Living is easy with eyes closed

(L’infinito è rotolato bianco dalla tua nuca)

Quando era notte e loro due riposavano insieme, sotto le lenzuola fresche, Nobu le sussurrava tutto il loro futuro. Tracciava con le dita castelli di nuvole, d’aria – «Hachi, un giorno, sai, i Blast saranno conosciuti in tutto il Giappone e saremo così felici. Potrei scriverti una canzone e canticchiarla quando cammineremo insieme mano nella mano, sotto l’ombra dei ciliegi in fiore. Immagina, io e te seduti vicino a un albero, con i petali chiari che cadono sul bento che hai preparato con tanta cura e le note di qualche canzone diffuse nell’aria, sicuramente cantata da Nana, mentre Shin ci chiederà perché si dice che, accanto ai ciliegi, c’è sempre sotterrato un cadavere... e Yasu riderà di questo», mormorava.

All’orecchio di lei, con le labbra che si muovevano veloci, sognava ciò che sarebbero stati con più soldi. Percorreva, solo con la voce, il futuro.

«Oh, Nobu», rispondeva Hachi, ridendo allegra. «Ma va bene anche così... non trovi? Non desideri troppo?», e lo stringeva così forte, fra le sue braccia, con un trasporto che non aveva mai posseduto per qualcuno se non se stessa. Le sue parole scherzose non lo toccavano più di tanto, perché anche Hachi voleva quel futuro roseo che, da bimba, aveva disegnato su un foglio di carta di riso.

«Certo, Hachiko, desidero tutto quanto», e si chinava sulla sua bocca, baciandola.

Te, il successo della band, noi due sempre, sempre insieme, con le mani unite e strette in una presa infinita.

Poi, la notte divenne più buia. Hachi sentiva il freddo dell’abbandono – ma no, no, era colpa sua, soltanto colpa sua – e le lenzuola su di sé le ricordavano solo altri momenti in cui la felicità era come la panna, soffice e dolce, vicina.

Le lacrime di Hachi inzuppavano il cuscino, mentre lui non c’era. E non ci sarebbe più stato – e le lacrime, un giorno, si sarebbero fermate? L’amore che confessava per Takumi sarebbe mai bastato?

Si diceva di sì, chinandosi sotto il peso del bambino nella sua pancia.

Chiuse gli occhi e le orecchie, allora, per non vedere più quello sguardo pieno d’amore, per non sentire più quella forte melodia che le trillava nell’anima.

«Sai, Hachi, ho scritto una canzone. La vuoi sentire? Parla d’amore», diceva fra i suoi capelli sottili.

Le sue parole, nella notte non più solitaria, erano già musica: piene di speranza, sognavano un futuro che non ci sarebbe mai stato. Ricordavano una melodia ed erano così dolci da riempire l’anima d’emozione, senza più cancellarsi dalla mente. E trillavano, trillavano nel buio.

Anche quando Takumi dormì con lei, la notte di nozze.

♪  N/A:

Il titolo è un verso di Strawberry fields forever dei Beatles (da notare infatti il colore scelto XD) il sottotitolo è un verso di Rimbaud. Ringrazio la nee-san Leti per la sua lettura pre-post, perché la sua opinione mi è sempre utile quando sono incerta *-* E visto che le è piaciuta molto, ecco qui anche per voi questa Nobu/Hachi.

Spiegazione temporale: nel primo pezzo, ovviamente, Hachi e Nobu stanno insieme; nel secondo ho rievocato la scena di lei e Nobu quando lui scopre che è incinta, lasciandola poi in lacrime nel letto (e arriva Takumi >_>); la terza è di nuovo prima, ma con un accenno al futuro di Hachi. Oh, Nobu non la lascerà mai, vero? Personalmente lei lo ricorda ancora, lo ama dentro di sé.

Ora vado, recensite, mi raccomando *_*

Kò