?”
Oh, no puede sér...”

Ok, lo ammetto: pensavo fosse un cane morto.” alzò le mani John facendo ridere Sherlock “Anche perché ero molto infastidito dalle opinioni che gli sconosciuti avevano di Telly, non è solo una donna lei.”
“Avevate già legato, deduco.” annuì Holmes.
“Già. E non mi andava che la vedessero come un giocattolo per soldati.” si bloccò “Ma Nathan aveva visto quello che avevo visto io, e di certo non le ha mai mancato di rispetto.”

Engorgio!” esclamò Telly voltandosi di soppiatto.
Cazzo!” esclamarono John e Nathan “Cos'era quello!?”
Fuoco, non ne avete mai visto!?” rispose leggermente arrabbiata la greca “Cosa ci fat-”
DALLE TUE MANI! È USCITO DALLE TUE MANI!” Watson non riusciva a crederci.
“Va bene, è il momento di spiegarti come riusciamo ad andare avanti senza medico...”

Scoprimmo la sua magia durante la stessa notte, poi Nathan si dichiarò.” sorrise John “Erano felici insieme, di nascosto. Ma la guerra si porta via tutti.” il volto si incupì “Nathan è morto una mattina, fucilato dal nemico. Telly era lì e... praticamente le è morto addosso...” deglutì trattenendo le lacrime. Anche Sherlock abbassò lo sguardo.
“Telly doveva essere distrutta.” asserì il detective.
“Lo era. Prima di morire Nathan ci ha fatto giurare che saremmo rimasti vivi entrambi alla fine. E che entrambi...” John strinse la mano del bruno “...avremmo dovuto trovare
qualcuno...”
“John, è una storia tristissima e mi dispiace infinitamente, però c'è un dettaglio che non torna...” disse Sherlock e John si asciugò le lacrime interrogativo “Telly conosce Mycroft, eppure lui non era nel seminterrato stasera: significa che sa qualcosa che noi non sappiamo...”
“So di che parli.” lo interruppe il dottore “Quando l'hanno congedata...”
“Ferita?” lo interruppe il più giovane degli Holmes.
“Un infarto quasi fulminante, Sherlock! Telly ha problemi di cuore, non me lo fare ricordare...” sospirò esasperato “Dicevo. Quando l'hanno congedata...”

Cazzo, Telly, non farti fermare, sei un genio!” esclamò John abbracciando la donna “Dovresti lavorare all'MI6!” il dottore fece una battuta e Telly rise.
“Ci lavoro
già all'MI6, John!” sorrise lasciandolo di sasso “Ok, giuro, dottor Watson, che da questo momento in poi che le nostre strade si incroceranno nuovamente, non le nasconderò più nulla. Sarò un libro aperto, amico mio.” le fece seria, la mano destra sul cuore.
Sarò un libro aperto.” giurò di rimando il biondo “Parola di soldato.”
Parola di soldato.” sorrise la greca a 32 denti, per poi voltare le spalle e tornare a Londra.

Telly era in missione in Afghanistan come spia per conto dell'MI6?” domandò Sherlock sgranando gli occhi.
“Esattamente. Questo significa che tuo fratello Mycroft l'ha conosciuta prima di me, prima di te e prima di tutti.” asserì John.
“Mycroft, quello sbruffone... ne sa una più del diavolo.” si alzò di botto dal letto e cominciò a ragionare sul racconto di John “Dovevo accorgermene prima!” esclamò scioccando il marito “Prima nel seminterrato, Lestrade l'ha abbracciata come se la conoscesse da tanti anni e le ha fatto la stessa domanda che le ho fatto io, ovvero cosa ci facesse qui con i rischi che corre. Io non l'ho detto, tu nemmeno, Molly non la conosce, Mrs Hudson è fuori discussione, Telly stessa non può averlo detto, quindi ovviamente è stato Mycroft a dirlo all'ispettore. Il motivo per il quale siano così intimi mi sfugge ancora.”
“Penso che tuo fratello stia con...”
“Inoltre lei ieri sapeva alla perfezione che mio fratello fosse un mago, l'ha detto con sicurezza e l'ha chiamato
Mycroft, segno evidente di confidenza e conoscenza, lei sa che odia essere chiamato Myc, gli sconosciuti e Rosie lo chiamano Myc.” continuò preso dal discorso “Ha chiamato Lestrade Greg, non Ispettore, Lestrade o Gregory, l'ha chiamato Greg.” sospirò “Si conoscono bene, tutti e tre, e dietro questa storia di Rosie c'è mio fratello.” asserì.
“Come fai a dirlo?” chiese John.
“Nel seminterrato non c'era.” disse Holmes.
“Non sa che Telly è qui, lei ha truccato i sistemi.”
“Se è veramente un Mellontomagus lo sa da un anno circa, che sarebbe venuta qui.” si avvicinò di più a John “E Telly lo sa.”
John deglutì facendo cenno a Sherlock di tornare a letto. Il bruno era pensieroso, non pensava che tutti questi ricordi potessero scuotere il dottore così tanto:
“John, so che sei scoss-”
“Quando Nathan è morto, Telly era distrutta.” respirò a fatica “E mi aveva detto, dopo qualche giorno passato ad elaborare il lutto...
John, ti auguro di non capire mai come mi sento...” riuscì a dire provato. Sherlock capì immediatamente cosa stesse riaffiorando nella mente del compagno:
“John...”
“No.” lo bloccò lui “Mi son sentito così sbagliato quando... tu... ti sei buttato, perché...” strinse gli occhi “Ho capito esattamente come si fosse sentita Telly.”
I ricordi avevano sempre avuto questo pugnale in mano nei confronti di John. Sherlock lo prese con sé e lo consolò in silenzio, lasciando che il buio li avvolgesse.

4

2024 - Voyage dans les temps

La settimana scorse in fretta e Rosie apprese gli incantesimi basilari alla velocità della luce. Essere figlia di Sherlock Holmes a volte aiutava il triplo:
“Bene signori.” esordì Telly rivolta ai due uomini, mentre la biondina si preparava al gran momento “Sai, John, quando ehm... scoprirà... cioè...” prese fiato “Arriveremo a Reichenbach prima o poi...”
“So cosa intendi Telly. Rosie non sa niente di Mary.” sospirò costernato John.
“Come gliel'avete fatta bere tutto questo tempo? È pienamente consapevole del fatto che due uomini non possano procreare.” mise le mani sui fianchi.
“Le abbiamo detto la verità, ovvero che sua madre è scappata molto lontano.” rispose il dottore tossicchiando “Tu non impedirle nulla. Deve, ha il diritto, di sapere.” Telly annuì.
“Ah, Telly...” disse Sherlock “Grazie. Per tutto. Non lo dico quasi mai, ma con te è diverso.” e la abbracciò fraternamente, stringendola con la paura di non poterlo più fare. John si unì a loro raccomandandosi con la ragazza di essere prudente.
“Ok, questo è il Corritempo.” cominciò Telly “Posando il tuo indice sull'orologio e dicendo 28 gennaio 2005, verremo portate al giardino del San Bart's e lì assisteremo al primo incontro fra i tuoi genitori.” Rosie annuì.
“E la cascata?” domandò la ragazzina.
“Ecco, quella è un salvataggio.” lo era per davvero “Sono le Cascate di Reichenbach, spero di essere con te quando ci arriveremo.” abbozzò un sorriso.
“Non dire questa cosa.” la ammonì Rosie. Telly si sentì in colpa terribilmente.
“Per seguire la storia abbiamo bisogno di utilizzare la mente e i pensieri di uno di loro due. Tuo papà mi ha chiesto esplicitamente di scegliere la sua e di non violare per nessuna ragione al mondo quella di Sherlock.” spiegò.
Ma in quel momento, all'interno della stanza arrivò il già citato Sherlock, che si diresse verso la figlia con sguardo dolce:
“Rosie, ascoltami.” le disse “Qualsiasi cosa accada, te ne prego, tuo padre ha già sofferto e pagato troppo per i problemi della mia vita. Quindi ti prego...” deglutì “Se devi violare una mente, vìola la mia. Non preoccuparti di quello che ha detto lui, scegli la mia. E capirai anche molte più cose. In fin dei conti è giusto che almeno qualcuno dei due sappia tutta la verità.”
“Papà...” tirò su col naso andando verso di lui e abbracciandolo.
“Giuralo, Rosie, giura che sceglierai me.” la ragazzina annuì sciogliendo l'abbraccio. Telly raramente aveva visto il più giovane degli Holmes preoccuparsi così tanto.
“Arrivederci Sherlock. Prendetevi cura di voi.” gli fece un occhiolino. Il detective sorrise. “Vai Rosie.”
“Ventotto gennaio duemilacinque!” ordinò la bionda al Corritempo che cominciò ossessivamente a girare e a travolgerle nel vortice temporale che avevano appena creato.
Alle 18:00 del tardo pomeriggio di un giorno del 2024, Aristoteles Sàbbalas e Rosemund Watson-Holmes partirono alla volta di un tempo che non era più il loro. E Sherlock Holmes, che ormai aveva capito tutto, rimase lì in quel seminterrato, ad aspettare il compagno.
 

5

2005 – Uno studio in rosa

Chi è quello?” chiese Rosie indicando un uomo robusto, con gli occhiali sul naso.

La bionda Watson e la greca si trovavano catapultate nel 2005, anno in cui tutto è cominciato. Nel parco più importante di Londra un trentenne John Watson appena tornato dall'Afghanistan, zoppicava lentamente verso mete sconosciute.
“Mike Stamford.” rispose Telly “Guarda...”
In men che non si dica, prima di poterlo dimenticare, la Sàbbalas fece un incantesimo di protezione e invisibilità su sé stessa e sulla piccola Watson, avvisandola di quando avrebbero udito la voce dei pensieri di Sherlock Holmes.
“Mio padre ha dato dimostrazione di un grande atto d'amore. Di nuovo.” asserì Rosie senza perdere d'occhio John che si aiutava col bastone.

Telly notò come differenziasse i genitori, a come si riferisse a John chiamandolo papà, a Sherlock chiamandolo mio padre. 'Padre' non in senso biologico ovviamente, ma in senso mentale: quando la faceva grossa il dottore la sgridava, il detective la ammoniva con uno sguardo. E quel legame fatto di sguardi autoritari e dolci allo stesso tempo, l'aveva reso suo padre. Rosie rivedeva molto il minore degli Holmes nello sguardo austero della strega: la Sàbbalas era nota nell'esercito, così come nella vita, per la sua poca loquacità, al contrario della sua enorme bravura nell'esprimersi sempre con la frase giusta. Sherlock e Telly non erano poi così diversi.
Rosie ti consiglio di cominciare a riferirti ai tuoi genitori e ai tuoi zii con i nomi di battesimo. Un qualsiasi collegamento col futuro farebbe saltare la copertura.” la ragazzina annuì.

Ti sei fatto sparare?” chiese allegro Mike Stamford all'ex soldato.
“Mi
hanno sparato.” tossì il medico.

Wow...” rise Rosie rivolta alla strega, mentre insieme guardavano da dietro un cespuglio “Ora dove lo porta?” chiese.
“Al Sant Bart's, attenta ai pensieri di Sherlock laggiù.” Telly prese la ragazzina e si smaterializzò con lei nel laboratorio di chimica dell'ospedale.

Un giovane Sherlock Holmes era appena tornato da una serie di percosse a un cadavere e una timidissima Molly Hooper l'aveva accompagnato:
Molto diverso dai miei tempi...” le ragazze si voltarono in fretta, John e Mike erano appena entrati.

Molto interessante...

Hai sentito anche tu!?” esclamò divertita Rosie “Era mio pad-Sherlock!” Telly annuì sorridendo.
Ed ecco che il medico porgeva rigido il braccio provvisto di cellulare al suo futuro coinquilino che gli domandò: “Afghanistan o Iraq?”
Fantastico!” esclamò Rosie.
“Quello che dice sempre John.” sorrise Telly.

Guarda che faccia, devo aver azzeccato...

Si che hai azzeccato...” disse Rosie.
L'incontro proseguì e Sherlock diede appuntamento a John al 221b di Baker Street, il giorno dopo alle 19:00.

Le ore passavano anche per le due maghe, che ad una certa si trovarono come i due investigatori, da Angelo's, per cenare:
Tieniti forte Rosie... ascolta bene.” ammiccò Telly. La ragazzina ridacchiò.

È imbarazzante, spero non apra bocca. Ho un caso, non devo farmi distrarre.

La gente non ha acerrimi nemici.”

Dio mio, se esisti, fallo smettere!

E cos'ha?”
Le maghe erano ormai morte dal ridere, fin quando John Watson non riprese:

Ha amici, amiche, colleghi, fidanzate... fidanzati...” alzò gli occhi altrove.

Cosa sta cercando di ottenere? Non starà flirtando? Io qui ho da fare.

Fidanzate? No, non sono il mio genere...” disse il moro.
Oh, va bene.” il dottore sembrava ripreso “Sei un cane sciolto... come me...”
Ma cosa stava cercando di fare?!” esclamò Rosie ridendo.

Lo devo bloccare. Non vorrei che...

Oh, John. Sono lusingato dal tuo interesse, ma devi sapere che io mi ritengo sposato con il mio lavoro e...”
...NO! No... hai frainteso... cercavo solo di... fare conversazione...” il dottore si strozzò con la pasta appena addentata.

Ho capito alla perfezione, non ho frainteso un bel niente...

"Epico.” Telly scosse la testa contenta. Neanche tre secondi che già entrambi erano fuggiti, il dottore lasciando la stampella di alluminio sul tavolo. “Aspetta, ma non ci siamo perse un incontro fra zio Myc e papà?” chiese ad un tratto Rosie.
NO!” esclamò Telly sgranando gli occhi.
“Tutto bene signorina?” le chiese un signore seduto dietro di lei. Rosie impallidì.
“Si, mi scusi.” sorrise la greca, che fece cenno alla Watson di uscire “ROSIE!” esclamò fuori “Prega che i tuoi genitori siano già su qualche tetto...” la ragazzina incassò colpevole.
“Scusa...” disse.
Telly rifece l'incantesimo e mise in chiaro che qualsiasi specificazione di un rapporto di parentela avrebbe rotto l'incantesimo:
“Se lo rompessi nel momento sbagliato John e Sherlock potrebbero vederti. E sai cosa ci succederebbe. Stai attenta.” Rosie annuì “E comunque l'incontro non lo vedremo mai, da adesso stiamo seguendo secondo Sherlock non secondo John.” e detto questo si catapultarono a Baker Street.

Bene, noi dobbiamo andare, Gavin. Perquisirai il mio appartamento un altro giorno.” disse Sherlock alzandosi.

Ora levatevi dai piedi.

Sherl-”
Si, hai ragione, Gary...” fece segno di tacere.
No, è-”
Gavin? Gary? Gollum? Gilbert? Gilderoy? George? Gabe? O forse Gabriel? Gandalf? Gunther? Gaspar? Gerriton? Galileo? Che importanza ha?” esclamò Sherlock in un crescendo esasperato.
Era il più facile di tutti...” soffoca un sorriso l'ispettore “Era... Gregory... Greg.”

Non fa assolutamente differenza... è irrilevante.

John rise sotto i baffi di fronte ad uno Sherlock deluso. Rosie, alla vista dello zio crucciato e del padre terribilmente annoiato dall'idiozia del compagno, rise di gusto:
Che bel quadretto!” commentò.

Spero che non abbiano frugato sotto il camino, farei saltare in aria quel cane antidroga di Anderson...

Telly alzò le sopracciglia e Rosie sgranò gli occhi: “Abituati...” le disse solamente la greca.
Il tempo passava e pian piano la giovane Watson-Holmes arrivò alla soluzione del caso attraverso i pensieri del padre. Si trovavano tutti alla biblioteca cittadina, quando Sherlock stava per rischiare per l'ennesima volta la vita, ingerendo una pasticca probabilmente velenosa.

Non può finire così. C'è sicuramente del veleno.

E ALLORA NON LA PRENDERE!” esclamò esasperata Rosie.
In quel momento, uno sparo: “Oddio, era pa-
John!” si accorse la ragazzina.
John aveva appena sparato al tassista e Sherlock non se n'era accorto. Ma era salvo.

Sono sicuro all'83% che il dottor John Watson sia qui.

L'ha salvato...” esalò Rosie.
Sherlock Holmes si trovava già nell'ambulanza quando fece due più due e capì che a salvarlo era stato il nuovo coinquilino.

Ha ucciso un uomo per salvare la vita a me, che gli sono pressoché sconosciuto, chissà cosa c'è sotto...

Mycroft è laggiù.” disse Rosie tirandosi Telly dietro.

Quello che nessuno all'infuori di Telly sapeva, era che Mycroft sapeva tutto. Fin dall'inizio.
Le due maghe andarono nella loro zona franca, un posto all'interno del quale nessuno le avrebbe viste, ma si sarebbero potute riposare.

Entrambe erano ignare del silenzio repentino della Baker Street del 2024:
Beh? Come ti senti ora che Rosie è effettivamente partita?” chiese John a Sherlock. Questo sbuffò.
Spero solo che non le accada nulla.” disse “Ma mi fido pienamente di Telly, lei sa quello che sta facendo.”
Il medico gli sorrise e andò verso l'orologio: “Sono quasi le 8!” esclamò, e così dicendo si diresse verso la finestra più vicina. Il detective si alzò e lo seguì.
Dopo tre minuti esatti, alle 8 in punto, videro materializzarsi in lontananza un fumogeno blu dalle parvenze di un corvo, il Patronus di Telly. L'uccello planò verso di loro, si appollaiò sul davanzale e scoppiò lasciando un messaggio scritto nell'aria:

 

Io e Rosie stiamo bene.

Abbiamo appena concluso il vostro primo caso,

Uno Studio in Rosa.

Domani riprenderemo col secondo. Spero che anche voi stiate bene.

Un abbraccio. T.

Signore ti ringrazio!” esclamò John stringendosi al compagno quando il messaggio si volatilizzò.
Arrivarono tre messaggi al cellulare di Watson:
 

Da: Greg! | A: Te

Da me e Myc è arrivato.

Da: Molly :) | A: Te

Da me il corvo è arrivato.
 

Ottimo.” si disse.
La prima missione per la Sàbbalas era andata.

