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Autore: Rie29    12/10/2023    1 recensioni
Battaglia di Hogwarts, quando ormai Voldemort è stato sconfitto, non resta altro che contare le vittime e prendere coscienza del fatto che il mondo non sarà più lo stesso.
Tra le braccia dei familiari Fred Weasley giace in fin di vita, aspettando la donna che ha sempre amato per un ultimo addio...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La battaglia era finita, Voldemort era morto definitivamente. Ovunque si sentivano le acclamazioni, i pianti e i gemiti di chi era sopravvissuto. Un momento di gioia per il mondo magico, che era costato vite umane in quantità. Ma Voldemort era morto e questo era ciò che contava, i caduti sarebbero diventati martiri e i sopravvissuti eroi. Ma non ancora. Quello era il momento della calma dopo la tempesta, dove il silenzio era rotto solo dal dolore. Ci sarebbe stato modo, dopo, di gioire e festeggiare per giorni. Qualcuno non sarebbe mai stato in grado di farlo, qualcuno avrebbe ricordato quel giorno come il peggiore della propria vita. Hermione seguì Harry all'interno del castello, sentendo una gioia infinita scoppiarle in petto. Era finita, non avrebbero più dovuto vivere nel terrore, questa volta se n'era andato per davvero! Strinse forte Harry, trasmettendo con quell'abbraccio tutta la sua gratitudine, tutto il sollievo che provava. Il suo migliore amico appena resuscitato, col volto macchiato di fuliggine e gli occhiali storti sul naso, sorrideva appena. Era stanco e dentro di sé covava ancora gli strascichi della morte.

"Corri da lui, lo so che non vedi l'ora." Le disse, sospingendola verso l'interno. Hermione gli sorrise imbarazzata. Quando aveva deciso di partire con Harry e Ron alla ricerca degli Horcrux, aveva dovuto rinunciare all'amore che provava, metterlo in un cassetto e chiuderlo a chiave. Era stata una delle scelte più difficili della sua vita, ma l'aveva fatto per salvare il mondo, per i suoi amici, per se stessa. Harry era in gamba, ma aveva bisogno di lei, non poteva andare in giro da solo, da bravo sprovveduto. Se fosse stato per Ron e Harry, probabilmente avrebbero dormito per terra, mendicato cibo e si sarebbero fatti prendere nel giro di due giorni. Non glielo avrebbe permesso, ma c'erano delle cose che aveva dovuto fare, decisioni da prendere e precauzioni senza le quali, le sarebbe stato impossibile partire. Quando aveva obliviato i suoi genitori, era stato per salvare le loro vite. Potevano essere dei bersagli facili da trovare. Voldemort poteva catturarli e ricattarla, costringerla a scegliere tra le loro vite e quella dell'amico, così aveva preferito spedirli lontani, senza il ricordo di aver mai avuto una figlia. Vedere tutta la sua vita scomparire in un attimo, era stato un colpo durissimo, ma sarebbe andata a cercarli, se tutto fosse andato come previsto, per riportarli a casa. Non avrebbero neanche saputo cosa fosse accaduto, continuando le loro vite babbane come sempre. Il vero sacrificio, quello più grande al mondo, l'aveva fatto rinunciando a Fred. Si erano innamorati il sesto anno, durante l'estate alla Tana. Lui era cresciuto notevolmente e lei lo aveva visto per la prima volta come un uomo. Prima di quel momento era stato solo il fratello idiota di Ron, troppo spensierato e con la testa tra le nuvole per attirare la sua attenzione. Eppure, quando era arrivata alla Tana quell' estate, lui era diventato un uomo. Si era sentita attratta in maniera definitiva, sapendo che era lui quello giusto. La faceva ridere, emozionare, smuovendole ormoni che pensava morti e sepolti. L'aveva conquistata coi suoi scherzi maliziosi, con quegli sguardi ammalianti, con una buona dose di prese in giro e conversazioni a notte fonda sotto il cielo stellato. Aveva scoperto che c'era molto di più in lui. Una profonda anima ambiziosa, un cervello sopraffino, uno spirito caustico che l'aveva affascinata. Fred era totalmente in balia del suo fascino, della sua intelligenza, della sua bellezza che era sbocciata senza preavviso. Prima era una bambina tutta denti e capelli ricci troppo saccente, ma all'improvviso gli si era parata davanti una donna incredibile. Tra i campi assolati, il lago appartato e il capanno degli attrezzi, si erano innamorati perdutamente, cedendo a una tensione che lo aveva avviluppati tutta l'estate. Erano stati insieme un anno, stupendo tutti, soprattutto la famiglia Weasley, che vedeva Hermione già felicemente accasata con Ronald o Harry. Chi se lo sarebbe aspettato, che uno dei gemelli Weasley si potesse innamorare di Hermione Granger? Erano come il giorno e la notte, ma si completavano a vicenda. Lui così spensierato, divertente, un po' perfido a volte, ma passionale e impetuoso. Lei calma e posata, intelligente e riflessiva, leale e sincera. Due opposti che si incontrano, creando qualcosa di speciale. Ron non l'aveva presa bene all'inizio, ma aveva visto quanto si amassero quei due e non era riuscito a non essere felice per loro. Ovviamente dopo alcune discussioni non da poco, che però erano terminate in una resa da parte di Ronald  Quando Hermione aveva preso la decisione di partire, mesi prima di Harry, ne aveva parlato con lui.
 

