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Autore: Tynuccia    09/10/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] "Dio, Hahnenfuss, ti ricordavo molto più simpatica", disse. "Comunque, per tua informazione, è per festeggiare".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raccomandazione
 
 
 
Quando il Maggiore Hahnenfuss fece il suo ingresso nel suo ufficio, Dearka esibì un grosso sorriso e scattò in piedi, andandole incontro e togliendole dalle mani il vassoio con le tazze di caffè. "Lascia che ti aiuti", disse con fare galante. 
Era estremamente curioso: una mezz'ora prima lei gli aveva mandato un messaggio chiedendogli se avesse tempo per una chiacchierata. Ovviamente lui si era premurato di cancellare una tediosa videoconferenza e si era messo a sparare alcune possibilità in testa. Doveva essere qualcosa di estremamente succoso per spingerla a gozzovigliare nel bel mezzo di un lunedì mattina. 
 
"Grazie", disse Shiho. "Anche per avermi dato udienza, Capitano. So quanto adori il tuo lavoro".
 
Dearka rise e scosse il capo, tornando ad accomodarsi sulla sua poltrona girevole. "Risparmia l'ironia per il Comandante, io a differenza sua la capisco". Adocchiò la borsa con il computer, e i bicchieri con il logo di una caffetteria non della mensa di ZAFT. "Sei appena arrivata? Sono le undici e trenta".
 
Lei annuì e si sedette di fronte a lui per poi afferrare la sua tazza e prendere un lungo sorso di cappuccino. "Vuoi farmi mandare una lettera di richiamo?".
 
Il biondo si strofinò il mento, fingendo una riflessione. "Considerando che Yzak è partito stamattina per la Terra? Di sicuro ti sarai trattenuta a casa per salutarlo come si deve", ammiccò, gustandosi l'occhiata spazientita della collega. 
 
"Quello non c'entra", precisò lei, sollevando il mento. "Mi ha convocata il Generale Kang, al quartier generale. Ed è per questo che ti ho chiesto di vederci".
 
Dearka soffocò un'espressione annoiata. Si era aspettato come minimo che fosse perché era rimasta improvvisamente incinta di un marmocchio Natural e voleva il suo aiuto per evitare che Ezalia la braccasse ai confini del mondo come un cacciatore inglese con una volpe. "Ti hanno finalmente fatto la ramanzina perché tu e Yzak non avete segnalato il vostro rapporto alle risorse umane?".
 
Shiho sbuffò. "Effettivamente me l'ha fatto presente, ma non sembrava particolarmente interessato alla questione".
 
Lui agitò la tazza di caffè. "Dio, Hahnenfuss. So che sei taciturna, ma non mi costringerai ad estorcerti un racconto così noioso con le pinze, vero?".
 
La ragazza fece una pausa ed aggrottò le sopracciglia. "Da quant'è che non vedi Miriallia?".
 
"Un mese", sibilò il Capitano Elthman, evidentemente scocciato.
 
"Si capisce", replicò lei, celando un ghigno con la tazza quando l'altro le fece il dito medio. "Comunque, scherzi a parte. Kang mi ha spiegato che vogliono smantellare Armory One, perché ricorda a tutti quanto poco trasparente fosse Dullindal, e mettere in piedi un nuovo centro di costruzione di Mobile Suit". Il biondo le fece cenno di continuare, e lei abbassò lo sguardo sulle ginocchia. "Si tratta di un progetto sperimentale, bisogna vedere come va, e il Generale ha detto che vogliono mettere me come Direttrice. Questo comporta un aumento e la mia promozione a Capitano".
 
Dearka sbatté le ciglia, processando la novità, per poi balzare in piedi. "Cazzo, Shiho!", esclamò, facendo rapidamente il giro della scrivania per batterle una pacca sulla schiena. "Questa sì che è una bella notizia!". Si diresse quindi verso la cassettiera, da cui estrasse una fiaschetta. "Adesso ti correggo il caffè, dobbiamo brindare".
 
Lei gongolò internamente, aveva scommesso con Yzak che Dearka nascondesse dell'alcol in ufficio, e ovviamente aveva avuto ragione, ma decise di non dar adito alla cosa per non metterlo nei pasticci. "Non ho mica accettato", gli fece presente.
 