 

6

2006 – Il grande gioco

Completato l'arrivo di Moriarty e, prima ancora il caso del “Banchiere Cieco”, le due maghe erano pronte per avventurarsi nel 'caso clou', così l'aveva definito Telly:
Rosie, qualsiasi cosa accada qui, non farti strane idee anzi...” disse alla ragazza.
In un attimo furono nuovamente nella piscina:
Siamo di nuovo qua?” si domandò la greca.

Dio mio, c'è mancato poco...

Sentendo il pensiero di Sherlock si bloccarono entrambe.

Sono stato un idiota, poteva morire. John poteva morire.

Non volevo metterti in pericolo, John, non lo farei mai...” mise le mani avanti il bruno. Poi liberò il coinquilino dal giubbotto imbottito:
Dio, Sherlock, la gente parlerà...” ridacchiò rincuorato il dottore.

Sciocco John... la gente parla già...

Mi hai letteralmente strappato i vestiti di dosso in una piscina deserta, di notte...”
Si guardarono negli occhi.

Per te sarebbe un problema?” ammiccò il detective.

Dillo John, non fare l'idiota. Dimmelo.

Cosa?” domandò la loro futura figlia.
“Ovvio che no, Sherl...” rispose finalmente il medico, facendo sorridere un po' l'altro.
In un attimo vennero tutti e quattro catapultati a Baker Street.
“Si stanno fissando da mezz'ora! Cosa vogliono fare?!” esclamò Rosie esasperata.

Shhh!” le rispose Telly sedendosi sulla sedia dei clienti, per guardare la scena.
I due consulenti erano uno di fronte all'altro, seduti sulle proprie poltrone, e come aveva detto annoiata Rosie, si fissavano:

Quello che... uhm... hai...” cominciò Sherlock.

Uff, è così chiaro dentro la mia testa...

...ehm, ti sei offerto di fare... prima, era... buono...” deglutì in fretta.

Che impiastro! 'John, grazie per esserti offerto di morire per me, a proposito... PERCHE'?' era troppo difficile?!

Oh, beh...” fece tutto risoluto Watson “Lo rifarò se sarà necessario...” sorrise “Hai capito cosa intendo... vero?” chiese poi cambiando totalmente espressione. Il consulente arrossì vistosamente.

Si? No? BOH? Non lo so, John, cosa dovrei capire?!

Io...” tentò di dire, ma l'altro si alzò bruscamente in piedi, completamente diverso da un secondo prima.
Tranquillo, io... cancella quella... cosa, contorta, che ho detto.” disse tossendo appena, teso “Per favore.” poi girò i tacchi e andò verso le scale “Buonanotte Sherlock.” disse e sparì.

Era la mia occasione, e l'ho buttata via! Potevo veramente dirgli tutto.

Stupido!” si sussurrò il più giovane degli Holmes.
Sono due idioti.” rise Rosie “In più John sta occupando abusivamente camera mia.” sbuffò ironica.
Telly rise forte, ma pian piano la sua risata si affievolì vedendo Sherlock alzarsi di botto e:

Sta andando da lui!” esclamò “Non l'avrei mai detto.”

Ok, ora, non fare l'idiota. Bussa delicatamente...

toc toc

...aspetta che ti risponda...

Si? Non sto dormendo.”

...(lo so) apri lentamente la porta...

John, ti devo dire una cosa.” asserì il più piccolo.
Telly deglutì, per la prima volta a disagio di trovarsi in mezzo a tanta intimità e privacy.

Ok, adesso lentamente, osservalo...

Cosa vuole fare Sherlock?” domandò pericolosamente Rosie.
Non lo so, non il genere di cose che si raccontano all'amica zoppa di guerra, però, credo.”
Dimmi.” fece John.
I-io...”

WOW, FANTASTICO! ADESSO BALBETTI PURE!

John è... una cosa importante per me e...”
Si, ti ascolto, dimmela.”

Pupille dilatate, caldo incontrollato, terrore puro. Emozioni. John, cos'hai in testa?

Tu e. io... noi... insomma, credo che...”

Forza Sherlock Holmes. Dillo!

Tu credi che noi...?” lo incitò il biondo. L'altro sudava freddo. Letteralmente.

ORA O MAI PIU', TI SEI MESSO IN QUESTA TRAPPOLA DA SOLO. ESCINE!

...dovremmo trovarci un altro caso domani.” sputò tutto d'un fiato, mordendosi la lingua.

Codardo. Guarda come ti sta guardando...

GUARDA COME TI GUARDO IO! MA COSA FATE!?” esclamò Rosie indignata.
Ma John inaspettatamente sorrise sbilenco: “E tu vorresti dirmi...” iniziò “...che saresti salito fin quassù, dove per inciso non sali mai, saresti entrato in camera mia e saresti seduto sul mio letto, per dirmi una cosa della quale non mi specifichi mai un tubo?” domandò.

Che figura di merda. Va detto. Mi ha beccato.

No.” sputò il moro in difficoltà.
Bene. Allora, dato che non mi fai fesso, fatti coraggio e dimmi la verità...”
Andiamo giù Rosie! Torniamo alla Zona, per favore...” disse Telly cercando di spingere la bionda fuori.
“Perché? Voglio vedere cosa si dicono...” rispose ingenuamente Rosie mantenendo la vista sui genitori.
“No fidati, Rosie.” fece l'altra triste “Tu non vuoi
veramente saperlo.”

Gli ho mentito di nuovo, echeggiò nell'aria l'ultimo pensiero di Sherlock.
 

7

2024 – Quello che non sappiamo

Sherlock non si dava pace. Era seduto sulla sua poltrona immerso nel suo Palazzo Mentale:
A cosa pensi?” gli chiese John, vedendolo in silenzio. L'altro aprì gli occhi e sbuffò.
Penso che ci sia qualcosa di enorme sotto, ecco cosa penso.” abbandonò le braccia lungo i fianchi.
Ma...”
RAGAZZI!” esclamò la Signora Hudson correndo su per le scale “Venite a vedere!” era trafelata e sconvolta, i Watson-Holmes la seguirono giù.
Sul tavolo della cucina c'era un pacco con su scritto l'indirizzo e i nomi dei consulenti. Sherlock lo aprì lentamente. Non poteva credere a quello che aveva davanti:

 

TIC TAC, TIC TAC

Due giorni e il 221b in aria salterà...

TIC TAC, TIC TAC

...se qualcuno la soluzione non troverà...

(se provate a portare via questo regalino, i miei cecchini vi fanno saltare il cervello <3.)


Recitava questo, il biglietto accanto a quella che sembrava essere proprio una bomba:
Sherlock cosa sta succedendo?” chiese John con voce ferma.
“Qualcuno sa di Telly e Rosie.” affermò il bruno afferrando la scatola e portandosela in casa.

Cristo Sherlock! È una fottutissima bomba e tu la porti dentro casa!?!?” esclamò sconvolto il medico andandogli dietro.
“Vi prego cari non litigate...” fece la padrona di casa facendo un gesto lontanamente somigliante alla croce.
John si tirò la porta e si mise di fronte a Sherlock, in procinto di rilasciare tutto lo stress, ma:

Telly lavora per l'MI6, mio fratello non si è presentato, Lestrade ha fatto le sue veci e ha abbracciato calorosamente Telly. E adesso se ne esce con Da me e Myc, cosa vuol dire questo rinfuso, John?” il citato sbuffò sonoramente.
Tuo fratello e Greg hanno una relazione e Mycroft conosce perfettamente i piani di Telly.”
Esattamente. Ma c'è un però.” disse Sherlock “Mycroft non permette a tutti di entrare in casa sua, né tanto meno di camparci, quindi questa relazione va avanti da almeno dieci anni. E questo cosa vuol dire, John?!” sgranò gli occhi.
“Che Mycroft ha conosciuto Greg prima di te.”

Esatto.” seccò Sherlock buttando l'occhio di lato, ragionando.
DIO SANTO, MA COSA TE NE IMPORTA!? STIAMO PER SALTARE IN ARIA!”
John non capiva perché Sherlock si stesse soffermando così tanto su questa cosa di Mycroft. Avevano una bomba in casa e non sapevano il codice!

Piantala, John. Abbiamo due giorni per disinnescarla e io so come fare.” sbuffò “Ma ci sono troppe cose che non tornano, soprattutto su Telly.”

Telly li aveva salvati più volte con i suoi incantesimi, anche a Dartmoor l'ultima volta che si sono messi a indagare là. Di segreti non ne metteva più da anni, per quanto riguardava sé stessa, se avesse mai omesso qualcosa sarebbe stato per via dell'MI6. E basta.

Ma adesso era anche su Greg qualche punto di domanda: era un semplice ispettore di New Scotland Yard, oppure di più?
Per il solo rapporto che pareva lo legasse al maggiore degli Holmes non poteva essere chiunque. D'altronde anche lui, sempre a Dartmoor ma la prima volta, si ritrovò nella loro stessa locanda e sia John che Sherlock ebbero motivo di pensare che fosse un'epistola di Mycroft stesso. Cosa c'era sotto? Perché Mycroft non si era presentato il giorno prima, ma sapeva del corvo?

Non è ancora successo nulla, ma se accadesse l'unico a sapere la completa verità sarebbe mio fratello.” disse Sherlock “Ergo, ci devo parlare. Adesso.”

8

2024 – Tempo di verità

I coniugi Watson-Holmes si erano presentati nel cuore della notte a Pall Mall, residenza privata del maggiore degli Holmes, venendo calorosamente accolti dall'ispettore Lestrade:
Che cazzo ci fate qua a quest'ora?!” aveva domandato con voce assonnata.
Che cazzo ci fai TU qui, al massimo!” esclamò John che sembrava realizzare solo adesso.
Metti su il tè, Grey...” entrò irruentemente in casa Sherlock “Dobbiamo parlare.”
Greg...” corresse a bassa voce Lestrade chiudendo la porta “Myc!” chiamò dal salotto.
So cosa volete.” il succitato apparì dalle scale.


 

SCHEDA ANAGRAFICA

Nome: Aristòteles
Cognome: Oxànnas Sàbbalas
Data e Luogo di nascita: 31-10-1974, Atene (Grecia, Greek)
Stato Civile: nubile
Residenza: 60 C, Victoria Street (Londra, UK)
Mestiere: Traduttore (biblico)
Altezza: 1,78 m
Occhi: Mutevole
Capelli: Mutevole
Segni Particolari: zoppia gamba s. , arcata inferiore dentale incassata, cicatrice occhio d.

PLUS ULTRA MI6

Stato Nazionale: Non pericolosa
Contaminazione Etnica: yiddish, khorakhané
Lingue Parlate: inglese, italiano, francese, spagnolo, greco moderno, ebraico, tedesco, messicano.
Lingue Scritte: inglese, italiano, francese, spagnolo, greco moderno, tedesco, messicano, greco attico, greco ionico, latino, ebraico antico, ebraico biblico.
Lavora Presso: MI6, Gran Bretagna
Precedentemente Occupato In: Afghanistan (guerra)
                                                    Italia/America/Inghilterra/Azerbajan/Grecia

IQ: 165
Qualità Aggiuntive: conoscenza millimetrica armi da fuoco e non, agilità fisica, prontezza di riflessi, intelligenza spiccata, cinque sensi particolarmente sviluppati, capacità musicali/artistiche.
Legami affettivi importanti: John Hamish Watson (medico militare) - amico
                                              Nathan Cindino (giornalista, corrispondente dal fronte) – compagno
                                              William Sherlock Scott Holmes (detective) – amico 

                                                             Mycroft Stephen Holmes (agente) – amico
                                                             Gregory Lestrade (ispettore NSY) – amico
                                                             Anphìtrionex Oxànnas Sàbbalas (chimico) – nonno
                                             Jakob Mikael Moskowitz (crittografo simbolista) - figlio 

                                                            Margarita e Demetrio Oxànnas Sàbbalas (pensionati) – genitori

SCHEDA MAGICA

Poteri Magici/Tipologia: Metamorphomagus/Cheiromagus
Sesso: Strega
Poteri Trasmessi da: Anphìtrionex Oxànnas Sàbbalas (nonno)
Stirpe Magica: Oxànnas - Sàbbalas
Ha studiato magia presso: Accademia Militare Ateniese (Greece)
Aritmanzia: no
Trasfigurazione: si
Incantesimi: si
Patronus in carica: corvo
Poteri trasmessi a: Jakob Mikael Moskowitz


 

Questa sarebbe...?”
La documentazione principale di Telly, quella che tecnicamente teniamo in archivio.” fece Mycroft guardandosi intorno.
Tecnicamente?” chiese John.
Come puoi bene vedere ce l'ho in mano, quando dovrebbe essere al Ministero. Ma i documenti di Telly, i miei, quelli di Greg, i vostri, quelli di Rosie, Jakob e Annas, li tengo qui, a casa mia.” Sherlock sembrava sorpreso “Per sicurezza, Sherlock. Sono documenti delicati.”
Mi fai vedere i tuoi?” ammiccò il fratello minore sorridendo pericolosamente.
“Sono documenti privati Sherlock, non è il caso.” inorridì Mycroft alla sua richiesta.
“Mi hai appena fatto vedere quelli di Telly.”

Ha sua figlia a carico in questo momento.” sputò.
Nostra figlia.” lo corresse John.
Vostra figlia a carico, Sherlock.” ripeté infastidito.
Mycroft Holmes fammi vedere i tuoi documenti, tu hai visto i miei, quelli di tutti noi.” sbuffò il detective allungando il braccio verso il fratello.
Questo fece una smorfia, poi scattante prese il desiderati fogli e glieli diede:

Tieni!” sbatté il tomo sulla scrivania “E che non ti esca una parola, Sherlock.”
Poi prese baracche e burattini e uscì sbattendo la porta e lasciando il fratello e il cognato soli.


 

SCHEDA ANAGRAFICA

Nome: Mycroft Stephen
Cognome: Holmes
Data e Luogo di nascita: 29-02-1966, Londra (Inghilterra, UK)
Stato Civile: coniugato Lestrade


 

Si sono pure sposati civilmente e non hanno detto niente!” esclamò John sconvolto.


 

Residenza: 1A, Pall Mall (Londra, UK)
Mestiere: Impiegato di Governo
Altezza: 1,78 m
Occhi: castani
Capelli: rossi
Segni Particolari: nessuno

PLUS ULTRA MI6

Stato Nazionale: Possibilitato
Contaminazione Etnica: nessuna
Lingue Parlate: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, messicano, argentino, serbo, slavo, russo, norvegese, neozelandese, svedese, croato, arabo, cinese, giapponese, coreano, indiano, ucraino, albanese, libanese, romeno, islandese, danese, hawaiano, greco.
Lingue Scritte: (vedi paragrafo in alto)
Lavora Presso: MI6, Gran Bretagna
Precedentemente Occupato In: missioni varie per conto dell'MI6
IQ: 170
Qualità Aggiuntive: conoscenza millimetrica armi da fuoco e non, prontezza di riflessi, intelligenza spiccata, cinque sensi particolarmente sviluppati, conoscenze esterne.
Legami affettivi importanti: William Sherlock Scott Holmes (detective) – fratello
                                              Gregory Lestrade (ispettore NSY) – marito
                                              John Hamish Watson (medico militare) – cognato
                                              Jakob Mikael Moskowitz (crittografo simbolista)
                                              Rosamound Violet Watson-Holmes (studentessa) - nipote
                                              Aristòteles Oxannas Sàbbalas (agente) – amica
                                              Violet e Siger Holmes (pensionati) – genitori

SCHEDA MAGICA

Poteri Magici/Tipologia: Mellontomagus


 

Ah-ah! Ecco la prova che cercavo!” esclamò Sherlock puntando il dito sul foglio.


 

Sesso: Mago
Poteri Trasmessi da: Evita Martinez in Holmes (zia)


 

Zia Evita gli ha dato i poteri? ZIA EVITA ERA UNA STREGA!?” il minore non poteva crederci.


 

Stirpe Magica: Martinez – De Medeiros
Ha studiato magia presso: Oxford University (UK)
Aritmanzia: si
Trasfigurazione: no
Incantesimi: si
Patronus in carica: cane lupo


 

Un cane lupo... lo sciacallo gli avrei assegnato...” sputò arrabbiato Sherlock.


 

Poteri trasmessi a: Rosamound Violet Watson-Holmes


“Quel... AH! Sapeva di averglieli passati!” disse Sherlock.
Direi che è chiaro: Telly è un'agente formata dall'MI6, la stessa MI6 di Mycroft che magari vuole formare Rosie.” sospirò John.
“Si ma Lestrade...”

Oh Gesù, basta! Stanno assieme? VA BENE!” alzò gli occhi in alto il medico esasperato.
Che noia, John, pensi sempre male! Non è quello...” si imbronciò Sherlock “Ho il sospetto che prima fosse legato all'MI6.”
Esattamente fratellino.” Mycroft aveva fatto il suo ingresso “Confesso di aver ingaggiato Gregory affinché si occupasse di te e di Telly a distanza, dato che avevo appreso della sua lealtà...” disse con fare teatrale, perso nell'intento di prenderlo in giro.
“Fottiti, idiota. Dimmi il motivo.” John sgranò gli occhi a seguito di quell'espressione che raramente Sherlock utilizzava.

Va bene, Sherl, ti diremo tutto, solo se mi giuri che poi porterai il culo dritto dritto a Baker Street...” parlò finalmente Greg.


 

Mycroft Holmes, piacere.”
Ispettore Gregory Lestrade, piacere tutto mio. Perché sono qui?”
Vedo che è un tipo pragmatico, perfetto.” sorrise sghembo il rosso “Si tratta di due miei personali assistiti. Il primo si trova a Londra, si chiama Sherlock Holmes...” iniziò porgendo dei fascicoli.
“Perdoni l'indiscrezione, ma siete parenti? Non le somiglia per niente.” chiese Lestrade curioso.
“Il fatto che sia mio fratello non cambia le carte in tavola, ispettore.” asserì “Si fa chiamare 'consulente investigativo', vaga per Londra fra il Saint Bart's e Scotland Yard, si lasci aiutare da lui. È irritante, ma non morde.” sorrise di nuovo Mycroft.

Pensa troppo in fretta, signor Holmes, mi permetta per un attimo di stare al passo. Aiutare? Per cosa?”
Per i suoi casi irrisolvibili, ispettore. Il sergente Donovan non è in grado almeno quanto lei e nel gruppo della scientifica ci sono falle profondissime. Parlo di soggetti come... Philip Anderson per esempio.”
“Porca miseria, ma come diavolo fa a sapere tutto questo?!” esclamò lo yarder sconvolto.