Avevano appena fatto l'amore, cacciando George e Lee dalla stanza. L'anno scolastico stava per finire e Hermione sapeva che non ci sarebbe stato un settimo per lei. Harry le parlava degli Horcrux dall'inizio e aveva capito perfettamente che dovevano distruggerli. Silente da solo non poteva farcela. Aveva aspettato a lungo prima di dirlo a Fred, perché non era mai riuscita a farsi coraggio. La sola idea di lasciarlo, per quanto fosse necessaria, le spezzava il cuore in mille pezzi, impedendole di respirare. Ma lui, come sempre, sapeva vedere al di là dei suoi silenzi.

"Sei pensierosa, che ti prende, non ti è piaciuto?" Indagò scherzando. Erano ancora nudi e sudati, abbracciati sotto il letto a baldacchino coi colori di Grifondoro. Sapeva, anche senza chiederglielo, che le era piaciuto e che non era quello il problema, ma la rughetta di preoccupazione in mezzo alle sopracciglia era un chiaro sintomo che qualcosa non andasse.

"Devo dirti una cosa importante." Esordì, facendolo scattare sull'attenti. Quello sì che era un campanello d'allarme bello grosso!

"Ho l'impressione di dovermi vestire per affrontare questa conversazione." Scese dal letto senza aspettare una risposta, infilandosi i boxer e i jeans in tutta fretta, come se fossero la sua armatura e il suo scudo contro quello che stava arrivando.

"Fred, per favore è una cosa seria." Lui smise di infilarsi i vestiti, con una gamba fuori e una dentro i pantaloni. Una parte di sé aveva sempre saputo che lei lo avrebbe lasciato, ma si era illuso che potessero avere un lieto fine. Era troppo per uno come lui, si meritava di meglio. Lei aveva bisogno di un uomo serio, che le stesse al pari intellettualmente, che la sfidasse e fosse capace di darle tutto quello di cui aveva bisogno prima che lo chiedesse.

"D'accordo, ma se mi vuoi lasciare, promettimi che non ti metterai con Ron, o peggio, con George!" Cercò di sdrammatizzare, con scarsi risultati. Hermione si accigliò, alzando gli occhi al cielo. Lo faceva spesso con lui.

"Ma di che stai parlando?! Smettila di fare lo scemo! Non ti sto lasciando, almeno non come pensi tu!" Esclamò, tendendogli una mano per invitarlo ad avvicinarsi. Aveva bisogno di sentirlo vicino per riuscire a confessare il peso che si portava nel cuore da mesi.

"Va bene, non può essere peggio che rompere con me per Ron..."

"Silenzio!" Esclamò, frustrata. "Mi stai distraendo! Mi ero preparata un discorso perfetto e tu hai rovinato tutto!" Borbottò, cercando di riprendere il filo del discorso così come lo aveva pensato in origine. "Freddy, tu lo sai che Voldemort è tornato e che Harry è colui che sta cercando, quello che potrebbe salvare il mondo magico." Iniziò, facendo mente locale. Lui annuì, teso come una corda di violino.

"Cosa ha a che fare questo con noi?" Domandò cautamente.

"Ci sono delle cose che dovrò fare nei prossimi mesi, cose che mi porteranno lontana da Hogwarts, dalla Tana e da te..." Continuò, facendosi coraggio. Sceglieva le parole lentamente, come se le costasse fatica pronunciarle.

"Che genere di cose?" Domandò lui, sempre più in ansia.