Il ragazzo, che già aveva versato un po' del contenuto della fiaschetta nella tazza, la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. "Lo sospettavo, visto che di tutti i Coordinator che avresti potuto conquistare ti sei scelta Joule, ma ora ho la conferma che sei pazza". Si prese comunque un sorso di caffè. "E io che pensavo che fossi corsa qui per dare la notizia al tuo migliore amico".
 
"Devi piantarla con questa faccenda dell'amicizia ogni volta che vuoi fare l'offeso", replicò Shiho con una monumentale alzata di occhi al cielo. "Comunque sono qui perché ho bisogno di un consiglio, scemo; è la stessa identica cosa".
 
Dearka si sedette vicino a lei e scrollò le spalle. "Quindi non hai rifiutato?".
 
"Gli ho chiesto del tempo per rifletterci, e mi ha concesso una settimana", confermò lei con un sospiro. "Non è proprio il momento per lasciare la Voltaire. Yzak è ancora diviso tra ZAFT e il Consiglio per i trattati, e non posso abbandonare te e gli altri. Senza di me sareste un disastro ambulante".
 
"Innanzitutto grazie per la fiducia, signorina perfettina. Stai attenta a non slogarti una caviglia quando scendi dal piedistallo, mi raccomando", brontolò Dearka, facendola comunque ridere. "E poi che cazzate stai dicendo? Se mi avessero proposto il lavoro dei miei sogni vi avrei mandati tutti a quel paese in uno schiocco di dita".
 
"Come volevasi dimostrare", sottolineò lei. 
 
Ignorando il suo commento, Dearka si scolò il resto del caffè. "Dài, quando ti ricapita un'occasione del genere? Vuoi andare in pensione indossando ancora la Red Coat? Noi ce la caveremo, figurati".
 
Shiho sorrise, grata, ma scosse il capo. "Ci devo pensare", affermò. "Comunque da te cercavo un altro tipo di consiglio. Quando dovrei dirlo a Yzak?".
 
Lui fischiò e andò a passarsi una mano tra i capelli. Il suo amico avrebbe potuto prenderla male per un'infinità di ragioni e, nonostante con Shiho si comportasse diversamente, capiva perché lei fosse così reticente. "Quando torna dal viaggio?".
 
"Venerdì sera".
 
Dearka le batté un colpetto d'incoraggiamento sulla spalla. "Allora aspetta, amica mia, o finisce che ZAFT si ritroverà con una base in meno sulla Terra".
 
*
 
Shiho aveva trascorso tutto il tragitto dall'ufficio con la consapevolezza di essere in ritardo mostruoso, ma fu comunque sorpresa quando trovò le luci dell'appartamento accese e Yzak intento preparare la cena. "Sei già tornato?", le uscì, osservando l'asciugamano che aveva attorno al collo, sinonimo che aveva avuto anche il tempo di farsi una doccia. "Pensavo che il tuo aereo atterrasse alle venti".
 
"Mi sei mancata anche tu", borbottò l'albino, tagliando un pomodoro.
 
Lei sbuffò una piccola risata e andò a cingergli il torace con le braccia, appoggiandogli la testa fra le scapole e premendo le labbra contro la stoffa della sua maglietta. "Davvero?".
 
Yzak non replicò, ma andò a sfiorarle l'anulare, accarezzando l'anello di fidanzamento. "Siamo partiti prima. Non ho avuto modo di avvertirti".
 
Shiho mugugnò appena, inspirando a fondo il profumo del suo bagnoschiuma. Non era stato via troppo a lungo, e nei mesi appena trascorsi si erano visti anche meno nonostante fossero nella stessa città, ma era comunque felice di averlo nuovamente con sé. "Com'è andata a Panama?".
 
"Un buco di culo infernale", abbaiò Yzak, scuotendo il capo. "Umido, sporco e fin troppo caldo. Sono contento di essere a casa, credimi". La sentì ridere e a sua volta sogghignò. "Vai a lavarti le mani, tra poco sarà pronto".
 
Lei lo lasciò andare e si mise sull'attenti. "Ti stai esercitando a fare il papà?", lo prese in giro, indovinando il rossore che gli tinse le guance.
 
"Hahnenfuss", mormorò lui con tono minaccioso, e Shiho fu rapida nel dileguarsi, sentendolo aggiungere: "E poi cosa cazzo vuoi che ne sappiamo, noi due, di padri?".
 
