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Autore: Shainareth    19/10/2023    1 recensioni
[Gundam SEED] Quel pensiero gli riportò alla mente quello a lui più caro di Miriallia, la persona che sopra tutti lo aveva aiutato ad aprire la mente e a vedere quella maledetta guerra sotto un’altra prospettiva.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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RIMPIANTI



Con la fronte pigiata contro la grande vetrata che dava verso lo spazio aperto, Dearka osservava il punto in cui da un pezzo era scomparsa l’Archangel. L’aveva seguita con lo sguardo finché aveva potuto, provando un groviglio di emozioni che non riusciva bene a decifrare.
   Aveva vissuto su quella nave per ben cinque mesi, dei quali soltanto uno come prigioniero. In seguito era rimasto lì prima come ospite, indeciso sul da farsi esattamente come il resto dell’equipaggio, poi come alleato. Mai nella vita si sarebbe aspettato un risvolto come quello. Mai avrebbe immaginato di battersi contro i suoi stessi commilitoni e di farlo accanto a un nugolo di quegli stessi naturals che aveva avuto inizialmente intenzione di distruggere.
   Aveva conosciuto il loro dolore, le loro difficoltà, la loro natura umana. Erano identici ai coordinators. Quella guerra non aveva alcun senso, non più. Il fatto che ormai la pace fosse a un passo dall’essere stipulata aveva risollevato l’animo di tutti.
   Sapendo che il Buster era compromesso e che non c’era più alcun motivo perché lui restasse lì, Yzak era andato a recuperarlo sulla nave che a lungo avevano combattuto insieme. Dearka era stato felice di non averlo dovuto affrontare in guerra come invece era successo ad Athrun e Kira. Quei due avevano sofferto molto più di lui, pagando sulla propria pelle le scelte sbagliate non soltanto personali, ma soprattutto degli altri. Era giusto che ora si fossero ritrovati e che avessero scelto di rimanere insieme a Orb. Capiva principalmente il punto di vista di Athrun, che davvero non aveva più una ragione valida per tornare con loro sulle colonie, ma ne aveva una più che graziosa con la quale vivere finalmente in pace. Vedere lui e Cagalli insieme, un coordinator e una natural volersi bene come loro, gli aveva aperto ulteriormente il cuore. Erano un faro di luce in mezzo a quella maledetta oscurità di grettezza d’animo. Proprio per questo Dearka si domandò quanti bocconi amari avrebbero dovuto mandare giù quando si sarebbero scontrati con la realtà di quel mondo crudele, che avrebbe fatto fatica ad accettarli - semmai lo avesse fatto.
   Quel pensiero gli riportò alla mente quello a lui più caro di Miriallia, la persona che sopra tutti lo aveva aiutato ad aprire la mente e a vedere quella maledetta guerra sotto un’altra prospettiva. Le sue lacrime, il suo profondo dolore e il suo altrettanto profondo senso di giustizia lo avevano trafitto più di una spada, dritto al cuore, non lasciandogli via di scampo. Aveva fatto i salti mortali per conquistarsi la sua fiducia e quando finalmente ci era riuscito, aveva finito per rovinare tutto. Era stato un colossale idiota.
   «Tutto bene?»
   Dearka si voltò di scatto, ritrovandosi davanti un’altra Red Coat, unica sopravvissuta della Vesalius insieme a lui e Yzak. Quest’ultimo gliel’aveva presentata con il nome di Shiho Hahnenfuss, pilota di Mobile Suit, e gli aveva detto che era molto più in gamba di tanti altri soldati blasonati. Dearka non faticò a crederlo, visto che era ancora tutta intera. Quello che invece lo aveva stupito era la grande ammirazione che lei sembrava avere per Yzak e della quale, benché fosse palese, l’interessato non si era minimamente accorto.