So molte cose, Lestrade.” mormorò l'agente camminandogli attorno “So che lei è intrappolato in un matrimonio infelice, vorrebbe divorziare, ma ha paura. Ha un figlio maschio per il quale darebbe la vita. Ama il suo lavoro, ma non è colpa sua se è neurologicamente lento. Non dorme bene la notte e ha pochi amici.” concluse fermandosi ad una minuscola distanza dal volto dell'altro.
Notevole, signor Holmes. Anche suo fratello è così?” controbatté bonariamente l'ispettore.
“Peggio. Lui non ha tatto.”
“Ah, perché lei si invece?” Mycroft lo fulminò con lo sguardo.

Di Sherlock le ho parlato. Adesso resta Telly...” gli porse l'ultimo fascicolo.
Bella, chi è?” domandò Lestrade senza inibizioni, notando la foto allegata. Mycroft deglutì.
La mia agente migliore, una strega che adesso è in Afghanistan e fra un po' tornerà.” spiegò “Lei sarà la prima persona che incontrerà qui a Londra, verrà a New Scotland Yard e lei se ne occuperà personalmente. D'accordo?”
Ha detto strega?!” chiese sconvolto Greg.
“Si. È una Metamorphomagus e Cheiromagus. Fa gli incantesimi, si smaterializza... sa? Quelle cose da strega...” sbuffò.
“Non mi prenda in giro, la magia non esiste!” ridacchiò lo yarder.
Mycroft aggrottò la fronte e si sporse verso l'altro, oltre la scrivania, piazzando la mano sinistra chiusa a pugno di fronte al suo naso. Alzò le dita una ad una, e sopra ognuna imperava una fiammella rossa e movimentata. Aveva letteralmente il fuoco in mano. Lestrade era scioccato.

Dice che non esiste? A me pare di si.”

 

Caspita! Sherlock impara da tuo fratello in tattiche di rimorchio!” esclamò John sarcastico. I fratelli Holmes fecero una smorfia.
Esattamente quindi questo teatrino va avanti da almeno 20 anni buoni...” sputò fuori Sherlock torvo.
“Avevi ancora bisogno di protezione... Trevor gravava ancora sulla tua memoria e-”
“Chiudi il becco, Victor Trevor non ti riguarda.” rispose l'altro.

Gregory è stato prezioso, è anche grazie a lui se non sei morto di overdose e hai potuto conoscere lui!” rispose gravemente puntando il dito contro John.
Mycroft, tu mi hai sempre fatto spiare. Hai persino usato Telly...” abbassò lo sguardo, Lestrade era in imbarazzo.
“Telly non ha mai contribuito alla vostra protezione fisica. Si è rifiutata di spiarvi o di” fece una smorfia “
immischiarsi negli affari vostri, come ha detto lei, fin dall'inizio.”
“Telly non-” John si bloccò e Sherlock sgranò gli occhi. Telly non era una spia.


 

Mio fratello e il suo coinquilino hanno il Programma di Protezione Speciale, gli inviano bombe ogni mese.” spiegò Mycroft alla greca.
“Capisco...” fece lei leggendo i documenti.
“Il suo coinquilino credo che tu l'abbia conosciuto in Afghanistan. Si tratta del dottor Watson...”
“Oh... beh allora se le cose stanno così, e in quella casa c'è John...” cominciò dura “Mi dispiace ma non mi occuperò affatto di pedinarli, né di immischiarmi negli affari loro.” restituì i fascicoli “Va bene la protezione Myc, è tuo fratello dopotutto... ma hanno diritto alla loro privacy, non trovi?” sorrise lievemente.
“Mh...” grugnì il Governo Inglese “Sei leale Telly, sei sempre stata leale...” sorrise dopo.
“Ti prego, proteggi John, ma non soffocarlo, Mycroft.” lui annuì sorridendo e la congedò.
Da quel momento il PPS passò in mano ad Anthea.


 

Sapevo che Telly non l'avrebbe mai fatto.” sorrise John “Ma allo stesso tempo non capisco come, e dico come, tutta questa roba non sia uscita fuori prima. Tanti anni fa.”
“Beh, John...” fece Lestrade “Myc è il cuore del Governo inglese, noi tre non siamo che alfieri.” sorrise debolmente “Ma siamo alfieri della stessa scacchiera e dello stesso colore.”
Mycroft allungò la mano verso quella dello yarder, che la strinse con tranquillità.

Adesso ci dite PERCHE' siete qui?” chiese sempre Greg.
Sherlock si scambiò un'occhiata con John: “Ci è arrivato un pacco con una bomba da disinnescare e ho motivo di credere che sia collegata con Telly e col viaggio che sta facendo con Rosie.”
 

9

2024 – L'ultimo segreto

Possiamo far disinnescare la bomba da uno della squadra?” chiese Greg verso il marito.
“Si, così lo saprebbe tutta la Gran Bretagna, ottimo Lestrade!” ribatté cinico Sherlock “Ora capisco perché risolvo i tuoi casi...” sbuffò. Greg tacé alzando gli occhi al cielo.

Sherlock io non so disinnescare quel tipo di bomba, ci vuole un codice. Con il cellulare della Adler avevi fatto così tanti anni fa...” disse Mycroft.
“Per azzeccare la password di Irene Adler, che peraltro era banalissima e sciocca, ci ho messo otto mesi esatti e adesso abbiamo solo due giorni.” rispose.

Aspettate!” esclamò John nella mischia “Jakob Mikael Moskowitz, crittografo simbolista. L'ho letto prima nel fascicolo di Telly.” disse tutto d'un fiato “Chi è? È fidato?”
Oh no!” sospirò il Governo Inglese “Se Telly venisse a sapere che ho fatto attivare il ragazzo mi odierebbe a morte...” deglutì “E sinceramente non mi va, è giovane.” scosse la testa.
Allora avevo capito bene...” collegò Sherlock ammiccando. Mycroft annuì.
“STOP, FERMI TUTTI! Io come al solito
sono un idiota e non ho capito niente: COSA avevi capito Sher?!” esclamò esasperato. Aveva fatto il turno dalle cinque del mattino fino alle cinque di sera in ambulatorio ed era stanco e sconvolto.
L'ultimo segreto, John, l'ultimo segreto di Telly.” si avvicinò Sherlock a lui “Un figlio.”
Per poco al dottore non cadde la mandibola. Quand'era andata via dall'Afghanistan non era affatto incinta e penso che l'avrebbe saputo se lo fosse stata, inoltre doveva essere vivo Nathan per... INSOMMA, generare!
“Se te lo stai chiedendo non è figlio suo biologico...” iniziò Mycroft “L'ha trovato abbandonato dietro un ospedale a Birsk, in Russia. Era nato da pochi giorni ma a quanto pare non era stato voluto.” abbassò lo sguardo.


 

Il bambino piangeva avvolto nella misera coperta dalla fantasia precisa, con il nome 'Moskowitz' ricamato sopra. Telly doveva assolutamente tornare a Londra e parlare con Greg, per ricominciare a lavorare dopo la Missione del Cremlino. Ma perché no? Perché non salvare quella piccola vita?
Non se la sarebbe mai sentita. Con quegli occhi verdi e i pochi capelli neri...
Si smaterializzò nel suo appartamento a Londra e si occupò del bambino. Un piccolo russo, a giudicare dal cognome. Un piccolo russo ebreo, a giudicare dalla texture della coperta.

Non ti strapperò alle tue origini, qualunque esse siano...” sorrise mentre il bimbo smetteva di piangere “Sarai 'Jakob', come il figlio del salvato Isacco. E sarai Mikael, come il guerriero che è vincente quanto un dio.” il bambino la guardò veramente per la prima volta e strinse il suo indice “Jakob Mikael Moskowitz.”


 

Da quel momento il ragazzino ha smesso di essere un cittadino del mondo. I suoi unici pseudo-documenti li ho io, di fatto Jakob non esiste.” asserì fermo Mycroft.
“Telly ha un figlio e non ci ha detto nulla...” John era un attimo sconvolto.
“Quando è successo?” chiese Sherlock.
“Quattro anni prima che nascesse Rosie, più o meno a cavallo con la tua caduta.” spiegò Greg “Tecnicamente non è suo figlio, non l'ha adottato. Non è figlio di nessuno.”

Come sarebbe a dire 'non è figlio di nessuno'!?” esclamò John mezzo sconvolto.
Prova a cercare il suo nome in un qualsiasi archivio nazionale e non lo troverai mai.” asserì Mycroft “Ovviamente questa inesistenza ha fatto si che Jakob acquisisse i poteri di Telly e si dedicasse a cose per le quali lui è predisposto...”
“Si, è tutto molto toccante...” fece Sherlock interrompendolo “Ma sa disinnescare questa bomba?”
Mycroft deglutì dopo aver avuto un cenno da Greg: “Potrebbe.”

 

Pronto Jakob?

Mister Holmes! Salve! A cosa devo questa telefonata

nel cuore della notte?

Dove ti trovi in questo momento? Dimmi che
sei in Europa...

Si, sono nel Liechtenstein...

Smaterializzati adesso qui a Londra. 1A di Pall Mall.
Sarei grato se spuntassi qui nei prossimi due minuti.

Sarà fatto ma... Miss Sàbbalas lo sa?

Miss Sàbbalas in questo momento è nel bel mezzo di un
viaggio. Ti spiegherò tutto appena verrai qui.
Muoviti Jakob.

Arrivo Mister Holmes.

 

John osservò immediatamente quanto il ragazzo fosse ligio al dovere e svelto, il che era abbastanza normale dato che era Telly che l'aveva tirato su.
Mycroft disse a tutti di spostarsi, convinto che il ragazzo sarebbe piombato al centro della stanza, quando sentirono il rumore del campanello:

Eccomi.” sorrise Jakob.
Era alto, di carnagione bronzea, occhi verdi ben tagliati e una zazzera di ricci neri. Vestito come per combattere in un incontro di kung-fu, con la sola differenza che sulle sue larghe spalle era legato un lungo mantello nero.
Tutto ok?” ripeté ancora sulla soglia, parecchio sorpreso da tutte quelle occhiate.
“Si, è solo che...” disse Greg “Eri piccolo così l'ultima volta che ti ho visto...” sorrise dolcemente sollevando il braccio all'altezza del suo fianco, Jakob abbassò la testa ridacchiando “E adesso invece sei un uomo...” sorrise ancora lo yarder.
“Si, Gregory, molto toccante. Adesso veniamo al sodo.” li interruppe Mycroft con una vena polemica “Jakob, lui è mio fratello Sherlock, mentre lui è mio cognato, il dottor John Watson.” li presentò in fretta.
“Piacere.” sorrise il ragazzo stringendo la mano a John e Sherlock.
“Qualcuno gli ha messo una bomba in casa, abbiamo due giorni per disinnescarla, ma dentro c'è un codice da inserire.” spiegò velocemente.
“E io... dovrei indovinare il... codice...?” fece l'ebreo un po' incerto.

Sarebbe fantastico si.” sorrise lievemente Sherlock “Oppure uno dei quartieri più affollati di Londra salterebbe in aria...” serrò le labbra.
“Beh, se il mio lavoro può essere utile ci proverò assolutamente. Proverò con tutto quello di cui sono in dotazione.” affermò il ragazzo “Sono cresciuto in mezzo ai crittogrammi, farò di tutto, lo giuro.”

Grazie, Jakob.” disse sorridendo felice John.
Posso vedere la bomba?” domandò subito l'altro sfregandosi le mani e togliendosi il mantello.
“Si trova al 221b...” disse Greg.
“Non fa niente, Mister Holmes, smaterializziamoci.”

Il maggiore annuì, afferrando il braccio del marito. Jakob si mise fra John e Sherlock, afferrandoli anch'egli.
In un attimo furono nell'appartamento dei due consulenti.
Non me ne sono neanche accorto, fantastico!” esclamò John piacevolmente sconvolto.
“Perfetto...” disse invece Jakob già osservando la bomba, dopo aver indossato degli occhiali “Sono cinque caselle da riempire, potrebbero essere numeri o lettere.”
“Cari!” esclamò improvvisamente la Signora Hudson vedendo tutta quella gente lì “Non vi ho sentiti entrare, un postino mi ha svegliata...” era quasi senza fiato “Mi ha consegnato questa...” disse porgendo a Sherlock una busta da lettera.

Grazie, Mrs Hudson, vada a dormire adesso.” rispose lui. John sorrise e lei fece come aveva detto.

 

Anche voi siete perseguitati.

Avete bisogno di essere salvati.

Ma da chi?

Non tutte le acque sono buone.

Non si mangia il cervello.

 

Cosa diavolo vuol dire?!” esclamò Greg contrariato “Non ha un cazzo di significato...”
Indovinelli, li adoro.” affermò brevemente Jakob “Ma prima...” disse “Vivete soli voi due? E Miss Sàbbalas dov'è?” chiese.
“Non viviamo soli, con noi vive nostra figlia Rosie.” spiegò John “E Telly in questo momento si trova nel 2008.”
Jakob sbiancò: “Dobbiamo muoverci a mille allora.” disse “Qui c'è il portale. Se Baker Street saltasse in aria non potrebbe più tornare.” i suoi interlocutori erano scioccati, tranne il Governo Inglese che ovviamente sapeva “Ok, quindi. Raccogliamo tutto quello che abbiamo adesso, ogni minima deduzione. Innanzitutto le frasi sono cinque come gli spazi da riempire, inoltre sul fatto che sia una successione di lettere e non di numeri, siamo tutti d'accordo.” annuirono.
“L'ha mandata qualcuno che conosce Moriarty.” disse poi Sherlock.
“Moriarty è morto.” puntualizzò Greg.
“Infatti è qualcuno che lo sta imitando per spaventarci. Guardate lo stile delle lettere! Potrebbe averle scritte lui.”
Gli altri si ritrovarono d'accordo, il ragazzo credette al detective sulla fiducia, dato che alla sua nascita Moriarty era già morto.
“Ad ogni modo, non possiamo rischiare, dobbiamo andare a recuperare vostra figlia e Miss Sàbbalas.” asserì Jakob “Potrebbe essere tutto irreversibile.”

Io non posso passare, c'è un varco nel passato. Non sono un mago normale, posso andare solo avanti, non indietro.” fece Mycroft scuotendo la testa.
“E allora aspettate un attimo.”

Il ragazzo tirò fuori la bacchetta: “Envolvio!” esclamò “Ecco il varco.”

Effettivamente un varco c'era, bello aperto sulla parete più larga del 221b di Baker Street, proprio un po' più in basso rispetto allo smile giallo che il più giovane degli Holmes si divertiva a sparare.
Mh...” disse Jakob concentratissimo “Applìco!” disse, e dal portale schizzò fuori il Patronus di Telly che, scoppiando, rivelò la sequenza:

1211331

Facilissima...” sorrise Jakob, John fece una smorfia.
Dille queste esatte parole:” gli disse Mycroft prima di lasciarlo andare “questa notte stessa, Reichenbach.” il ragazzo annuì, ripeté forte il codice e il varco lo risucchiò.
Speriamo bene...” sospirò John.

10

2008 – Chi è come Dio

Rosie si svegliò di scatto, sentendo come uno squarcio aprirsi fuori dalla stanza. Deglutì, afferrò la bacchetta e cerco di non svegliare Telly, che era stremata dalla stanchezza. Scese le scale in punta di piedi: “Lux!” sussurrò, e una pallina di luce le comparve sul ramoscello. Scese piano, pianissimo. I rumori venivano dalla cucina. Ecco il coraggio del soldato, si disse, e sorrise. Entrò di scatto in cucina, accese la luce e si precipitò sulla figura di fronte a sé, impossibile da vedere a causa del lungo mantello. Ciò che era certo era che fosse un maschio, al quale Rosie, senza badare ai particolari, puntò la bacchetta al petto:

Chi sei tu?” chiese con l'espressione dura.
Non colpirmi. Ti prego, abbassa la bacchetta...” disse sottovoce e riuscì a levarsi il cappuccio.
Rosie rimase parecchio sorpresa dall'aspetto del ragazzo. Non sembrava affatto un maniaco.
Abbassa la bacchetta per favore...” le sorrise debolmente.
“Il nome.” disse solo Rosie “Dimmi il tuo nome e io la metto via.” dal nome avrebbe potuto capire molto, ma di suo quel ragazzo non le sembrava malvagio.
“Jakob Mikael Moskowitz. Adesso abbassa la bacchetta, per favore.”

Rosie ragionò un attimo, poi ammiccò e mise da parte la bacchetta. Jakob la ringraziò sorridendole:
Ebreo russo. Mi-ka-el, 'chi è come Dio'.” riprese lei più tranquilla “E stai cercando Telly.” lui strabuzzò gli occhi.
“Esattamente. Devo parlare con Miss Sàbbalas al più presto possibile.” le rivelò “Dov'è? È urgente, mi manda Mister Holmes...” le disse.
“Mister Holmes? Mio padre?” domandò Rosie sgranando gli occhi.
“Padre?” chiese Jakob non capendoci più niente.
“Rosamound Violet Watson-Holmes, sono la figlia.” gli disse stringendogli la mano. Lui capì.
“Tu sei la famosa...
Rosie!” la citata arrossì per quel soprannome infantile “No, non è tuo padre. Credo sia tuo zio, Mycroft.” spiegò.
“Zio Myc, è sempre lui... che è successo?”
“Accompagnami da Miss Sàbbalas per favore. Vi dirò tutto.” la ragazza annuì e lo portò su.
Jakob sembrava avere bontà negli occhi. Se lo mandava il maggiore degli Holmes e conosceva Telly, sicuramente era buono. E poi non sembrava tanto più grande di lei.

Lux!” esclamò sottovoce la ragazza “Sono una Cronomagus, controllo e modello il tempo.” gli disse.
“Si, avevo notato, ci troviamo letteralmente nel 2008.” notò una stanza “Ecco Miss Sàbbalas.”

Telly udì qualcosa, e si alzò di scatto vedendolo lì. I capelli le diventarono rossi come il fuoco. Si stava arrabbiando:
“Jakob Mikael Moskowitz, cosa diamine ci fai qui!?” esclamò sconvolta.

