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Autore: Nuage_Rose    15/10/2023    0 recensioni
ModernAU:
il nostro trio è davanti alle porte del casinò di Las Vegas, dove Ron scorpirà di non essere fortunato nel gioco d'azzardo... ma forse lo è in amore e ancora non lo sa.
» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵
» Prompt:poker, lista PumpNight
#writober2023 #fanwriteri
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt:
poker, lista PumpNight
» N° parole: 675

Poker Night

 

“Noi NON dovremmo essere qui!” sibilò Hermione ai suoi due migliori amici, Harry e Ron.
Il primo fece spallucce, il secondo invece era ormai già entrato nel locale. “Ah!” esplose la ragazza, massaggiandosi la fronte. Non riusciva a credere di essersi cacciata in quel guaio, tutto perché Ron voleva provare a fare dei “soldi facili.” Come se il gioco d’azzardo fosse facile.
Harry le si avvicinò, sistemandosi la giacca nera dello smoking: “Lo sai che ci tiene, cosa ci costa accontentarlo?”
Lei serrò la mascella e incrociò le braccia al petto: “La fai facile tu, non hai certo problemi economici… e poi che necessità c’era allora di farmi vestire così?”
Indicò l’abito da sera verde smeraldo pieno di lustrini, aderente e con spacco laterale che indossava. Harry la guardò ed esclamò: “Mi pare ovvio, distrarrai i giocatori che non capiranno come una così bella ragazza possa anche essere intelligente. E fregherai ogni loro dollaro, dopotutto sei la studentessa più brillante che conosca.”
Le fece un sorriso sornione a cui Hermione non seppe resistere e borbottò, arrossendo: “Adulatore… ah, e va bene, andiamo a giocare a poker.”
Così anche gli altri due ragazzi entrarono ed Hermione ringraziò mentalmente di non essere sola in quel locale, pieno di uomini che la spolpavano con lo sguardo, indugiando sulla sua generosa scollatura. Istintivamente si coprì con la pochette nera, mentre Harry la conduceva al posto a sedere accanto a Ron: “Facciamo così: tu giochi, io ti finanzio.”
Le appoggiò una mano sulla spalla scoperta, incoraggiandola. Ma quel gesto creò un moto di stizza verso il loro amico Ron, che aveva già perso venti dollari: “Non dispiacerebbe nemmeno a me avere un finanziamento, amico.”
Harry ridacchiò: “Ti aiuterei anche, se non fosse che non sei un tipo molto fortunato nel gioco… magari lo sarai in amore, dai.”
Quella battuta fece arrabbiare più del necessario Ron, che serrò la mascella e la cosa non sfuggì ad Hermione. Ma doveva pensare al gioco in quel momento, Harry le aveva affidato le sue finanze e non poteva certo deluderlo.
Vinse ai primi due giri ed il terzo fu senza Ron, che sbuffando aveva gettato le sue carte sul tavolo da gioco e si era alzato, brontolando: “La solita fortuna del principiante… ah, meglio che mi prenda qualcosa da bere.”
Stava per andare verso una delle cameriere vestite da conigliette, quando Harry lo fermò: “Lascia stare, prendo io da bere per tutti. Tu resta con Hermione e, già che ci sei, impara.”
Ron fece una risatina sarcastica mentre l’amico si dirigeva al bancone del bar. Così lasciò soli gli altri due.
“Bella mano” il soffio del respiro di Ron sul suo collo fece sobbalzare Hermione, che fu solo capace di borbottare qualcosa che assomigliava ad un grazie. Sentì poi il petto muscoloso di Ron contro la sua schiena mezza nuda, da quando aveva iniziato ad avere i pettorali? E da quando il suo profumo le faceva girare la testa?
Senza nemmeno rendersene conto, perse la mano per poco. Successe di nuovo, avere Ron così vicino la destabilizzava e non riusciva a pensare ad altro che al suo profumo, al calore del suo corpo e al suo tocco che ogni tanto le sfiorava le spalle.
Fu un sollievo per lei sentire la voce di Harry e trovarsi tra le mani il suo drink: “Hai esaurito la fortuna?”
Lei si voltò, rossa in viso: “F-forse dovremmo cambiare gioco… o andare alla nostra stanza.”
I ragazzi la guardarono confusi e Ron replicò: “Pensavo ci avessi ormai preso la mano, prima che se ne andasse Harry andavi benissimo… magari sono io che porto sfortuna.”
Ad Hermione non piacque quella frase, anche se detta con autoironia: “No! Tu… non porti sfortuna.”
Lo disse con talmente tanta enfasi da sorprendere i suoi due amici. Hermione si alzò dal tavolo, prendendo le fiche che le erano rimaste: “Queste bastano, ho comunque raddoppiato la cifra di Harry… andiamo.”
Prese sotto braccio Ron, facendolo arrossire e costringendolo a seguirla fuori dal casinò, mentre Harry li seguiva compiaciuto.

   
 
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