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Autore: crazy lion    18/10/2023    0 recensioni
Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo. Libro terzo: La maledizione del titano.
Annabeth, figlia di Atena e di un mortale, è stata rapita. I suoi amici, assieme alle Cacciatrici, la stanno cercando in una corsa disperata, tra mostri e altre difficoltà, per salvare sia la ragazza che la Dea Artemide, Signora di queste ultime, portata via anche lei.
Per quanto mi importi moltissimo della salvezza della seconda, questo acrostico è dedicato ad Annabeth. Riuscirà a farcela? Se non la troveranno, presto verrà uccisa. La seguente poesia è il mio unico modo per starle vicina e vivere l'angosciante attesa di sapere se e come verrà messa in salvo e in che condizioni verserà.
Disclaimer: il personaggio di Annabeth non mi appartiene, ma è proprietà di Rick Riordan.
Genere: Angst, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“I love her like my own daughter.”
(Frase pronunciata da Gabrielle, o Olimpia, nella serie televisiva Xena: Warrior Princess o Xena: Principessa Guerriera)
 
 
 
Lost in the darkness
Hoping for a sign
[…]
Never stop hoping
Need to know where you are
But one thing's for sure
You're always in my heart
[…]
I want to embrace you
And never let you go
(Within Temptation, Somewhere)
 
 
 
I look to you and you give me strength
Always my baby girl
Already know you're gonna change the world
[…]
I'll say a prayer and keep you near
You're always there with me
 
I promise, I'll be there
Don't worry
(Demi Lovato, I.C.U. (Madison’s Lullabye))
 
 
 
 
Annabeth, resisti amore, rimani con noi, ti prego, non puoi morire!
 
Annabeth, sei il mio personaggio preferito della saga, anche se sono solo al terzo libro.
Noi siamo diverse: a te piace la matematica, conosci il greco antico e vuoi diventare un architetto.
Non sono come te. Io amo scrivere, leggere, le materie umanistiche e vorrei fare la traduttrice.
Ah! Mi dispiace che il rapporto con tuo padre e la matrigna sia difficile. Io ti amerei così tanto!
Be’, in realtà siamo anche simili. Tu sei determinata, dolce, hai salvato più volte la vita a Percy.
E sei fortunata ad avere degli amici con te. Le mie amiche sono lontane, ma farei di tutto per loro.
Tuttavia, questo non è il momento di parlare di tali cose, anche se sono importanti.
Hey, eri solo una bambina di sette anni, sei arrivata fino al Campo Mezzosangue tra mille pericoli.
 
Rimango dell’idea che non avresti dovuto perdonare tuo padre. Non condivido la cosa, la rispetto.
E, comunque, c’è altro su cui concentrarsi, ora. Corri un pericolo. Forse morirai per mano di Luke.
Sei tu la persona più importante per me in questa saga. Percy ti sogna. E i suoi sogni dicono il vero.
Io ti ho vista in uno. Con le braccia piene di tagli e graffi, sostenevi un tetto che stava per crollare.
Sei caduta priva di sensi, quando la Dea Artemide, prigioniera come te, ha preso il tuo posto.
Ti ha portata via Luke. Ha detto che potresti servirgli, che fa tutto parte del piano.
Io… Come fa a essere così spietato? Chi è la voce nelle tenebre che voleva farti ammazzare?
 
Ah, piccola, non so cosa senti o provi, ora che sei incosciente. Niente? Se rinvenissi, soffriresti.
Ma sei determinata, non ti arrendere, non mollare, anche se sei in questo terribile stato.
Ora i tuoi amici Percy, Talia e Grover ti stanno cercando assieme alle Cacciatrici.
Rimani sempre nel cuore di tutti e tre. Non parlano spesso della loro angoscia, ma stanno male.
E io sono angosciata tanto quanto loro. Il cuore mi batte all’impazzata, respiro a fatica.
 
