Mihael
abbassò il
capo, fissando la missiva che suo padre
gli aveva inviato. Erano anni che mancava da casa, dopo essere stato
mandato
come ostaggio alla corte della casata Tsukumo, una tra le
più potenti del regno
di Heartland. Yuma, quel ragazzo entusiasta ed amichevole, per nulla
altezzoso
nonostante la sua linea di sangue, era stato il primo a dargli fiducia,
ignorando gli ammonimenti dei consiglieri. Mihael si era ritrovato, suo
malgrado, sempre più legato a lui, senza capire cosa stesse
succedendo.
Incontrare per caso quel ragazzo bastava a migliorargli
l’umore, e a fine
giornata il giovane Arclight si ritrovava a ripercorrere mentalmente
ogni suo
gesto, ogni sua parola, gustandosi quella strana felicità
dolceamara.
-Mihael.
Se la situazione tra
Arclight ed Heartland dovesse peggiorare… Voglio che tu
uccida Yuma.
Il
ragazzo aveva annuito senza
fiatare, conosceva il delicato equilibrio tra i nobili di Heartland.
Con un
vuoto di potere nella famiglia Tsukumo, le altre casate avrebbero
finito con
l’azzuffarsi tra loro per ottenerne i possedimenti,
indebolendosi. Byron sapeva
bene come smuovere le acque, per proteggere il suo piccolo regno, e non
aveva
problemi a sacrificare uno dei suoi tre figli. Dal
canto suo, Mihael non avrebbe mai saputo disobbedirgli.
Rimase
immobile a lungo, in piedi
accanto al letto di Yuma, ascoltandone il respiro regolare. Era il
momento
buono, poteva soffocarlo con un cuscino e piantargli il pugnale nel
petto,
prima di suicidarsi mordendosi la lingua. Era il momento giusto, ma non
riusciva ad agire. Non voleva fare del male a Yuma, non voleva
trascinarlo con
sé nella tomba, anche a costo di rovinare il suo stesso
regno.
-Non
sono tagliato per regnare… e
forse è per questo che mio padre ha fatto di me un sicario.
Ebbe
l’impressione di aver
infranto un sogno, dando voce ai suoi pensieri. Senza più
aprire bocca, si
sedette accanto al letto, a gambe incrociate, con la lama appoggiata
sulle
cosce. Poco prima dell’alba, recise con un colpo secco la
treccia, lasciandola
accanto a Yuma, come si usava ad Arclight. L’ultimo saluto
dei condannati a
morte alle persone che amavano.
-Yuma
non deve assistere. È il
mio ultimo desiderio.
Si
era consegnato alle guardie,
raccontando il piano architettato da suo padre, ben consapevole di
ciò a cui
sarebbe andato incontro. Durante l’infanzia, Byron gli aveva
descritto nei
minimi particolari come avvenivano le esecuzioni dei regicidi, forse
nella
speranza che preferisse il suicidio a quella lenta e disonorevole
agonia.
Infilò
obbedientemente la testa
nel cappio, e attese. La corda era corta, avrebbe ballato a lungo, ma
sarebbe
sopravvissuto, così come avrebbe superato la castrazione e
l’eviscerazione. E
poi… poi lo avrebbero legato ai cavalli, e squartato
lentamente. Ma in fondo,
se lo meritava. Nemmeno ad Heartland c’era posto per i
traditori.
Angolo
autrice: ho finito di
leggere giusto due giorni fa una fanfiction bellissima su Yuma e
Mihael, e la
coppia mi è rimasta appiccicata, anche se non
riuscirò mai ad apprezzare Yuma. Oltre
a ciò, la pena prevista nel Medioevo per il regicidio era
quella che avete appena
letto, mi dispiace se vi causerà incubi.
A
domani,
Hime
Ps:
la fic la potete trovare al link
https://archiveofourown.org/works/50177347
. Sì, ho pianto.