   «Mi stavo solo domandando quanto siano cieche certe persone a non rendersi conto della fortuna che hanno.» Shiho lo guardò confusa, ma non disse nulla. «Posso chiederti una cosa?» riprese lui. Quando lei assentì, continuò: «Se tu avessi da poco perso la persona che ami, e se un altro aitante giovanotto ti girasse intorno perché preoccupato per te e finisse per... come dire... interessarsi a te sotto tutti i punti di vista... Tu come la prenderesti?»
   Si sentiva un imbecille anche solo per aver pensato di farle quella domanda, ma al momento lei era l’unica persona con cui potesse confrontarsi al riguardo - nonché l’unica donna della loro età presente sulla nave.
   La ragazza lo fissò con aria stupita, cercando di raccapezzarsi sulla situazione da lui appena descritta. «Spero tu non sia risultato troppo insistente», rispose dopo alcuni istanti. Distogliendo lo sguardo, Dearka bofonchiò imbarazzato, chiedendosi come diavolo facesse una tipa così sveglia a essersi invaghita di uno come Yzak. «In ogni caso», ricominciò Shiho in tono calmo, «immagino che non ci sia molto da fare, se non rispettare i suoi tempi e la sua volontà.»
   «E se di tempo non ce ne fosse?»
   «In che senso?»
   Dearka si preparò al peggio. «Se foste sul punto di dirvi addio e lui cercasse di approcciarsi a te in maniera un pelino più che amichevole...»
   Shiho lo bloccò subito. «Non dirmi che hai cercato di baciarla.» L’espressione di lui fu più che sufficiente a darle conferma. «Con tutto il rispetto, ma sei stato veramente un idiota.»
   «Credi che non lo sappia?» borbottò il giovane, abbassando lo sguardo con aria mortificata.
   «Ti ha dato uno schiaffo?»
   «Due.»
   «Sono anche pochi.»
   «Lo so.»
   La sua compagna sorrise, decidendo di non infierire su quell’anima in pena. Dearka si era reso conto da solo di essere un cretino, probabilmente già prima di ricevere la giusta punizione da parte della persona della quale si era invaghito durante la sua assenza da ZAFT. Shiho capiva la sua impazienza, perché probabilmente non avrebbe più rivisto quella ragazza, ma forzare i tempi era stata una mossa decisamente sbagliata.
   «Spero almeno che tu ti sia scusato.»
   «Certo che sì», scattò subito sulla difensiva lui. «Per chi mi hai preso?»
   «E lei?»
   Tirò su col naso. «Se n’è andata, mandandomi al diavolo.»
   L’altra strinse le labbra. «Beh... non mi sento di darle torto.» Dearka grugnì, profondamente demotivato. «Può darsi che con il tempo le passerà e potrai scusarti ancora.»
   «Seh... e quando la rivedo?» bofonchiò, tornando a poggiare la fronte contro il vetro. «Beata te.»
   «Prego?»
   «Beata te», ripeté lanciandole uno sguardo di sbieco. «Con quello là, non c’è pericolo che tu possa trovarti in una situazione del genere.»
   Shiho lo fissò impietrita. Di chi stava parlando? Possibile che si riferisse a Yzak? Se sì, come diamine aveva fatto a capire che...?
   «È troppo ottuso per accorgersene», spiegò lui, intenerito dalla sua espressione smarrita. «O glielo dici chiaramente o non lo capirà mai», le assicurò. «Comunque vadano le cose, cerca di non avere rimpianti.» Quindi, dandole una pacca sulla spalla, prese lo slancio per imboccare il corridoio che lo avrebbe portato alla sua cabina.
   Rimasta sola con il proprio imbarazzo, la ragazza si portò entrambe le mani al viso, trovandolo bollente e ragionando sul fatto che, se se n’era accorto persino Dearka, che pure aveva appena conosciuto, con tutta probabilità lo avevano capito anche tutti gli altri.
   Imprecando, poggiò la fronte contro la vetrata con fare scoraggiato. Fino a casa, sarebbe stato un lungo, lunghissimo viaggio.
 


 
  
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