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Autore: BeautyLovegood    10/10/2023    3 recensioni
SEQUEL di Lettera a Crowley
Correndo il rischio, Muriel fa una consegna speciale all'Arcangelo Aziraphale
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non devo essere agitata. Non devo essere agitata. Sto andando in Paradiso, mica all’Inferno”.

Muriel rischiava di impazzire se continuava a dare voce ai suoi agitati pensieri e quando le porte dell’ascensore si aprirono, si strinse le braccia al petto, come se fosse nuda davanti a tutti, ma per sua fortuna, non vide nessuno.

Dopo essersi sistemata la gonna, avanzò a testa alta, sforzandosi di apparire normale, finché si ritrovò davanti Saraquael.

“Muriel? Che cosa ci fai qui?”, le chiese fissandola negli occhi.

“Oh, salve, Saraquel… avrei… avrei bisogno di parlare con… con l’Arcangelo Aziraphale”, disse il timido angelo cercando di controllare l’ansia nella sua voce.

“E che cosa vorresti dirgli, di grazia?”.

“Ehm… solo… solo qualche informazione riguardo la gestione della… della libreria”.

“Ti rendi conto che ci sono cose più importanti a cui l’Arcangelo deve pensare?”, disse Saraquael avvicinandosi di più a Muriel fino a sfiorarle le caviglie con le punte delle scarpe.

“Che succede qui?”.

Saraquael girò la sedia e vide l’Arcangelo Aziraphale. Muriel notò subito il suo abbigliamento, praticamente uguale a quello di Gabriele prima che si ritrovasse completamente nudo, ma al posto di una sciarpa grigia, c’era un papillon di tartan. E i suoi riccioli biondi sembravano più lunghi del solito.

“Salve, salve, salve, Arcangelo Aziraphale!”, disse con entusiasmo e Saraquael la guardò come se fosse pazza, ma Aziraphale le sorrise.

“Sono venuta qui per parlare… della vostra libreria. Oh, be’, dovrei dire la mia libreria, dato che adesso voi state qua in Paradiso e io sto sulla Terra”.

Aziraphale riuscì in tempo a nascondere un sorriso amaro al pensiero della sua libreria a Soho.

“Per tua fortuna, ho appena iniziato una pausa, perciò andiamo a parlare…”.

Buttò lo sguardo su Saraquael, pronta con la mano sullo joystick.

“… in privato. Grazie, Saraquael”.

E mise un braccio dietro la schiena di Muriel per rassicurarla mentre si allontanavano insieme.

“Lui ha letto la mia lettera?”, le chiese a voce bassa dopo aver camminato a lungo in silenzio. Si guardò intorno, erano completamente soli.

“Sì… e ha persino pianto… mi aveva chiesto di non dirlo, ma qualcosa mi dice che potrebbe esserle utile saperlo… soprattutto dopo che avrà letto questa”, disse lei a denti stretti ed estrasse dalla tasca interna della sua giacca una busta bianca. Non c’era scritto niente.

“L’ha scritta… lui?”, chiese incredulo.

“Penso proprio di sì, quando me l’ha consegnata, aveva le dita sporche di inchiostro”.

Aziraphale esitò prima di prendere la busta, come se contenesse una bomba.

“Se vuole, posso rimanere ad aspettare che finisca di leggerla, come ho fatto con il signor Crowley”.

“Tu… gli sei rimasta accanto?”, chiese Aziraphale con un misto di commozione e gelosia negli occhi, poi si ricompose.

“Comunque, non c’è bisogno che rimani, potrebbe essere rischioso. Vai pure, mi farò sentire, come la prima volta”.

Muriel annuì e se ne andò, sforzandosi di apparire normale come prima.

Aziraphale si guardò intorno più volte prima di decidersi ad aprire la busta: c’erano due lettere, una piuttosto malconcia, strappata e con un angolo bruciato e l’altra in uno stato migliore, tranne per le enormi gocce di inchiostro che complicavano la lettura di molte parole.

