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Cara Felì,

sono passati dieci anni da quella mattina in cui io e Vì ci siamo svegliate, il 31 ottobre e tu non c'eri. 

Non riuscivamo a credere che te ne fossi andata senza salutarci, ma non voglio darti colpe. Anzi vorrei ringraziarti perché dopo mi sono resa conto che avremmo sofferto di più (l'ho capito anche grazie anche a zia Tomelilla, che mi dispiace comunicarti ci ha lasciati 2 anni fa). 

Comunque, ti scrivo questa lettera perché fra poco meno di due mesi (la data prevista è il 16 novembre) sarò madre... E non riesco ad immaginare una fata che cresca i miei figli diversa da te. 

Ci ho pensato molto, davvero e scrivere questa lettera è stato difficile, ma ora che la sto per finire mi sento bene. Vorrei che fossi tu la fata-tata di mio figlio o mia figlia e , sperando che in futuro avremo tempo per parlare, ti saluto.

 Con affetto,

  Strega Vaniglia Burium

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"Finito?"

"Sì, ma se non accettasse...?"

"Accetterà." 

"Sei sicuro?" 

"Sì" 

"Grazie, Jim"

"Ti amo Babù"

"Anche io"

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"Sefelicetusaraidirmelovorrai, c'è una lettera dal Gran Consiglio di Fairy Oak!"
La fatina si girò sorpresa, era passato moltissimo tempo da quando aveva lasciato la Valle di Verdepiano con le due gemelle, Vaniglia e Pervinca, le mancavano così tanto…

 Ringraziò la fata che le aveva portato la lettera e la aprì con le dita tremanti e il cuore che martellava nel petto. Quando finì di leggere un mix di emozioni turbinava in lei. 

Tristezza per la morte di Lalla Tomelilla, gioia di poter finalmente rivedere le gemelle. 

Poi notò la firma.

Vaniglia Burium…

Non si era certamente dimenticata il nome del giovane inventore che aveva rubato il cuore di Babù... Ed evidentemente neanche lui si era scordato dell'amore che lo legava alla ragazza... Voleva partire subito, il viaggio durava circa un mese se si andava piano. Sì, sarebbe partita la mattina del giorno dopo. E così fece: attraversò volando leggera tutto il tragitto, e nel frattempo pensava a come sarebbero state "le sue bambine".

Pensava a Vaniglia e Jim, a Pervinca e Grisam, a Flox, Nepeta, Acanti, Scricciolo e tutta la banda.

Ma la vista di tetti di pietra, giardini pieni di fiori e una grande quercia al centro del gruppo di case la risvegliò dai suoi pensieri. Fairy Oak…

E lei era lì. Iniziò a volare più velocemente e pensò di aver intravisto un ragazzo che somigliava a Jim e un altro che poteva essere Acanti poco più avanti, continuò a battere le ali finché non vide una targhetta in ottone un po' consumata dal tempo con incisa la scritta: 'Via dei Gigli'. Arrivò con il cuore che batteva a mille davanti ad una casetta di pietra con un piccolo giardino molto grazioso. Si fece coraggio e bussò. Sentì dei passi e la porta si aprì. Vaniglia era cresciuta, era diventata una donna, ed era palesemente in dolce attesa. Felì quasi si commosse, ma riuscì a trattenere le lacrime di gioia. Babù no, le scese una lacrima di commozione. "Ciao, Babù" La giovane donna sorrise. 

"Ciao , fatina"

" Mi sei mancata"

Vaniglia, ancora sorridente, si asciugò la lacrima, e si scostò:"dai entra, sarai stanca".

La ragazza chiuse la porta ed andò a sedersi sul divano tenendosi una mano sul pancione e fece cenno alla fatina di sedersi sulla sua spalla. "Allora? Cosa mi sono persa?" Vaniglia ridacchiò: " Oh niente di che, solo il ritorno di Jim, e Pervinca sottomessa da quella peste di suo figlio" 

La fatina ridacchiò e poi si rese conto di cosa aveva detto Babù ed esclamò:"Vì ha un figlio?!"

" Sì, anche se più che un bambino è un uragano, ma considerando i genitori è anche tranquillo."

"Grisam?"chiese Felì.

"Ovvio" Dopo qualche istante di silenzio Vaniglia disse con uno sguardo malinconico: "Will"

"Come il capitano, Vì e Grisam hanno chiamato loro figlio William, come il capitano..." Spiegò dopo lo sguardo interrogativo della fata. "Oh" La porta si aprì ed entrò un ragazzo alto, con i capelli e gli occhi neri, Jim che disse:"Ciao Babù"

Lei gli sorrise: "Ciao, è arrivata Felì"

"Oh, ciao Felì! Siete già andate dai Burdock?"

"No, volevo andarci ora"

"Vengo anch'io" Vaniglia si alzò, posò un leggero bacio sulle labbra di Jim, guardò l'orologio e aprì la porta. La fatina sorrise e seguì felice la ragazza.

Arrivarono davanti ad una casa simile a quella di Jim e Babù ma dipinta di blu, il giardino era pieno di fiori e piante aromatiche. Vaniglia aprì il cancelletto, si avviò verso la porta e bussò. Dopo qualche istante aprì un bambino di circa un anno con i capelli rossi e gli occhi color nocciola che saltò in braccio a Jim gridando:"zio!" Il ragazzo gli scompigliò i capelli e si sentì Pervinca urlare:"Will!" Arrivò Pervinca, che iniziò a dire: "Scu..."

Sgranò gli occhi: "FELÌ?!" la fatina le sorrise :"Sì, sono io, ciao Vì" "Babù hai chiamato lei?" La sorella annuì e Pervinca la abbracciò poi li fece entrare mentre Jim metteva Will a terra e il bimbo iniziava a correre, ma la madre, pronta, lo acchiappò e borbottò qualcosa come:"vieni qua peste". Grisam arrivò da un'altra stanza:"Ciao!"
Si sedettero in salotto.
Jim aveva un braccio intorno alle spalle di Babù e lei era appoggiata con la testa al petto del ragazzo, con una mano sul pancione. Pervinca era seduta con Will sulle ginocchia e Grisam si era seduto sul bracciolo del divano, con la mano sopra quella di Vì.

Felì sorrise: quella era una nuova fase della sua vita, insieme a due delle persone che amava di più al mondo.