"Harry ha una missione, deve trovare degli oggetti appartenuti a Voldemort per renderlo mortale come tutti noi, prima di poterlo uccidere..." Non poteva rivelare troppo del piano, perché anche se la cosa rischiava di ucciderla al solo pensiero, Fred poteva finire in mano nemica e spiattellare tutto sotto tortura o maledizione Imperius.

"E tu cosa centri?!" Squittì, con voce acuta e spaventata

"Da solo non può farlo, devo andare con lui, aiutarlo a salvare tutti voi." Aveva lanciato la bomba, ma lui non fece una piega. Immediatamente si sporse in avanti, con una luce febbrile negli occhi chiari.

"Voglio venire anche io, non ti lascerò rischiare la vita da sola!" Si offrì, incurante del pericolo, come suo solito.

"Non puoi venire, devi restare a prenderti cura della tua famiglia." Seguì una lunga discussione dai toni accesi e frenetici. Fred non ne voleva sapere di separarsi da lei e Hermione si rifiutava di cedere. Portò un sacco di valide motivazioni per cui dovesse seguirla, ma lei non voleva metterlo a rischio. Era una missione suicida, da cui potevano benissimo non tornare e lui doveva stare vicino ai suoi genitori, a Ginny. Il fatto che Ron andasse con loro non era d'aiuto. Dopo mille rimostranze, urla e imprecazioni, Fred si convinse a lasciarla andare.

"Promettimi che alla fine di tutto questo, ci ritroveremo in Sala Grande, sotto la porta, dove ti ho baciata la prima volta e che staremo insieme per sempre." Mormorò, col cuore gonfio di paura

"Te lo prometto..." Aveva sussurrato sulle sue labbra.
 

Ora, dopo un anno di lontananza, Hermione correva incontro alla sua promessa, col cuore traboccante di gioia. Non riusciva a pensare ad altro che a stringerlo tra le braccia e baciarlo, fino a perdere il fiato. Voleva perdersi nei suoi occhi e urlare al mondo il suo amore. Il castello era mezzo distrutto e irriconoscibile. Le torri mezze crollate, sembravano denti acuminati contro il cielo scuro della sera, con pennacchi di fumo che si levavano alti. I corridoi erano mezzi franati, i quadri carbonizzati, tracce di sangue, fuoco e maledizioni si potevano scorgere ad ogni angolo. Lei stessa era un disastro, coi capelli in disordine pieni di fuliggine e calcinacci, la faccia sporca e i vestiti strappati. Lui l'avrebbe sicuramente presa in giro, avrebbe riso del suo aspetto trasandato, ridendo in quel modo che le faceva volare il cuore. Non vedeva l'ora di sentire una delle sue battute idiote, di ridere con lui o di fingersi indignata. Superò una statua crollata con un balzo, mettendosi a correre come una scheggia, sentendo il richiamo del loro amore farsi più forte ed esigente ad ogni passo. Scivolò su una chiazza di sangue denso, rischiando di volare a pelle di leone lungo il corridoio di poi la porta sotto la quale si erano baciati la prima volta le si stagliò davanti divelta dai cardini. La Sala Grande era irriconoscibile, senza tavoli, candele o qualsiasi altro oggetto l'avesse decorata in precedenza. Si era invece trasformata in un'infermeria provvisoria. C'erano dei feriti che Madama Chips stava curando e qualcuno che sfortunatamente non ce l'aveva fatta sotto lenzuoli candidi impregnati di sangue. L'aria stessa era satura di dolore e sofferenza. Hermione si arrestò, rendendosi conto per la prima volta di quanta devastazione la circondasse. Ovunque guardasse c'erano famiglie in lacrime, amici bendati, storpiati, menomati, ma di Fred nessuna traccia. Forse era in ritardo, si disse, sarebbe arrivato a momenti. Poi sentì il pianto irrefrenabile di una donna e riconobbe Molly, che si stringeva ad Arthur, mentre Ron accasciato per terra ripeteva ossessivamente un nome. Il sangue le si geló nelle vene, la mente divenne un posto buio e oscuro riconoscendo quella singola parola.