La ragazza dovette concordare, ma quando tornò dal bagno il pensiero venne sostituito da uno più pressante: sul tavolo c'era una bottiglia di champagne e un vaso con i suoi fiori preferiti. "Devi farti perdonare qualcosa?", indagò mentre si accomodava al suo posto. 
 
Ovviamente lui si indispettì. "Non posso semplicemente farlo senza una ragione?".
 
"No", replicò Shiho, lapidaria.
 
Yzak si sedette di fronte a lei, versandole da bere pur essendo cosciente di quanto poco reggesse gli alcolici. "Dio, Hahnenfuss, ti ricordavo molto più simpatica", disse. "Comunque, per tua informazione, è per festeggiare".
 
Lei sollevò il calice e guardò il fidanzato con aria interrogativa. "Ti è successo qualcosa di bello?".
 
L'albino contò fino a due, un record personale, prima di dare aria alla bocca. "Non eri tu quella con il colloquio con Kang? Quel vegliardo non convoca mai la gente per dare brutte notizie. Se la mia assenza ti fa regredire così allora vedrò di non partire mai più".
 
Shiho evitò di sorridere come un'ebete al pensiero che Yzak si fosse esaltato per lei al punto da comprarle dei fiori e preferì prendere un sorso di champagne - minuscolo. "Ho voluto aspettare che tornassi per parlartene", iniziò, cauta, e improvvisamente desiderò affrontare quella discussione da ubriaca. Gli spiegò brevemente l'offerta del Generale, adottando un tono neutrale e distaccato.
 
"Sei contenta?", chiese l'albino quando lei ebbe finito.
 
Shiho annuì poco convinta e prese un altro sorso. "Non ti preoccupare, non ho intenzione di lasciare la Voltaire".
 
Yzak la fissò con la bocca spalancata. "Come, scusa?".
 
"Siamo pieni di lavoro, non posso mollare la squadra su due piedi, no?". Lei si mise in bocca un pezzo di bistecca. "Ci ho pensato per tutta la settimana e sono giunta a questa conclusione".
 
Per un attimo lui non proferì parola, quindi vuotò l'intero bicchiere di champagne e grugnì contrariato. "E chissà quale stronzata avresti partorito se non ci avessi pensato, allora", commentò sottovoce. "E non farmi neanche pensare alla colossale figura di merda che mi farai fare con Kang e con il Consiglio".
 
Shiho aggrottò la fronte. "Non sto capendo".
 
Yzak si passò una mano sul volto e sospirò. "Non volevo dirti nulla, perché conoscendoti avresti di sicuro pensato male, ma chi credi che abbia passato il tuo curriculum alla commissione? E la suddetta, per altro, mi sono premurato di crearla dopo settimane di trattative in Consiglio sulla posizione di Armory One. C'erano in ballo nomi ben più prestigiosi, ma sinceramente non farebbero un decimo del lavoro che faresti tu". Distolse lo sguardo, arrossendo. "Cazzo, Shiho, ero certo che avresti fatto i salti di gioia! Senza contare che, se non lavorassi più con me, potremmo finalmente mettere giù una fottuta data per il matrimonio".
 
Imitando le sue azioni di poco prima, Shiho finì a sua volta il vino in un unico sorso. "Fammi capire", disse, scrutandolo con gli occhi fuori dalle orbite. "Hai tirato in piedi tutto questo pandemonio, creando il lavoro dei miei sogni da zero, soltanto per potermi sposare?".
 
Lui sbuffò ed incrociò le braccia sul torace. "E c'è chi ha il coraggio di dire che non sono romantico!", esclamò, scuotendo piano la testa. "Certo, scordati il regalo di compleanno". Non riuscì a compiacersi della sua battuta, che Shiho gli si sedette in grembo, le mani gentilmente posate sul suo volto ed un'espressione gongolante mentre si abbassava per dargli un bacio carico di gratitudine.
 
"Ti amo", sussurrò lei, quando allontanò il capo.
"Anche io, ma ti si sta raffreddando la bistecca", replicò imbarazzato lui. 
 
Shiho scoppiò a ridere, alzandosi. "Va bene, papà. Ora che non dovrò più chiamarti Comandante sono contenta di averti affibbiato un nuovo titolo".
 
Yzak rabbrividì e decise di versare altro vino. "Paragonami di nuovo a quel coglione di tuo padre e giuro che uso la tua lettera di dimissioni come carta igienica".
  
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