Resti una Mezzosangue, nata da un mortale e Atena, che ti ha mandata, neonata, in una culla dorata.
Io ti avrei presa fra le braccia, stretta a me, cullata, curata e amata come ogni buona mamma.
Ma non ho potuto. Non sono in quei romanzi, anche se vorrei. Per aiutarti, per starti accanto.
Anche se Chirone ti ha cresciuta da quando avevi sette anni, e gliene sono grata, non è una mamma.
Non voglio dire che lui non abbia fatto del suo meglio, o che Atena non ti voglia bene.
Io penso solo quello che ho capito: gli Dei non si occupano spesso dei loro figli.
 
Con questi pensieri in testa, e il fatto che tra quattro giorni potresti essere morta,
oh, io non riesco a stare tranquilla. Non ce la faccio. Ci ho provato, ma invano.
Non esagero quando dico che ti penso spesso. E temo per la tua vita.
 
Non c’è niente da fare: quando mi affeziono a un personaggio e ha un problema, soffro per lui.
Ora, devi sapere che ci sto male anche di notte. Ho incubi tremendi e mi sveglio in lacrime e sudata.
Io ti vedo legata, torturata nel fisico e nella mente, picchiata e stu… No, Luke non lo farebbe. O sì?
 
Ti prego, continua a lottare, anche se sei incosciente. Non so come Luke ti tenga in vita, ma vivi!
Io, per quel che vale, ti sto accanto con il cuore e il pensiero. Che le mie parole ti raggiungano!
 
Per te entrerei nella saga in modo da aiutare gli altri, anche se sono mortale.
Resto qui e vorrei fare qualcosa, ma solo l’autore sa com’è andata la questione.
E lo farei soprattutto per Percy, Grover e Talia, perché sono legata a tutti, mi sembra normale.
Grondo di sudore e poi mi vengono i brividi al pensiero di quello che ti sta succedendo.
Oh, e come mai avresti voluto unirti alle Cacciatrici? No, il momento di avere risposte non è questo.
 
Non lo sai, ma mi dai forza, come se fossi davvero mia figlia.
Ormai non sei più la stessa di prima. Nello scorso libro sei quasi deceduta e ora sarai traumatizzata.
Non è assolutamente colpa tua, non pensarlo. È di quei bastardi che ti hanno rapita.
 
Per questo non mi stupirò se soffrirai di incubi e di PTSD, quando sarai libera. Se lo sarai.
Una cosa, comunque, è certa: nessuno dei tuoi amici mai ti abbandonerà, e nemmeno io.
Oddio, il solo pensiero di quel secondo se mi fa accapponare la pelle.
Io spero che tu sopravviva, ma ho un brutto presentimento. E quando ho sensazioni negative…
 
Morire. Tu potresti morire, Annabeth! Non riesco a immaginare igli altri libri senza te.
Ora, rivolgermi a Dio mi pare esagerato. Mentre leggerò, pregherò gli Dèi affinché ti proteggano.
Resta Artemide con te. È una Dea, ma rimarrà prigioniera per sempre, se non vi salveranno la vita.
Il punto è che siete deboli e vulnerabili. I poteri della Dea non funzionano lì. I rapitori potrebbero…
Respiro. Devo calmarmi. Non ci riesco. Dove siete, Annabeth? Dove vi trovate, tesoro?
E se… e quando sarai al sicuro, ti abbraccerò, anche se non dal vero, e mi occuperò di te.
 
 
 