"Fred!" Si rese conto di aver urlato solo in seguito. In quel momento c'era solo un terrore sordo, un panico strisciante che non aveva mai provato neanche sotto le amorevoli cure di Bellatrix. Mossa da un istinto più vecchio del mondo si mosse come in un incubo, passando di corsa nel corridoio di morti e feriti che era diventata la Sala Grande. Il cuore le batteva nelle orecchie come una campana a morto, come i ritocchi funebri che annunciavano tempi nefasti. Poi li vide, un gruppetto di persone più numeroso degli altri, che piangevano, urlavano e si sorreggevano a vicenda. Si fece largo tra le teste rosse dei Weasley per vederlo coi suoi occhi, ma sapeva già cosa avrebbe trovato. Fred giaceva per terra, tra le braccia di Percy, che lo scuoteva. Dal petto gli usciva ancora del sangue, una quantità che lo ricopriva da capo a piedi, inzuppando sia i suoi abiti che quelli dei suoi familiari. Ron ne aveva le mani ricoperte e Charlie doveva tenere George perché non si accasciasse al suolo, urlava senza fiato un dolore indescrivibile, incapace di emettere un suono mentre il fratello lo sorreggeva. Gli occhi di Fred conservavano ancora un po' di vita, ma se nestava andando. Hermione cadde al suo fianco, prendendogli una mano gelida tra le sue. Lentamente spostò gli occhi nei suoi, mettendola a fuoco con difficoltà, ma quando la vide ricambiò appena la stretta, in un debole tentativo di saluto. Il suo sorriso era tirato, eppure c'era. La guardava, ma non la vedeva, con la vita che lo abbandonava ad ogni respiro rantolante.

"Fred ti prego no, non lasciarmi!" Strillò Hermione, in preda al panico. Non poteva accadere, non era vero, quello era sicuramente un incubo tremendo e lei era ancora nel suo letto a Villa Conchiglia, perché quello era uno scenario inaccettabile.

"Hermione...mi...dispiace...per..." Rantolò, cercando di parlare nonostante il dolore dilaniante che stava provando. Ebbe un eccesso di tosse e un rivolo di sangue gli coló lungo il mento, poi sembrò accasciarsi tra le braccia di Percy, completamente svuotato.

"Oddio no! Fred ricordati cosa miavevi promesso! Me l'hai fatto giurare, alla fine di tutto ci saremmo ritrovati qui, dove mi hai baciata per la prima volta e saremmo stati insieme per sempre! Non puoi rimangiarti la promessa! Non posso perderti, ti prego non lasciarmi sola!" Lo implorò, sentendo le lacrime scendere copiose sul suo volto sporco, la voce spezzarsi e il cuore andare in mille pezzi. Lui le strinse lievemente la mano, cercando di mettere in quel gesto le parole che non riusciva a pronunciare. Alle sue spalle i Weasley si disperavano, ma lei non li sentiva. Aveva occhi e orecchie solo per Fred, che giaceva al suolo sempre più bianco.

"Ci dev'essere qualcosa che possiamo fare, vi prego, chiamate Madama Chips!" Li implorò. Ma nessuno si mosse, nessuno accolse le sue preghiere, neanche George.

"Hermione, non c'è più niente da fare..." Non sapeva di chi fosse quella voce e non le importava niente. Senza Fred la sua vita non aveva alcun senso. Aveva vissuto nell'ultimo anno solo in previsione di quel momento, solo per lui, per il suo amore. Era stata torturata, aveva perso la sua famiglia, vissuto come una fuggiasca, col panico di sentire i nomi delle persone che aveva di più care al mondo pronunciate nell'elenco dei morti, aveva visto Harry morto tra le braccia di Hagrid sacrificarsi per il mondo intero, certa che tutto sarebbe andato bene e che avrebbe potuto avere la vita che aveva sempre immaginato. Voleva solo lui, una casa vicina a quella di George, perché non poteva vivere senza il gemello, dei bambini dai capelli rossi e ricci, con il suo carattere solare, un cane e i pranzi con la famiglia Weasley al completo, un posto al Ministero e un marito che amava con tutto il cuore. Non le sembrava di chiedere troppo. Non voleva la fama, né la gloria di aver contribuito a salvare il mondo. Solo lui, con la sua risata contagiosa, i suoi scherzi assurdi, il suo modo di vedere oltre i muri che aveva eretto contro tutto e tutti.

"Vi prego, ho solo lui al mondo, fate qualcosa! Non chiedo altro, prenditi me, ma lascialo vivere!" Non sapeva neanche a chi si stava rivolgendo, non le importava di apparire una pazza né di cosa avrebbero pensato gli altri. Voleva che lui vivesse, se lo meritava molto più di lei. Fred con la sua gioia portava la felicità nel mondo, lei cosa faceva di buono? Doveva esserci un modo, doveva provare. Prese la bacchetta, tentando ogni incantesimo curativo che conoscesse, ma sembrava che niente avesse effetto. La ferita suo suo petto, continuava a sanguinare imperterrita, allargando la pozza sotto le sue ginocchia.