Scusate l'intrusione, mi ha...”
“C'era un codice! Come hai fatto a passare il varco?!”

Ci ho messo 6 secondi a decifrarlo, era alquanto semplice.” sospirò esasperato Jakob “Miss Sàbbalas, ho ricevuto un'importante richiesta, sono passato a Baker Street e ho parlato con i suoi genitori.” fece cenno a Rosie.
“Si, ma cosa c'è?!” esclamò Telly “Jakob, per te è di rischio mortale. MORTALE!” lui abbassò lo sguardo, quieto.
“Mi ha mandato... ho parlato con Mister Holmes...”
“L'hai già detto.”
“Non Mister Holmes
Sherlock, Mister Holmes... Mycroft!” Telly cambiò totalmente cera.
“Mycroft! Maledetto incosciente! Potevi morire Jakob!” gli si avvicinò e, dopo averlo afferrato per le spalle, lo osservò attentamente in cerca di possibili ferite.

Non ho nulla, state tranquilla...” sorrise il ragazzo “Ha detto che siete in pericolo, fra due giorni scoppierà una bomba e Baker Street sarà distrutta, io devo disinnescare la bomba.”
“Chi l'ha messa?” chiese Rosie.
“Non lo so...” abbassò lo sguardo lui “Però Mister Holmes detto che dovete muovervi e saltare tappe inutili. Ma detto
Dille queste esatte parole:” prese fiato “questa notte stessa, Reichenbach.”
Le cascate, Telly.” collegò Rosie.
“Si.” fece lei “Jakob, come hai fatto ad entrare?” chiese.

Ero in emergenza, ho usato la prima cosa che mi è venuta in mente...”
Ovvero?”
Successione di Fibonacci, ho aperto un varco potenziale provvisorio credo.” sorrise Jakob.
Bravissimo. Hai fatto la cosa giusta.” annuì Telly con fare risoluto “Rosie, riaccompagnalo al varco, io faccio qualche incantesimo di protezione.” l'inglese e l'ebreo annuirono.
Ci vediamo fuori, Miss Sàbbalas.” sorrise Jakob.
Stai attento.” gli rivolse Telly.
Rosie e Jakob attraversarono la casa e giunsero al varco dopo un po' di tempo, la bionda riflettendo fortemente:
Comunque...” sorrise Jakob prendendo parola “Chi è come El.”
Cosa?”
“Mikael.” disse lui “Significa
'chi è come El'. Non Dio.” sorrise di rimando.
Ma certo! Come ho fatto ad essere così stupida?! Manco fossi Anderson...” sbuffò improvvisamente la ragazza “Sei un mago anche tu!” osservò Rosie. Lui tirò fuori un sorriso sghembo.
Beh, ho aperto il varco...”
Poteva farlo chiunque con quel metodo... qui sotto c'è di più...” prese fiato lei.

Successione di Fibonacci, ho aperto un varco potenziale provvisorio credo.”

Non hai ancora età universitaria, eppure conosci a memoria la sequenza di Fibonacci, saperla è pressoché impossibile per un ragazzo della tua età.”

Significa 'chi è come El'. Non Dio.”

Conosci la differenza fra un dio e un El, non cadendo in quello sciocco tranello nel quale son caduta io. E non è perché sei ebreo.” lui sorrise nel vederla elencare tutte le sue stranezze.

Ci ho messo 6 secondi a decifrarlo, era alquanto semplice.”

Sei in grado di decifrare codici composti da numeri e lettere disposti in modo casuale, senza logica, e non è normale.” alzò gli occhi su di lui “Tu non hai niente di normale.”
Una vera e propria Holmes, non ti si può nascondere nulla...” ridacchiò Jakob “Logomagus, ne vado alquanto fiero.” sorrise “Parlo qualsiasi lingua e sono in grado di decifrare il 98% dei simboli e dei crittogrammi misteriosi.” tossì un attimo “Il mondo dell'antichità per me non ha segreti.” le rivolse uno sguardo dolce.
Ti ha istruito Telly. Hai delle conoscenze troppo precise e radicate.”
“Si, Rosie, è vero anche questo.” sorrisero.
Ecco svelato l'arcano: Jakob era sotto la giurisdizione di Telly, lei lo aveva educato secondo i suoi studi, ovvero misteri, codici, simboli e traduzioni.

Ecco perché Jakob conosceva la differenza fra Dei ed Elohim.
Lui aveva ancora un sorrisetto stampato in faccia per Rosie e la osservava attentamente:
Non chiamarmi Rosie però, se puoi...” fece lei imbarazzata ad un certo punto “Quel soprannome infantile me l'ha dato papà e io l'ho sempre odiato.” spiegò “A scuola e dagli amici mi faccio chiamare Violet.” sorrise.
Già, esattamente come quelli che mi chiamano Mike o Mikael direttamente.” sbuffò lui “Preferisco Jakob, chi sono io per essere considerato al pari di un El?” e risero forte insieme.
Jakob fece ritorno a Baker Street, lasciando le due maghe ad affrontare Reichenbach. Forse.

 

11

2024 – La verità

So il codice!” esclamò improvvisamente Jakob, alzando il capo dalla bomba “Ho decifrato l'indovinello! Adesso posso fare il richiamo e far tornare vostra figlia e Miss Sàbbalas.” disse.
La bomba era al centro della stanza, Mycroft e Greg dietro, appoggiati al camino, Sherlock e John di fronte a loro, dal lato opposto. Jakob si trovava di lato, con gli occhi fissi sull'ordigno:

Bene, inseriscilo, allora.” disse lo yarder.
E se invece...” disse però il ragazzo “Ci fossero due codici, uno per disinnescarla e un altro per farla esplodere?” sospirarono tutti.
Proprio come il cellulare di Irene Adler, fratellino.” rammentò Mycroft. Poi ci pensò su “Fai il richiamo, Jakob.” e l'ebreo annuì.
Expecto Patronum!” esclamò.
Immediatamente apparve una nube blu, che pian piano si andò a trasformare in una graffiante pantera:
“Una pantera...” disse John “Protettiva e analitica.” sorrise. Il ragazzo ammirava il Patronus con occhi sognanti:

Vai.” disse “Reichenbach. 2008. Aristoteles Sàbbalas e Rosamound Violet Watson-Holmes.”
La pantera scomparve, risucchiata dal varco nel muro del 221b di Baker Street.
Qual è la password secondo te?” domandò finalmente Sherlock.
Non ci sono dubbi, Mister Holmes, è ΙΧΘΥΣ.” disse sicuro di sé “Non tutte le acque sono buone, i pesci nuotano solo in mare o in acqua dolce. Non si mangia il cervello dei pesci e i cristiani erano perseguitati come voi...” spiegò.
“Eh?!” domandò disorientato Lestrade.
“Una sciocchezza, non capisco come ho fatto a non arrivarci prima...” spiegò afferrando l'indovinello “Il Cristogramma, era più che ovvio.” asserì.
Ma avevano tutti una faccia un po' sconvolta e non comprendevano bene queste dinamiche:

Il Cristogramma, signori. 'ΙΧΘΥΣ' in greco significa 'pesce'. Era un simbolo che i primi cristiani utilizzavano durante la seconda metà della Roma Imperiale, per riconoscersi a vicenda.” spiegò “ΙΧΘΥΣ, è semplicemente l'anagramma di 'ησοῦς Χριστός, Θεοῦ Υἱός, Σωτήρ'...sorrise.
“Ovvero...”

Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore.” sorrise con un lampo di eccitazione negli occhi “Furbo, non è vero?”
E se non dovesse funzionare?” domandò Greg.
Saltate tutti in aria...”

Nessuno di loro aveva detto quella frase, era una voce di donna e fra loro non c'era nessuna donna. I cinque si voltarono verso l'uscio della porta, sul quale era apparsa una figura di loro vecchia conoscenza:
Mary...” esalò John sconvolto. La donna ghignò.
Era come l'avevano lasciata, forse solo un po' più magra, ma gli occhi chiari e cattivi e il caschetto biondo erano rimasti. John fece per andare da lei, con la collera già nel cervello, ma Sherlock gli afferrò la mano saldamente, tirandolo indietro:

Se ci muoviamo saltiamo in aria.” gli sussurrò all'orecchio. John deglutì, la rabbia continuava a crescere.
Come-” cercò di esclamare Lestrade contrariato.
“Ha il telecomando della bomba in tasca, Gregory, non ti muovere.” asserì stringendo gli occhi Mycroft. Lo yarder si voltò su di lui con occhi stanchi “Ti prego...” mimò il rosso.

Jakob era alquanto in difficoltà, non comprendeva la situazione:
Chi è lei?” domandò con voce ferma.
Quel signore là” disse lei puntando il dito contro Watson “era mio marito prima che chiedessi il divorzio.”
La madre di Rosie...” collegò Jakob.
“Si, bravo! Sei proprio intelligente, sai?” lo schernì “Assomigli quasi a-”
Un fascio di luce blu la interruppe, illuminando di colpo la stanza. A materializzarsi furono Telly e Rosie, munita di bacchetta:

Oh... la famiglia al completo...” sorrise Mary “Ti stavo proprio per dire che assomigli a tua madre...” continuò con Jakob.
“Cosa ci fa lei qui?” domandò Telly rivolta a John.
“Oh, cosa ci fai TU qui...” Mary estrasse la pistola e gliela puntò contro. Telly non mosse un muscolo, ma fece viaggiare lo sguardo in tutta la stanza e in tutte le persone.

Non ti illudere di farmela così facilmente.” asserì con un sorriso furbo, ma Mary sparò lo stesso.
Colpendo il divano.

Telly, battendo le mani due volte, si era appena volatilizzata, mandando telepaticamente a Mycroft e a Jakob questo messaggio:


 

La Signora Hudson è in Florida da sua sorella, Mary ha chiuso il portone a chiave. Viaggio temporale portato a termine, tornerò presto.


 

Tu... chi sei?” domandò incerta e spaventata Rosie, facendo per avvicinarsi a lei.
NON AVVICINARTI, ROSIE!” esclamò Sherlock bloccandola con un gesto della mano.
Ma Mary fu più veloce di lui e sparò un colpo con un'altra pistola, parallela a quella che aveva puntato su Telly.
“NO!” esclamarono tutti in coro, pietrificati sul posto, impossibilitati di muoversi.
Rosie non ci pensò due volte a correre verso il padre. Guardò la donna e guardò sé stessa: non le avrebbe mai sparato. Era strano, troppo strano, ma erano identiche.

Appena ebbe toccato terra con la schiena Sherlock afferrò la mano della figlia:
“Papà!” esclamò Rosie spaventata.
“Tu non sai chi è questa donna, Rosie...” riuscì a dire a stento “Quindi voglio passarti un ricordo, Rosie, che non hai potuto vedere con il viaggio...”
La ragazzina era sconvolta, provata da tutto questo odio. Una donna era piombata in casa sua e minacciava di uccidere tutti.
“Sherlock...” sussurrò sconvolto John entrando in modalità 'medico', cercando di bloccare l'emorragia come meglio poteva.
“Papà non-” provò la figlia.

Voglio passarti il mio ricordo, il più doloroso e il più felice che possiedo. È essenziale.” tentò di tenere le lacrime “Ti prego Mycroft...”
Il maggiore fece per muoversi verso il fratello, ma Mary tirò fuori un'altra pistola, dopo aver posato quella per Telly, e gliela puntò addosso:
Muoviti e ti ammazzo, Mycroft Holmes.”
FERMO!” esclamarono Lestrade e John in coro.
Vada al diavolo, Mary Morstan.” asserì invece lui, duro nel volto “Questo” fece verso Sherlock “è sbagliato, ma te lo devo. Mi dispiace Sherly...” all'udire quel soprannome che gli aveva affibbiato da bambino, il detective sorrise appena, stretto fra le braccia del compagno.
“Mi dispiace John...” disse l'Holmes più giovane stringendo i denti dal dolore “Ti a-”

No...” lo interruppe l'altro con una carezza “Resisti, ti prego... tornerà Telly e ti salverà...” ma John stava pian piano morendo dentro, aveva paura di perderlo per davvero.
Rivolse lo sguardo al giovane ebreo:

Dov'è tua madre, Jakob?” chiese con un espressione trafitta e la voce flebile.
“Non lo so...” abbassò lo sguardo il ragazzo.

Concentrati sul ricordo, Sherlock.” disse Mycroft puntandogli la bacchetta nella tempia.
Fu questione di attimi: Mycroft estrasse il ricordo e lo inserì con lo stesso sistema nella mente della nipote. Questa entrò in stato catatonico per un minuto, le passò la vita del padre di fronte agli occhi.

 

12

2010 – Flashback

Tutta la sala era in fermento, gli invitati ballavano. Mary se ne stava con John avvolta nel suo vestito da sposa. Sicuramente avrebbe potuto evitare di dire che era incinta in quel frangente.
John era felice, sorrideva. Sorrideva a quella che lui, Sherlock, sapeva essere uno sporco sicario, falso come Giuda e bugiardo come l'amore che stava offrendo al dottore.
Di contro il detective aveva passato una giornataccia: John non faceva altro che definirlo 'il suo migliore amico', aveva fatto un discorso da testimone imbarazzante, sembrava una vera e propria dichiarazione.

Dio. Aveva dimenticato l'esistenza della sposa e tutto quello che aveva ottenuto era stato un misero abbraccio fraterno dopo il brindisi.
Fanculo. Mycroft aveva ragione, era orribilmente coinvolto.
E come se non bastasse si era pure presentato quel Sholto, il maggiore (l'ex!) di John. Quell'oca giuliva non aveva fatto che ricordarglielo ogni istante.
Molly se ne stava appartata con Lestrade e gli altri. Si, ballavano, ma confabulavano e, quando Sherlock udì quelle aspre parole pronunciate dall'anatomopatologa, sbiancò e preferì essere ovunque tranne che laggiù: “Io negli occhi di Sherlock vedo solo un'immensa sofferenza.”
Questo aveva detto la piccola Hooper, sincera più che mai.

Sherlock dal suo canto voleva sparire e così fece.
Afferrò il cappotto e scappò. Senza farsi vedere scappò. Senza salutare scappò. Scappò.

Arrivò a Baker Street con una morsa allo stomaco, che lo attanagliava dal momento del suo ritorno. Pagò il tassista e si fiondò in casa. Corse su per le scale, aprì la porta e la sbatté dietro le sue spalle. Finì accovacciato per terra, la schiena appoggiata alla porta chiusa e la testa debolmente piegata sulle ginocchia.
Soffriva tanto. E non riusciva a mascherarlo. Lo vedevano tutti.
Si sentì sciocco e profondamente sbagliato.
Ora John era sposato, non era più il caso di soffrire.
Ma non si può essere felici a comando.
Pianse per davvero. Come il giorno in cui si era dovuto buttare.
Se non si fosse buttato John sarebbe stato lì con lui ora.
Nessuna Sarah, nessuna Kate, nessuna Jeanette...nessuna Mary.

Ma se non si fosse buttato probabilmente John sarebbe stato morto il quel momento.
Male è una cosa e peggio è un'altra.

Ingoiava le lacrime con l'amaro in bocca e il cuore distrutto da un'atroce verità che gli stava venendo sbattuta in faccia: non era vero che non aveva sentimenti, questa era la dimostrazione perfetta.
Piangeva, un vuoto enorme dentro di lui, si sentiva un idiota. Ma piangeva, da solo, con le spalle sulla porta.

Trovò la forza di alzarsi, ancora scosso dai singhiozzi, e di levarsi quella stupida giacca, con quello stupido fiore all'occhiello.
Non era così che doveva andare.
E invece si. Tanto lui avrebbe sofferto comunque.
Gli sembrava di ricordare, in quel frangente, l'unica vittima che gli fosse mai stata a cuore, il suo seconda caso: Jokkabel Hoffmann, una ragazza 'suicidatasi' a seguito del tradimento del marito, che l'aveva poi lasciata per un'altra.
Non poteva fare questo a John. Ma comprendeva appieno Jokkabel per la sua decisione.
Erano le due di notte quando sentì il portone aprirsi, poi un rumore di tacchi. Era ovviamente la Signora Hudson, che saliva le scale: “Caro? Posso entrare?” fece a bassa voce, con la paura che stesse dormendo. Sherlock fece un segno positivo con la mano. Si trovava in piedi, in mezzo al salotto, con la camicia mezza sbottonata e le bretelle ancora addosso. E le mani fra i ricci neri, come a volersi calmare senza successo.
“Caro...” ripeté la donna avvicinandosi a lui, che aveva gli occhi rossi dal pianto e le gote arrossate “Mi dispiace così tanto...” disse sincera, cercando di sfiorargli il braccio. Sherlock tirò sul col naso.

Non è niente, mi passa.” rispose lapidario scuotendo la testa e fingendo una sicurezza che non gli apparteneva in quel momento.
“Sherlock...” sussurrò la Signora Hudson lasciandogli una carezza sul volto “Niente di quello che sta accadendo è reale.” rivelò, come se fosse un segreto, facendogli strabuzzare gli occhi.
“Cosa?”

Non la ama, non la amerà mai...” disse la donna “L'ha sposata perché si sente sbagliato, confuso e sente di poter impazzire...” disse ancora, anche lei con le lacrime agli occhi.
No...” rispose lui flebile, rassegnato, come l'anziana donna non l'aveva mai visto “Sto male, Signora Hudson, lo ammetto adesso dopo tutto questo tempo.” iniziò “Questa è la verità, e al momento mi sento alquanto distrutto.” deglutì contrariato, allontanandosi da lei e cercando di pulire le lacrime che gli solcavano il viso. Alla Signora Hudson si stringeva il cuore a vederlo così, proprio come le si era stretto vedendo John nello stesso stato un anno prima.
E sa cos'è? Me lo merito, per essere sparito.” disse ancora Sherlock.
“No!” si affrettò lei “Non te lo meriti...” gli si avvicinò di nuovo “...per averlo salvato.” sorrise lievemente “Tutto ritornerà com'era Sherlock caro, lo capirà presto.” asserì, perché lo sapeva “Lui tornerà presto.”