 

Brutto e smidollato idiota,

vorrei poter dire che è stato un piacere ricevere le tue lettere melense dopo quattro anni, un mese, ventotto giorni, tre minuti e ventotto secondi, ma per tutto il tempo in cui le ho lette, non ho fatto altre che ridere e fare il conto delle volte in cui mi dovresti fare la Danza delle Scuse, che guarderei con assoluto piacere tirandoti addosso tutti i libri della libreria e tu sai quanti ce ne sono. Sono felice di sapere che sai di meritarti tutto quello che stai passando e anche che io non verrò mai a salvarti. Ho sprecato seimiladue anni a sperare in qualcosa che sapevo che non avrei mai ottenuto, sei tu la mia vera rovina come demone…

 

Aziraphale era sicuro di aver visto una E sul punto bruciato della lettera. Sicuramente Crowley si era talmente infuriato da aver perso la concentrazione.

Invece di rimettere la lettera nella busta, Aziraphale la nascose nella tasca della sua giacca e passò alla seconda.

 

Angelo,

non badare alla prima lettera, è piena di bugie, ma ho pensato che meritassi comunque di leggerla, per capire meglio la mia rabbia. Mi rasserena il fatto che tu abbia capito che cosa intendevo dire riguardo il peso del Paradiso e dell’Inferno, ma c’è ancora una cosa che ti ostini a non capire e ogni volta che ci penso, una parte di me muore: tu vorresti che io tornassi ad essere un angelo, ma ti ricordi veramente com’è stato il nostro primo incontro? Io ero un esaltato che viveva solo per le sue bellissime stelle, erano il mio unico amore, le consideravo addirittura delle figlie, non guardavo in faccia nessuno, nemmeno te, ed ero disposto a tutto pur di non perdere le mie piccole e guarda com’è andata a finire, mi sono fatto avanti per amore e per tutta risposta, sono diventato un demone e ho perso la speranza nel Paradiso, così decisi di rinnegare il mio passato e di guardare solo avanti. Facendo così, ti ho ritrovato nell’Eden, ti ho conosciuto meglio e quando mi hai detto di aver dato la tua Spada di Fuoco ad Adamo ed Eva, è stato come essermi ritrovato davanti ad una stella, la più bella che avessi mai visto senza che l’avessi fatta con le mie mani. Capisci, Aziraphale? L’angelo creatore della Nebulosa che hai conosciuto non ti amava, lo avrebbe fatto solo se tu fossi stato un’enorme palla di fuoco, mentre io, Anthony J. Crowley, ti amo e mi uccide il fatto di non essere abbastanza per te. I salvataggi, i nostri pranzi, le nostre passeggiate, le nostre chiacchierate, le nostre bevute non significano niente per te? Sembra di no, dato che l’ultima volta che ci siamo visti, mi hai dato di nuovo del cattivo, persino dopo che ti ho baciato. Io so che abbiamo toccato insieme la felicità in quel momento, ma tu non hai avuto il coraggio di ammetterlo. Come puoi avere più paura del mio cuore piuttosto che di un gruppo di nazisti o demoni imbecilli che vogliono ucciderti?

Credimi, angelo, se potessi verrei a salvarti, ma anche io preferirei morire, magari in una gigantesca piscina di acqua santa, piuttosto che farti cancellare dal Libro della Vita.

Ho capito solo adesso che è questa la mia vera condanna, altro che cadere nello zolfo.

Non ti preoccupare per Muriel, mi occuperò io di lei.

E giusto perché tu lo sappia, ogni tanto la Bentley mi fa gli scherzi diventando gialla contro la mia volontà e devo minacciarla di farla esplodere per rimetterla in riga.

Ti amerò per sempre,

Crowley

 

P.S. Potrei perdonarti, ma dipende solo da te.

 

Aziraphale si strinse la lettera al cuore e guardò davanti a sé, cercando di trattenere le lacrime. Una gli sfuggì dall’occhio, sola proprio come lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie ad un bellissima fanart trovata su Instagram, mi è venuta l'ispirazione per il sequel della precedente ff. Spero che vi sia piaciuta anche questa! Alla prossima!

  
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