"Hermione ti prego, vieni via, no nc'è niente che possiamo fare." La voce di Percy era accanto a lei, così come la sua mano calda, e i suoi occhi colmi di lacrime. L'odiato fratello che aveva scelto il Ministero invece della famiglia ora era nuovamente al loro fianco, nel momento peggiore di tutti.

"Invece no, è ancora vivo e finché vive possiamo fare qualcosa!"  Si scrollò di dosso la sua mano, cercando di fare mente locale. Il problema era che non sapeva cosa. Le ferite erano gravi e aveva perso molto sangue. Non era una medimaga ed era certa che Madama Chips avrebbe fatto qualcosa se avesse potuto. Le nozioni in suo possesso non sarebbero state sufficienti, ma se la magia non funzionava allora cosa poteva fare per lui? La risposta venne da un rantolo strisciante di Fred  con la bocca piena di sangue e il volto smunto, era a un passo dalla morte. La sentiva aleggiare tra loro, pronta a portarlo via. Lentamente, tra un sìnghiozzo e l'altro, un'imprecazione e un incantesimo, cominciò ad accettare l'idea che Fred sarebbe morto. Cominciava a respirare a fatica, con brevi rantoli, non parlava più e il suo cuore perdeva battiti con più frequenza. Incurante del sangue gli prese la testa e se la mise sulle gambe, in modo che lui potesse vederla e tentò di fare un sorriso tirato. Se non poteva salvarlo, almeno poteva confortarlo nei suoi ultimi istanti.

"Amore non aver paura, pensa a tutte le avventure meravigliose che ti aspettano. Lo so che sarai solo e sentirai la mia mancanza, ma io sarò sempre con te, rimarrò nel tuo cuore e tu nel mio. Non ci sarà giorno in cui non ti penserò, in cui non ti amerò...mi prenderò cura di George e comprerò quella casa accanto alla sua per tenerlo d'occhio. Si sa che senza qualcuno accanto si caccerebbe nei guai. Se non ci sarai tu, prometto di farlo io. Sarò lì per lui ogni volta che servirà. Prenderò in giro Ron per te e sarò al fianco di Ginny quando avrà bisogno di una guida...ti prometto che non li lascerò mai soli..." Parlò a ruota libera, senza smettere un attimo di piangere, per rassicurarlo. Sapeva che il suo maggior rimpianto sarebbe stato quello di lasciare i suoi cari, che non gli importava della morte né del dolore. Lui aveva paura solo per coloro a cui voleva bene.

"Non preoccuparti del negozio, darò una mano a George con gli incantesimi e le pozioni, ma anche a mandarlo avanti se avrà bisogno. Vedrai sarà un successone!" Aggiunse, cercando di arginare il fiume di lacrime che le impedivano di guardarlo. Voleva imprimersi i suoi tratti nella mente, portarli nel cuore per sempre, facendo in modo che vivesse almeno in lei. Fred fece un piccolo cenno del capo, segno che aveva capito, che quelle parole lo stavano accompagnando serenamente verso la morte. "Amore non fa male, vero? Vedrai che passerà presto...ti amo Fred, ti amo, ti amo, ti amo." Ripeté  quella parola a lungo, come un mantra, mentre il respiro si faceva sempre più debole e il battito del suo cuore non bastava più per far sgorgare il sangue dalle ferite. Era quasi finita e il pianto della signora Weasley si fece così acuto da soffocare qualsiasi altra cosa. Hermione però vedeva solo Fred, udiva solo i suoi respiri spezzati, desiderando con tutta se stessa di potersi sostituire a lui. La sua speranza ormai era flebile come la scintilla di vita che lo animava quando ad un tratto sentì un grido diverso da tutti gli altri, un grido inumano, che non aveva mai udito in vita sua. Eppure non sollevò lo sguardo, non le importava se il mondo stava per finire, se Voldemort era risorto e stava per morire, niente aveva più importanza. Tutta la sua felicità stava spirando tra le sue braccia e lei avrebbe accolto la morte come una gioia.