Sherlock tentò di sorridere di rimando, ma era troppo scosso e demoralizzato, quindi scoppiò a piangere di nuovo: “La prego, Signora Hudson...” riuscì a dire mentre cercava di contenersi “Non è una fiaba questa.” e lei capì, comprese, che non voleva essere visto così e che avrebbe fatto meglio ad andarsene. Così fece infatti, dopo avergli lasciato una sfuggente carezza sui capelli.
Durante la seconda crisi di pianto di quella sera, gli arrivò persino un messaggio da suo fratello,

Mi dispiace Sherlock. Veramente.
MH

recitava.
Fanculo pure lui, era bravo solo a dire 'te l'avevo detto' e a prendere per il culo.

Si fecero le 3 passate e a Sherlock non venne nemmeno da pensare a come la sua padrona di casa fosse tornata dal matrimonio. Ma gli venne da pensare che in quel momento, a matrimonio finito, John era sicuramente in una camera d'albergo con sua moglie a fare solo Dio sa cosa. Non aveva mai avuto così tante fitte al cuore tutte assieme.
Era seduto sulla sua poltrona, non aveva più una singola sigaretta perché John le aveva nascoste tutte e non aveva la forza di andare su e trovare la sua camera totalmente deserta. Cocaina non ne aveva più perché aveva giurato a John di non farne più uso.
Insomma, John, John e ancora John.
Non gli restava che annegare nel suo palazzo mentale, ormai non aveva più nemmeno le lacrime.

Clic.

Un suono metallico impercettibile, se non al suo acuto orecchio, che lo fece scattare in piedi e ritornare (dal terrore di poter essere visto in quelle condizioni) nella stessa posizione in cui l'aveva trovato la padrona di casa. La porta si aprì piano, una scarpa da cerimonia brillante da lucido mosse il primo passo. Non c'erano dubbi.
“Non entrare, John.” asserì il detective in fretta e le lacrime minacciarono di uscire di nuovo.
Ma John lo ignorò, o forse entrò proprio perché gli aveva detto di non farlo, ma comunque entrò dentro e chiuse la porta dietro di sé.
“Sherlock.” scandì scosso “Sei letteralmente fuggito dal mio matrimonio.” lo riprese bonariamente.
L'uomo distrutto di fronte a lui accennò un sorrisetto disgustato.
“E tu sei letteralmente fuggito dal tuo letto di nozze.” ribatté di ripicca, quando sentì un germoglio di rabbia nascergli nello stomaco. John incassò il colpo.
“Quando si fugge l'importante è sapere dove si vuole andare.” sorrise tristemente.

A Baker Street?” domandò voltandosi Sherlock, che non ci teneva a mostrargli il suo pianto.
“Cos'hai?” buttò fuori diretto il medico mentre faceva qualche passo verso di lui. Ma il bruno di voltò di scatto e piantò i suoi occhi cristallini dentro quelli del soldato.
“Hai lasciato Mary da sola, a letto, la notte del suo matrimonio, chiusa a chiave in un albergo che non conosce, facendole credere che le stai dormendo accanto, per poi venire qui e chiedermi questa cosa che puoi intuire benissimo anche da solo.” si voltò completamente, abbandonando le braccia lungo i fianchi. Si, era visibilmente provato. “Cosa ci fai qui durante la tua notte di nozze, John, cosa.” ed era vero, che non capiva e che voleva vederci chiaro. Perché si stava consumando dentro.

Ci faccio qui, che non è normale che il testimone dello sposo metta il turbo e vada via alle 10, Sherlock.” spiegò John “Io ho... sbagliato, forse, a... mollare Mary così, ma tanto sta dormendo...” borbottò all'improvviso “Ma volevo assicurarmi che stessi...” abbassò lo sguardo, incerto “...bene..?” si morse la lingua a quella sciocchezza appena detta.
Sherlock infatti perse il controllo. Le lacrime gli ricominciarono a scorrere senza ritegno, sconvolgendo l'ex coinquilino che non l'aveva mai visto piangere se non il giorno della caduta:
Bene, John?” domandò sarcastico, con voce soffocata. Gli si avvicinò pericolosamente, con sguardo torvo “Guardami. Sto bene?” domandò retorico.
E John lo capì, se ne accorse: gli occhi rossi, le pupille dilatate, la pelle bianca ormai cremisi dai tanti affanni, la camicia priva di senso, i capelli disordinati.
Non aveva mai visto Sherlock in quelle condizioni.
No.” rispose lo stesso il medico “Ma non hai risposto alla mia domanda. Cos'hai?” quella sera i ruoli si erano invertiti e John si sentiva piuttosto padrone della situazione, sebbene ne fosse la causa.
John... persino un bambino lo capirebbe.” sussurrò sconsolato con un sorriso triste.
Mi dispiace Sherlock, ho dovuto.” esalò John compreso il problema. Ma l'altro, all'udire le ultime due parole, esplose in un colpo solo.
Hai dovuto!? Hai dovuto, cosa? Non lasciarla? Metterla incinta? Sposarla?” chiese senza freni “Cosa, John?” ribadì duro ad un centimetro da viso dell'altro, vistosamente colpevole.
“Si. Ho dovuto. Tutto questo.” ammise John “Perché non potevo andare avanti così, da solo, stavo... morendo di dolore, Sherlock.” gli occhi di uno puntati con sfida su quelli dell'altro.
“Sai cos'è? Tu adesso sei felice, sei... realizzato, sei contento delle tue scelte. Stai bene.” cominciò Sherlock singhiozzando e allontanandosi un po' “Io invece, visto che me l'hai chiesto, sto male, sto malissimo, John,
dal giorno 0 in cui mi sono buttato.” rivelò tremante “Sto male come quel giorno.” si portò il pugno destro chiuso sulla bocca, per non dire altro.
John gli mise una mano sulla spalla, lui chiuse gli occhi afflitto:
Sherlock... ti prego...” sussurrò tentando di farlo voltare verso di lui, cosa che Sherlock fece. Il soldato gli strinse le spalle e lo abbracciò, come quando dopo la scazzottata si erano chiariti, ma adesso un po' più forte.
Così mi uccidi, John.” scappò fuori dalle labbra un sussurro di Sherlock intento a godersi quel raro contatto.
Sebbene il detective fosse molto più alto del medico, questo riuscì comunque a farlo abbandonare a sé e a sentirlo gracile e indifeso sotto le sue braccia. Era troppo anche per lui.
Non volevo lei.” rivelò come se fosse stato il peggiore dei peccati.
“Lo so. Ma l'hai scelta.” ribatté l'altro con un filo di voce, non gli era rimasta manco un briciolo di rabbia.
“Di fronte a tutti ho scelto lei. Di fronte a nessuno ho scelto te.” disse John tranquillo, ma Sherlock riprese a piangere piano, in silenzio “Mi sei mancato e non sai neanche quanto. Ho pianto per mesi di fronte alla tua tomba vuota e ho cercato di dimenticare, ma non ci sono riuscito.” si staccò per un attimo dall'abbraccio per appoggiare la fronte su quella dell'altro “Poi sei tornato e il danno l'avevo già fatto.” disse.

Lo so John, è stata colpa mia...”
“No...” e così dicendo gli lasciò una lieve carezza sul volto “Ho sbagliato tutto io. Dall'inizio alla fine. Ti sto facendo male. E sto facendo male a me stesso.” ammise.
“Oh...” sospirò il detective sconsolato.
“Riavvolgo tutto Sherlock. Devo farcela, di fronte a tutti.” John sollevò il viso dell'altro.

A fare cosa?” Sherlock si morse forte un labbro per non gridare.
“Non posso ucciderci. Io voglio vivere.” sorrise malinconico “Con te.”

Quello che seguì fu un momento sincero, privato, senza malizia alcuna. Un momento in cuor del detective sbagliato, da ritenere vergognoso, ma sapeva che in fondo non voleva che lo fosse. Si staccò ugualmente, visibilmente sconvolto. John sgranò gli occhi, incapace di comprendere la reazione del compagno:
“Sherlock...”
“Ma guardaci John!” esclamò, il volto ancora distrutto “Tu che mi vieni a dire questa cosa la notte del tuo matrimonio, e io che... che cosa sono? Non voglio neanche dirlo.” deglutì “Sei sposato.” asserì.

Cosa ti succede Sherlock? Una volta ero io quello obiettivo e tu quello impulsivo...” sorrise amaramente l'altro.
Qualcosa è successo John, sono cambiato.” tirò su col naso “Mi ha cambiato la distanza, mi hai cambiato tu.”
Cosa devo fare Sherlock?”
Quella del medico era una domanda seria, una domanda che anelava risposta. Ancora una volta voleva che lui fosse la sua guida, il suo Nord che gli dicesse dove andare. Ma persino Sherlock era troppo rovinato per fare da bussola, sia a lui, che a sé stesso.
Cosa devo fare?” ripeté di nuovo, e significava Chiedimi tutto e io lo farò.
Cosa devi fare?” domandò retorico Sherlock “Dì la verità, sii te stesso, scegli... quello che ti fa stare bene, quello che ti fa vivere. Ma devi anche essere obiettivo.”
Sherlock lo voleva, lo voleva veramente, e anche John. Ma c'era troppa carne da cuocere sul fuoco.
Sei sposato,” cominciò a elencare il detective, con un evidente groppo in gola “io non posso darti niente di quello vorrei...”
No Sherlock tu-”
E poi dimentichi la cosa più importante di tutte, John...” sorrise debolmente il moro interrompendolo “Tua moglie è incinta.”
Un forte senso di nausea dovuto alla profonda vergogna invase John Watson.
“Non voglio che questa bambina venga compromessa dalla situazione, John, è tua figlia, non voglio.” il cuore del detective ormai galoppava da ore, aveva paura di poter morire da un momento all'altro “Fai le tue scelte con cura.” disse poi.
“Io ti amo.” riuscì solo a dire l'altro “Da sempre,
probabilmente, da prima della... caduta.”
Sherlock si voltò con un ultimo germoglio di lacrime che stavano pian piano svanendo.
“Anche io.” rivelò piano “Da sempre,
sicuramente, da prima della caduta.”
John gli prese la mano per fermarlo e non farlo fuggire di nuovo:
Sherlock, io questo figlio lo volevo. Lo voglio ancora.” disse il medico “Ma non con lei.”
Sherlock annuì comprensivo, ma John glielo leggeva, infondo agli occhi, gliela leggeva la fatidica domanda: Se volevi me perché tutto questo?
Non lo so neanche io Sherlock, forse è codardia. Ho sempre paura di me stesso.” rispose senza che l'altro dicesse nulla. E gli andò bene così.

A quell'immagine se ne sussegue un'altra dove Sherlock viene sparato da Mary e cade per terra privo di vita. Poi di Sherlock vivo, che dice a John che Mary era un sicario e che lo stava ricattando da quando gli aveva sparato. John è sconvolto, ma non può denunciarla: ha sua figlia in grembo. Mantengono le apparenze, Sherlock sopporta passivamente aspettando il suo momento, Mary muore di gelosia e odio, John è frustrato.
Ed ecco poi due fotogrammi, dall'angolazione del detective: Mary sul lettino di ospedale con la figlia in braccio e un'espressione apatica sul volto; Mary in piedi che si mette il cappotto dopo l'arrivo della figlia con l'infermiera...

Può chiamare suo marito se vuole...

...che mette il lettino accanto a quello che usava Mary...

Non serve, verrà più tardi...

...l'infermiera che va via, Mary che sposta la figlia per passare e esce dall'ospedale.

Esce dall'ospedale in tutta tranquillità, senza un minimo risentimento, o sentimento. Senza salutare la figlia se ne va.
Sherlock che entra dentro la stanza, incapace di chiamare la donna ormai troppo lontana, che nota su una sedia imbottita le carte del divorzio, con le voci 'Mary Morstan' tutte già firmate.

So che non mi cercherai. È finita, godetevi la vita, non mi importa.

Mary Morstan (che non si è mai sentita Watson)

Questo è il biglietto accanto alle carte.
Rosie sul lettino che dorme, Sherlock che la accarezza piano. John che sta finendo il turno e vorrebbe raggiungere l'odiata moglie, ma trova solo l'uomo con sua figlia in braccio.

E le carte del divorzio da firmare.

13

2024 – Possiamo vivere

Rosie si risvegliò dopo cinque minuti esatti dall'operazione dello zio, con più consapevolezza e tanti sentimenti in corpo. Uno fra tutti, l'odio. E mille dubbi su suo papà.
John, il suo padre biologico, che per un attimo si era quasi dimenticato di lei, tanto preso era dal dilaniarsi il cuore da solo.
Mary, sua madre biologica, che l'aveva abbandonata come se non le fosse effettivamente cresciuta dentro. Mary che aveva provato più volte ad uccidere suo
padre, il padre.
E poi Sherlock: lui l'aveva amata fin dall'inizio, se vogliamo ancora prima di John stesso. Sherlock che stava dando la vita per salvare lei, il dottore e la donna che lo voleva morto.
Tutto per amore e basta.
Rosie si voltò col viso contratto sul bruno (ormai non tanto) accovacciato fra le braccia del marito, intento a pressare la ferita con la prima pezza che si era trovato attorno. La ragazzina si alzò da terra pericolosamente, Mycroft glieli lesse negli occhi i pensieri che aveva, dopotutto erano mentalmente legati dai poteri. Era ancora lì davanti, fra il fratello e il cognato, e il marito, così prese la nipote per un braccio, con sguardo amorevole e trafitto dai rimorsi: “Da questo momento sta attenta, ti prego, non farti guidare dall'ira, Violet.” calcò sul nome, ormai certo che la ragazza avesse capito ogni cosa. E così era, ma restava pur sempre una quattordicenne ancora poco avvezza alla magia con il padre per terra in punto di morte.
Che scena patetica...” riprese la parola Mary “Siete veramente toccanti...” recitò falsamente.
Senti che cazzo vuoi? Perché stai facendo questo?” domandò scosso Lestrade, recuperato il suo istinto da DI. Lei si voltò, mantenendo la pistola puntata su Mycroft:
“Perché sono stufa di tutto questo e sono stufa di aver perso per l'ennesima volta CON QUESTO MOSTRO!” gridò alla fine. John frenò la lingua anche se odiava che Sherlock venisse insultato.
“Dio, se sei pazza...” borbottò fra sé e sé lo yarder, allungando il braccio per recuperare il marito.
“No, cosa sta facendo, Lestrade?” domandò lei come se nulla fosse “Il suo confettino incravattato ha scelto di stare lì, non può tornare da lei in questo modo...” spiegò con una calma assassina.

Allorché Mycroft si voltò verso Greg, ebbero il tempo di guardarsi negli occhi un'ultima volta e poi Mary sparò.
Sparò a Mycroft Holmes, con un proiettile di 10 cm affondato nel cuore lo uccise.
Le grida che esplosero nella stanza mi sono tutt'oggi indescrivibili. Tutti erano sconvolti.
Sherlock, che aveva perso suo fratello e si sentiva veramente morire.
John, che si era legato al Governo Inglese con affetto, aveva perso l'equivalente di un fratello.
Jakob, che aveva perso il suo mentore, l'uomo che l'aveva cresciuto, cadde in ginocchio.
Rosie, che custodiva una porzione di anima dello zio dentro sé stessa, ebbe una fitta al cuore proprio dove il proiettile passò.
E poi Lestrade, lo yarder aveva letteralmente perso tutto: indescrivibile cosa fosse il maggiore degli Holmes per lui.
Tutto. Era tutto.
La sua reazione fu spontanea. Tirò il marito delicatamente a sé e sul pavimento di Baker Street c'erano due scene speculari, due Holmes trafitti e due uomini trafitti con loro.
Mary si annoiava dal canto suo:

Quando avete finito me lo dite...” disse spocchiosa.
Tu...” scosse la testa Greg con le lacrime a fiotti “Giuro che ti faccio a pezzi...” sibilò.
Ma Mary a quell'affermazione rise. La mosca continuava a volare e si appoggiò sul petto sanguinante del rosso.
John si sentiva in colpa, il rimorso lo divorava: era colpa sua se tutti loro avevano conosciuto Mary.

Rosie stringeva i denti, provava dentro al cuore lo stesso dolore dello zio, ma non poteva morire. Solo soffrire e aspettare.
Jakob estrasse la bacchetta, la mosca volò verso di lui, e così recuperò il senno.
Rosie si alzò in piedi: “Tu...” sputò “Ho capito chi sei...” gli occhi ridotti a due fessure.

Sono... la protagonista, Rosie.” sorrise Mary.
“Non chiamarmi Rosie.” rispose arrabbiata “E poi la protagonista di cosa?” scosse il capo.

Ti illustro la mia bella storiella...” cominciò Mary sardonica “Immagina di essere una donna con un passato tremendo che cerca di cambiare vita daccapo. Conosci un uomo, intelligente, dolce, divertente, buono... esci con lui, ti ci metti. Poi lui ti racconta di avere un disturbo post-traumatico da stress perché il sUo MiGlIoRe aMicO” scimmiottò “si è buttato da un tetto di fronte a lui.” tutti deglutirono “E allora comincia a parlarti di questo... Sherlock,” disse con disprezzo “e tu ti rendi conto che da come ne parla, non era solo il suo migliore amico. Capito? Ti rendi conto che lo amava e che molto probabilmente lo ama ancora, anche adesso che sta con te.” Rosie era impietrita “Così inizi ad andare fuori di testa perché sai, lo sai, che ogni volta che vi scambiate un bacio o un abbraccio lui lo pensa. Sai che ogni volta che andate a letto vorrebbe che lui fosse lì, e non tu.”
Mary... non-” provò a bloccarla Watson.
No, tu adesso mi lasci parlare!” esclamò la donna “Non provare a farmi fessa ancora dopo tutti questi anni! Non ti viene un disturbo post-traumatico da stress perché il tuo migliore amico muore, John! Non ti viene!” riprese fiato “E poi succede l'inspiegabile: questo Sherlock resuscita e si presenta di fronte a voi due sano come un pesce. E tu sei felice perché il tuo fidanzato lo picchia, lo odia. In realtà non è vero: dopo un mesetto scarso lo perdona e gli viene questa luce negli occhi che tu non gli hai mai visto.” ora Mary faceva fatica a spiegare “Capisci che non ti ama e non ti ha mai amata.” John sospirò, colpevole “E questo Sherlock è terribilmente intelligente e affascinante, così provi a liberartene. Ma sopravvive pure a questo. E ti scopre pure.” gli occhi le diventarono lucidi “E menomale che sei incinta sennò il tuo Johnny ti avrebbe consegnata a Scotland Yard.” esala “Siete sposati, ma la gelosia ti corrode, non capisci come sia possibile. E allora decidi di partorire e di mandare affanculo questo posto e queste persone.”
E quindi abbandoni tua figlia?” domandò Rosie retorica.
Esatto. Perché così lui sarà costretto a tornare con te, non può vivere senza una madre il bambino.”
E invece ti cambio il finale...” Rosie alzò piano il braccio destro, munito di bacchetta, puntandoglielo in faccia.
No, Violet, no!” fece Jakob in tempo facendola ragionare.
“Tocca ancora una sola persona in questa stanza e giuro su Dio, giuro, che ti levo dal mondo, Rosamund.” Rosie era di pietra, completamente apatica.

