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Autore: Shainareth    20/10/2023    2 recensioni
[Gundam SEED] Non era così che sarebbe dovuta andare. Avrebbero invece avuto tutto il diritto di nascere e crescere insieme, di creare quel legame fraterno che li avrebbe uniti per la vita. Lei per prima avrebbe voluto recuperare il tempo perso, ma in quel momento Kira non riusciva ancora ad accettare appieno quella maledetta verità.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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FRATELLI



Si sentiva come svuotato. Aveva ottenuto la risposta a quella domanda che per lungo tempo lo aveva martoriato sin da quando era iniziata tutta quella maledetta storia. Aveva persino rifiutato di incontrare i suoi genitori - adottivi, adesso lo sapeva - proprio perché provava una sorta di risentimento nei loro confronti. Invece era stato ingiusto, da parte sua, perché proprio loro due non c’entravano nulla, anzi.
   Dopo lo scontro avvenuto su Mendel, ogni sua certezza era stata messa in discussione più che mai. La sua stessa esistenza era una bugia, poiché lui non era altro che il prodotto di una mente sbagliata. L’unico andato in porto. Tutti gli altri, i suoi fratelli maggiori, erano stati un fallimento nell’ottica di quell’uomo discutibile che lo aveva messo al mondo. Ripensò a Cagalli, sua sorella. Gemella. Eppure molto più fortunata di lui. Forse. Perché in effetti il destino li aveva riuniti, catapultandoli nel peggiore degli scenari. Non era giusto. Non era così che sarebbe dovuta andare. Avrebbero invece avuto tutto il diritto di nascere e crescere insieme, di creare quel legame fraterno che li avrebbe uniti per la vita. Lei per prima avrebbe voluto recuperare il tempo perso, ma in quel momento Kira non riusciva ancora ad accettare appieno quella maledetta verità.
   L’unica presenza capace di confortarlo, in quei giorni, era quella di Lacus. La sua dolcezza, la sua tenerezza, il suo senso di protezione riuscivano a cullarlo e a farlo stare bene. Non sempre, però. C’erano delle volte in cui l’immagine di lei si sovrapponeva a quella di un’altra persona, qualcuno a cui era stato molto legato, qualcuno che lo aveva fatto soffrire e a cui lui stesso aveva procurato dolore. Fllay. Non era riuscito a salvarla. L’aveva persa per sempre senza avere la possibilità di chiederle scusa. Si domandò per quale ragione i sentimenti dovessero essere così complicati, quando in realtà almeno l’amore avrebbe dovuto essere molto più semplice, nella sua purezza e nella sua genuinità.
   Se ne convinse una volta di più quando, affacciandosi nella mensa dell’Eternal, li vide lì, seduti vicini, con le teste che quasi si toccavano. Cagalli teneva la mano attorno al braccio di Athrun e lui la guardava con un’espressione che Kira non gli aveva mai visto in volto. Pur stupito da quella inaspettata novità, quella scena gli scaldò il cuore e lo indusse a sorridere: se non avevano ancora chiarito il tipo di rapporto che si era instaurato fra loro, probabilmente lo avrebbero fatto presto.
   Dandosi una spinta per entrare, li raggiunse. Accorgendosi finalmente di lui, la ragazza gli sorrise di cuore e Kira sentì un improvviso calore al petto: Cagalli era la sua metà. Avrebbe voluto condividere con lei ogni suo pensiero, ogni suo dubbio, ogni sua sofferenza, ma in quel momento non riusciva a trovare le parole per farlo. Forse aveva paura di sconvolgere anche lei più di quanto non fosse già successo.
   «Va meglio?» chiese Athrun, preoccupato per lui allo stesso modo di Cagalli. Di nuovo Kira avvertì quella sensazione di benessere che lo faceva sentire in qualche modo protetto. Non aveva potuto avere l’opportunità di crescere con sua sorella, ma aveva avuto comunque la fortuna di avere con sé un fratello, sia pure non di sangue.
   Annuì. Se non altro, aveva loro. «Lacus è riuscita a convincermi a uscire a mangiare un boccone», spiegò.
   Cagalli subito saltò in piedi. «Vado a prenderti qualcosa», si offrì, lasciando il suo posto per dirigersi verso la cucina.
   Seguendola con lo sguardo e un lieve sorriso sul volto spento, Kira non si avvide di quello di Athrun, che invece lo scrutava con una certa apprensione. Si conoscevano fin da piccoli, erano cresciuti insieme e avevano condiviso tutto, almeno fino a che la vita non aveva deciso diversamente, facendoli ritrovare anni dopo in schieramenti nemici. Ora però, nonostante il dolore che si erano causati a vicenda, erano di nuovo lì. Uniti più che mai.
   «Freme dalla voglia di sapere la verità.» Kira si voltò verso l’amico. «Ma ha capito che deve rispettare i tuoi tempi.»
   Sedette di fronte a lui, le braccia sul tavolo. «È giusto che anche lei sappia», disse, lo sguardo basso. «Solo che...» Era difficile parlarne ancora a voce alta. Si portò le mani fra i capelli castani. «Mi dispiace.»
   «Per cosa?»
   «Dovrei rassicurarla... e invece in qualche modo ho lasciato questa incombenza a te.»
   Athrun sorrise. «Pensi davvero che sia un peso, per me?»
   Kira sbirciò nella sua direzione, quasi divertito. «A vedervi insieme, direi proprio di no.»
   Vide l’amico arrossire lievemente. «Ti dispiace?»
   «Non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere», rispose in tutta onestà, abbassando di nuovo le braccia davanti a sé e rivolgendogli uno sguardo sincero, «ma non potrei esserne più contento.»
   Cagalli tornò un momento dopo con un vassoio colmo di cibo, che subito gli mise sotto al naso. «Mangia tutto», si raccomandò, gli occhi colmi di quell’affetto particolare e istintivo che aveva provato per lui sin da subito. Quasi come se in qualche modo avesse sempre saputo tutto.
   «Grazie», disse lui, ripromettendosi di parlarle col cuore in mano il prima possibile. Sua sorella tornò a sedere accanto ad Athrun, stranamente silenziosa. Non era da lei stare così buona e ferma, quindi per Kira non fu difficile capire che si stava trattenendo per lui. «Cagalli...» iniziò, bloccandosi un secondo dopo.
   Ci riprovò, ma subito la ragazza si allungò sul tavolo, nella sua direzione, per afferrargli entrambe le mani. «Non importa», lo tranquillizzò, lo sguardo deciso ancorato al suo. «Va bene così.»
   Commosso da quell’amore fraterno che provava per lui a prescindere dalla verità, Kira le sorrise e le strinse a sua volta le mani con calore. «Sono fortunato ad avere una sorella come te.» Bastò quello e gli occhi di Cagalli si riempirono di lacrime di gioia. Cominciò a piangere come una bambina e, pur continuando a tenergli una mano, fu costretta a portarsi l’altra al viso per asciugare le ciglia bagnate con il bordo della manica. Athrun le cinse le spalle con un braccio, stringendola a sé e rivolgendo a Kira uno sguardo colmo di affetto, orgoglio e gratitudine.





 
  
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