"Fanny!" Era la voce di Ron. Seguì il suo sguardo, ammirando l'uccello maestoso volteggiare sul soffitto della Sala Grande e lanciare grida acute e perforanti. Era splendida, con le piume rosse e gialle lucenti, il becco nero acuminato e quell'aria regale che caratterizzava ogni suo battito d'ali. Fece un paio di giri sopra le loro teste, poi ad un tratto la fenice di Silente piombò dal cielo e si fermò accanto al corpo di Fred. Con un balzello si avvicinò ad Hermione, inclinando il capo con gli occhi scuri intelligenti che le scavavano l'anima. L'uccello la guardò piangere, scrutandola come se capisse il suo dolore, poi chinò il capo sulle ferite del ragazzo e versò lacrime cristalline sulle ferite. Sotto lo sguardo incredulo di Hermione, quelle cominciarono a rimarginarsi. I grossi squarci che la sua magia e le pozioni non avevano curato, improvvisamente si richiusero, lasciando dietro di sé solo carne pallida e rosea. Il respiro di Fred si fece più regolare e profondo e la sua pelle cerea riacquistò colorito.

"Le lacrime della fenice possono salvare la vita anche a chi è a un passo dalla morte." Recitò Charlie, con un tono quasi reverenziale. Molly svenne per il sollievo tra le braccia del marito, Ron e Percy si accasciarono al suolo e George si fiondò accanto a lei. Fred stava riprendendo conoscenza e li guardava senza capire quello che stava succedendo. Hermione gridò e pianse ancora più forte, di gioia questa volta, stringendo George in un abbraccio spacca costole. La fenice gli aveva salvato la vita! Singhiozzando come una matta, incapace di mettere insieme due parole di senso compiuto, lo vide alzarsi lentamente a sedere, saggiando la mobilità del suo corpo perfettamente guarito. Si portò una mano al petto, toccando il punto in cui fino a due secondi prima c'era stato uno squarcio e sorrise, incredulo davanti a quel miracolo. Immediatamente tutti i suoi familiari gli furono addosso, stringendolo in abbracci calorosi, pacche e frasi sconnesse di felicità. Fred, ancora intontito e confuso, restituì ognuna di quelle manifestazioni d'affetto con altrettanto impeto. Si rimise in piedi con meraviglia crescente, toccandosi il punto in cui prima c'erano le ferite per la centesima volta, come se fosse tutto un sogno. Lo fece ancora e ancora, strofinando la pelle, finché George non gli diede una pacca affettuosa sulla mano. Non poteva credere di essere ancora vivo! Aveva visto chiaramente la morte in faccia, sentito il corpo freddo che non rispondeva ai suoi comandi, la mente che ormai si era fatta lenta. Sapeva che stava per morire e il suo unico rimpianto era che non avrebbe potuto mantenere la promessa fatta a Hermione. Ora invece era vivo e si sentiva in piena forma, come se si fosse appena svegliato da un brutto sogno, ma pieno di voglia di vivere. La vide accasciata a terra, ferita, scarmigliata, sporca del suo sangue, piangente. Era disperata, singhiozzava senza riuscire a riprendere fiato, con le grosse lacrime che le rigavano le guance sporche di terra e sangue. Non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. In un attimo l'afferrò e tirò in piedi, la strinse forte a sé e la baciò. Lei ricambiò quel bacio con tutta la forza della disperazione e del sollievo, infondendo in quel momento tutta la paura e il dolore che aveva provato. Sapeva di lacrime e terra, di sangue e dolore, ma fu il bacio più bello che si fossero mai dati in tutta la loro vita.

"Sei...sei...oddio Fred sei vivo! Pensavo di averti perso, di non poterti più baciare, abbracciare, toccare...io...ti prego non lasciarmi mai più!" Balbettò, asciugandosi le lacrime convulsamente.

"Neanche sotto tortura. Ti amo Hermione e non voglio vivere un minuto della mia patetica nuova vita senza di te!" Alle sue spalle George li strinse entrambi in un abbraccio di gruppo.
 

"Ricordati che ci sono anche io! Mi hai fatto prendere un colpo, a chi avrei detto che sono il più bello dei due, senza un gemello brutto con cui fare il paragone?" Scoppiarono tutti a ridere, sentendosi finalmente leggeri. Era tutto finito, Voldemort era morto e il mondo era salvo, ma cosa più importante di tutte, Hermione e Fred erano insieme, più forti della morte, del tempo e delle distanze. Fanny spiccò il volo con un grido, sparendo all'orizzonte. Rimasero tutti a guardarla andarsene, portatrice di gioia e speranza. Nessuno la vide mai più.  

 

   
 
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