NOTE:
1. i Mezzosangue, o Semi-dei, devono essere cresciuti dal genitore mortale.
2. Chirone è un centauro.
3. I mortali non vedono i mostri e, quando essi attaccano i Semi-dei, questi ultimi non capiscono bene che cosa loro percepiscano. Sanno solo che è come se a loro apparisse tutto attraverso una foschia. Per cui io, che sono mortale, non avrei mai potuto partecipare a quest’impresa. Noi mortali, tra l’altro, non possiamo andare al Campo Mezzosangue, non lo vediamo, quindi avrei potuto conoscere Annabeth prima che iniziasse a viverci.
4. Lei ha sempre avuto un rapporto molto difficile con il padre e la matrigna. Da bambina era molto sola, veniva attaccata dai mostri che sentivano il suo odore, e così a sette anni è scappata di casa. Ci è tornata solo dopo cinque, perché Percy l’ha convinta a dare una seconda possibilità alla sua famiglia. Per tutti quegli anni, i ragazzi del Campo, compreso lui, anche se si sono conosciuti solo quando il ragazzo aveva dodici anni, sono stati la sua famiglia, soprattutto quelli della Casa di Atena, ma Chirone le ha comunque fatto da padre.
5. PTSD è l’acronimo di Disturbo Post-traumatico da Stress.
Anche se questa è una saga fantasy, realisticamente una persona che viene rapita e che, comunque, che subisce tutto quello che i personaggi vivono, non solo Annabeth, dovrebbe stare malissimo, in seguito. La cosa, nella saga, almeno fino a ora, non è stata trattata molto bene, e secondo me si è trattato di un errore da parte di Rick Riordan, anche perché sono libri per ragazzi dagli undici anni ai quindici, quindi loro sarebbero già abbastanza grandi per capire certe cose.
Ecco cosa dice il manuale MSD sul PTSD.
Il disturbo da stress acuto e il disturbo post-traumatico da stress sono reazioni ad eventi traumatici. Le reazioni includono pensieri o sogni intrusivi, evitamento dei ricordi dell'evento, e effetti negativi su umore, cognizione, eccitazione, e reattività. Il disturbo da stress acuto inizia in genere subito dopo il trauma e dura da 3 giorni a 1 mese. Il disturbo post-traumatico da stress può essere una continuazione del disturbo da stress acuto o può manifestarsi fino a 6 mesi dopo il trauma e durare > 1 mese. La diagnosi avviene in base a criteri clinici. Il trattamento prevede terapia comportamentale e qualche volta terapia farmacologica a base di inibitori della ricaptazione della serotonina o farmaci antiadrenergici.
[…]
I sintomi del disturbo da stress acuto e del disturbo post-traumatico da stress sono simili e comportano generalmente una combinazione dei seguenti elementi:
•  Sintomi di intrusione: ricordi o sogni ricorrenti, involontari, ed angoscianti dell'evento traumatico (nei bambini < 6 anni, può non essere chiaro se i loro sogni spiacevoli siano legati alla manifestazione); reazioni di dissociazione, (in genere flashback in cui i pazienti rivivono il trauma, anche se i giovani bambini possono spesso rimettere in scena l'evento in gioco); e il disagio a fattori scatenanti interni o esterni che ricordano alcuni aspetti del trauma (p. es., vedendo un cane o qualcuno che assomiglia a un aggressore)
• Sintomi di evitamento: evitamento persistente di ricordi, sentimenti, o promemoria esterni del trauma
• Effetti negativi sulla cognizione e/o sull'umore: incapacità di ricordare aspetti importanti dell'evento traumatico, pensare in modo distorto alle cause e/o alle conseguenze del trauma (p. es., che loro sono da biasimare o che avrebbero potuto evitare l'evento mediante determinate azioni), una diminuzione delle emozioni positive e un aumento delle emozioni negative (paura, senso di colpa, tristezza, vergogna, confusione), generale mancanza di interesse, ritiro sociale, una sensazione soggettiva di intorpidimento, e un'aspettativa breve del futuro (p. es., pensando “Non voglio vivere per vedere i miei 20")
• Alterazioni dell'eccitazione e/o della reattività (p. es., iperattivazione): nervosismo, risposte di allarme esagerate, difficoltà nel rilassarsi, difficoltà nel mantenimento della concentrazione, sonno disturbato (talvolta con incubi frequenti), e comportamento aggressivo o incauto
• Sintomi dissociativi: sentirsi alienato dal proprio corpo come in un sogno e sensazione che il mondo sia irreale
 
   
 
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