Così ripaghi tua madre? Ti ho messo al mondo io...” ribatté il sicario accigliato.
“Tu. Non. Sei. Mia madre.” sputò con un filo di voce la quattordicenne “I miei unici genitori sono loro due...” puntò sui padri “John Hamish Watson e William Sherlock Scott Holmes. Loro sono i miei genitori. Tu per me non esisti.” disse con voce ferma.
I consulenti non riuscivano a riconoscere la figlia, ormai totalmente animata dalla delusione.

Jakob era stato colpito nel profondo: Rosie non aveva avuto una madre, ma ben due padri; lui non aveva mai avuto un padre, ma sicuramente aveva avuto una madre.
Telly per lui, nonostante i vari Miss Sàbbalas, era questo. Una madre.
Rosie...” iniziò Sherlock con fatica “Non-ti prego...”
“Non sforzarti papà.” gli disse la figlia con un tono un po' più dolce.
La bacchetta era ancora puntata al collo del sicario:

Basterebbe una parola e porrei fine alla tua cattiveria.” disse ancora rivolta all'altra “Hai cercato di uccidere mio padre per tre volte, di rovinare papà in maniera irreversibile.” i suoi occhi diventarono lucidi “Hai ucciso zio Myc.” rivelò con un filo di voce “Hai ucciso zio Myc.” ripeté.
Rosie...” disse John “Non- hai solo 15 anni, non macchiarti le mani.” disse con tono duro.
Lestrade era distrutto. Non aveva più la forza di fare niente.

Mycroft era accanto a lui, ormai senza respiro, crollato per terra.
John, inginocchiato, teneva Sherlock tra le braccia, premendo sulla ferita per non farlo morire.
Jakob stava costantemente alle spalle di Rosie tenendosi pronto a bloccarla qualsiasi cosa lei avesse voluto fare.
Di Telly nessuna traccia, non era ancora tornata.
Mary tentava invano di scacciare via una mosca che sembrava essersela presa con lei, poiché le zampettava lungo tutto il viso.
Improvvisamente però qualcosa nella mente di John si mosse: “Telly...” sussurrò lievemente, quasi non si sentì nemmeno lui. La mosca stava sulla spalla del sicario e non accennava a volersene andare: “Guarda che ti schiaccio piccolo mostriciattolo...” minacciò sardonica la bionda di fronte agli occhi di tutti.
Non userò la magia con te.” asserì Rosie “Disinnesca. La. Bomba.” scandì.
“Ma figlia mia...”

NON SONO TUA FIGLIA!” esclamò di rimando.
“Molto bene.” fece “Tu, ebreo, inserisci la password.” si riferì al ragazzo.
“Jakob.” lo richiamò la ragazza a bassa voce facendolo voltare “Sei sicuro?”

Lui la guardò negli occhi, celesti e freddi come quelli di un lupo. Baker Street e la vita di quegli uomini era nelle sue mani. Se la password era sbagliata morivano tutti.
Si.” asserì, avvicinandosi alla bomba e prendendola.
John stava boccheggiando nel frattempo e Sherlock faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti.
L'aria si tese. Jakob inserì il codice, anche se aveva paura, aveva tanta paura.

ΙΧΘΥΣ.

La bomba iniziò a collassare, i numeri correvano, il tempo diminuiva:
Ci ha dato il codice sbagliato di proposito!” esclamò John sgranando gli occhi.
Non tutto è perduto...” rispose Rosie cercando di mantenere la calma.
Arresto Momentum!” esclamò Jakob e tutto nella stanza si fermò.
La mosca continuava a volare però:
Miss Sàbbalas...” deglutì fra le sagome immobili.
La mosca girava attorno.

Telly...” singhiozzò di paura.
La mosca non si fermava.
“Mamma!” sputò alla fine, senza ritegno.

Una nube blu lo circondò.
Telly apparve accanto a Mary:

Jakob...” sorrise “Adesso è il momento, sapevo che avresti capito tutto.”
“Oddio...” si lasciò andare l'ebreo allora “Mycroft è morto e Sherlock sta per morire...” rivelò arrabbiato “Il momento di fare COSA?” era la prima volta che sentiva un moto di ribellione contro la sua tutrice.

Reducto!” fece la donna verso la bomba, distruggendola “Siamo capaci, Jakob, di salvarli entrambi.” rispose “Rilascia il momento e lascia fare a me.” asserì.
Jakob così fece, rilasciò il momento. Fu un attimo.
Telly si attaccò a Mary, piazzandole l'avambraccio dietro la gola, dopo averla adeguatamente disarmata durante il momento di blocco:

Da dove cazzo esci fuori tu?!” esclamò il sicario resasi conto della situazione.
“TELLY!” esclamarono John e Rosie.

Dov'è la bomba?” domandò Lestrade sgranando gli occhi.
Ma nessuno gli diede risposta perché Telly non accennava a voler lasciare Mary:

Violet fallo!” esclamò Jakob.
Petrificus Totalus!” gridò Rosie con la bacchetta puntata su sua madre.
Mary Morstan si immobilizzò e la greca la lasciò cadere per terra come un blocco di marmo:
Quanto tempo abbiamo?” disse John verso l'amica.
“Tutto quello che vogliamo. Adesso mi occupo di Sherlock e poi di Mycroft...” disse lei inginocchiandosi sul detective.

Mycroft è morto, Telly.” sibilò Greg con ancora il cadavere del rosso fra le braccia.
Fidati Gregory.” disse lei “Non è morto.”
John si spostò per fare spazio a lei, ma tenendo sempre la mano del marito:

T-telly...” sospirò Sherlock.
“Tesoro, chiudi gli occhi...” disse John conoscendo le pratiche della donna per curare. Sherlock chiuse gli occhi.
Telly spostò la camicia e la pezza, e si portò le mani alle tempie.
Baker Street vibrò di onde sonore, si udì un fischio di pochi secondi e poi Telly staccò le mani dal capo: fra i palmi c'era una catena di elettricità, di fulmini carichi, che lei andò subito a depositare sul torace di Sherlock. Questo aprì gli occhi di colpo, stringendo la mano di John. Fu scosso per pochi secondi e poi svenne.
Del proiettile nessuna traccia, del sangue e della ferita nemmeno.

Cielo! Papà!” esclamò con le lacrime felici agli occhi Rosie.
Ma che...” fece Greg scioccato.
John, sai cosa fare...” sorrise Telly.
“Oddio Telly...” il medico aveva gli occhi lucidi quando la ringraziò stringendola a sé, per poi fare sdraiare sul letto il marito.

Ok...” fece lei tornando seria e avvicinandosi a Mycroft “Greg, io ho poteri curativi, non posso resuscitare i morti, al massimo posso farli reincarnare...” iniziò “Ma Jakob può. Può far vivere Mycroft di nuovo.”
“Io?” domandò sconvolto l'ebreo “Non l'ho mai fatto!”
“Puoi. Lo so, mio nonno poteva.” disse lei sicura di sé “Ascolta quello che devi fare.”

Greg sistemò delicatamente il corpo del Governo Inglese sul pavimento dell'appartamento. Poi gli sbottonò la camicia e mise in evidenza il foro del proiettile:
“Vi prego...” disse con un filo di voce.
“Fidati di me, Greg.” gli disse con voce ferma, che lui non poté che annuire.
Jakob tirò fuori la bacchetta e puntò la mano libera alla tempia della greca, la bacchetta sul petto ferito del maggiore degli Holmes.

Lo yarder dentro sé pregava in tutte le lingue del mondo affinché il miracolo si presentasse ai suoi occhi.
Nel momento in cui Telly cominciò a inviare telepaticamente le parole necessarie al tutto, alla mente di Jakob, questo cominciò a ripeterle, attento a scandirle bene a bassa voce.
Rosie era avida della situazione, intenta com'era a osservare la scena e sperare che lo zio potesse vivere di nuovo.

Intanto Mary giaceva sul pavimento immobile, come una statua.
“Ok, basta adesso.” affermò Telly interrompendo la comunicazione “Adesso è compito mio.”

Strofinò velocemente le mani e una nuova catena di fulmini le legò: “Forza Mycroft.” disse prima di appoggiare entrambi i palmi sulla ferita mortale.
A differenza di quanto accaduto prima col fratello, tutta Baker Street tremò, come nel peggior terremoto col più alto grado di magnitudo. Mycroft, sebbene con gli occhi ancora chiusi, tremava agitato sul pavimento. Alla fine del processo ci fu un boato assurdo, come subito dopo una bomba e Telly svenne, cadendo all'indietro. Rosie la afferrò e la mise sulla poltrona del padre.
Jakob era spaventato ma doveva rimanere lucido adesso che c'era solo silenzio:
I-ispettore...” disse verso Greg, che era sconvolto realmente “S-senta s-se gli batte il c-uore...”
Greg si morse un labbro, il ragazzo intravide un guizzo di speranza negli occhi. Abbassò la testa in fretta, appoggiando l'orecchio sinistro al corpo del marito.
Jakob e Rosie trattennero il fiato. Poi lo yarder scoppiò a piangere di nuovo e i ragazzi capirono che ormai era finita:

Si...” riuscì a dire Lestrade mentre sorrideva “Batte.” e si lasciò andare in un pianto liberatorio, che Jakob e Rosie non poterono biasimare. Sospirarono entrambi.
Il cuore del Governo Inglese batteva effettivamente, era vivo. Rosie aiutò lo zio a far distendere l'altro, mentre Jakob si rendeva realmente conto di quante cose fossero radicalmente cambiante in 24h: era riuscito a resuscitare una persona, che per altro era il suo mentore; aveva conosciuto il dolore e i ricordi; aveva disinnescato una bomba e aperto un portale; aveva dovuto rivedere il suo rapporto con la donna greca. Aveva conosciuto una ragazza, una ragazza che aveva il suo stesso 'difetto' e che comprendeva più cose delle persone normali.

Non poteva dimenticare tutto questo e tornare nel Liechtenstein così.
Greg interruppe i suoi pensieri abbracciandolo con forza:
Grazie Jakob. Oggi sei stato fondamentale.” disse sincero. Il ragazzo lanciò uno sguardo a Telly, svenuta sul divano.
“Senza di lei non ce l'avrei mai fatta.” sorrise debolmente.
“Sei un vero mago Jakob, lei è fiera di te.” gli diede una pacca sulla spalla lo yarder.

Ecco che rumore sentivo dietro le trincee quando c'erano morti nel suo plotone...” esclamò John scendendo le scale e raggiungendoli “Un boato enorme. Suppongo che Mycroft ce l'abbia fatta.” annuirono.
Telly dov'è?” chiese John. Greg fece cenno con la testa alla poltrona di pelle “Svenuta, lo sapevo.” disse il medico dirigendosi verso l'amica “Sherlock sta bene. Se ricordo le pratiche, domani mattina sarà già carico e logorroico come sempre.” poi sospirò sonoramente “La verità è che ho avuto paura. Davvero paura.”
Anch'io amico...” rispose il poliziotto fissando il marito “Anch'io.”
Rosie si avvicinò a Jakob:
Sei stato grande.” disse in tutta sincerità “Veramente.” lui sorrise.
“Sono stato anche troppo lento, Miss Sàbbalas avrebbe da ridire. Invece tu, per essere la tua prima volta con la magia, sei stata spaziale!” rise, ma lei alzò le sopracciglia.

I sentimenti hanno avuto la meglio, ero sconvolta.” ammise “Mio padre non sarà contento.”
La freddezza è fondamentale, Violet.” disse lui infatti “Ma hai subito troppi traumi in una volta, era impossibile persino per lei, o per Mister Holmes.”
Grazie Jakob.” continuò poi lei sorridendo e lui di rimando.


 

14

2024 – Souvenirs

Il giorno dopo il 221b di Baker Street era gremito. Sherlock aveva aperto gli occhi, sano come un pesce, ma pallido come mai:
“Sherlock!” esclamò John di fianco a lui “Come ti senti?” domandò apprensivo.
“Intorpidito...” tossì lui “E gli altri?” fece per alzarsi.
“Aspetta, bello di casa...” lo tirò a sé il medico “Attento a come cammini, per favore, ieri mi sono spaventato...” ammise. Appoggiò la fronte su quella dell'altro.

Sono stato avventato, ma ho avuto paura per Rosie...” disse “E non mi aspettavo che Mary ritornasse così...”
Sai Sherlock... mi sento veramente in colpa.” iniziò John “Questo è... tutta colpa mia...”
No, John, è lei che è schizzata...” tossì nuovamente il moro alzandosi dal letto.
John lo seguì, lo vedeva tranquillo. Aveva capito che Telly aveva salvato anche il fratello.

Ieri per Mycroft... mi è venuto un colpo... devo assolutamente ringraziare Jakob...” John strabuzzò gli occhi.
“Come sai che è stato Jakob e non Telly? Eri svenuto!”

A differenza tua, io mi informo. A differenza tua, io osservo.” fece l'altro sibillino.
Sentiamo, genio...” sorrise il dottore avvicinandosi a lui.
“Esistono due categorie di maghi, i Rianimatori e gli Scaricatori...” cominciò “Ora, io non ero morto e Telly mi ha salvato letteralmente con delle scariche elettriche. Questo fa di lei un Mago Scaricatore, così come mio fratello Mycroft.”

Mh mh...”
“Ergo, si cambiano a passaggi, quindi questo fa di zia Evita e del nonno di Telly due Maghi Rianimatori. C'è bisogno che io ti spieghi perché Jakob è logicamente come loro?”

No, ma adesso chiudi la bocca...” e detto questo lo abbracciò trovando finalmente un po' di tranquillità.
In pochi minuti si prepararono e scesero di sotto, ma Greg e Mycroft non c'erano più:
Sono andati a Pall Mall per mettersi un po' in ordine, adesso tornano.” disse Jakob, poi notò il detective “Oh, buongiorno Mister Holmes! La vedo bene...” sorrise allegramente.
“Si... a proposito Jakob...” sorrise “Sai per cosa ti sto ringraziando.”
Il ragazzo annuì imbarazzato stringendogli la mano: “Dovere, ma soprattutto volere.” John sorrise.
“Telly dov'è?” domandò poi.

In camera di Violet, doveva riposare perché ha perso tante energie...” rispose l'ebreo sorridendo appena il nome della ragazza lasciò le sue labbra. John e Sherlock colsero quel dettaglio. Salirono quindi di sopra per vedere se la strega fosse sveglia. Fecero per bussare, ma la porta era socchiusa. Sbirciarono e no, non era sveglia, anzi dormiva stremata in posizione fetale. John sorrise:
Ha salvato tutti di nuovo.” asserì Sherlock col cuore leggero, sinceramente felice. Restarono ancora sul pianerottolo dando le spalle alla stanza di Rosie.
Sai Sher...” iniziò John “Credo che Telly sia stata l'unica donna della quale mi sia effettivamente innamorato. Perché non era solo amore, sai?” spiegò tranquillo “C'era fiducia, ammirazione, stima, valore, rispetto... gli onori dell'arma... un po' come te con La Donna...” lanciò una frecciatina al compagno.
“Non ero innamorato di Irene Alder, John, te l'ho spiegato mille volte...” alzò gli occhi al cielo fintamente infastidito.
“Oah! Andiamo! Era ovvio.” ribatté l'altro.
“Non era possibile che mi piacesse, perché ero già coinvolto con te, John.” puntualizzò il detective “
You jelaouse...?” sorrise citando La Donna.
Non sono geloso!” ridacchiò fintamente offeso.
Beh, sappi che nemmeno io lo sono di Telly ormai.” fece per scendere il primo gradino.
“Bene, non vorrei. Noi siamo più... fratelli credo... la guerra ci ha uniti a livello umano...” ammise “E poi l'Afghanistan non è il posto migliore per rimorchiare...” disse con un mezzo sorriso.
Sherlock, avvertendo che i ricordi stavano tornando, gli cinse le spalle e lo fece scendere con lui. Poi John ridacchiò velocemente:

Perché ridi?” domandò Sherlock guardandolo divertito.
Pensavo che tu e Telly abbiate lo stesso problema...” rispose “Lei ha un nome da uomo e tu un nome da donna...” il moro si ritrovò a concordare, poiché effettivamente era vero. Ma poi gli scese la malinconia che gli fece comprendere quanto in colpa si sentisse John. E quanto cercasse di non sentirsi in colpa.
Intervenne Rosie, sbucando dalla cucina con un vassoio di tazze di thé in mano “Prendete...” offrì tranquilla. Gli uomini presero ognuno un piattino. “Non penso che si sveglierà a breve, comunque, Telly.” disse.
Mary era ancora immobile appoggiata al camino come una statua, inquietante come poche cose:
Di lei cosa ne facciamo?” domandò Sherlock puntandole il dito contro.
“Zio Greg ha detto che se la porta a Scotland Yard.” riferì Rosie tutta tranquilla. Tutti si voltarono a guardarla “Che c'è?”

Davvero non vuoi dire nulla?” domandò John, allorché la ragazza di spazientì.
“Cosa devo dire, papà? È tutto così chiaro...” esclamò “Si, è mia madre biologica, ma non l'ho mai vista, vi ha fatto del male, mi ha abbandonata, ha ucciso zio Myc e ha tentato di fare lo stesso con papà...”

Si, ma-”
TRE VOLTE!” finì arrabbiata “Non vedo perché dovrebbe importarmi di un'assassina che voleva sterminarci.” concluse.
Ecco il sangue freddo di cui tanto parlava Jakob: “Vogliate scusarmi.” deglutì appoggiando il vassoio sul tavolo e uscendo.

