Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: crazy lion    21/10/2023    0 recensioni
Seokjin e Namjoon hanno da poco adottato un bambino di un anno: Jeonggguk. In questo acrostico, lo portano al parco per la prima volta. Come reagirà il piccolo? Cosa faranno insieme?
La fanfiction è un'AU perché, anche se i due sono cantanti e membri dei BTS, sono nati e vivono a Los Angeles, dove tra l'altro lavorano con tutto il gruppo.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stamattina siamo al parco e ci divertiamo un mondo!
 
Siamo vestiti e abbiamo fatto colazione. Sei pronto, Jeongguk?
Ti portiamo al parco, io e papà Seokjin.
Andiamo. Ti prendo in braccio e ti metto nel passeggino. Ecco, ora è perfetto.
Ma certo, rispondo a tuo padre che potresti camminare anche da solo, hai un anno, in fondo.
A me sembri ancora troppo piccolo per fare cinque minuti a piedi senza stancarti, e lui concorda.
Ti metti subito a gorgogliare, quando gli uccellini cinguettano e noi iniziamo a passeggiare.
Tutti ti guardano, fanno complimenti sulla tua bellezza e ti salutano.
Io e papà li ringraziamo. Tu fai qualcosa che è più carino: sorridi loro e ricambi con la manina.
Non avremmo mai potuto desiderare un bambino più dolce di te. Un altro così speciale non ce n’è.
Ah, ma è normale: sei il nostro piccolino, e per tutti i genitori i figli sono il dono più prezioso.
 
Siamo al parco nel giro di pochi minuti. È mattina, non c’è quasi nessuno.
Io e papà ti promettiamo che ti porteremo anche un pomeriggio, così conoscerai altri bambini.
Adesso tu ti guardi intorno, perché è la prima volta.
Mi immagino che vedere le giostre, che non sai nemmeno cosa siano, debba essere strano.
Oh, ma non ti preoccupare. Non avere paura. In realtà le guardi curioso, e adesso te le mostriamo.
 
All’altalena. Ti ci mettiamo dentro e iniziamo a dondolarti avanti e indietro.
La cosa ti piace, perché sorridi, batti le mani e lanci gridolini.
 
Più in alto! sembri dire, e così ti accontentiamo, ma stiamo sempre attenti, non si può mai sapere.
Andiamo sul cavallo a dondolo e ti spingiamo con lentezza, mentre tu ti tieni al manubrio.
Resti come incantato dal movimento, che ti culla e ti rilassa.
Credo che papà Seokjin abbia ragione: dovremmo prenderne uno anche noi, se ne vendono, in città.
Oh, e adesso che cosa stai indicando di bello?
 
Ecco, lo scivolo. Va bene, vai con papà, io vi guardo. Prima su per le scale e poi giù in picchiata!
 
Ci risalite e poi scendete di nuovo, e un’altra volta, e una terza, e poi lo fai con me, ancora e ancora.
Io penso che questa sia la cosa più fantastica di tanti bimbi: sorridono e ridono spesso, come te ora.
 
Dio mio, è il suono piùù bello del mondo!
Insieme ci arrampichiamo su una collinetta e ci lasciamo baciare dai raggi del sole.
Vedi com’è bello? Ma non devi guardarlo troppo a lungo, o ti faranno male gli occhi. Chiudili, su.
E adesso, di nuovo sulle stesse giostre, e stavolta ridiamo anche noi, come se fossimo piccini.
Restiamo così, a fare avanti e indietro, per lungo tempo, ma a nessuno importa quanto.
Ti prendiamo in braccio a turno e ti calmiamo, quando cominci a lamentarti perché sei stanco.
Io e papà ti portiamo in un bar lì vicino, dove, siccome è settembre e fa caldo, prendiamo un gelato.
A te abbiamo comprato una pallina di cioccolato e adesso ti aiutiamo amangiarla.
Ma, come avremmo dovuto immaginare, a te non piace che sia così freddo, per cui aspettiamo.
Oh, alla fine lo apprezzi e, nonostante i nostri tentativi, ti sporchi tanto la bocca che ci fai ridere.
 
Un altro giro sulle giostre, qualche salto, un po’ di camminata. Il gelato ti ha ridato energia.
Noi giochiamo ancora a lungo, e la mattina passa lenta, più del solito ma in modo positivo.
 
Mentre spira una brezza calda e leggera che ci solleva i capelli, tu ce li tiri, come ami fare.
Oh, sei qui da sette giorni, ma ti conosciamo da quando hai dieci mesi. Ci pare che sia da sempre.
Non sappiamo più come e quanto ringraziare Dio per averci fatti incontrare.
Dopo una corsetta in braccio a ognuno di noi due, decidiamo di tornare a casa.
Ora di pranzo. È stata una mattinata bellissima. Sorridiamo. Lo faremo per tutta la giornata!
   
 
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