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Autore: Ronnie92    20/10/2023    1 recensioni
Non ho idee.
Cito la mia vita.
La mia fantasia non supera la mia realtà.
La mia realtà supera la mia sconfinata ambizione.
Da me a voi.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raccontarsi vuol dire un po’ perdersi.
Guardarsi dentro è come guardare indietro, nel passato,
cercare, in qualche modo, di raggiungere l’intangibile con i propri sensi.

Noi empiristi amiamo perderci nelle nostre fantasie,
dopotutto siamo la massima espressione della paradossalità.

Vorrei raccontarmi, ma fare ciò vuole dire raccontare di persone, fatti, dolori e gioie.
Vuole dire afferrare la mia esperienza e forzarla nelle vostre anime. Odio le forzature.

Ma, in fondo, chi scrive non ha necessità di purificarsi?
Retorica, ennesimo paradosso degli empiristi come me.
Forse, non sono poi così empirista come credo.

Se voi siete il mio specchio delle brame, siete la mia liberazione.
Siete tutto ciò che desidero: Catarsi.

La purificazione è un atto necessario.
È rinascere, ancora e ancora, è una seconda possibilità.

Tutto parte dalla nascita.
Come fili d’erba siamo generati piccoli e minuti.
Indifesi. Esposti alle intemperie della vita.

Ci nutriamo degli elementi della terra in cui ci troviamo a nascere.
Il sole ci bagna con i suoi raggi e la magia si compie.
Acqua, minerali, CO2, tutto ci dà forza e tendiamo verso il cielo.
Siamo mobili ed immobili.
Ennesimo paradosso, ma lasciamo stare…

Crescere, è facile e difficile.
Dipende dalla fortuna, dalla forza, dall’ambiente, dai soldi, da sé e dagli altri.

Se tutto va bene, ci spezzeremo solo poche volte nella vita.
Indipendentemente da ciò che ci viene detto, o da ciò che proviamo,
spezzarsi è un processo necessario.

Il nuovo non può avere spazio se è tutto occupato dal vecchio.
Il dolore, in questo processo, è un evento fortificante.

Ho perso alcune cose. Alcune persone.
Il vuoto lasciato dalla perdita è stato immenso.
Incolmabile.
Dire addio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai vissuto nella mia anima.


Non si tratta dell’amore o dell’amicizia.
Dei sentimenti.
Della compagnia.
Della pienezza che solo i rapporti sanno generare.
Si tratta di come, egoisticamente, ero io con quelle persone al mio fianco.

Certe fratture non si saldano più.
Anche se riempite con l’oro,
con loro non sarà più la stessa cosa.

Evoluzione e cambiamento.

Come steli d’erba siamo mobili e immobili.
Io ci credo, ci credo veramente nel paradosso.

Possiamo perdere e riempirci.
Possiamo acquisire e perderci.

“Vorrei” e “potrei” sono i più grandi compagni dei non empiristi come me.
Vorrei che le cose cambiassero, potrei farlo davvero, volendolo.

Le parole mi perseguitano come fantasmi, che in realtà vogliono solo il mio bene.

Non è la compassione.
Non è il rimpianto.
Non è la perdita.

Il problema è dentro me.
Abitudinario figlio di puttana.
La mia routine è la mia chiave di lettura del mondo.
Ennesimo paradosso, cazzo.

Ci provo l’ultima volta, prima che il tempo a mia disposizione finisca.
Perdere le persone che amiamo è un dolore troppo grande da affrontare con la razionalità.

Perso un amore, cambiamo e amiamo altre cose di noi stessi per poter amare nuove persone.
Perso una persona cara, cambiamo e amiamo tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, con nostalgia.
Perso un amico, il filo della razionalità inizia a sgretolarsi.

E perdita, dopo perdita, dopo perdita, come il ritratto di Dorian iniziamo a invecchiare.
Ci chiediamo: Cosa vale davvero in questa vita? Per cosa vale battersi?

Ma questo non è un romanzo, questa è la vita vera.
Non ci sono eroi, non ci sono nemici, non ci sono in ballo amori, amicizie, strategie.

Questo è Catarsi.
Purificarsi vuol dire un po’ perdersi, un po’ ritrovarsi.
Spogliarsi del cattivo, indossare abiti lindi e respirare aria buona.

Raccontarsi è davvero catarsi.
Anche se ora sono qui.

Ora sono qui,
dove tutto è possibile,
dove tutto può ancora accadere.

Grazie.

 
   
 
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