Dove va?” chiese Jakob.
“Sul tetto.” disse John sconsolato “Va sempre sul tetto.”
E Jakob allora si affrettò ad andarci anche lui, sul tetto.
Infatti eccola lì, la giovane Watson-Holmes, appoggiata al balcone con la bacchetta tesa a fare levitare qualche foglia. Il ragazzo si appoggiò anche lui al balcone, accanto a lei, che lo vide ma non disse una parola:

La prima cosa che ho imparato a fare nella mia vita è stato leggere. In inglese, in italiano e ovviamente in greco.” cominciò lui “Miss Sàbbalas mi insegnò a leggere subito, ma poi si rese conto che andavo... oltre l'umano...” deglutì “Mi insegnò a decifrare codici e a risolvere crittogrammi. Poi, quando compii 9 anni e ebbe la certezza della mia diversità, mi portò con sé nella palestra sotto casa e mi disse...”

Jakob, per un mago qualunque sarebbe troppo presto iniziare un addestramento. Ma tu sei diverso. Da oggi imparerai l'arte del kung fu, saprai come sfruttare al meglio le tue speciali capacità, ma prometti una cosa...”

Mi si è avvicinata e mi ha detto...”

Non permettere mai, mai, ai sentimenti di ostacolarti. Freddezza, Jakob, e raziocinio, sono la vera arma contro il male. Non l'amore, purtroppo quello non è abbastanza forte.”

L'ho scoperto anni addietro che il suo compagno è rimasto ucciso in Afghanistan, con tuo padre.”
Rosie lo guardava triste “Ma lei era severa, pretenziosa e mi spingeva al massimo delle mie capacità.” sospirò “Col senno di poi ho avuto un'infanzia complessa, ma profondamente istruttiva. Miss Sàbbalas mi ha veramente donato tutto.” guardò gli occhi di lei “Poi, all'alba dei miei 13 anni, entra in gioco tuo zio.”

Bene Jakob, Telly mi ha detto che sei un Rianimatore...”

La prese alla larga e poi cacciò fuori la verità.”

Tu non esisti, Jakob. Non c'è nessun documento di nascita, per il mondo sei un Individuo X.”

Non avevo idea di cosa significasse avere due genitori, andare a scuola, oppure avere amici...”

Sei invisibile, Jakob, e per questo motivo conti più di tutti gli abitanti della Terra messi assieme.”

Infondo stavo bene così. Con Miss Sàbbalas. Fino al giorno bastardo...” scosse la testa l'ebreo “Hai presente lo sbraco che ha sull'occhio?” Rosie annuì debolmente “Gliel'ho fatto io un giorno, con una zampata in faccia. Quando mi sono trasformato nel mio Patronus.”

Stai tranquillo, non è successo niente. Succede le prime volte quando ti trasformi...”

Le ho lasciato quella cicatrice.” disse “E poi mi son chiuso in me stesso, continuando a combattere.”
“...” la bionda fece per prendere fiato.

Lei è mia madre, Violet.” asserì però lui “Lo è sempre stata, anche se non sono cresciuto dentro di lei.” disse convinto “Difficile accettare una simile verità, però si Violet, hai ragione. Se quella donna per te non conta, non è tua madre.”
Fu allora che la ragazza pianse silenziosamente, senza gridare o singhiozzare. Pianse e basta, con lui accanto.
Il punto è che non avevo idea di quante ne avessero passate...” rivelò la bionda “E vedere quella... donna, qui a casa, è stato uno shock.” tirò su col naso “Sai, Jakob... quando ero piccola mio papà doveva stare in ospedale tantissimo e rimanevo molto a casa con mio padre...”

Sher oggi ho il turno lungo, vedete di non far saltare in aria la casa, tu e Rosie...”
Stai attento, John...”
Cerco di tornare presto...”

Ho passato tantissimo tempo con lui, quindi ci son cresciuta in simbiosi...”

Cos'ha fatto oggi la mia bellissima Rosie?”
Ho imparato a leggere la Tavola Periodica, perché ancora sono piccola!”

Volevo essere come lui. Intelligente, ferma, scaltra, brillante... lucida.” respirò profondamente “Nel periodo migliore mio padre sorrideva, sorrideva veramente.” Jakob la ammirava “Giuro che non mi sono mai sentita così amata e al sicuro in tutta la mia vita, se non quando ero con loro. E questo senso di tranquillità me lo davano assieme... anche se è stato comunque difficile.”


Rosie Watson, te lo chiedo per l'ultima volta: perché hai dato un pugno al tuo compagno di classe?” chiese John calmo ma autoritario.
Papà...”
“Rosie, perché?” le domandò Sherlock.

E va bene...” sospirò lei “Ha detto una... cosa, dopo che io ho detto una cosa.” buttò fuori la bionda con riluttanza.
Cosa?” domandò il detective alzando un sopracciglio.
Charlotte mi stava chiedendo se ci saremmo potute vedere dopo scuola...” spiegò “E io ho risposto, testuali parole: 'Devo chiedere a mio padre, perché mio papà è in ospedale tutto il giorno.'.”
Sherlock abbassò lo sguardo, John cercò di sembrare impassibile. Rosie li scrutava:
“Poi quell'idiota si è alzato, mi si è avvicinato e ha detto-”

Testuali parole, Rosie.”
Testuali parole, papà... 'Ecco perché sei strana, perché hai i genitori finocchi!'”
Il dottore strinse gli occhi. Certo, non voleva che sua figlia, oltre i suoi problemi, avesse quelli loro.
Quindi non ho detto nulla e... lo so papà che ho agito d'impulso, e non dovevo, ma gli ho caricato un destro sul naso.” sbuffò lei.
...e poi lui come ha reagito...?” domando John.
“Si è alzato, ha sputato il sangue per terra e mi ha detto 'Fanculo, troia.'...” rispose calma.
“ROSIE!” esclamò John.
“Me l'hai chiesto tu!”

Sherlock non disse niente e si alzò immediatamente, sparì dalla stanza. Ma il dottore se ne accorse e gli andò dietro:
Sherlock...” mormorò afferrandogli il braccio.
“No, John, lo sapevo che sarebbe finita così, che prima o poi sarebbe successo...” spiegò il detective “Mi dispiace, è colpa mia.” fece per andarsene di nuovo, ma l'altro lo trattenne.

Non è colpa tua, affatto, e non è nemmeno colpa mia.” disse John “Sono solo disgustato da quanta cattiveria possa vivere persino dentro un bambino di nove anni.” sospirò duro.


 

Mio padre ha passato gran parte della mia infanzia a sentirsi in colpa per me...” disse Rosie “Ha sempre sofferto per una cosa o per un'altra.” deglutì “Quindi lei non può presentarsi qui credendo che io non possa mai concordare col suo arresto, perché se c'è stato qualcuno che non avrebbe dovuto fare da genitore e l'ha fatto lo stesso, e bene, quello è mio padre.” disse “E come lui fa di tutto per me, io faccio di tutto per lui.”
 

15

2024 – Complementari

Ho pensato tutta la notte ad una soluzione e ho capito che non potete rimanere da soli qui, è troppo pericoloso.” asserì Telly una volta stabilitasi la situazione.
“Mary è stata arrestata legalmente e Moriarty è morto, cosa può altro succedere?” chiese Rosie.

Potrebbe esserci ancora vivo Moran o altri scagnozzi che non conosciamo nemmeno.” rispose John sospirando “Pensavo che questo gioco fosse finito da tempo...”
“Il gioco non finisce mai, John.” ribatté Sherlock.

Vi serve una scorta ragazzi. Non sappiamo se Mary abbia mosso qualcosa, dato che sono più che certo che il bersaglio non fosse Rosie.” disse Greg diretto.
Non posso mettere degli agenti dell'MI6, se ve lo state chiedendo, sarebbe troppo visibile.” commentò immediatamente Mycroft, e tutti furono d'accordo.
“Potrei rimanere io qui a Londra...” mormorò timidamente Jakob rompendo la discussione.
“E nel-”

Nel Liechtenstein ho già finito prima di venire qui, e prima di essere un crittografo sono un mago e un agente e non posso non proteggere chi è in difficoltà.” asserì convinto interrompendo il maggiore degli Holmes. Rosie scosse la testa:
No Jakob, non restare qui. Non sappiamo cosa accadrà e non temere per noi, anche io sono una strega, posso proteggerci da sola.” disse.
Nessuno lo mette in dubbio, hai anche un Patronus potente, ma non sappiamo nulla di questo attacco, quindi Jakob ha ragione, la sua potrebbe essere un'ottima idea.” annuì Telly contro ogni aspettativa. Tutta la scrutavano sottecchi: perché lo stava facendo? Suo figlio sarebbe potuto morire.
Ma ad una condizione.” disse “Jakob devi trovarti un compagno, un valido compagno, che ti aiuti in quest'impresa e che sia fedele per primo a te, così da esserlo anche a loro.”
Alea iacta est, pensò Mycroft: “Ti troverò l'agente più fidato...” disse.
“Non ce n'è bisogno, Mister Holmes.” rispose il ragazzo e tirò fuori un pezzo di carta piegato in quattro e leggermente vecchio. Era la sua copia della sua scheda anagrafica.

 

SCHEDA ANAGRAFICA

Nome: Jakob Mikael
Cognome: Moskowitz
Data e Luogo di nascita: ? (Birsk - Russia)
Stato Civile: nessuno
Residenza: 12, Hancock Place (Londra, UK)
Mestiere: Crittografo Simbolista
Altezza: 1,80 m
Occhi: verdi
Capelli: neri
Segni Particolari: molare destro inferiore piombo

PLUS ULTRA MI6

Contaminazione Etnica: ebraica
Lingue Parlate: tutte
Lingue Scritte: tutte
Lavora Presso: MI6, Gran Bretagna
Precedentemente Occupato In: missioni varie per conto dell'MI6
IQ: 169
Qualità Aggiuntive: conoscenza millimetrica del kung fu, prontezza di riflessi, intelligenza spiccata, cinque sensi particolarmente sviluppati, abilità magiche importanti.
Legami affettivi importanti: Aristòteles Oxannas Sàbbalas (agente) – tutrice
                                              Gregory Lestrade (ispettore polizia) – amico
                                              Mycroft Stephen Holmes (agente) – amico
                                              Annas Nutter – compagno e Complementare

SCHEDA MAGICA

Poteri Magici/Tipologia: Logomagus
Sesso: Mago
Poteri Trasmessi da: Aristòteles Oxannas Sàbbalas (agente)
Stirpe Magica: Oxannas – Sàbbalas
Ha studiato magia presso: nessuna scuola
Aritmanzia: parziale
Trasfigurazione: si
Incantesimi: si
Patronus in carica: pantera
Poteri trasmessi a: nessuno

 

Annas Nutter...” ripeté poi Rosie “Chi è?” domandò. Jakob sorrise.
Non so se lo sai, ma certi maghi – come me – hanno dei Complementari...” iniziò “Annas è il mio Mago Complementare.”


 

Annas e Jakob si erano incontrati per sbaglio, in un fiordo lontano dalla casa in cui il ragazzo si allenava. Annas era un suo coetaneo (avevano 12 anni), anch'egli ebreo (intuibile dal nome, 'Annas' come il sacerdote del sinedrio), alto, scuro, dal naso leggermente aquilino, occhi e capelli nerissimi. Il ragazzino stava di fronte al ruscello e scoccava frecce verso l'altra riva, sulla quale c'era un bersaglio. Le frecce, stupendamente, colpivano tutte il centro. Jakob rimase folgorato dal colpo al cuore che gli venne. Un colpo più che giustificabile, dato che lo ebbe pure Annas.
Parlare la sua lingua a Jakob venne spontaneo, dato che era Logomagus. Capì in fretta che l'altro era muto, il suo esatto opposto, che poteva parlare tutte le lingue del mondo senza neanche sapere di conoscerle. Annas lo fissò impaurito all'inizio, ma quando Jakob gli si avvicinò piano, il timore scomparve. Parlavano telepaticamente.

Come ti chiami?

Annas Nutter. Cosa ci succede? Chi sei tu?

Mi chiamo Jakob Moskowitz. Credo di essere il tuo Complementare.

Anche tu sei un mago? Allora sai perché non riesco a parlare.

Non parli perché parlo troppo io. Sono un Logomagus.

Capisco, Jakob. Io sono un Machegheomagus.

Combatti con le forze della terra, giusto?

Si, per questo sono anche un Cheiromagus.

Si guardarono negli occhi, un po' imbarazzati, un po' felici di essersi trovati. Ad Annas, che era solo e da solo si era fatto nella vita, venne subito in mente di legarsi all'altro, così da non essere più abbandonato nel mondo. Jakob capì subito.

Si.

Non hai paura? Potrei essere chiunque.

Non sei chiunque, sei il mio Mago.

 

L'altro sorrise e si mise l'arco attorno alla vita.

 

E allora facciamolo.

Sai che c'è? Dovrei chiedere alla mia tutrice ma questa volta voglio fare a modo mio.

Non voglio che ti dica qualcosa per colpa mia.

Non sarebbe colpa tua e non voglio perderti adesso che ti ho trovato.

 

Allorché Annas lo abbracciò con trasporto, manovrato dall'emozione, e, quando anche Jakob ricambiò, i due si sollevarono in aria. Erano veramente Maghi Complementari e il loro legame sarebbe stato indissolubile e al di là della vita stessa.

 

In realtà non so come definire i miei sentimenti nei suoi confronti, se non che mi fido di lui come mi fido di me stesso. Farebbe esattamente quello che farei io. È il più indicato per proteggervi.” asserì con un guizzo negli occhi.
I Watson-Holmes in quel momento capirono al volo e furono d'accordo col ragazzo. Anche lo yarder e l'agente erano convinti della sua affermazione. Telly invece adesso sembrava molto preoccupata per il figlio e aveva visibilmente paura per lui:

Mamma.” disse infatti Jakob “Sono un uomo adesso, devi iniziare a lasciarmi andare.” proseguì sorridendo un po'. Allorché anche Telly acconsentì.
Annas e Jakob avrebbero protetto i Watson-Holmes.
A Rosie non tornava una cosa però, era rimasta in silenzio per tutto il tempo. Sherlock la osservava risoluto: aveva capito tutto. Così come Telly d'altronde.
Ti presenterò Annas, andrete veramente d'accordo.” sorrise felice Jakob verso la bionda “Non ci vediamo da un po' per via delle missioni e non vedo l'ora adesso.” si infilò gioiosamente il mantello e scattò in piedi “Mister Holmes, vado a prendere Annas.” disse rivolto a Mycroft.
State attenti Jakob.” il ragazzo sorrise e si smaterializzò.
Rosie era ancora lì lì che rifletteva. Chi era questo Annas? Perché Jakob era così felice? Ma soprattutto, perché lei si sentiva così delusa?
Tornò sul tetto a pensare, lontana da quegli adulti e in preda ad un sentimento che non riusciva a definire. Si appoggiò alla ringhiera vedendo Baker Street dall'alto e tutte le persone, c'era anche Mrs Hudson che usciva dallo Speedy's.

Non è colpa sua.” disse una voce comprensiva alle sue spalle. Era Telly.
Intendi di Jakob?” domandò Rosie pensierosa.
Prendilo come un appendice del tuo addestramento. Vedrai come reagiscono insieme due Maghi Complementari.” spiegò la greca.
Come reagiscono?”
Rosie, io sono stata ragazza, una ragazza strana si, ma anche io lo sono stata.” sorrise allusiva “Qualsiasi persona che entrerà e che è entrata nella vita di Jakob, per lui sarà emotivamente inferiore ad Annas. Non lo decide lui, ma è così. Quel ragazzo gli è legato per sempre. E viceversa.”
Che... tipo di legame è?” domandò ora più lieve Rosie.
Io non ho un Mago Complementare, quindi non lo so per certo. Ma vedo Jakob e so che uno di quei legami è vicinissimo alla forma più sconfinata di amore. È come stare con sé stessi.” affermò, ma poi vide l'altra sgranare gli occhi e corresse il tiro “Con questo non sto dicendo che Jakob e Annas si trovino come i tuoi al momento, ma...”
“Ma sarebbe probabile che un giorno si trovino come loro.” terminò la ragazza.
“Beh, si.” non poteva mentire effettivamente “Rosie, non è colpa di nessuno. È la legge della magia questa, che ci domina.”

La bionda annuì. Menomale che ancora non provava nei confronti del diciannovenne un sentimento serio. Tuttavia era rimasta come delusa, perché non aveva capito.
Qualsiasi cosa ti abbia detto o fatto, non voleva illuderti.” puntualizzò Telly “Lui è così con tutti, è solo tremendamente buono, Rosie.” sorrise lievemente.
“Mi sento in colpa. E stupida.” ridacchiò sorprendentemente la ragazzina “Ma è meglio così, forse.” sorrise finalmente “Poi magari mi starà davvero simpatico questo Annas.”
“Non ho dubbi, è veramente un ragazzo d'oro.” Telly le diede una leggera pacca sulla spalla e tornò dentro col sorriso.

Anche Rosie sentiva il cuore più leggero, ma in questa faccenda dei Complementari voleva vederci chiaro.


 

Jakob si era appena smaterializzato nel loro solito fiordo, in cui Annas si allenava e di tanto in tanto aspettava che qualcuno lo richiamasse per chiedergli aiuto. Col tempo anche lui era diventato un uomo, e i suoi lineamenti scavati si erano man mano riempiti scolpendo un volto tipicamente israeliano. Telly trovava che lui e Jakob fossero così simili.
Annas levitava su una nube d'aria da lui creata, meditando, col solito arco e turcasso stretti al tronco. Mirava fiero l'orizzonte che pian piano imbruniva.

Jakob decise che sarebbe rimasto un altro po' ad osservarlo: era da tempo che non lo vedeva così rilassato e non gli andava di perdere quell'attimo. Si appoggiò ad un albero relativamente lontano e poi sospirò: quando si trovavano insieme nello stesso posto si sentiva così leggero. Era normale, per il legame dei Complementari.
Era rapito dall'immagine dell'altro mago che levitava, tanto da non accorgersi della scura belva che cominciò a corrergli incontro. Sembrava un cane, o comunque qualcosa in grado di ammazzare un uomo. Il ragazzo se ne accorse in fretta ed estrasse la bacchetta:

Diminuend-”

Ma la belva era già caduta per terra, trafitta da una freccia. Jakob alzò lo sguardo e incontrò quello dell'altro:

Annas!” esclamò.

Mi dispiace essere stato così tanto via, ma avevo un'importante missione...

Non preoccuparti. So quant'è complicata la cosa. Come stai?

Bene adesso. Tu?

Anche io... bene, adesso...

 

Se si potesse balbettare telepaticamente Annas sarebbe in grado di farlo. Arrossì imbarazzato e si portò una mano alla nuca. Jakob, che sapeva e che era più borioso, gli lasciò un leggerissimo buffetto sulla guancia e lo attirò a sé per dirigersi con lui verso la casetta e raccontargli della novità.

 

16

2024 – Dimmelo col vento

Annas era stato abbandonato quando era molto piccolo. I suoi poteri distruttivi e allora incontrollati erano molto pericolosi agli occhi dei non maghi. I suoi genitori avevano scoperto troppo tardi che suo nonno gli aveva trasmesso i poteri e un giorno, dopo un fattaccio, lo abbandonarono nel fiordo.
Fattaccio fu quando Annas, all'alba dei suoi cinque anni ignari di essere magici, scatenò un violento tornado di fronte casa sua, al paese. Il tornado distrusse tre case, prima che Annas capisse come fermarlo. Era un dominatore dell'aria, non c'era dubbio, ma per tutte quelle persone era solo un mostro. Lo abbandonarono al fiordo con la cassa che il nonno, prima di morire, chiese espressamente di consegnare al bambino. Dentro c'era l'arco, il turcasso con le frecce, un documento di Passaggio e un diario che Annas avrebbe dovuto utilizzare per imparare a gestire la magia. Suo nonno... non ci aveva mai parlato, e non solo perché il bambino non era in grado di farlo.

Tutto quello che Annas sapeva fare lo doveva solo ed esclusivamente a sé stesso.

 

SCHEDA ANAGRAFICA

Nome: Annas
Cognome: Nutter
Data e Luogo di nascita: 21 dicembre 2005 (Capo San Michele - Irlanda)
Stato Civile: nessuno
Residenza: Paso Forte (Sussex)
Mestiere: agente
Altezza: 1,80 m
Occhi: neri
Capelli: neri
Segni Particolari: muto

PLUS ULTRA MI6

Contaminazione Etnica: ebraica
Lingue Parlate: nessuna
Lingue Scritte: inglese, ebraico.
Lavora Presso: MI6, Gran Bretagna
Precedentemente Occupato In: missioni varie per conto dell'MI6
IQ: 185
Qualità Aggiuntive: conoscenza millimetrica delle armi, della terra e della magia, prontezza di riflessi, intelligenza spiccata, cinque sensi particolarmente sviluppati, abilità magiche importanti.
Legami importanti: Jakob Mikael Moskowitz (crittografo simbolista) – compagno e Complementare

SCHEDA MAGICA

Poteri Magici/Tipologia: Machegheomagus, Cheiromagus
Sesso: Mago
Poteri Trasmessi da: Martin Nutter-Fratellini (fabbro)
Stirpe Magica: Nutter – Levi
Ha studiato magia presso: nessuna scuola
Aritmanzia: si
Trasfigurazione: si
Incantesimi: si
Patronus in carica: falco
Poteri trasmessi a: nessuno


 

Consegnò la sua scheda a Jakob, perché la desse al maggiore degli Holmes.


 

Dobbiamo aiutare il fratello di Mr Holmes, Sherlock, suo marito, il dottor Watson, e la loro figlia, Violet...

Figlia? Quanti anni ha?

Credo 14... 15... non ricordo...ma è una strega pure lei, seppur acerba.

L'hai conosciuta bene, allora. Avete combattuto insieme?

C'è stato un brutto problema, abbiamo dovuto. Fortunatamente c'era Miss Sàbbalas.

I Watson-Holmes come sono?

Forti. Si vogliono molto bene, sono molto legati.

...è bello avere un legame.

Bellissimo.


 

Jakob aprì la porta della casupola di Annas ed entrarono tranquillamente. L'arciere posò il turcasso e si diresse in cucina a mettere su del thé.

 

Per caso hai una loro foto?
Sai che per me è fondamentale per stabilire il contatto minimo...

disse Annas dall'altra stanza, Jakob sfinito a peso morto sul divano. Rispose che aveva solamente le foto dei documenti e l'altro accettò comunque. Osservò le foto che l'amico gli aveva passato.

Però, Mister Holmes cinquant'anni se li porta bene!

sorrise. Jakob arcuò le sopracciglia.


 

Concordo, anche se sua figlia è molto più carina...

Ah davvero? Non fare lo stronzo...

 

E ridacchiarono come non facevano da tempo. A Jakob, nel Liechtenstein, i momenti con Annas erano mancati tanto. Si sentiva solo e la responsabilità gli pesava sulle spalle come un macigno.
Il contatto minimo di cui parlava precedentemente l'altro, però, era un contatto che si poteva avere anche con chi, non essendo suo Complementare, non riusciva a parlare con lui telepaticamente. Annas era infatti in grado di far parlare il vento al suo posto, o comunque qualsiasi altro elemento.
Uscì dalla cucina e andò dall'altro, poggiando il vassoio col tè sul tavolino e sedendosi accanto a Jakob sul divano.


 

È colpa mia se devi venire anche tu. Mi hanno chiesto un uomo di fiducia e io ho detto te.

Non essere sciocco Jakob, se l'avessi saputo prima sarei venuto di mia spontanea volontà.

Ma là combattono con armi da fuoco e...

Niente turbe. Sarò rudimentale ma non c'è bersaglio che sfugga al mio arco.

Non ho dubbi, ma ho paura lo stesso. Tu non sei come gli altri.

Non mi soffermerò ancora su questo concetto idiota della protezione perché non voglio litigare.

È la verità! Se dovessi morire...

Perché devo morire io, scusa?! Ma soprattutto, perché devo morire?!


 

Jakob rise un po' triste. Non era pronto a perdere Annas.

Nel frattempo Baker Street era immobile. John era andato a dormire, stremato com'era dalla sera precedente in cui aveva vegliato sul marito tutto il tempo.
Sherlock e Telly si trovavano invece di sotto, ad aspettare il ritorno di Jakob:

Annas... come mai Jakob ha chiesto espressamente di lui?” domandò il detective.
Oh, diciamo che sono amici speciali...” sorrise la greca giocando con una fiammella che aveva fra le dita.
Amici speciali? Come me e John?” ridacchiò Sherlock scuotendo la testa.
“Beh, prima o poi secondo me si. Come te e John.” annuì Telly “Detto tra noi, logicamente.”

Ci proteggerà, dunque.” ragionò lui “Che tipo è?”
"Annas è un ragazzo speciale, Sherlock. È muto. Per parlare con la gente usa i quattro elementi, ovviamente è un mago. Con Jakob parlano telepaticamente perché sono Complementari.” iniziò la greca “Lui me l'ha presentato subito, ma Annas non sapeva ancora come fare a comunicare. Allora mi è venuta questa cosa dei quattro elementi e gli ho detto Forza Annas, dimmelo col vento.” Sherlock abbozzò un sorriso “Mi accorsi che era un portento. Aveva un controllo dello spazio a livelli sensitivi, era veramente speciale.” disse “E poi lui e Jakob erano già così legati. Me ne sono accorta subito che erano Complementari.”
Il mondo di voi maghi è proprio complesso...” commentò il consulente.
Assolutamente.” rispose l'altra bevendo un po' di tè “Pensa che i maghi Complementari sono legati eternamente e indissolubilmente. Neanche la morte cambia le carte in tavola, soprattutto perché i molte contee magiche si crede nella reincarnazione.” spiegò “Per esempio Jak-”
Ma non fece in tempo a continuare perché un portale di luce si aprì nella parete del 221b. Per terra vennero scaraventati due ragazzi, molto, molto scossi:

Jakob!” esclamò Telly divertita “I portali non fanno proprio per te!” commentò e Sherlock rise leggermente.
“Ah ah. Non potevamo smaterializzarci.” disse fintamente offeso, per poi sorridere, alzarsi e porgere la mano ad Annas e tirarlo su.
“Ciao Annas!” disse felice la greca avvicinandosi e posandogli le mani sulle spalle. Il ragazzo sorrise, poi notò il detective e allora indetreggiò. Agitò le braccia in aria, con precisione. Poi, portandosi le dita alle tempie e creando una strana bolla trasparente, rilasciò il contatto e scaraventò la carica contro l'uomo. La bolla scoppiò in un sussurro lontano:

Mi scusi per essere piombato qui così, Mister Holmes. È un onore proteggere la sua famiglia, sono Annas Fratellini.” e il ragazzo accennò un inchino rispettoso.
“Ti ringrazio Annas, quella tua e di Jakob è una prova di coraggio.” l'ebreo russo sorrise “Ma non mi chiamare Mister Holmes, mi sento vecchio e l'appellativo di mister è per Mycroft.” puntualizzò.
Risero tutti, anche Annas, ma con estrema sorpresa del minore degli Holmes non emise suono. Telly scese di sotto a controllare se Mrs Hudson era tornata a casa, dato che si stava facendo sera. John si svegliò in quel momento esatto e scese immediatamente le scale e appena vide il marito con i due ragazzi sorrise rilassato: “Tu devi essere Annas!” disse amorevole verso il nuovo arrivato, che annuì “Beh, penso che te l'abbia detto anche Sherlock, vi ringraziamo tanto per essere qui. È un piacere.”

Anche per lui...” disse Jakob al posto dell'altro, circondandogli le spalle con un braccio.
Allora John capì, sia che era muto, sia che aveva un legame con l'altro ragazzo e assottigliò gli occhi: Jakob parlava per Annas come lui parlava per Sherlock.
Tu devi essere Annas!” come un dejavù adesso fu Rosie a parlare.
Esattamente, Violet. Il piacere è tutto mio.” rispose il ragazzo sorridendo. Lei s'impaurì per l'aria che, a quanto pare, le aveva detto qualcosa.
Cos'era?” chiese infatti.
“Non avere paura. È la mia... voce.” fece lui ingrandendo gli occhi per rassicurarla.
Annas raccontò brevemente a tutti la sua storia di fronte ad una tazza di tè caldo. Jakob intanto stava accanto a lui lasciandolo parlare, e guardandolo soltanto. E di questo Rosie se ne accorse.

Davvero, è stata una fortuna aver conosciuto Jakob, perché ero veramente solo al mondo.” affermò il nuovo arrivato voltandosi verso il citato, che si alzò in piedi sorridendo.
Segno del destino, anche se non ci credi...” rispose Jakob dopo avergli stampato un veloce bacio sulla fronte, per poi andare da Telly.
Annas diventò paonazzo e la giovane Watson-Holmes rise sotto i baffi:

Ti imbarazzi spesso?” chiese lei.
Si, e lui è un gran bastardo perché lo sa e me lo fa apposta...” sorrise Annas.
No, io non credo lo faccia apposta...” rispose lei pensierosa guardando altrove.
Cazzo, ho lasciato le carte a casa. Quando ci siamo alzati le ho lasciate sul divano...” disse poi Jakob verso Annas con espressione colpevole.
Non fa niente, le avrà sicuramente Mister Holmes...” rispose l'altro scuotendo un po' la testa e andando da lui.
Aspetta, a casa? Vivete insieme?” domandò un po' allarmata Rosie verso di loro.
“Da due anni ormai, la cosa migliore che abbia mai fatto negli ultimi tempi...” affermò Jakob “Stiamo in un fiordo...” Annas si appoggiò un poco a lui.

Rosie rimase interdetta. Era inutile menare il can per l'aia.
Io vado di sopra, ci sarà da riordinare... i miei avranno lasciato un campo di battaglia!” sorrise e andò in camera dei genitori.
In cui trovò Sherlock. Che chiuse la porta spaventandola:

Che figura di merda...” scosse la testa lei.
Non parlare come papà, non sei un soldato.” la ammonì lui inutilmente.
Ma scusa! Jakob e Annas vivono assieme e... li hai visti! Jakob è ovviamente-”
“Non avevi prove, indizi, campanelli d'allarme, niente... non è colpa tua, non potevi capirlo, lui è terribilmente neutrale. Proprio come lo era tuo padre.” ecco centrato il punto.

A sua figlia andava male che non avesse capito nulla.
Ho fatto le mie deduzioni prima, e niente, niente, niente! Non mi sono accorta di niente!” esclamò Rosie arcuando le sopracciglia.
“Ti ho già detto che è stato perché Jakob è troppo neutrale.” sbuffò il padre.

Tu te n'eri accorto.” non era una domanda, era un'affermazione.
“Uhm si...” fece lui vago. Rosie buttò fuori l'aria col naso, come un piccolo toro arruffato.

E sentiamo, quando, di grazia, si saresti basato sugli indizi che Jakob non ha dato, perché troppo neutrale?”
Tardi, quando ha parlato di Annas stamattina.” affermò lui “Non sei tu ad essere stupida.”
Sono stufa papà.” scosse la testa lei “Prima si presenta una donna che dice di essere mia madre che prova a farci fuori tutti e tutto quello che riesco a fare è un incantesimo di pietrificazione. E poi c'è il viaggio nel tempo in cui – cielo, Telly non lo ammetterà mai – ma ho fatto solo disastri, dimostrando zero capacità. Conosco l'unico mio coetaneo col quale condivido qualcosa e, non solo sbaglio cedendo alle emozioni, ma – cosa più importante e peggiore – faccio anche la figura dell'idiota perché anche se i miei genitori sono un genio dell'investigazione e un medico militare, io non so fare due più due e non so capire niente da sola!” esclamò di botto “Non sono come dovrei e vorrei essere. E questo non mi va bene.”
Devi rivedere le tue priorità. Sebbene certe cose che hai fatto siano opinabili, non c'è niente di tragico.”
E Rosie decise che ne aveva abbastanza.

 

17

2024 – Μεγιδδώ

Penso che vi serva un alloggio, ragazzi...” esordì Mrs Hudson felice di avere altri due inquilini “Vi potrei dare il 221a, se volete. Quelli sposati se ne sono andati tanti anni fa...”
Ottima idea, Mrs Hudson, se non le crea problemi, ovviamente...” sorrise Jakob lievemente.
“Oh ragazzi...” ridacchiò la donna “State proteggendo anche me in fin dei conti.”

Mi perdoni, Mrs Hudson, ma devo fare una cosa. Posso?” domandò Annas con pazienza.
Non appena la donna annuì, lui le mise una mano sul capo stabilendo il contatto minimo:

Da questo momento” disse “non avremo più bisogno del vento o del fuoco per poter parlare.” e sorrise. Mrs Hudson sorrideva emozionata. Perfetto, allora.” sorrise a 32 denti Telly “Vi lascio nelle mani di questi due baldi giovani...” scherzò rivolta ai Watson-Holmes “Siate intelligenti.” disse poi “Jakob.” asserì.
Il ragazzo annuì e mantenne il suo sguardo contro quello di lei. Non ci furono parole.
Telly si smaterializzò a Montréal e contò di starci per molto tempo, a sbrigare affari per l'MI6.

Mrs Hudson guidò Jakob e Annas verso il 221a e lì ce li lasciò.
La casa era immacolata, la padrona la teneva in questo modo nella speranza di trovare nuovi affittuari. Ed eccoli qui.


 

Qual è la cosa peggiore che potrebbe capitarci qui?

Credo... qualcuno che capisca che tua madre e Mister Mycroft Holmes non ci sono.

Cosa potrebbe succedere?


 

Jakob si fidava ciecamente dell'innato sesto senso di Annas: questo era infatti capace di leggere attraverso le persone, e non come Sherlock Holmes, ma proprio profondamente. Vedeva cose orrende spesso, recondite nell'animo della gente. Non si sconvolgeva più: dopotutto era un Nutter. Quando entravano insieme da qualche parte e Annas avvertiva cattive energie, Jakob non faceva domande e lo seguiva verso l'uscita.

C'è qualcosa di quello che Miss Sàbbalas sa, che tu non conosci?

Più di qualcosa, è certo. Ma in linea di massima, se c'è un macro-argomento di cui lei sa tutto e che a me non è mai completamente entrato in testa, quello è il Tanakh, o la Bibbia! Vado a naso, ho scoperto la combinazione della bomba grazie alla storia, non alla religione.

E se qualcuno ci giocasse un tiro mancino e ci facesse un trucco sul Tanakh?

Insieme riusciremo a risolverlo. Non sono solo.


 

Annas sorrise.

No, non sei solo.

Annas tacque un poco, poi riprese la parola.

 

I Watson-Holmes stanno benissimo insieme...

Tantissimo. Violet mi ha raccontato quanto sia stato difficile per loro, quando tutti gli mettevano i bastoni fra le ruote...poi col finto suicidio di Mister Holmes...

Suicidio?

Sì. Tutto questo è triste...

Il dottor Watson deve aver sofferto atrocemente la sua mancanza.


 

A Jakob rinvenne alla mente la sua lunga assenza nel Liechtestein e si sentì profondamente in colpa.


 

Preoccupata.” asserì Rosie.
Mh?” fecero in coro i padri e gli zii.
Quando Telly mi ha trovata per strada, qualche tempo fa, era preoccupata. E spaventata direi.” disse, le mani incrociate sul grembo “Ora, la domanda è: perché? Doveva solo iniziarmi alla magia, in fondo... e non voglio pensare che avesse paura di zio Myc.”
Squillò il telefono di Sherlock. Era Lestrade:
"Pronto?"

“Sherlock. Scusami, è urgente. Organizzano un attacco al quartiere ebraico...”
Chi? E quando?” chiese Rosie, ascoltando la chiamata.
Non possono sapere quando, Rosie...” rispose John, arrivato in quel momento.
Infatti non lo sappiamo, John...” aggiunse Lestrade.
In quel momento Jakob e Annas comparvero nel salotto del 221B:

"Abbiamo ricevuto una segnalazione telepatica." disse Annas.
L'attacco avverrà sicuramente di sabato, nel giorno dello Shabbat noi ebrei restiamo fermi e non usciamo di casa. Le strade saranno deserte.” spiegò Jakob.
Tutti gli occhi furono puntati sui due ragazzi. Sherlock prese il respiro:

Qualcuno sta giocando con noi... e sa che Telly non c'è.”






Ed eccoci al finale aperto, da adesso fate vobis se vi va.
Vi è piaciuta? Ditemi la vostra qui sotto :)
Grazie per aver letto!


Moony_Holmes14

   
 
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